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    Predefinito Julius EVOLA- La Tradizione

    Il 28 settembre 1935 apparve su il Corriere Lombardo questo articolo di Filippo Burzio, una recensione dell'ultimo libro scritto da JULIUS EVOLA "Rivolta contro il mondo moderno".

    Io sono, come penso molti su questo forum sappiano, un uomo di sinistra ma questo non mi impedisce di amare Evola e il suo mondo. Ho letto molti suoi libri e sempre, forse meglio dire quasi sempre, mi ci sono ritrovato. Potrebbe sembrare strano, e forse è davvero strano, che un uomo di sinistra cioè legato al materialismo marxista possa avere una predilezione per il mondo della Tradizione, dell'esoterismo, delle religioni che Evola amava, ma così è: probabilmente sono io ad essere strano.


    Ed ecco qua la recensione del 1935 sul libro ultimo di Evola. Indicativa.


    Vediamo qualche spunto del pensiero di Evola. Sua tesi fondamentale è la negazione dell’idea di evoluzione e di progresso: è, anzi, il concetto opposto, cioè è la natura decadente del mondo moderno: «nulla ci appare assurdo come l’idea del progresso, col suo corollario, la preminenza delle civiltà moderna». Opposta ad essa, la civiltà «tradizionale»: «per comprendere, sia lo spirito tradizionale che il mondo moderno in quanto negazione di esse, bisogna partire dall’insegnamento circa le due nature. Vi è un ordine fisico e vi è un ordine metafisico. Vi è la natura mortale e vi è la natura degli immortali. Vi è la regione superiore dell’‘essere’ e vi è quella infera del ‘divenire’. Vi è un visibile e un tangibile e, prima e di là da esso, vi è un invisibile e un intangibile, quale sopramondo, principio e vita vera… Il mondo tradizionale conobbe questi due grandi poli dell’esistenza, e le vie che dall’uno conducono all’altro. Conobbe la spiritualità come ciò che sta di là sia da vita che da morte. Conobbe che l’esistenza esterna è nulla, se non è un’approssimazione verso il sopramondo… Un mondo tradizionale conobbe la Divinità Regale. Conobbe l’atto del transito: la Iniziazione – le due grandi vie dell’approssimazione: l’Azione eroica e la Contemplazione – la mediazione: il Rito – il grande sostegno: La Legge tradizionale, la Casta – il simbolo terreno: l’Impero».

    Vi rendete ben conto di quel che significa tutto questo? Il fatto, cioè, che questo linguaggio inaudito (voglio propriamente dire: non più udito da secoli o da millenni) sia contemporaneo del bolscevismo? E fino a qual punto (appoggiato più o meno alla forza del Nazismo, e ad altre), esso illumini di cruda luce le antitesi e le profondità abissali del nostro tempo? Né crediate si tratti di mera «religiosità» o di flebile «legittimismo», ché vuol essere invece l’eco di cose immensamente più profonde ed antiche: «Imperialismo pagano» è infatti il nome che gli dà il suo stesso autore.

    In luogo dunque di «evoluzione» e di «progresso». Evola scorge la decadenza dal mondo tradizionale al moderno come crescente oblio della vera spiritualità, perdita di contatto col sovrannaturrale, caduta sempre più accelerata nel «tempo» e nella idolatria della «storia». Né è cosa di ieri. «Le prime forze di decadenza in senso moderno avrebbero cominciato a manifestarsi tra l’VIII e il VI secolo a. C…. Un secondo e più visibile momento di decadenza si ha con la caduta dell’Impero Romano e coll’avvento del Cristianesimo». Poi, una ripresa di civiltà tradizionale, nordico-ariana, col medioevo feudale, imperiale, cavalleresco, ghibellino: «una terza fase si inizia infine al tramonto del mondo feudo-imperiale, giungendo al punto decisivo con l’Umanesimo e con la Riforma… Da allora in poi, il processo sarà sempre più rapido, risolutivo, universale». Come ultime fasi, e con aspetti sempre più catastrofici, ecco, dopo la società capitalistico-borghese, la Russia e l’America. Sgretolatosi con l’ultima guerra il blocco tradizionalistico dell’Europa centrale, «noi vediamo che le forze volte a travolgere le ultime dighe si centralizzano in due fuochi precisi… Ad oriente è la Russia, ad occidente è l’America… E’ cosa nota che la verità centrale del bolscevismo sia l’uomo collettivo, la distruzione, nell’uomo, di tutto ciò che può aver valore di autonomia e di personalità, che può costituirgli un interesse disgiunto dal puro colletivo… Se la Russia ravvisa, secondo la parola di Lenin, nel mondo romano-germanico il maggiore ostacolo per l’avvento dell’uomo nuovo, essa vede invece nell’America una specie di terra promessa… Nella grandezza smarrente delle metropoli americane ove il singolo – ‘nomade dell’asfalto’ – realizza la sua infinita nullità dinanzi alla quantità immensa, ai gruppi, ai trusts e agli standard onnipotenti; alle selve tentacolari di grattacieli e di fabbriche… In tutto ciò il collettivo si manifesta ancor di più, in una forma ancora più senza volto che non nella tirannide asiatica del regime sovietico».

    Queste ultime citazioni in cui si conferma quanto, per mio conto, vado sostenendo da anni, mostrano uno dei punti essenziali del mio accordo con Evola. Né è esso il solo – però tale accordo non sembra estendersi oltre certi limiti. La mia difesa della personalità è umanistica (sia pure spiritualistica, alla Goethe e alla Bergson): ed Evola invece condanna l’umanesimo come una delle forme già progredite ed irrimediabili di decadenza dall’ideale tradizionale: «L’individualismo moderno è la prima faccia dell’umanismo… Individualismo, come pretesa prevaricatrice di un Io, che è semplicemente quello mortale del corpo… Con la rivolta dell’individuo, ogni coscienza del sopramondo è perduta. Allora resta come certa la sola visione materiale del mondo… Alla scienza si deve la profanazione sistematica dei due domini dell’azione e della contemplazione presso allo scatenamento della plebe sui mercati d’Europa». Quanto ci sarebbe da dire su tutto questo? In un intelligentissimo articolo dedicato tempo fa alla mia corruzione del «demiurgo», Evola gli ha rimproverato precisamente il suo umanesimo, consigliandogli di andare oltre, di «indirizzarsi alla realizzazione di forme effettivamente super-personali, di tendere ad una rinascita in una super vita». Gli ha consigliato cioè, in parole povere, di tendere a farsi Dio. Il che era stato già un’aspirazione di Papini. Ora, in Evola la cosa è ben più seria, né io sono così sciocco da pigliare alla leggera, o da fraintendere, quel che egli vuol dire. Rispondo solo, per ora, alcune parole. Io considero il suo pensiero, e il movimento cui esso dà luogo, come una cosa, non solo significativa del nostro tempo, ma seria e importante, e vi simpatizzo sotto più di un aspetto: affine, nel suo carattere di «spiritualità eroica», a quanto va di meglio nel Nazismo «ghibellino» (quello, per intenderci, che richiama gli ideali guerrieri ed ascetici dell’Ordine teutonico); accolto nello stesso seno del Fascismo come uno dei suoi orientamenti possibili – io ravviso tutto ciò un sintomo di confortante ripresa dell’Occidente, un’alta possibilità di difesa dalla marea e dal disonore del materialismo russo-americano. Lasciando da parte la questione metafisica – sul terreno storico un ideale ci unisce: la Cavalleria: ma la Cavalleria non era solo bellicosità, era anche generosità e pietà; in essa si realizzava veramente quella «sintesi cristiana» di cui ha ben parlato Giuseppe Piazza nei suoi studi critici sopra il Nazismo: ora, questo punto voi lo dimenticate. Non solo di eroismo ma anche di bontà, di generosità, di pietà il mondo contemporaneo ha bisogno come del pane: se no, fra poco esso diventerà inabitabile, l’atmosfera sociale irrespirabile. Si può essere eroici insieme e pietosi, coraggiosi ed umani, volitivi senza avere sempre l’insulto sulle labbra e la bava alla bocca. Ecco la sintesi cui mira il demiurgo. Del resto se essa non si realizzerà, penseranno fra poco gli scatenamenti di tutti contro tutti a darci retrospettivamente ragione. Bisogna finirla con questa feroce antitesi di una nietzschiana morale di signori opposta a una pretesa cristiana morale di schiavi: il fenomeno cavalleresco è là per mostrarci la sintesi. A questa, il demiurgo aggiunge poi ancora, per suo conto, due sublimi ingredienti: la poesia, per trasfigurare magicamente la vita (senza menomamente «eluderla», come teme Evola); la scienza per dominare la natura. Così munito (e senza escludere la possibilità di altre armi), il demiurgo ha qualche speranza di non venir messo completamente da parte, il giorno dell’assunzione eroica e del giudizio divino
    EX NIHILO NIHIL

  2. #2
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Nulla di strano. Anche Marx era legato all'occultismo. Per i comunisti l'interesse per l'esoterismo è nient'altro che un ritorno alle origini, da dove il materialismo marxista ha è nato.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO! ROSA E OLINDO LIBERI SUBITO!
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Non mi sembra così insolito... Vari profili del pensiero evoliano sono da tempo oggetto di rivalutazione in seno alla cultura di sinistra... fra Cacciari e i suoi allievi, ad esempio...

    Se Evola diventa il filosofo della libertà - http://archiviostorico.corriere.it/
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Non mi sembra così insolito... Vari profili del pensiero evoliano sono da tempo oggetto di rivalutazione in seno alla cultura di sinistra... fra Cacciari e i suoi allievi, ad esempio...

    Se Evola diventa il filosofo della libertà - http://archiviostorico.corriere.it/

    Il comunismo è stato ordinato solo in tempo di guerra. Se uno vede la politica sulla famiglia di Lenin degli anni 20 era tutta pansessualismo, esattamente la stessa politica oggi portata avanti dai liberisti: la distruzione della famiglia tradizoinale attraverso aborto e divorzio e la rivoluzione sessuale. Così come a Marx interessava solo distruggere lo Stato. Poi che organizzazione l'uomo si sarebbe dato non si poteva prevedere ma sarebbe stata, ottimisticamente, la migliore al momento. Se si esclude il tempo di guerra staliniano con il ritorno all'ordine (ed è il comunismo di Peppone a cui ti pensano) in realtà il comunismo è stato solo una prassi distruttiva e irrazionale verso ogni istituto umano. Basta leggere cosa pensava Engels della famiglia.
    Quanto ad Adelphi è il frutto della rivoluzione culturale del '68. Quando i marxisti della Scuola di Francoforte capirono che gli operai stavano troppo bene decisero che la rivoluzione doveva passare attraverso la cultura, e da lì originò quel filone culturale anti-razionale, della Nietzsche renaissance e della riscoperta degli autori del pensiero magico tradizionale, autori reazionari ed impresentabili secondo le gerarchie del comunismo post-II GM. Ma il marxismo in questa fase irrazionalista non ha fatto altro che tornare alle sue vere origini esoteriche.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO! ROSA E OLINDO LIBERI SUBITO!
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Citazione Originariamente Scritto da emv Visualizza Messaggio
    Nulla di strano. Anche Marx era legato all'occultismo. Per i comunisti l'interesse per l'esoterismo è nient'altro che un ritorno alle origini, da dove il materialismo marxista ha è nato.
    per diana, mi hai aperto una porta....grazie
    EX NIHILO NIHIL

  6. #6
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Non mi sembra così insolito... Vari profili del pensiero evoliano sono da tempo oggetto di rivalutazione in seno alla cultura di sinistra... fra Cacciari e i suoi allievi, ad esempio...

    Se Evola diventa il filosofo della libertà - http://archiviostorico.corriere.it/
    non lo sapevo: andrò a vedere quel sito che mi hai indicato, comunque grazie perchè mi sentivo parecchio a disagio...come, sei di sinistra e ami Guenon, Evola, i miti musicati da Wagner. Nietzsche.....e, visto che vivo di artte da 40 anni, fra tutte le espressioni artistiche(pittura) successive al Rinascimento Italiano, ai Fiamminghi e al Manierismo, io amo i Pre-Raffaelliti che, guarda caso, si rifacevano ai Miti della loro terra

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-09-15 alle 23:55
    EX NIHILO NIHIL

  7. #7
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Citazione Originariamente Scritto da emv Visualizza Messaggio
    Il comunismo è stato ordinato solo in tempo di guerra. Se uno vede la politica sulla famiglia di Lenin degli anni 20 era tutta pansessualismo, esattamente la stessa politica oggi portata avanti dai liberisti: la distruzione della famiglia tradizoinale attraverso aborto e divorzio e la rivoluzione sessuale. Così come a Marx interessava solo distruggere lo Stato. Poi che organizzazione l'uomo si sarebbe dato non si poteva prevedere ma sarebbe stata, ottimisticamente, la migliore al momento. Se si esclude il tempo di guerra staliniano con il ritorno all'ordine (ed è il comunismo di Peppone a cui ti pensano) in realtà il comunismo è stato solo una prassi distruttiva e irrazionale verso ogni istituto umano. Basta leggere cosa pensava Engels della famiglia.
    Quanto ad Adelphi è il frutto della rivoluzione culturale del '68. Quando i marxisti della Scuola di Francoforte capirono che gli operai stavano troppo bene decisero che la rivoluzione doveva passare attraverso la cultura, e da lì originò quel filone culturale anti-razionale, della Nietzsche renaissance e della riscoperta degli autori del pensiero magico tradizionale, autori reazionari ed impresentabili secondo le gerarchie del comunismo post-II GM. Ma il marxismo in questa fase irrazionalista non ha fatto altro che tornare alle sue vere origini esoteriche.
    Non so quasi nulla della vita privata di Lenin, so di un suo grande amore del quale non ricordo nemmeno più il nome, ma poco altro.
    Proprio Engels sulla famiglia ha scritto un testo fondamentale (che ho perfino studiato alla Statale...) che un po' malandato conservo ancora nella mia libreria (parlo de L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato) e proprio da questo testo fondamentale, elogiato da Lenin e indicato da sempre, nel mondo marxista, come il "Vangelo" del pensiero materialista sulla famiglia, traggo questo brano che sembrerebbe darti ragione se non fosse...che ha anche ragione Engels nel sostenere quello che scrive: è solo una questione di punti di vista.

    Engels, con quel testo, ci dice che la famiglia borghese è un caposaldo del sistema capitalistico, l'unità economica della società capitalistica.
    La moderna famiglia singola fondata sul matrimonio monogamico e la schiavitù domestica della donna(bisogna andare ai giorni in cui Engels scrisse quel testo) nasce e si sviluppa con l'avvento della proprietà privata e della divisione in classi della società, e questo, almeno a quel tempo, mi sembra indiscutibile.

    Se la famiglia di gruppo e di coppia e un'amministrazione domestica comunistica hanno caratterizzato la storia primitiva prima che apparissero la proprietà privata dei mezzi di produzione e le classi, la famiglia monogamica ha caratterizzato tutte le società divise in classi da quella schiavista, a quella feudale, a quella capitalistica.

    "L'origine della monogamia - scrive Engels -, così come possiamo seguirla nel popolo più civile e di più alto sviluppo dell'antichità... non fu, in alcun modo, un frutto dell'amore sessuale individuale, col quale non aveva assolutamente nulla a che vedere, giacché i matrimoni, dopo come prima, rimasero matrimoni di convenienza. Fu la prima forma di famiglia che non fosse fondata su condizioni naturali, ma economiche, precisamente sulla vittoria della proprietà privata sulla originaria e spontanea proprietà comune. La dominazione dell'uomo nella famiglia e la procreazione di figli incontestabilmente suoi, destinati a ereditare le sue ricchezze: ecco quali furono i soli ed esclusivi fini del matrimonio monogamico".

    Ora,caro emv, questa è la tesi del materialismo storico sulla famiglia che evidentemente viene intesa in modo completamente diverso da come la intende la Chiesa o, anzi, e anche la nostra Costituzione.
    EX NIHILO NIHIL

  8. #8
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    L'amore coniugale in senso "sessuale individuale" è un invenzione ottocentesca, il che significa che va scartata a priori ogniqualvolta si facciano discorsi sull'origine dell'istituzione matrimoniale.
    Ha ragione Engels quando afferma che a fondamento della famiglia c'è (anche) una ragione economica, il cosiddetto patrimonium, munus patri, ma dimentica l'altro fattore fondamentale, e cioè l'educazione della prole, ma questo perchè era naturale a quei tempi aderire all'ingenua visione del buon selvaggio per giunta comunitario che ovviamente non corrisponde alla realtà.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  9. #9
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Citazione Originariamente Scritto da cireno Visualizza Messaggio
    Non so quasi nulla della vita privata di Lenin, so di un suo grande amore del quale non ricordo nemmeno più il nome, ma poco altro.
    Inessa Armand
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  10. #10
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Julius EVOLA- La Tradizione

    Citazione Originariamente Scritto da cireno Visualizza Messaggio
    non lo sapevo: andrò a vedere quel sito che mi hai indicato, comunque grazie perchè mi sentivo parecchio a disagio...come, sei di sinistra e ami Guenon, Evola, i miti musicati da Wagner. Nietzsche.....e, visto che vivo di artte da 40 anni, fra tutte le espressioni artistiche(pittura) successive al Rinascimento Italiano, ai Fiamminghi e al Manierismo, io amo i Pre-Raffaelliti che, guarda caso, si rifacevano ai Miti della loro terra

    La sinistra ha avuto e ha tante paturnie, obbiettivamente la destra ne ha molte meno. Che dire di Tolkien riscoperto solo da pochi anni da parte della sinistra dopo che per decenni era stato patrimonio solo della destra estrema, i Campo Hobbit?
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

 

 
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