Pagina 19 di 75 PrimaPrima ... 91819202969 ... UltimaUltima
Risultati da 181 a 190 di 743

Discussione: Vai col gender!

  1. #181
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    No all’omocrazia
    di Gianluca Veneziani
    Oggi ci siamo dovuti sorbire l’ennesima Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (in inglese IDAHOBIT, si vede che alla comunità LGBT piacciono un sacco gli acronimi impossibili), con tanto di parole di rito e di circostanza del presidente Mattarella: ma visto il tema, e soprattutto visto il personaggio, non potevamo aspettarci altrimenti.
    Non possiamo sopportare – oggi a maggior ragione – il tentativo di trasformare l’orientamento sessuale in ideologia, di fare di una comunità legata dalle preferenze sessuali una lobby, e di usare il manganello contro chi non si adegua a quel Pensiero. Proprio i fautori della libertà e della lotta alla discriminazione cadono sempre più spesso in un cortocircuito, censurando, bollando d’infamia, etichettando con insulti (“omofobo!”) e quindi discriminando chi semplicemente ha convinzioni diverse e rivendica il diritto di esprimerle, in nome di quella stessa libertà. È il pericolo dell’Omocrazia o di quella che Mario Adinolfi ha definito Gaystapo: l’uso di strumenti illiberali per garantire quelli che vengono spacciati per diritti della comunità Lgbt.
    Questa tendenza si manifesta in modo evidente in almeno due ambiti. In primis, nel depotenziamento del ruolo del Parlamento a vantaggio di altri organi che legiferano al suo posto, in nome di quella ideologia. Che già ci siano pressioni sul Parlamento da parte della lobby Lgbt non ci sorprende, è un fatto fisiologico della democrazia (fanno pressioni anche molti altri gruppi d’interesse); e che molti dei politici subiscano quelle pressioni e magari tradiscano il mandato stesso degli elettori e dell’area di riferimento (sì, parlo dei cosiddetti politici cattolici, vedi Ncd) è un fatto che ahinoi – in tempo di opportunismi e dell’affievolirsi di convinzioni profonde e slanci ideali – non ci sorprende ormai neppure tanto. Ma quello che ci fa veramente incazzare è che il lavoro del Parlamento venga poi delegittimato dall’azione di altri organi dello Stato, che pure non avrebbero quel compito: è il caso appunto dei tribunali, che smentiscono il dettato della legge anziché applicarlo.
    La vicenda delle adozioni riconosciute a coppie gay a suon di sentenze è esemplare di ciò di cui stiamo parlando: il Pensiero Unico Lgbt diventa unico principio ispiratore dell’azione dei giudici, con buona pace dei parlamentari che pure avevano detto no alla stepchild adoption. E questo è insopportabile proprio da un punto di vista liberale, cioè in base al criterio della separazione dei poteri e al gioco di pesi e contrappesi, che evita che un organo dello Stato invada il campo altrui.
    Il secondo ambito in cui la tirannia del Politicamente Corretto Lgbt si manifesta è un altro luogo caro ai liberali duri e puri, cioè quello della libertà di espressione. È un fatto che riguarda il metodo prima ancora che il merito: chiunque deve avere il diritto di esprimere liberamente le proprie idee, senza censure preventive e senza condanne ex post. Perché le idee non sono mai “reato”. E invece, da quando il conformismo gay-friendly è imperante, non si può più neppure postare su Facebook la tenera foto di una mamma che allatta il bambino con tanto di critica all’utero in affitto, non si può più manifestare la propria ferma contrarietà ai matrimoni e alle adozioni gay, non si possono più fare appelli contro la dittatura gender, che subito si viene indicati come reazionari, fascisti, nemici della civiltà, intolleranti, bigotti, ultracattolici, fanatici, talebani, integralisti, razzisti. In una parola: omofobi. Se non ti conformi, sei spacciato: viene marchiato a fuoco e quell’appellativo ti rimane stampato in fronte.
    Ecco, a costo di essere bollati come dissidenti ed essere mandati al confino, oggi – in nome della libertà – ci autodenunciamo, ribadendo il nostro diritto a essere Nemici del Regime Omocratico. E adesso censurateci tutti…
    No all'omofobia. Ma anche all'omocrazia - L'intraprendente | L'intraprendente



    Giornata mondiale contro l’omofobia. Il contributo di Riscossa Cristiana
    Paolo Deotto
    Vivamente partecipi di questa giornata mondiale contro l’omofobia, vogliamo anche noi dare il nostro contributo a questa importante iniziativa, con la pubblicazione di due interessanti documenti, scelti tra i molti in cui la Chiesa, un tempo, parlava di peccato. Ne parlava perché, essendo misericordiosa sul serio, voleva salvare le anime.
    Il Concilio Ecumenico Lateranense III, al canone 11 stabilì che: “chiunque venga sorpreso a commettere quel peccato che è contro natura e a causa del quale “la collera di Dio piombò sui figli della disobbedienza (Ef. 5,6), se è chierico, venga decaduto dal suo stato e venga rinchiuso in un monastero a far penitenza; se è laico, venga scomunicato e rigorosamente tenuto lontano dalla comunità dei fedeli”. (Conciliorum oecumenicorum collectio, vol. XXII, coll. 224 ss.).
    San Pio V, il grande Papa domenicano, in due Costituzioni condannò solennemente e proibì severamente il peccato contro natura ovvero l’omosessualità. “Avendo noi rivolto il nostro animo a rimuovere tutto quanto può offendere in qualche modo la divina maestà, abbiamo stabilito di punire innanzitutto e senza indugi quelle cose che, sia con l’autorità delle Sacre Scritture che con gravissimi esempi, risultano essere spiacenti a Dio più di ogni altro e che lo spingono all’ira: ossia la trascuratezza del culto divino, la rovinosa simonia, il crimine della bestemmia e l’esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre, fame e pestilenze. (…) Sappiano i magistrati che, se anche dopo questa nostra Costituzione saranno negligenti nel punire questi delitti, ne saranno colpevoli al cospetto del giudizio divino, e incorreranno anche nella nostra indignazione. (…) Se qualcuno compirà quel nefando crimine contro natura, per colpa del quale l’ira divina piombò sui figli dell’iniquità, verrà consegnato per punizione al braccio secolare, e se chierico, verrà sottoposto ad analoga pena dopo essere stato privato di ogni grado”. (San Pio V, Costituzione Cum primun, del 1° aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286).
    E ancora: “Quell’orrendo crimine, per colpa del quale le città corrotte e oscene (di Sodoma e Gomorra) vennero bruciate dalla divina condanna, marchia di acerbissimo dolore e scuote fortemente il nostro animo, spingendoci a reprimere tale crimine col massimo zelo possibile. A buon diritto il Concilio Lateranense V stabilisce che qualunque membro del clero, che sia stato sorpreso in quel vizio contro natura per via del quale l’ira divina cadde sui figli dell’empietà venga allontanato dall’ordine clericale, oppure venga costretto a far penitenza in un monastero (c. 4, X, V, 31).
    Affinché il contagio di un così grave flagello non progredisca con maggior audacia approfittandosi di quell’impunità che è il massimo incitamento al peccato e, per castigare più severamente i chierici colpevoli di questo nefasto crimine che non sono atterriti dalla morte dell’anima, abbiamo deciso che vengano atterriti dall’autorità secolare, vindice della legge civile. Pertanto, volendo proseguire con maggior vigore quanto abbiamo decretato fin dal principio del Nostro Pontificato (Costituzione Cum primum, cit.) stabiliamo che qualunque sacerdote o membro del clero sia secolare che regolare, di qualunque grado e dignità, che pratichi un così orribile crimine, in forza della presente legge venga privato di ogni privilegio clericale, di ogni incarico, dignità e beneficio ecclesiastico, e poi, una volta degradato dal Giudice ecclesiastico, venga subito consegnato all’autorità secolare, affinché lo destini a quel supplizio, previsto dalla legge come opportuna punizione, che colpisce i laici scivolati in questo abisso”. (San Pio V, Costituzione Horrendum illud scelus).
    Ciò detto, auguriamo agli omosessuali di liberarsi al più presto dal laccio del loro orrendo vizio.
    Come utile pro-memoria, riportiamo questa frase di Tuco (il “brutto” nel film “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone). Si parla, appunto, di lacci. E quale laccio è più stretto di quello del vizio? “Quando si mette a stringere, tu senti già il diavolo che ti morde le chiappe”.
    Memento mori. Poi è troppo tardi per ripensarci.
    17 maggio. Giornata mondiale contro l?omofobia. Il contributo di Riscossa Cristiana | Riscossa Cristiana


  2. #182
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    «Lobby violente, Chiesa vile e fede senza ragione Così arriveranno adozioni ai gay e utero in affitto»
    Venerdì scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge Cirinnà sulle cosiddette unioni Civili che si rifanno direttamente alle norme sul matrimonio contenute nel codice civile. «Il prossimo passo della lobby Lgbt sarà l'equiparazione piena, l'adozione dei bambini e l'utero in affitto. Il che creerà un clima da "caccia alle streghe" contro chi osi anche solo dissentire, come avvenuto nel mio paese dopo che, nel 2010, furono approvate». E che, dopo cinque anni, «ha ceduto al sabotaggio della Costituzione». A parlare è John Waters, ex giornalista dell'Irish Times, che ha pagato caro il suo dissenso contro il referendum costituzionale in Irlanda, indetto il 22 maggio dello scorso anno per ridefinire il matrimonio l'unione fra due persone dello stesso sesso. Soffrendo, fuori e dentro la Chiesa, «fino al un punto in cui non hai più nulla da perdere. É li' che diventi libero e trovi persino conforto e gusto nella battaglia».
    Waters, com'è cambiato il clima sociale in Irlanda dopo l'approvazione delle Unioni Civili nel 2010?
    «Dal momento in cui furono legalizzate, la lobby Lgbt cominciò immediatamente a chiedere l'“uguaglianza”, affermando che le unioni civili erano inadeguate, un insulto alle persone da loro definite "gay". Spiegarono che esistevano 64 differenze fra queste e il matrimonio, anche se ovviamente nessuno le ha mai elencate. In realtà, volevano sabotare la Costituzione irlandese, facendole dire che due persone dello stesso sesso potevano sposarsi e formare un'istituzione “naturale”, “fondamentale” e “morale”, divenendo un orgoglio per la società irlandese, la “base necessaria all'ordine sociale”, base “indispensabile al welfare della nazione”. Questa propaganda ha generato un clima in cui le persone avevano sempre più paura di affermare il contrario, anche perché la tattica della lobby Lbgt è quella di demonizzare non solo chi è in disaccordo ma chi potrebbe potenzialmente esserlo».
    A cosa si deve il cambiamento così repentino della “cattolica” Irlanda?
    «La lobby Lgbt irlandese è stata finanziata, come pubblicamente ammesso da una sua associazione, la Glen, con milioni di dollari da un'organizzazione americana, l'Atlantic Philantropies. Questa, negli ultimi dieci anni, ha reso la lobby Lgbt una macchina da guerra operante nel governo e nella società. Anche questo è stato affermato dalla Glen. L'approccio strategico, invece, è stato quello del “salame”: una volta che una fetta è stata digerita, il pubblico ne accetterà e digerirà una seconda. Non è un caso se le forze si sono concentrate su una nazione considerata cattolica. È servito a dimostrare che è possibile vincere ovunque».
    La Chiesa non ha praticamente parlato e se lo ha fatto, nella maggioranza dei casi, ha dato argomentazioni ambigue o addirittura contrarie alla morale naturale. Come mai tanta debolezza?
    «La Chiesa, fatta eccezione per un paio di vescovi e sacerdoti coraggiosi, è stata semplicemente codarda, intimidita, come chiunque altro, grazie al consenso totale dei media, del governo e del Parlamento. Inoltre, la Chiesa irlandese, probabilmente più di tutte, è stata infiltrata dai progressisti, dagli anticlericali e dagli omosessualisti con la prospettiva di imporre l'agenda Lgbt. È questa quella che l'allora cardinal Ratzinger definì “sporcizia”. Ma la combinazione di codardia e di sporcizia, si é diffusa grazie all'ambiguità della gerarchia. Quando il cardinale Parolin ha detto, immediatamente dopo la sconfitta referendaria, che si trattava di “un disastro per l'umanità” non ha affermato nient'altro che la verità. Ma purtroppo ha parlato una settimana in ritardo. La Chiesa ha fallito, oltre ogni misura».
    Lei, da giovane, fuggì da un cristianesimo moralista, per poi tornare indietro riscoprendo la ragionevolezza della fede. Prima si ribellava alle leggi della morale ora è fra i pochi a difenderle. Cosa è successo?
    «La storia è lunga e la racconto nel mio libro “Lapsed Agnostic”. La risposta in sintesi, però, è questa: dopo il mio passato da alcolista, sono tornato a guardare a me stesso e alla mia struttura umana come qualcosa di “dato”, qualcosa che non potevo presumere di possedere o controllare, e quindi qualcosa di cui non potevo abusare senza conseguenze terribili su di me. Sono tornato in Chiesa non come “ex membro”, ma perché ho cominciato a riconoscere negli scritti di persone come Joseph Ratzinger e don Luigi Giussani, una forma di comprensione della fede religiosa che rappresentava la mia esperienza. Il modo in cui parlavano del cristianesimo lo ha fatto rivivere in me, dopo anni di disillusione. Ora difendo la moralità che è ben diversa dal moralismo. Il moralismo è ridurre la fede a un insieme di regole da applicare meccanicamente con le proprie forze, mentre la moralità predicata anche da Cristo, nasce dal riconoscimento della bellezza dell'ordine della realtà che abbiamo il dovere di mostrare, difendere e rispettare, per il bene di tutta la società. É la difendo perché sono cristiano, ma il cristianesimo illumina la ragione che é propria di ogni uomo. Tutti possono riconoscerla».
    Lei è stato isolato nel mondo mediatico e anche dentro la Chiesa. Ma sopratutto, per ora, ha perso la battaglia politica. Perché allora continua a battersi pubblicamente per la verità?
    «Perché, come ci spiega Ratzinger, la verità ha sempre avuto un futuro».
    È sicuro che la sua testimonianza abbia un qualche impatto sul mondo?
    «Non so se ha impatto, ma so che mi sento come se non potessi far altro che parlare. Qualche volta mi piacerebbe che non fosse così. Ma a meno che non continuiamo a esprimere la verità, così come l'abbiamo ereditata, non faremo che rinviare il suo futuro. Come il filosofo Edmund Burke, mio connazionale, disse: “Tutto quello che serve affinché il male trionfi è che i buoni non facciano nulla”. E poi chi lo sa che anche una sola persona, sentendomi parlare, cominci a fare qualcosa di grande che io non posso fare? Devo poi dire che fra i miei cari, sebbene su altre posizioni, c'e' chi ora si interroga nel vedermi fermo e sicuro anche dopo tutto quello che ho subito».
    Cosa l'ha resa certo che aveva ragione quando tutti le dicevano che sbagliava?
    «L'evidenza, l'esperienza: che una foglia é verde, che un uomo é un uomo e non una donna e che il male va combattuto sono verità di cui nemmeno il papa può convincermi del contrario».
    Eppure, tante persone sono incerte dell'evidenza.
    «Non è che le persone sono incerte. In certi casi sono state spinte in una sorta di tranche dal potere della propaganda, che è il potere diabolico della menzogna in atto. Ma nel caso della Chiesa non si tratta di questo bensì, ripeto, di pura e semplice codardia. Che poi certo confonde i fedeli».
    Che consiglio dà agli italiani?
    «È importante capire che il processo continuerà fino all'ottenimento del matrimonio e dell'adozione e fino all'isolamento di chiunque si dica contrario. Io sono stato insultato pubblicamente e minacciato. È poi vitale comprendere che la battaglia è globale ed è fra chi vuole proteggere la civiltà dagli attacchi di quanti mirano a indebolirle gli esseri umani, distruggendo i loro legami familiari attraverso iniziative contraffatte in difesa dei diritti umani. Combattere così é preservare la verità in noi, per questo la lotta ci rende già vincitori».
    «Lobby violente, Chiesa vile e fede senza ragione»


    Universi differenti
    Una volta fantasy e fantascienza la scrivevano quasi solo gli uomini. Le donne erano decisamente poche. Catherine Moore, Ursula Le Guin, e non me ne vengono in mente altre di così notevoli.
    Poi il vento è cambiato. Quasi tutti i grandi successi degli ultimi anni, libri e film derivati, le grandi saghe, sono il risultato delle fatiche di quello che un tempo era noto come gentil sesso. Twilight, Potter, Hunger games…e me ne vengono in mente un’altra dozzina. Gli uomini sono ormai in minoranza.
    Non so voi, ma io percepisco quasi subito se un romanzo è scritto da un maschio o da una femmina. Le sensibilità sono del tutto diverse.
    E’ difficile trovare un combattimento improbabile in un romanzo di un autore maschile. I personaggi hanno molti, molti meno dubbi esistenziali. Di solito c’è parecchio più sangue, anche gratuito. E anche il sesso è trattato in maniera diversa.
    Le “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, la sola serie di largo successo scritta dal “sesso forte”, è piena di grandi personaggi femminili. Visti con occhi maschili. Come i racconti delle varie autrici spesso privilegiano personaggi maschili, ma che un maschio trova spesso dissonanti. Non in ruolo. E’ complicato cambiare prospettiva, per quanto bravi si possa essere.
    Essendo un maschio preferisco i romanzi “maschili”, anche se non disdegno certo quelli “femminili”. E’ una questione di affinità. Ma mi domando: dove sono finiti gli autori? Gli uomini non sono più capaci o interessati a scrivere, le donne sono più brave, o sono scelte editoriali? Forse anche il tipo di lettori è cambiato?
    Può anche essere, può anche essere. La frontiera dello spazio è chiusa, le valli elfiche e i labirinti sono diventate videogiochi fin troppo saputi, hanno smarrito la magia. Non più sogni. Non più libri. Se il sottotesto diventa intimista, è l’autore intimista che stravince. E le donne in questo, ammettiamolo, sono migliori.
    Ho ancora un bel po’ di volumi dei vecchi tempi da terminare, e per quando li finirò la memoria fuggevole per l’età mi permetterà di ricominciare da capo. Ma, oh, donne o uomini, datemi nuovi universi. Li attendo.
    https://berlicche.wordpress.com/2016...si-differenti/

  3. #183
    Blut und Boden
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Località
    Lothlorien
    Messaggi
    68,955
     Likes dati
    2,763
     Like avuti
    9,903
    Mentioned
    139 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    eterofobia
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #184
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    Ecco perché l’omosessualità è contro natura
    di Tommaso Scandroglio
    Se l’omosessualità è una condizione buona, allora ha ragione l’onorevole Cirinnà e la legge sulle unioni civili, appena promulgata da Mattarella, è una legge giusta. Altrimenti ha torto la senatrice Pd e questa legge è una norma ingiusta perché mai si può legittimare giuridicamente un male morale.
    Ora la morale naturale insegna che l’omosessualità è una condizione intrinsecamente disordinata, cioè a dirsi contro natura, e che le condotte omosessuali, conseguentemente, esprimono tale disordine. Ma quali sono le prove che l’omosessualità è contro natura? Prima di tutto bisogna intendersi sul significato che attribuiamo alla parola natura. Tale termine non significa “naturalistico”, cioè qualcosa presente nel mondo naturale, né normale, cioè diffuso, né innato, cioè congenito. Natura invece - secondo la tradizione classica, quella afferente all’insegnamento aristotelico-tomista – significa un fascio di inclinazioni che tendono ad alcuni fini, i quali, beneficiando l’uomo, vengono chiamati beni. E così noi per natura incliniamo, cioè desideriamo, tendiamo alla vita, alla salute, alla conoscenza, alla socialità, alla trascendenza, alla libertà, etc.
    La natura è un orientamento ad alcuni fini, ad alcuni beni, è un ordo. Gli atti che contrastano con queste inclinazioni, di conseguenza, sono dis-ordinati, cioè contrastanti l’orientamento naturale e dunque – per logica conseguenza – vengono qualificati come atti malvagi: uccidere, ferire, rubare, sequestrare una persona, etc. É come imboccare contro mano una strada a senso unico. Una di queste inclinazioni naturali ci orienta a essere attratti da persone di sesso opposto. L’omosessualità contrasta con questa inclinazione e dunque è una pulsione disordinata. Ma – e qui sta il problema – chi ci dice che esista questa inclinazione? E anche se fosse esistente, chi ci dice che non esista anche un’altra inclinazione naturale che spinge alcuni a essere attratti da persone dello stesso sesso? Una inclinazione è naturale se soddisfa tre criteri.
    Il primo è il criterio di proporzionalità. Una inclinazione è naturale se l’uomo possiede per natura gli strumenti adatti a soddisfare il fine verso cui sperimenta questa stessa inclinazione. Così Tommaso D’Aquino: «Ora, tutto ciò che rende un'azione inadatta al fine inteso dalla natura, va definito come contrario alla legge naturale» (Summa Th. Supp. 65, a. 1 c.). Ad esempio, la vita è un’inclinazione naturale perché tutto il nostro organismo è fatto in modo tale per soddisfare il fine della sopravvivenza. La generazione è un fine naturale perché possediamo gli strumenti adatti, cioè proporzionati al fine, per concepire. La conoscenza è un fine naturale perché possediamo l’intelletto.
    Ora se l’omosessualità fosse un’inclinazione naturale la persona umana dovrebbe possedere quegli strumenti adatti a soddisfare completamente tale tipo di attrazione. Verifichiamolo. Tale attrazione, se completa, porta ai rapporti carnali. Ma i rapporti carnali omosessuali non sono idonei a soddisfare un fine naturale del rapporto sessuale, cioè l’apertura alla vita. Dunque sarebbe curioso che esistesse un’inclinazione naturale omosessuale e madre natura non avesse permesso alla persona di soddisfarla compiutamente.
    L’obiezione che in genere si muove è la seguente: anche molte coppie eterosessuali sono sterili o infertili. I motivi però che generano l’infecondità sono diametralmente opposti: il rapporto omosessuale è fisiologicamente infecondo, quello etero sterile è patologicamente infecondo; il primo per sua natura è infecondo, il secondo per sua natura è fecondo; il primo per necessità, cioè sempre e comunque, è infecondo, il secondo solo eventualmente; il primo è normale che sia infecondo, il secondo non è normale che sia infecondo; il primo è essenzialmente infecondo, il secondo è solo accidentalmente infecondo. Tirare in ballo i rapporti eterosessuali sterili equiparando ad essi i rapporti sessuali omosessuali è farsi un autogol. Infatti, è ammettere che i rapporti omosessuali sono sempre patologici proprio come lo sono, a volte, quelli etero. In sintesi, l’infecondità del rapporto omosessuale è co-essenziale all’atto e non esterno alla natura dell’atto come nei rapporti tra persone di sesso differente.
    Altro criterio per stabilire che un’inclinazione è naturale oppure no: la complementarietà. La natura si può esprimere come una sete di un qualcosa, un bisogno che deve essere colmato attraverso le azioni. Ciò significa che noi siamo mancanti di beni che appetiamo e dunque ciò comporta che tali beni ci completano. Altrimenti perché cercarli? Li cerchiamo proprio perché ci perfezionano, ci arricchiscono in umanità. E dunque non ci può essere un moto, una inclinazione naturale verso qualcosa che ho già o che sono già. L’inclinazione quindi presuppone una mancanza e dunque una diversità, un qualcosa di etero (differente), non di omo (uguale). Così come per completare una raccolta di francobolli occorre trovare francobolli diversi da quelli già posseduti, non uguali.
    Il maschio non si completa con il maschio e così la femmina con la femmina. Prova indiretta che c’è un’inclinazione naturale è il finalismo biologico e fisiologico. Gli apparati sessuali maschili sono fatti per incontrare quelli femminili, sono conformati per organi differenti dai propri. Laddove non rispetto questo finalismo, danneggio il corpo. Provate voi a camminare sempre con le mani: le deformerete, proprio perché le mani non sono fatte per camminare e sostenere il nostro corpo. Un articolo scientifico pubblicato nel 2013 dall’International Journal of Epidemiology ci informa che c’è il 4.000% in più di rischi di contrarre un tumore anale in chi fa sesso anale rispetto a chi ha rapporti in vagina. Proprio perché l’ano non è fisiologicamente finalizzato ad accogliere, bensì ad espellere. É la vagina che è fatta per accogliere. Il pene dunque è conformato per incontrare la vagina. I due organi sono quindi tra loro complementari.
    La complementarietà tra maschio e femmina non è poi solo fisica ma anche psicologica. “Sposo” deriva da responsum, cioè risposta: l’uomo è la risposta ad una domanda esistenziale che pone la donna e viceversa. Si trova la propria soluzione antropologica-esistenziale in qualcosa di differente da sé, seppur consono a sé. Altro criterio per comprendere se una inclinazione è naturale è la felicità che la persona sperimenta allorquando partecipa al bene indicato dalla inclinazione. Quando la salute zoppica, quando non riusciamo comprendere qualcosa, quando non abbiamo amici ecco che ci sentiamo tristi. Vi sono molti studi scientifici che comprovano che le persone omosessuali e i figli di coppie gay presentano disturbi psicologici (ne abbiamo parlato più volte).
    Di contro si sostiene che la persona omosessuale è infelice a causa della cosiddetta “omofobia interiorizzata”, cioè sarebbe infelice a motivo degli atti di discriminazione subiti. Ma questo, nella maggioranza dei casi, è falso almeno per due motivi. In primo luogo il numero di persone afflitte da questi disturbi è ben superiore al numero di casi di ingiusta discriminazione (cfr. Unar - Dipartimento delle Pari Opportunità dal titolo, Verso una Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere; Avvocatura per i diritti Lgbt – Rete Lenford, Realizzazione di uno studio volto all’identificazione, analisi e al trasferimento di buone prassi in materia di non discriminazione nello specifico ambito dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere (2007-2013); Pew Research Center di Washington, A Global Divide On Homosexuality).
    In secondo luogo, nei gruppi sociali che sono oggettivamente discriminati (pensiamo ad esempio ai cristiani nel mondo che addirittura finiscono ammazzati) non si riscontrano questi tipi di disturbi.
    Altra obiezione: esistono altri studi che sostengono che le persone omosessuali e i figli di omosessuali sono felici. La risposta è duplice: da una parte occorre verificare la solidità scientifica di questi studi – spessissimo assai precaria – e in secondo luogo – aspetto assai più importante perché di carattere metafisico e quindi incontrovertibile – dovremmo solo concludere che la persona omosessuale serena lo è nonostante la sua omosessualità. Se l’omosessualità, come provato, contraddice l’ordine naturale, è certo che non concorre alla felicità dell’uomo. Pensare l’opposto significa negare il principio di non contraddizione. Quindi le persone omosessuali e i figli di coppie gay che, nonostante tale omosessualità, riescono a vivere sereni, dimostrano solo che hanno posto in essere delle controspinte psicologiche per “tenersi a galla”. Esistono sicuramente ad esempio figli di coppie divorziate che sono sereni, ma questo nonostante il divorzio, non grazie al divorzio. In caso contrario dovremmo consigliare a quelle coppie sposate che vanno d’amore e d’accordo di divorziare perché ciò incrementerebbe la felicità dei loro figli. É come un nuotatore che riesce a nuotare controcorrente in un fiume. Ci riesce non a causa della corrente del fiume, che lo porterebbe a valle, ma a causa della sua abilità che contrasta la forza del fiume. Di suo l’omosessualità è portatrice di infelicità, è come il fiume che ti trascina a valle.
    E dunque dal momento che i rapporti carnali omosessuali non hanno in sé gli strumenti idonei a soddisfare il fine naturale della procreazione, dal momento che l’omosessualità è carente di complementarietà e non fa felici le persone omosessuali, possiamo concludere che l’omosessualità è contro natura e che l’attuale legge sulle unioni civili è ingiusta perché contraddice il diritto naturale.
    Ecco perché l?omosessualità è contro natura

  5. #185
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    Israele: cristiana araba 'miss Trans 16'

    Medio Oriente.Ta'alin Abu Hanna si aggiudica 1/0 concorso del genere del paese


    Che le merde siano "cristiane" ormai non è neppure il caso di specificarlo.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #186
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    Corriere: famiglie gay, felicità e frottole
    Enzo Pennetta
    La scienza piegata alla propaganda, un chiaro esempio sul Corriere della Sera. E si tira in ballo anche l’evoluzione, un argomento col quale si può dire tutto e niente. Ma la scienza è un’altra cosa.
    Il dibattito attorno alla legge sulle unioni civili è ruotato su alcune parole chiave: famiglia, amore, omosessualità. Non è una discussione meramente politica, ma sociale, culturale, e scientifica. In questo dibattito si danno per scontati i significati dei termini: ma cosa è la famiglia, cosa è l’amore, non solo in termini sociali e culturali, ma anche biologici ed evoluzionistici, e, continuando, cosa è l’omosessualità e che tipo di rapporto ha, in termini psicologici, con la genitorialità?
    Con queste parole inizia un articolo pubblicato sul Corriere della Sera in data 14 maggio. Un articolo che si prefigge di fare chiarezza scientificamente sulla questione delle famiglie gay.
    Dopo aver dato qualche indicazione sul ruolo protettivo della famiglia l’articolo si pone la questione della omosessualità:
    "Cosa è è l’omosessualità: l’omosessualità, dal punto di vista sociale, biologico ed antropologico, è una differenza individuale, come il colore della pelle, l’inclinazione politica, la predilezione per uno sport o un gusto alimentare. Nel 1973 l’omosessualità fu rimossa dalla bibbia degli psichiatri: il DSM, nell’allora versione II, (Manuale Statistico Diagnostico delle Malattie Mentali). Prima questa caratteristica individuale era vista come una devianza."
    Qui siamo allo stato confusionale. Affermare che l’omosessualità sia come il colore della pelle, geneticamente determinato, o come la predilezione per uno sport significa contraddirsi nello spazio di due righe. Cosa sia poi la “inclinazione” politica lo lasciamo agli esegeti. Certo se davvero esistesse una “inclinazione” politica dovrebbero essere riviste molte delle convinzioni su cosa sia la democrazia.
    La conclusione poi appartiene più al melodramma che alla scienza: “Ci sono numerosi studi scientifici che suggeriscono come il cuore di un omosessuale possa amare forse anche di più, del cuore di un etero.” Parole da canzone neomelodica, tanto prive di qualsiasi spessore scientifico che mi rifiuto di commentarle.
    L’articolo poi prosegue:
    "Per essere ottimi genitori e partner prima che genitori, bisogna sviluppare un grande senso di empatia. Ci sono molti studi che suggeriscono come aver sofferto molto durante la vita o aver affrontato situazioni difficili (malattie, cambiamenti, lutti) ci renda più empatici e più predisposti ad ascoltare l’altro. In questo l’omosessualità da grandi vantaggi. Sono persone che spesso hanno sofferto molto, hanno dovuto affrontare la reazione emozionale dei genitori e del proprio ambiente alla dichiarazione circa la propria sessualità."
    Poichè ci sono studi che “suggeriscono”, termine quantomai inutile, che per sviluppare empatia bisogna aver sofferto, gli omosessuali vengono indicati come campioni della sofferenza (non come quei pirla degli etero che non soffrono), e quindi si balza alla conclusione che, grassetto in originale, “In questo l’omosessualità dà grandi vantaggi“. Retorica, solo retorica e neanche delle migliori, e meno male che l’articolo voleva essere scientifico.
    Ecco poi la scena madre:
    "Tutti coloro che attaccano la nuova legge e mettono in guardia dall’equiparazione fra etero e omo, dovrebbero pensare a come è andata la storia: ci ricordiamo quando le donne non votavano? Ci ricordiamo quando i neri d’America non avevano diritti? Stiamo parlando della stessa dinamica sociale. A fronte di una differenza individuale, quindi nulla di fatto che identifichi una differenza di specie o una devianza dalla specie, si attivano le dinamiche della cultura dominante contro quella minoritaria: paura per il diverso, risentimento per chi nel difendere i propri diritti sembra mettere in discussione la nostra identità."
    Si giunge ad equiparare l’uguaglianza come cittadini tra uomini e donne o tra bianchi e neri all’uguaglianza biologica riproduttiva, come se il diritto a votare un candidato o un partito o il fatto di avere un utero o non avercelo fossero sullo stesso piano. Di fatto il Corriere inventa il “diritto all’utero”. L’autore vuole far credere ai lettori che tra il portare avanti una gravidanza o il fecondare con degli spermatozoi sia una scelta che tutti possono fare. Per rispondere a queste divagazioni lisergiche è più adatto un brano comico che una dissertazione ragionata.
    Su questo falso argomento l’articolo del Corriere conclude così:
    "Quindi: dire che l’unione fra omosessuali non può avere gli stessi diritti che quella fra eterosessuali, ha lo stesso valore scientifico che dire che l’unione fra bianchi è diversa dall’unione fra un bianco ed un nero o fra neri."
    Non pago di aver detto una castroneria l’autore ci tiene a ribadirla confermando di mettere sullo stesso piano le differenze di pigmentazione della pelle, che a prescindere dal colore svolge la stessa funzione, con quelle funzionali e non intercambiabili dell’apparato riproduttivo. La bocciatura in biologia sarebbe assicurata, ma contento lui…
    L’autore, come il protagonsta di Monty Phyton, si meraviglia che ci sia gente che ritiene che il papà sia maschio e la mamma femmina e questa affermazione lo irrita anche visibilmente. Il fatto che il papà sia il genitore che ha contribuito con i gameti maschili e la mamma quella che, oltre ai gameti femminili, ci ha messo nove mesi di gestazione, sono fatti incontrovertibili. Lui e chi la pensa come lui se ne faccia una ragione.
    Se poi vogliamo chiamare chiunque ‘mamma’ e ‘papà’ slegando la parola dall’oggetto andiamo su un piano surrealista, ma ci fermiamo ad uno scimmiottamento di Magritte.
    Avviandoci finalmente verso la conclusione troviamo quindi:
    "I dati circa la qualità dei rapporti fra coppie omo dopo la riproduzione assistita ci dicono che la qualità è buona anche dopo l’esperienza della genitorialità. I dati dimostrano come i figli di coppie non etero crescano resilienti, in salute psicofisica e sociale, nonostante lo stigma e potenziali condizioni socio-economiche non ottimali."
    Sui dati (altro articolo pieno di propaganda apparso su la 27ora) abbiamo già mostrato come siano pieni di forzature e studi fasulli “Adozioni omosessuali: il consenso scientifico poggia su un castello di carte“, per cui per decenza sarebbe meglio non parlarne più da parte del Corriere. Riguardo poi al risultato è interessante notare come quella che verrebbe valutata in un figlio sia la “resilienza”.
    “Come sta tuo figlio?”
    “E’ resiliente grazie…”
    Questo dialogo immaginario può essere aggiunto al mondo surreale in cui si muove tutto l’articolo.
    Ed eccoci finalmente arrivati alla conclusione:
    "Non ci sono evidenze per pensare che la coppia omo o non etero che sia, sia un punto di partenza sfavorevole nella corsa verso la felicità. Cerchiamo tutti la stessa cosa e tutti abbiamo ostacoli da affrontare sul nostro percorso: la felicità non ci è garantita sulla base della nostra genetica o delle nostre inclinazioni sessuali. Ci dobbiamo sudare tutti, la nostra felicità, e forse le subculture come le coppie non etero sono un opportunità in questa rincorsa."
    Va innanzitutto evidenziato il sublime passaggio in cui si afferma “Non ci sono evidenze per pensare che la coppia omo o non etero che sia…” cosa vuol dire “omo o non etero”? Un ricco premio a chi sa spiegare tra cosa sia posta l’alternativa.
    La grande conclusione è che “la felicità non ci è garantita sulla base della nostra genetica o delle nostre inclinazioni sessuali” (grassetto in originale ndr). Valeva la pena leggere un lungo articolo per apprendere questa scoperta dell’acqua calda che non risponde al quesito posto. Una dichiarazione che sembra una parafrasi della socratica affermazione di sapere di non sapere che contrasta con quanto dichiarato in apertura dell’articolo:
    "Dal punto di vista neurobiologico ed evoluzionistico non ci sono motivi per discriminare le coppie omosessuali e i loro figli."
    Nulla è stato dimostrato dal punto di vista neurobiologico e le argomentazioni evoluzionistiche addotte sono scarse e ininfluenti.
    Resta un errore di fondo: le coppie omosessuali non hanno dei “loro” figli, al massimo possono adottare figli di una madre esclusa in modo premeditato dal proprio ruolo (o di un padre escluso nel caso di coppie lesbiche).
    Quello su la 27ora è dunque un articolo di propaganda che annuncia presunte conclusioni scientifiche ma si risolve in un uno sterile esercizio di retorica che gira intorno al punto centrale della questione: le famiglie gay sono obbligatoriamente adottive.
    Sono famiglie i cui bambini sono orfani programmati poi adottati. Ed essere orfani non è mai una condizione nè desiderabile nè ottimale, nè tantomeno felice.
    Corriere: famiglie gay, felicità e frottole | Libertà e Persona


    Le vittime dell’omofobia, ma chi le ha viste?
    di Rino Cammilleri
    «Amatevi come io vi ho amato. Veglie 2016 per le vittime dell’omo-transfobia e dell’intolleranza». È lo slogan che campeggiava il 21 maggio scorso su muri di Catania, in un colorato poster dove alcuni ragazzi e ragazze univano le dita indice e pollice delle due mani con quelle degli altri a formare una coreografica croce. La quale, ripresa dal basso, inquadrava significativamente il cielo. La cittadinanza era chiamata a «vegliare» in una parrocchia (cito) «in contemporanea con altre veglie nell’Italia e nel mondo».
    Come sanno quelli che sono usi leggermi non amo i numeri, perciò non attendetevi una snocciolata di cifre e statistiche: non ho contato quante sono le iniziative analoghe in Italia e nel mondo, né quante siano le «vittime» per cui i catanesi hanno vegliato. Non so nemmeno, a dire il vero, se hanno pregato durante la veglia, ma parrebbe di sì, vista l’autorevole citazione evangelica. L’iniziativa, come da poster, era allargata anche ai protestanti luterani, battisti ed evangelici. Ovviamente, ospitati dai cattolici, perché sempre i più “accoglienti” (o perché dispongono di locali più larghi? probabilmente tutt’e due).
    Le cifre, dicevo, non le ho snocciolate perché mi basta andarci a occhio e a orecchio. Veglie del genere in giro qua e là ci saranno senz’altro state, in fondo una preghiera non si nega a nessuno, Mussolini a parte. Ma non giurerei sulla loro abbondanza. Per quanto riguarda le «vittime», mi basta guardarmi intorno: l’ecatombe non c’è proprio. Certo, vedendo l’accorato appello, un turista mordi-e-fuggi potrebbe pensare che, arrivato lui, i cadaveri degli omo e dei trans assassinati da mano intollerante siano stati appena rimossi dalle strade e il sangue lavato. Però i tiggì periodicamente parlano, sì, di sovraffollamento, ma nelle carceri, non alla Morgue.
    Insomma, l’emergenza omo-trans è come il trucco del prestidigitatore: se c’è, non si vede. Si dice che l’Italia sia uno dei Paesi più gay-friendly del mondo. Ed è vero, basta dire che è pieno di cattolici e di post-comunisti, i primi succubi delle parole d’ordine lanciate via via dai secondi. Tanto, che questi ultimi ormai non hanno più bisogno di lanciare niente. Gli uni e gli altri guardano alla “cultura” della sinistra americana -che è quella che dette parole d’ordine crea- smaniosi di accodarsi, ciascuno col sistema che gli è proprio: cortei, urla, scontri in piazza e in Parlamento gli uni, veglie in chiesa gli altri.
    Se scrutiamo da vicino il poster descritto, troviamo una vecchia conoscenza: gli indici e i pollici delle due mani aperti e uniti erano il segno delle femministe. Ma di certo quei ragazzi che li hanno formati a croce-girotondo non lo sanno. La frase evangelica riportata, un vecchio maligno -qual sono (diventato) io- potrebbe interpretarla pro-malo se non temesse la lesa maestà divina. Certo, si potrebbe invitare i vegliatori a pro di problemi inesistenti a occuparsi, che so, di cristiani massacrati (uno ogni cinque minuti: ecco una cifra) da musulmani fanatici o vessati dai comunisti cinesi. Ma sarebbe banale, perché se non ci arrivano da soli è inutile dirglielo.
    Vabbe’, mi distrarrò riguardando un vecchio film western, Il buono, il brutto e il cattivo, dove c’è una scena-cult che da sempre mi appassiona: Tuco e il Biondo si imbattono in un drappello di soldati in grigio, e Tuco comincia a inneggiare ai Confederati («Dio è con noi perché anche Lui odia gli yankees!»). Quelli, invece, si rivelano essere nordisti impolverati. E il Biondo dice tra i denti: «Dio è contro di noi perché anche Lui odia i cretini».
    Le vittime dell?omofobia, ma chi le ha viste?

  7. #187
    Blut und Boden
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Località
    Lothlorien
    Messaggi
    68,955
     Likes dati
    2,763
     Like avuti
    9,903
    Mentioned
    139 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    Invece le vittime dell'eterofobia le vediamo tutti i giorni, a miloni.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #188
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    Ma quelle, nel mondo alla rovescia di papa Lucifero, non contano più nulla.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #189
    gigiragagnin@gmail.com
    Data Registrazione
    23 Dec 2011
    Messaggi
    10,535
     Likes dati
    10
     Like avuti
    1,432
    Mentioned
    43 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    mai letto Aschenbroedel in tedesco ? i corvi cantano : rukki di gu rukki di gu blut ist im schuh (per le sorellastre) rukki di gu rukki di gu kein blut ist im schuh (per Aschenbroedel)

  10. #190
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Vai col gender!

    Elton John, per l'icona gay il gossip è proibito
    di Tommaso Scandroglio
    Elton John e il “marito” David Furnish con i loro due bambini avuti tramite maternità surrogata sono dipinti nell’immaginario gay come “coppia modello”. E a dire la verità è difficile smentire questa impressione: un uomo che si immagina di poter “sposare” un altro uomo e una figliolanza nata da donne che affittano i propri uteri sono per davvero il modello che rappresenta perfettamente l’ideologia gay, così sganciata dalla realtà. Il paradigma ideale.
    Ma torniamo alla coppia John-Furnish. Si è scoperto che quest’ultimo è fedifrago, come in realtà buonissima parte delle persone omosessuali. E, da quello che ha raccontato la rivista gossippara National Enquirer ad aprile, Furnish aveva avuto rapporti non protetti – lui che gestisce per conto di Elton John l’AIDS Foundation – e stava per organizzare anche un orgetta a tre, ma escludendo il “coniuge” Elton. Le rivelazioni sono coincise con la notizia che la pop star era stata chiamata in giudizio della sua ex guardia del corpo per molestie sessuali.
    L’immagine patinata della coppia modello non poteva che andare in frantumi e di conseguenza anche tutti i panegirici sulla bontà del “matrimonio” omosessuale e dell’omogenitorialità, sulla stabilità dell’“affetto” tra gay, sull’eccellenza morale dell’omosessualità non potevano che affossarsi nel buio dello scandalo massmediatico. Bisognava correre ai ripari, altrimenti il gaio sogno tinto con tutti i colori dell’arcobaleno avrebbe potuto sfumarsi nell’immaginario collettivo. E dunque, non potendo riabilitare agli occhi del popolino l’impenitente Furnish, perlomeno si è cercato di chiudere la bocca a chi voleva diffondere la notizia delle scappatelle del compagno della pop star con l’imprenditore Daniel Laurence.
    Così il quotidiano The Sun si è visto ricevere una ingiunzione per aver pubblicato la vicenda del triangolo omosex. L’editore ha replicato che la storia che ha visto implicato il cantante è utile per il dibattito sulle “nozze” gay, ma una corte di appello a sua volta ha rilanciato con una fatwa: nessun tabloid inglese si permetta di dare notizia – figurarsi commentare – dei tradimenti in casa John. I commenti sulle “nozze” omo possono essere solo a senso unico, cioè elogiativo. “La pubblicazione della storia – si legge nell’ingiunzione di giovedì 19 maggio – potrebbe ledere il diritto alla privacy di PJS [Furnish], del suo partner e dei loro bambini. Non vi è alcun interesse pubblico (per quanto possa essere di interesse per alcuni) nella pubblicazione di scandali o di commenti critici inerenti il comportamento sessuale privato di una persona, semplicemente perché le persone coinvolte sono assai famose; e quindi non c'è alcun diritto di invadere la privacy con la loro pubblicazione".
    Il problema però ora è duplice. Da una parte, come è noto, più si chiede di non parlare di un tale evento e più cresce la curiosità su di esso e quindi più se ne parla. E dall’altro nell’era internet provate voi ad arrestare il flusso di notizie e commenti, soprattutto perché l’ingiunzione del tribunale vale solo per Inghilterra e Galles. E così altri giornali, seppur timidamente, hanno ripreso la notizia, ma nessuno tra le testate maggiori. Ad esempio il sito MercatorNet ci ha provato, però, a seguito delle minacce della coppia inglese di perseguire tutti coloro che nell’orbe terraqueo si interesseranno della loro vicenda, ha cancellato dal sito il relativo post. Anche il giornalista irlandese Paddy Manning è stato ammonito via Twitter di alzare le mani dalla tastiera e arrendersi di fronte alla pistola giudiziaria puntata contro di lui dal duo John-Furnish.
    Siamo perfettamente d’accordo con i giudici inglesi: i panni sporchi fino, più o meno, all’avvento della TV si lavavano in famiglia e così sarebbe dovuto avvenire anche in futuro. Di storie fatte di corna e letti al popolino non dovrebbe interessare nulla. Va da sé ovviamente che i media campano di lettori, cioè di pubblicità, e quindi se ne infischiano degli aspetti educativi del loro lavoro badando solo al conto in banca e quindi fanno leva sulle pulsioni voyeuristiche del sig. Rossi.
    Seconda considerazione: la tanto sbandierata libertà di espressione è stata impiccata per tramite di sentenza emessa dai giudici della corona. Ovviamente la censura di stato è a corrente alternata: il velo di pudore voluto dai giudici per coprire la vicenda Elton John-David Furnish altre volte non solo non c’è stato, ma non ci doveva essere perché il diritto di informazione non poteva subire compressione alcuna. E così non solo si racconta tutto di attori e calciatori e mezze teste incoronate, ma si mostra tutto, corredando gli articoli con glutei e seni a vista. Banale a dirsi che il trattamento di favore ricevuto dalla celebre coppia è motivato dal fatto che costoro con piena evidenza sono assai influenti e che il politicamente corretto, come prima accennato, esige che le relazioni omo siano sempre idilliache, sprizzanti affetto e miele da ogni poro. Nulla di nuovo: quando qualche papavero rosso del governo sovietico era sul punto di morire la Pravda scriveva che si trattava solo di una banale influenza.
    E ancora: si chiama in causa la privacy, parola talismano che apre qualsiasi porta. Ma la coppia inglese per mesi se non per anni ha posato a favore di telecamere e macchine fotografiche, esponendo la propria vita privata in pubblico, ed ora – quando le cose secondo loro volgono al peggio – vuole sottrarsi a quel gioco di ampia visibilità che fino al giorno prima aveva lei stessa ricercato ed incentivato?
    Elton John, per l'icona gay il gossip è proibito




    Le ambasciate di USA e Canada patrocinano ufficialmente il ‘gay pride’ a Roma




 

 
Pagina 19 di 75 PrimaPrima ... 91819202969 ... UltimaUltima

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito