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    Predefinito L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    ComeDonChisciotte - L'OBIETTIVO DI RENZI: LAVORATORI TUTTI UGUALI E TUTTI SFRUTTATI
    DI EUGENIO ORSO
    pauperclass.myblog.it
    Da molto tempo la propaganda sistemica, per giustificare lo smantellamento delle difese dei lavoratori, utilizza subdolamente i temi della precarietà e della disoccupazione, anche se dovrebbe essere evidente, soprattutto a chi vive situazioni di precarietà, di lavoro nero e di assenza di occasioni lavorative, che i contratti a termine del precariato e la disoccupazione di massa è lo stesso sistema ad averli diffusi, fino a esaltare la “spaccatura” nel mercato del lavoro italiano, che oggi possiamo osservare con estrema chiarezza. Si tratta di una tripartizione che genera squilibri e ingiustizie sociali, non producendo alcun effetto positivo per la produzione, i redditi e i consumi, come ci insegna un’esperienza ultradecennale. Il mercato del lavoro è così tripartito:


    1) Lavoro “garantito”, cioè quello ancora tutelato dalla normativa vigente e dallo statuto dei lavoratori degli anni settanta, che sta diventando sempre di più l’ultima “ridotta”, particolarmente nel pubblico impiego, dei diritti e delle tutele concesse ai lavoratori. E’ destinato progressivamente a scomparire, perché troppo “oneroso”, sia in termini di costi, sia in termini di “privilegi” concessi ai lavoratori protetti, in ossequio agli interessi degli agenti strategici neocapitalistici, ben tutelati dai loro servitori politici locali. Obiettivo di attacchi continui e reiterati (Sacconi, Brunetta, Renzi), addirittura d’insulti e di criminalizzazione (Ichino, i “nullafacenti” della pubblica amministrazione) il lavoro stabile, garantito e a tempo indeterminato è contrario all’ideologia neoliberista dominante e, per tale motivo, deve essere portato a estinzione. La stabilità del lavoro e le garanzie offerte dal comunismo, dal fascismo, dal keynesismo postbellico, non appartengono in alcun modo alla liberaldemocrazia di mercato, espressa dal grande capitale finanziario.
    2) Lavoro precario, flessibile, interinale, introdotto in Italia nella seconda metà degli anni novanta e dilagato progressivamente nei duemila, figlio naturale del cosiddetto toyotismo. Dal “just in time”, applicato una prima volta negli anni settanta, per razionalizzare le scorte, dall’industria automobilistica giapponese (la Toyota, appunto), compiendo un passo successivo di grande rilevanza sociale e antropologica, si è deciso di estendere il “toyotismo” e di pagare i lavoratori esclusivamente per il tempo di lavoro, utilizzando il “servizio lavorativo” quando necessario per esigenze produttive. Da questo punto di vita, chiaramente economico e di organizzazione della produzione, l’imposizione del lavoro precario mira a razionalizzare l’uso del fattore-lavoro comprimendone all’estremo i costi, come nel caso delle materie prime, dei pezzi da assemblare, delle scorte, dei semilavorati. E’ chiaro che il precario non è un cittadino, nel mondo neocapitalistico, ma soltanto l’anonimo prestatore di un servizio lavorativo, che si tende a pagare sempre meno, riducendone l’incidenza sul costo di produzione. Quella dell’imposizione di soli contratti a termine e precari, in un progressivo e rapido evaporare dei diritti, è la strada scelta dagli agenti strategici neocapitalistici per l’Italia, ed è esattamente la consegna che hanno dato ai lacchè subpolitici, come Matteo Renzi.
    3) Lavoro nero, senza oneri contributivi e prelievi fiscali, senza alcuna garanzia e diritto. Realizza il massimo della flessibilità/precarietà del lavoratore, alimenta l’evasione e garantisce un significativo risparmio di costi. Con il declino produttivo in accelerazione e la disoccupazione galoppante, anche il lavoro nero entra in crisi, riducendosi il numero degli occupati, non pagando i lavoratori e aumentandone lo sfruttamento.
    Se questa è la situazione, Renzi spergiura di voler rinnovare il mercato del lavoro dalle fondamenta, introducendo un nuovo contratto d’ingresso che partirebbe da una condizione di precarietà per arrivare alle chimeriche tutele. Dichiara di voler semplificare e di voler estendere le opportunità di lavoro anche a chi, oggi, ne è escluso. Dichiarazioni chiaramente mendaci, le sue, che nascondono l’unico esito possibile della riforma: rendere il lavoro precario contrattualizzato (di cui al punto 2) assolutamente prevalente.
    La cgil, messa con le spalle al muro, non può approvare il “piano lavoro” renziano apertamente, ma deve fingere di attaccarlo, deve contestarlo con enfasi e risonanza mediatica. Perciò si erge a difesa di quel vecchio simulacro che ormai è diventato lo statuto dei lavoratori, che ancora sbarra la strada, con l’articolo 18, ai sogni liberisti, europeisti “alla Benigni”, occidentali, di libertà, cioè, nel concreto, alla realizzazione di una precarietà assoluta e generale.
    Renzi e i suoi accoliti vogliono realizzare i “sogni” dei padroni neocapitalisti, unificando il mercato del lavoro italiano sotto il segno, non dei pesci, ma della precarietà fin dall’inizio della vita lavorativa. La cgil dell’orripilante Camusso, legata a doppio filo al pd, deve obbligatoriamente fingere di opporsi e di tutelare gli iscritti, per trattenere tessere e consensi. La cosa, in effetti, puzza di bruciato, di contrapposizione sul piano mediatico-propagandistico che non fermerà “il nuovo che avanza”, rullando i lavoratori. In prima battuta, il contratto d’ingresso senza diritti per i nuovi assunti, poi, in futuro, l’abolizione del tempo indeterminato anche per i “vecchi” lavoratori. Non si può partecipare troppo apertamente al massacro, questo i vertici della cgil lo sanno bene, perciò si oppongono alla riforma, a costo di passare per “conservatori”!
    Uno scontro fra “parenti serpenti”, quello fra Renzi e Camusso, disposti a coprirsi a vicenda di contumelie, a fronteggiarsi tirandosi piatti e soprammobili ma uniti da vincoli “di sangue” e di appartenenza. Più che altro, l’ennesima recita infarcita di imbrogli, finzione e malafede, per truffare gli italiani.
    E’ bene analizzare di seguito ciò che ha dichiarato in proposito Renzi, in un video presente su You Tube della durata di due minuti e mezzo. Le parole e i buoni propositi espressi dal furbetto neoliberista, in polemica col sindacato, nascondono le sue vere intenzioni nei confronti del “popolo lavoratore”, non dissimili da quelle di Draghi, della Lagarde, di Junker, a lui ideologicamente affini.
    La cgil avrebbe deciso l’attacco al governo, secondo Renzi, che accetta la “sfida” della Camusso (sicuro di vincerla, a quanto sembra) e nega di aver in mente Margaret Thatcher quando si parla del lavoro. Infatti, possiamo scommettere che lui non incontrerà una resistenza sanguinosa come quella opposta alla Thatcher dai minatori britannici di Arthur Scargill (dal 1984 al 1985), ma, al più, le blande resistenze di maniera della cgil all’abolizione dell’articolo 18. Per questo Renzi dichiara in video di non preoccuparsi di uno scontro del passato, ideologico, come non si preoccupa della Thatcher, ma di Marta, di 28 anni, che non ha la possibilità di avere il diritto alla maternità. Lei sta aspettando un bambino, ma a differenza delle sue amiche, che sono dipendenti pubblici, non ha nessuna garanzia. Perché? Perché in questi anni si è fatto cittadini di serie A e di serie B. Pensa a Giuseppe di 50 anni che non può avere la cassa integrazione, o a chi, piccolo artigiano, è stato tagliato fuori da tutte le tutele. Magari la banca gli ha chiuso i ponti e improvvisamente si è trovato dalla mattina alla sera a piedi. Come si nota, con molta malizia tira in ballo una precaria che non può andare in maternità, ma solo per stigmatizzare la tutela finora concessa ai dipendenti pubblici – come se fossero loro i colpevoli della situazione di Marta – fra i quali le sue amiche che hanno il diritto alla maternità. Perché non toglierlo anche a loro, questo diritto, per una questione di giustizia, rendendo i cittadini tutti uguali? Perché non ridurre tutti come Giuseppe, senza cassa integrazione, o come il piccolo artigiano (una sorta di “piccola fiammiferaia” dei nostri tempi, che suscita tenerezza), rovinato dalle banche? Il suo vero piano, incentrato sull’estensione massima della precarietà lavorativa, è ridurre tutti a cittadini di serie B, senza discriminazione alcuna, come Marta, Giuseppe e il piccolo artigiano. In ciò, ha incidentalmente ragione la Camusso, che si oppone per ragioni di sopravvivenza del centro di subpotere sindacale alla “radicalità” liberista della riforma renziana.
    Renzi e i suoi pensano ai co.co.co. e co.co.pro., pensano a quelli ai quali non ha pensato nessuno in questi anni. Condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito, preoccupandosi soltanto dei diritti di qualcuno e non dei diritti di tutti. Loro non vogliono il mercato del lavoro di Margaret Thatcher, ma i cittadini tutti uguali sul mercato del lavoro (nel senso prima esplicitato, però), un mercato del lavoro giusto e regole giuste, non che dividono sulla base della provenienza geografica e non regole complicate. Se poi con queste regole nuove aziende, multinazionali e non solo, verranno a investire in Italia e creeranno posti di lavoro, si potrà finalmente dare il lavoro a chi non ce l’ha. Così s’introduce il tema dei capitali stranieri che devono tornare a investire in Italia, ma che lo faranno, come sappiamo, solo se il lavoro sarà debitamente flessibilizzato, offerto a prezzi stracciati e a condizioni di semi-schiavitù. Renzi è felice, come ha dichiarato più volte, se i grandi squali “investono” in Italia, facendo lo shopping di aziende a prezzi di fine stagione, anche se poi chiudono e spostano le produzioni in estremo oriente o nell’Europa dell’est.
    Ai sindacati che vogliono contestarlo (Camusso, Landini) Renzi dice: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l’Italia? L’ingiustizia tra chi il lavoro ce l’ha e chi non ce l’ha, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi è precario e soprattutto tra chi non può neanche pensare a costruirsi un progetto di vita, perché si è pensato soltanto a difendere le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente. Sono i diritti di chi non ha diritti che ci interessano e noi li difenderemo in modo concreto e serio. Commovente. I diritti di chi non ha diritti. Una frase di sicuro effetto alla papa Francesco (non d’Assisi, ma de Xavier, gesuita). Così, per difendere gli ultimi, si abolisce la tutela dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori per i nuovi assunti “a tutele crescenti”, in modo tale che l’ingresso nel mondo del lavoro sia sempre e comunque precario. A questo, forse, non ci aveva pensato neppure Marco Biagi (n. 1950, giustiziato nel 2002), il giuslavorista e consigliere ministeriale da laboratorio, che ha contribuito a inoculare il virus della precarietà nella società italiana. Sulla concretezza e sulla serietà dell’impegno, trattandosi di Renzi, è lecito avanzare qualche dubbio.
    Su una cosa, però, ha ragione l’imbonitore fiorentino, in polemica strumentale con la cgil: ciò che è accaduto ai lavoratori negli ultimi decenni, tutte le ingiustizie che hanno subito, portano anche la firma dei sindacati, che hanno favorito, in modo più o meno scoperto – scopertamente la cisl, più subdolamente la cgil e ancor più nascostamente la fiom – la “discesa negli inferi” neoliberista del lavoro, siglando contratti-truffa e accordi-capestro, avallando riforme antipopolari, facendo carne di porco persino dei loro iscritti.
    Eugenio Orso
    Fonte: http://pauperclass.myblog.it
    Link: L?obiettivo di Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati di Eugenio Orso | PAUPER CLASS
    21.09.2014



    Ultima modifica di Avanguardia; 23-09-14 alle 09:35
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    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    L' ingiustizia sarebbe che ci sono lavoratori tutelati quando c'è chi non ha lavoro o è precario. Così per nascondere questa vergogna si toglierebbero i lavoratori tutelati trasformandoci tutti lavoratori schiavili e precari. Una politica del tipo "mal comune mezzo gaudio". Il livello di becerismo raggiunto da Matteo Renzi e dai politicanti neo-liberisti ha raggiunto livelli stratosferici, attribuendo la colpa ai lavoratori stabili se ci sono dei precari e dei disoccupati. Chi non ha diritti non dovrebbe prendersela con il sistema capitalista, la globalizzazione, ma contro chi sta un pò meglio di lui, al punto che starebbe sereno solo se tutti stanno nella sua stessa fogna. Come dire che per aiutare gli sfigati a trombare bisogna uccidere Berlusconi che tromba troppo.
    Sono dello stesso livello di chi attribuisce all' immigrato le sfighe degli italiani, anzi sono pure peggio. E' un fare leva sull' invidia, sulla visione dal naso corto, per ottenere consenso.

    Oh, se trovate un lavoro, fate penitenza e magari lasciate il lavoro perché c'è gente disoccupata, c'è gente pagata 400 euro al mese, non è giusto, sei tu l' insensibile, il privilegiato, la rovina dell' Italia!!!
    Ultima modifica di Avanguardia; 23-09-14 alle 09:43
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...-fiom/1155463/
    Art.18, sindacato tedesco teme contagio Ue del Jobs Act: “In lotta a fianco della Fiom”

    Il segretario provinciale dell'Ig Metall è intervenuto a Bologna per siglare un accordo con le tute blu dell'Emilia Romagna: "Nel modello tedesco il licenziamento senza giusta causa non esiste. Se l'Italia abolisce le tutele ai lavoratori, rischiamo un effetto domino in Europa"


    di Annalisa Dall'Oca | 15 ottobre 2014Commenti




    [COLOR=#01497E !important]Più informazioni su: Articolo 18, Jobs Act, Matteo Renzi.


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    [/COLOR]

    “Abolire l’articolo 18 è un attentato ai diritti dei lavoratori di tutta Europa”. Oltrepassa i confini nazionali e unisce le tute blu italiane a quelle tedesche la battaglia della Fiom contro la riforma del lavoro del governo Renzi. A promettere barricate in difesa dello Statuto dei lavoratori italiano è stato infatti Hartwig Erb, segretario provinciale del sindacato Ig Metall di Wolfsburg, in Germania, il corrispettivo tedesco della Fiom. “L’abolizione dell’articolo 18 non è la ricetta per risolvere la crisi economica italiana”, ha spiegato Erb, a Bologna per siglare con le tute blu emiliano romagnole un accordo di collaborazione tra i due sindacati. La proposta del tedesco è quella di creare una sorta di fronte comune contro le politiche volte a peggiorare le condizioni di lavoro. “Cancellare l’articolo 18 sarebbe un attentato ai diritti dei lavoratori di tutta Europa. Per questo noi siamo pronti a combattere al fianco della Fiom questa battaglia”.
    Del resto nel modello tedesco, cui Renzi dice di essersi ispirato per il Jobs Act, il licenziamento senza giusta causa non esiste. “In Volkswagen ad esempio”, ha spiegato il tedesco, “c’è una legge per 
cui non si può licenziare senza giusta causa, ma anche nelle altre aziende esiste una forma
 di articolo 18 c’è”. E per questo la riforma del governo italiano crea preoccupazioni anche in Ue. “Se l’Italia dovesse abolire le tutele, rischiamo che in Europa si verifichi il cosiddetto effetto domino. Ovvero che le aziende multinazionali decidano di applicare anche agli stabilimenti esteri le stesse modalità contrattuali approvate in questo Paese, con il risultato che forme di lavoro con minori tutele potrebbero essere introdotte anche da altri stati dell’Unione, contribuendo così a peggiorare crisi e disoccupazione”.
    La flessibilità tedesca, insomma, secondo Erb non corrisponde all’abrogazione dell’articolo 18: “Parliamo semplicemente di ore lavorate”. Più o meno le parole usate dall’attuale segretario di Stato del ministero del Lavoro tedesco, Jörg Asmussen, nel raccontare a ilfattoquotidiano.it gli elementi necessari per ottenere una buona riforma del lavoro: “La leadership si dimostra quando si guarda ai problemi del Paese, si vagliano le soluzioni possibili e si lotta per portare avanti le scelte migliori, spiegando pubblicamente ai cittadini i pro e i contro delle decisioni prese. Non quando si guarda ai sondaggi e si pensa al risultato elettorale”. E in Germania, “abbiamo un tasso di occupazione da record grazie a uno sforzo collettivo, ma molto costruttivo, di sindacati, imprese e molti governi di diverso colore”.
    Da qui l’accordo tra Ig Metal e Fiom, stretto non solo per elaborare politiche comuni che tutelino i diritti dei lavoratori nella fabbriche italiane e tedesche del gruppo Volkswagen, che sulla via Emilia è proprietario di Lamborghini e Ducati, ma anche per rivolgere uno sguardo all’Europa. “Oggi il mercato del lavoro europeo presenta diverse criticità – ha spiegato il segretario di Ig Metall di Wolfsburg – ad esempio abbiamo un deficit a livello di istruzione: ci sono pochissime cattedre che specializzano i giovani a livello professionale, mentre per rilanciare l’occupazione bisognerebbepuntare di più sulla formazione. Inoltre l’Unione Europea permette la libera circolazione dei cittadini, ma è difficile per un lavoratore farsi riconoscere il proprio titolo di studio acquisito in uno Stato membro, col risultato che tanti sono costretti ad accettare impieghi sottopagati e precari. Questo trend va cambiato”.
    “Dobbiamo disegnare un modello diverso
di sindacato – ha sottolineato quindi Erb – che agisca a livello transnazionale in sinergia, che unisca le forze nel combattere le battaglie del mondo del lavoro. A partire dalla tutela dell’articolo 18. Per capire questa necessità, del resto, basta guardare come opera l’imprenditoria: le aziende si presentano sempre molto unite, e così deve fare il sindacato”. Qualche mese fa, ad esempio, imprenditori italiani e tedeschi si erano seduti allo stesso tavolo, e secondo il segretario regionale della Fiom, Bruno Papignani per l’autunno sarebbe in programma un
 secondo evento, che potrebbe vedere la partecipazione della cancelliera Angela 
Merkel e del presidente del consiglio Matteo Renzi: “Si dice che l’importanza di
questo appuntamento porterà al convegno anche i massimi
esponenti dei due governi”, ha spiegato Papignani.
    Per questo secondo il rappresentante sindacale tedesco, ci dovrebbe essere una “collaborazione” tra i sindacati italiano e tedesco: “Ciò che avviene in Europa influenza l’Italia e viceversa”. La prossima tappa del piano di lavoro relativo all’accordo Fiom – Ig Metall sarà a novembre, con una trasferta della Fiom e del segretario nazionale Maurizio Landini, in Germania. Sempre a 
novembre, poi, il percorso di cooperazione comincerà ad 
allargarsi oltre oceano, con il coinvolgimento dellaConfederazione sindacale brasiliana: l’Ig Metall volerà in sud America il 10 novembre, la 
Fiom il 22.

    Ultima modifica di Avanguardia; 15-10-14 alle 10:09
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    Lo sappiamo che il posto fisso non c'è più, e sappiamo che l' innovazione è una cagata pazzesca.
    Renzi: "Il posto fisso non c'è più e l'art.18 è come un iPhone a gettoni. Non farò tornare il Pd al 25%" | tiscali.notizie
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    Roma, corteo operai acciaierie Terni: cariche polizia, 3 lavoratori all’ospedale



    I manifestanti: "Ci hanno manganellato senza motivo". Tra i contusi anche due sindacalisti. La Camusso visita i feriti all'ospedale e chiama Alfano: "Renda conto di quanto è successo". La questura: "Feriti anche 4 poliziotti. L'azione è stata necessaria perché volevano occupare la Stazione Termini"

    Protestavano in 600 perché la ThyssenKrupp vuole licenziare537 dipendenti delle acciaierie di Terni. Una vertenza lunga e faticosa che colpisce al cuore la città dell’Umbria che all’ombra dello stabilimento ha vissuto finora. Dovevano sfilare per Roma: dopo un sit in davanti all’ambasciata tedesca, si volevano dirigere sotto al ministero dello Sviluppo economico, soprattutto dopo la promessa del presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Mi impegno” ha detto incontrando i lavoratori alla Leopolda. E finita male, invece: “Ci hanno manganellato perché non volevano farci arrivare al ministero” raccontano gli operai delle acciaierie. Una “carica a freddo”, secondo quanto spiegano non solo i lavoratori, ma anche i sindacalisti. Il leader della Fiom Maurizio Landini è imbestialito: “Siamo partiti in corteo e ci hanno menato. Ero davanti a prenderle anche io. Non siamo delinquenti, non si mena chi è in piazza a difendere i lavoratori”. A finire all’ospedale tre manifestanti che hanno subito contusioni sul corpo e sulla testa. “I poliziotti ci hanno colpito violentemente alla testa”. Tra i contusi anche due sindacalisti: Gianni Venturi, coordinatore nazionale Fiom, eAlessandro Unia del Rsu Fim Cisl. “Era un corteo pacifico, le cariche sono state immotivate” ha detto Marco Bentivogli, segretario della Fim-Cisl.
    Landini ha chiamato il ministro per lo Sviluppo Federica Guidi per chiedere un incontro urgente con il presidente del Consiglio e con il capo della polizia. La questura spiega che non era una carica, ma un’azione di contenimento, che anche gli agenti hanno avuto 4 feriti perché sono stati lanciati oggetti dai manifestanti. E precisa il motivo dell’azione degli agenti: “Volevano andare verso la stazione Termini e occupare lo scalo romano e hanno forzato il cordone delle forze di polizia”. Il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio ha promesso una “puntuale verifica”. La protesta degli operai – “pacifica” si potrebbe dire – è stato un lancio di palline di gomma degli operai contro gli agenti. Gli operai hanno gridato agli agenti: “Andate a lavorare”. La segretaria della Cgil Susanna Camusso ha visitato gli operai ricoverati all’ospedale, poi ha chiamato il ministro dell’InternoAngelino Alfano per chiedere conto di quanto avvenuto in piazza Indipendenza. Resta che nel giro di due settimane è il secondo episodio in cui manifestazioni che hanno al centro la questione del lavoro finisce con problemi di ordine pubblico: a Torino era finita con un lancio di lacrimogeni e cariche.
    Video di Manolo Lanaro
    CRONACA ORA PER ORA
    19.41 – Ferrara (Sel): “Occupazione stazione? Non è vero”
    “La questura di Roma ha detto una falsità nel ricostruire gli avvenimenti di questa mattina e noi siamo pronti a testimoniare che non è così. Non è vero – ha detto il parlamentare Ciccio Ferrara di Sel, intervenendo in Aula- che i lavoratori dell’Ast di Terni volessero occupare la stazione Termini come è stato riferito ufficialmente oggi pomeriggio”. “I lavoratori -ha aggiunto- volevano andare al ministero dello Sviluppo economico, quindi queste cose dalla questura non le possono proprio dire”. “Chi ha sbagliato, deve pagare”, ha concluso il componente del Copasir, presente questa mattina alla manifestazione sindacale in piazza Indipendenza.

    19.04 – Senatori Ncd: “4 agenti feriti e a nessuno importa”
    “Ci sono quattro agenti della polizia feriti che con il loro intervento hanno impedito che la manifestazione di oggi degenerasse con conseguenze ancora peggiori, ma questo sembra non importare a nessuno. Ogni manifestazione è legittima purchè rispetti i normali parametri di civiltà che sono doverosi quando si ha intenzione di rivendicare i propri diritti”. Lo dicono i senatori del Nuovo Centrodestra, Giuseppe Pagano e Salvatore Torrisi.

    18.32 – In serata incontro Alfano-leader sindacati
    Il ministro dell’Interno Angelino Alfano incontrerà alle 19.30 al Viminale i leader dei sindacati che oggi erano in piazza a Roma per la manifestazione poi sfociata negli scontri tra forze di polizia e manifestanti.

    17.39 – Alfano riferirà alla Camera
    Il ministro dell’Interno riferirà nell’Aula della Camera “non appena possibile” sugli scontri tra la polizia e gli operai dell’Ast verificatisi stamani nel centro di Roma: lo ha detto il vicepresidente Roberto Giachetti.

    17.38 – Sel: “La questura ha detto falsità”
    “La questura ha detto falsità: non è vero che i lavoratori volevano occupare la stazione Termini ma volevano essere ricevuti dal ministro Guidi”. Lo ha detto il deputato di Sel Ciccio Ferrara intervenendo a Montecitorio.

    17.37 – Cartelli Sel in Aula alla Camera: “Alfano dimettiti”
    I deputati di Sel hanno esposto nell’Aula della Camera cartelli con la scritta “Alfano dimettiti” alla fine dell’intervento di Ciccio Ferrara sull’informativa del ministro Federica Guidi sulla vertenza Ast di Terni. Sel ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell’Interno.

    17.18 – Mineo: “Non sarebbe male se il governo si scusasse”
    “Il premier spagnolo Aznar, quindi non una persona che amo, si è scusato con gli spagnoli per i fatti di corruzione: se qualcuno si scusasse per gli errori commessi oggi non sarebbe male”. E’ il parere del senatore Pd Corradino Mineo a proposito della vicenda che ha coinvolto i lavoratori dell’Ast oggi a Roma. E si dice d’accordo con Fassina nel chiedere al governo di riferire in aula.

    17.16 – Guidi: “Thyssen disponibile a trasferire linea da Torino a Terni”
    La Thyssenkrupp “si è detta disponibile, e mi auguro che nelle prossime settimane possa riprendere un confronto ed assumere questa disponibilità da parte dell’azienda e vedremo quale sarà quella da parte dei sindacati, a valutare di spostare una linea di laminazione a freddo, oggi presente nello stabilimento di Torino”, a Terni. Questo spostamento “necessita un investimento aggiuntivo”, “all’incirca 30 milioni di euro”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, durante un’informativa in aula alla Camera.

    17.06 – Il sindacalista: “Carica indiscriminata”
    “Una carica senza senso, violenta e indiscriminata”, ha spiegato Cristiano Costanzi ai colleghi della Fillea dall’ospedale, dove è stato medicato per ferite alla testa e alla bocca con 20 punti di sutura. “Noi sindacalisti eravamo tra la polizia e i lavoratori – ha raccontato – e stavamo trattando con i dirigenti delle forze dell’ordine, chiedendo di scortarci davanti al Mise, cosa che si fa abitualmente quando ci sono manifestazione di questo genere. Siamo stati caricati senza alcun preavviso e senza alcun motivo -ha proseguito Costanzi, che ha preso la prima manganellata in faccia e subito dopo quella alla testa- e la cosa assurda è che poi la polizia ha deciso di scortarci. Ma non potevano deciderlo prima?”.



    17.04 – Il primo a essere colpito un sindacalista Cgil
    “Il primo ad essere colpito oggi nella carica ai 600 lavoratori Ast dalle manganellate della polizia è stato il segretario della Fillea di Terni, Cristiano Costanzi, presente con i 100 lavoratori edili della Pallotta Spa, azienda che si occupa nel sito delle acciaierie del rifacimento delle filiere di colaggio dell’acciaio”. E’ quanto si legge in una nota della Fillea Cgil.

    16.57 – Orlando chiama Alfano e Pecoraro
    Il ministro della Giustizia Andrea Orlando – si apprende dal ministero – ha telefonato al ministro dell’Interno Angelino Alfano e al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per avere informazioni e chiarimenti su quanto accaduto durante il corteo degli operai delle acciaierie Terni-Ast.

    16.55 – Cuperlo: “Gli operai si ascoltano, non si caricano”

    16.52 – Tutti i partiti a Alfano: “Riferisca”
    Tutti i gruppi parlamentari del Senato, in apertura dei lavori d’Aula hanno chiesto al ministro degli Interni Angelino Alfano di riferire domani al question time sulle “cariche della polizia contro gli operai dell’Ast di Terni che manifestavano davanti all’ambasciata tedesca”.

    16.48 – Palombella (Uilm): “Sconcertati da cariche”
    “Siamo sconcertati e amareggiati per quel che è accaduto oggi in piazza Indipendenza a Roma. Ai lavoratori dell’Ast di Terni e ai sindacalisti rimasti contusi dalla carica delle forze dell’ordine, che avrebbero dovuto garantire la sicurezza, va tutta la nostra vicinanza e piena solidarietà”. Così il leader della Uilm, Rocco Palombella.

    16.45 – Guidi: “Il governo ha chiesto di ridurre gli esuberi a 290″
    Il Governo ha chiesto alla Ast “di ridurre l’impatto sull’occupazione a circa la metà della cifra proposta” dall’azienda, pari “al massimo a 290 unità invece di 550, e da gestire in un periodo di 24 mesi utilizzando la mobilità incentivata, con incentivi che l’azienda è stata disponibile a valutare tra i 50mila e gli 80mila euro”. Lo ha indicato il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, riferendo alla Camera sulla vertenza di Terni.

    16.41 – Landini: “Trattativa ok se azienda smette di provocare”
    “Per riportare normalità nella trattativa Ast devono essere rimosse le provocazioni dell’ azienda, come quella di non pagare gli stipendi”. Lo ha detto al termine dell’incontro al Mise, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini secondo cui il ministro Guidi le ha detto che “l’obiettivo del Governo è di far cambiare il piano industriale e riconvocare il tavolo”, che potrebbe tenersi la settimana prossima.

    16.38 – Guidi: “Quadro deteriorato tra Ast e sindacati”
    Le condizioni delle Acciaierie di Terni (Ast, gruppo ThyssenKrupp) mostrano “un quadro deteriorato tra le due parti, che sono le parti in campo del confronto sindacale”. Così la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi riferendo alla Camera sulla vertenza Ast.

    16.30 – Guidi: “Verifiche entro sera”
    “Sono dispiaciuta e rammaricata”, dice alla Camera il ministro Federica Guidi degli scontri di oggi con operai Ast. Il Governo “ha garantito che entro questa sera verranno fatte tutte le verifiche” ed “è pronto a prendere anche eventuali misure”. “Esprimo l’auspicio” che sia un caso “unico,irripetibile. Episodi del genere non devono capitare”.

    La Procura di Roma esaminerà eventuali responsabilità penali in relazione agli scontri avvenuti oggi nel centro della Capitale nel corso del corteo degli operai delle acciaierie Terni-Ast.
    Al momento il bilancio parla di quattro manifestanti feriti e trasportati in ospedale. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo attenderà una informativa della Digos sui fatti per poi avviare, eventualmente, un fascicolo di indagine.

    16.15 – Landini: “Volevamo solo manifestare”
    Il segretario Fiom Maurizio Landini ricostruisce cosa accaduto a Piazza Indipendenza a Roma. “Abbiamo deciso di manifestare sotto il Mise, si è fatto un corteo che si è indirizzato verso la piazza e c’era la polizia in un assetto fuori luogo. Abbiamo chiesto di andare al Mise e hanno caricato, chiedevamo solo di manifestare”. Rispondendo ad una domanda Landini ha affermato di essere stato colpito. “La situazione è grave – ha detto – in piazza c’erano solo lavoratori a capo scoperto e a mani libere e non delinquenti”.

    16.12 – Civati: “Ci si rende conto?”
    “Per poco all’ospedale non ci finiva anche Landini. Mi chiedo sinceramente se ci si renda conto. La situazione così scappa di mano”. Lo scrive il deputato del Pd Pippo Civati sul suo blog, a proposito della manifestazione degli operai dell’Ast a Roma.

    16.02 – Finita la protesta Ast, ora ci sono operai Trw di Livorno
    E’ finita la protesta dei lavoratori Ast sotto il ministero dello Sviluppo economico. Di fronte al ministero è ora arrivata una manifestazione dei lavoratori della Trw di Livorno.

    15.56 – Fassina: “Il governo riferisca in Parlamento”
    “Su quanto accaduto oggi con i lavoratori dell’Ast il governo venga a riferire in aula”. Lo ha chiesto Stefano Fassina durante il videoforum di Repubblica. “Si sta creando un clima di contrapposizione tra istituzioni e piazze che non va bene”, ha aggiunto. “Le piazze esistono perché le persone hanno grandi problemi, le istituzioni non devono fare finta di non capire, ma devono dare risposte”.

    15.47 – Questura: “Oggetti contro poliziotti, tre feriti”
    “Nel tentativo di creare un corteo non autorizzato verso la Stazione Termini sono stati tirati oggetti contro le forze dell’ordine e un funzionario e tre agenti di polizia sono rimasti feriti”. Lo si apprende dalla Questura di Roma a proposito dei momenti di tensione stamani durante il sit in degli operai della Ast davanti l’ambasciata tedesca.

    15.44 – Camusso chiama Alfano: “Risponda dei fatti di oggi”
    Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha telefonato al ministro degli Interni, Angelino Alfano, per chiedere conto di quanto avvenuto oggi al presidio dei lavoratori Ast. Il governo, infatti, sostiene la Cgil, “deve rispondere pubblicamente dei fatti di oggi e convocare il Comitato permanente per l’ordine e la sicurezza pubblica per dare esplicite indicazioni di attenzione e rispetto”.

    15.40 – La questura: “Volevano occupare Termini”
    “Volevano andare verso la stazione Termini e occupare lo scalo romano, hanno forzato il cordone delle forze di polizia e per questo c’è stata una carica di contenimento”. E’ quanto si apprende dalla Questura di Roma circa i momenti di tensione a Roma nel corso del sit in degli operai della Ast.

    15.27 – Fedeli (Pd): “Fatti assurdi”
    “Quanto accaduto nel sit-in di questa mattina è assurdo, gli operai di Acciai Speciali Terni manifestano su una situazione di grave disagio che anche oggi sarà affrontata dal governo, motivo in più perché tutti i soggetti coinvolti abbassino i toni e si confrontino seriamente su come risolvere i problemi”. Così è intervenuta la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, Pd e ex sindacalista.

    15.23 – Bubbico: “Accerteremo fatti e responsabilità”
    “Accerteremo immediatamente le responsabilità e i fatti”: è quanto assicurato dal viceministro dell’Interno Filippo Bubbico (Pd), secondo quanto riferito da alcune fonti, nel corso dell’incontro al Mise

    15.16 – Fassina: “Gravissimo”
    Grandissima preoccupazione e solidarietà ai lavoratori della Ast per quello che è successo a Roma: stanno conducendo una battaglia durissima non solo per difendere il loro posto di lavoro ma un pezzo della manifattura italiana”. Così Stefano Fassina al videoforum di Repubblica. “In piazza – prosegue – c’erano dei lavoratori ed è gravissimo quello che è successo. Dobbiamo rispondere con la politica industriale non con la polizia”.

    15.16 – Orfini: “Lavoratori vanno ascoltati non caricati”

    14.48 – Delrio: “Verificheremo quanto accaduto” “Il Governo continua a essere impegnato nell’affrontare la crisi di Ast Terni ed effettuerà una puntuale verifica per quanto accaduto oggi con il ferimento di alcuni operai”. Così il sottosegretario Graziano Delrio che ha sentito poco fa al telefono Maurizio Landini, mentre è in corso l’incontro del ministro Guidi con la delegazione Ast. 14.42 – Epifani (Pd): “Fatti che non si devono ripetere” “Quanto è accaduto oggi a Roma è un fatto gravissimo, che non si deve più ripetere”. Lo dichiara Guglielmo Epifani, presidente della commissione Attività Produttive della Camera. “Bisogna accertare le responsabilità e fare in modo che sia garantito il diritto di chi protesta per il proprio lavoro, per l’occupazione”, conclude il deputato Pd. 14.40 – Furlan: “Grave e incomprensibile” “Noi abbiamo sempre il massimo rispetto nei confronti delle forze dell’ordine che fanno il loro dovere. Ma è davvero incomprensibile e grave quello che è accaduto oggi al corteo dei lavoratori della Ast di Terni”. Lo afferma in una nota il Segretario Generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Caricare e picchiare i lavoratori e i dirigenti sindacali, a cui va la solidarietà e la vicinanza della Cisl, non è certamente un bel segnale per il clima generale del paese, in un momento così difficile sul piano occupazionale e sociale, nel quale tutti dovrebbero mantenere un atteggiamento più responsabile. Speriamo che il Governo faccia subito chiarezza su quanto è accaduto”, confida Furlan. 14.31 – Camusso visita operai feriti in ospedale Il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, sta andando all’ospedale Umberto I di Roma per visitare i lavoratori dell’Ast caricati dalla polizia. “Stiamo andando a visitare i feriti” ha detto Camusso al termine di un convegno sul piano del lavoro.14.30 – Vendola: “Non finisce qui”

    14.27 – Questura: “Non cariche, ma contenimento”
    Non c’è stata una “carica” della polizia contro i manifestanti, ma “solo un’azione di contenimento”. E’ quanto fa sapere la Questura di Roma in merito alle tensioni al presidio dei lavoratori della Ast di Terni nei pressi all’ambasciata tedesca. Secondo la Questura, i manifestanti avrebbero tentato di forzare il cordone della polizia a piazza Indipendenza e a quel punto sarebbe scattata l’azione di contenimento.

    14.18 – Camusso: “Governo dia risposte, non picchi”
    La Cgil chiede al governo di dare risposte e stigmatizza le cariche della polizia ai lavoratori dell’Ast. “Ci sono persone che rischiano il posto di lavoro – ha detto il leader Cgil Susanna Camusso – che oggi sono state picchiate dalla polizia. Si parli di questo e non delle sciocchezze”, ha aggiunto. “Vi pare – ha detto Camusso a margine di un convegno rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni della parlamentare europea Pina Picerno sulle tessere Cgil gonfiate – che parliamo di sciocchezze ed affermazioni false mentre ci sono lavoratori Ast picchiati dalla polizia? Parliamo di come si crea lavoro. Metà del Paese sta sempre peggio e se ci sono persone che manifestano ci sono cariche. C’è una questione sociale in questo Paese. Si parli di questo. Invece sulle questioni di merito non si risponde mai”.

    14.15 – Al via incontro Guidi-sindacati
    E’ salita allo Sviluppo economico una delegazione di sindacalisti nazionali e dell’Ast di Terni per un incontro con il ministro Federica Guidi a cui potrebbe partecipare anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Nella delegazione c’è anche il segretario generale Fiom, Maurizio Landini. La delegazione sindacale è composta da circa quindici persone tra segretari nazionali e territoriali di categoria. Intanto fuori dal ministero continua il presidio di circa 250 lavoratori dell’Ast che è arrivato qui dopo una manifestazione unitaria di tutte le sigle aziendali era cominciata davanti al consolato tedesco.

    14.04 – Angeletti: “Non può passare sotto silenzio”
    “È questa la cifra della politica di attacco ai sindacati? In piazza c’erano solo lavoratori e non sindacalisti. Le forze dell’ordine non devono alimentare il disordine. Il Governo deve intervenire e risponderne, perché episodi del genere non possono passare sotto silenzio”.

    13.56 – Palline di gomma degli operai contro i poliziotti
    Palline di gomma contro poliziotti dagli operai dell’Ast di Terni il cui corteo è arrivato sotto il ministero dell’Economia. La situazione è molto tesa. Gli operai gridano agli agenti: “andate a lavorare”.

    Landini chiama la Guidi: “Anch’io ho preso le botte. Alcuni dei nostri sono finiti in ospedale, non finisce qui”
    13-52 – Landini: “Siamo partiti e ci hanno menato”
    “Non ci muoviamo di qui finché non c’è l’incontro. Siamo partiti in corteo e ci hanno menato. Ero davanti a prenderle anche io. Non siamo delinquenti, non si mena chi è in piazza a difendere i lavoratori”. Lo ha affermato il segretario della Fiom, Maurizio Landini ora sotto il ministero dello Sviluppo Economico. Ora la manifestazione è arrivata sotto il ministero ed attende una risposta dal ministro. E’ attesa anche una delegazione dei metalmeccanici della Twr di Livorno.

    13.51 – Landini: “Anch’io ho preso le botte”
    “Appena siamo partiti in corteo stiamo stati caricati senza alcuna motivazione. Anch’io ho preso le botte dai poliziotti. Alcuni dei nostri sono finiti in ospedale, non finisce qui”. Così il segretario della Fiom, Maurizio Landini, parlando al telefono con un esponente del governo

    13.48 – Landini chiama la Guidi: “Incontro urgente”
    Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha avuto un duro scambio telefonico con il ministro dello Sviluppo Federica Guidi in cui ha chiesto un incontro urgente con la presidenza del Consiglio ed il capo della polizia. Landini è ora sotto il Mise con i lavoratori Ast.

    13.37 – Fim-Cisl: “Corteo pacifico, cariche immotivate”
    “Stavamo facendo un corteo assolutamente pacifico verso il Mise che è stato interrotto da una carica immotivata da piazza Indipendenza. Non c’era e non c’è nessun problema di ordine pubblico, lo crea chi ha caricato”. Così il segretario nazionale Fim-Cisl Marco Bentivogli, presente alla manifestazione a Roma per l’Ast di Terni.

    13.33 – Due operai colpiti trasportati all’ospedale
    Sono due, al momento, i manifestanti feriti durante i disordini a piazza Indipendenza che sono stati trasportati in ospedale dal 118 di Roma. Secondo quanto si è appreso, hanno contusioni sul corpo e sulla testa. “I poliziotti ci hanno colpito violentemente alla testa”, sostengono gli operai. I due sono stati portati al policlinico Umberto I in codice verde.

    13.32 – Centinaia di operai in corteo verso il Mise”
    Centinaia di operai sono partiti in corteo verso il Ministero dell’Economia dopo il sit in sotto l’ambasciata tedesca. Gli operai sono scortati da agenti di polizia. L’intera zona nei pressi della stazione Termini è stata chiusa temporaneamente al traffico. Con gli operai anche il segretario della Fiom Landini.

    13.25 – Landini: “Hanno caricato i lavoratori”
    “Hanno caricato i lavoratori, tre sono in ospedale”. Lo ha detto il segretario generale Fiom, Maurizio Landini, che era presente agli scontri che sono avvenuti intorno a piazza Indipendenza a Roma. I lavoratori di Ast stanno dirigendosi verso il Ministero dello Sviluppo economico.

    13.24 – Gli operai: “Ci hanno manganellato”
    “Ci hanno manganellato perché non volevano farci arrivare al ministero dell’Economia”. Così alcuni operai dell’Ast dI Terni che dicono di esSere stati caricati dagli agenti mentre dall’ambasciata tedesca si spostavano verso il ministero. La carica è avvenuta a piazza Indipendenza. Quattro operai sono stati soccorsi per ferite alla testa.

    13.07 – Tensione al sit in all’ambasciata tedesca
    Momenti di tensione poco fa davanti all’ambasciata tedesca a Roma tra la polizia e le centinaia di operai dell’Acciaieria di Terni (Ast) giunti a Roma per manifestare contro il piano industriale della ThyssenKrupp. Gli operai partecipano ad un sit in indetto dalla Fiom.

    12.49 – In 600 da Terni per la manifestazione a Roma
    Sono circa 600 i lavoratori dell’Ast di Terni che da stamani hanno dato vita ad un presidio davanti all’ambasciata tedesca a Roma, per protestare contro la decisione della ThyssenKrupp di licenziare 537 dipendenti dell’acciaieria. Gli operai ternani hanno raggiunto la Capitale a bordo di dieci pullman organizzati dalle Rsu e con auto privati e treni. Tra i vari striscioni esposti dai lavoratori anche uno in tedesco, con scritto “Non cancellerete 130 anni di storia”.

    12.45 – Ad Acciaierie Terni: “E’ andata benissimo”
    “Benissimo”, così l’ad di Ast, Lucia Morselli, ha risposto ai giornalisti che le chiedevano come fosse andato l’incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Morselli si è poi allontanata senza rilasciare altre dichiarazioni.

    12.31 – Bellanova: “Moderatamente ottimisti su vertenza”
    “Noi siamo moderatamente ottimisti sulla soluzione di questa vertenza”. Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, al termine dell’incontro tra l’ad di Ast, Lucia Morselli, e il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

    Roma, corteo operai acciaierie Terni: cariche polizia, 3 lavoratori all'ospedale - Il Fatto Quotidiano
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    Mi chiedo come possano le forze dell'ordine, a loro volta lavoratori salariati, manganellare dei padri di famiglia per il solo "torto" di voler protestare contro questo lurido capitalismo anti-umano.

    Come si fa a tornare a casa dai propri figli con la coscienza di chi ha bastonato degli innocenti???
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  7. #7
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    Citazione Originariamente Scritto da Majorana Visualizza Messaggio
    Mi chiedo come possano le forze dell'ordine, a loro volta lavoratori salariati, manganellare dei padri di famiglia per il solo "torto" di voler protestare contro questo lurido capitalismo anti-umano.

    Come si fa a tornare a casa dai propri figli con la coscienza di chi ha bastonato degli innocenti???
    Perché prima di tutto è quello il lavoro delle forze dell' ordine, ricevono degli ordini a cui attenersi, antipatici o no che siano; tra la funzione che hanno c'è la tutela delle classi dirigenti, dello Stato e dell' ordinamento economico. Se non svolgono quanto detto perdono il posto di lavoro e tornare a casa dopo aver perso il lavoro è una catastrofe, si perde la faccia di fronte a moglie/convivente e ai figli, spesso si priverebbe la famiglia del sostentamento finanziario; ciò è la dimostrazione che quella tua asserzione scritta anni fa riguardo la famiglia quale barriera agli usurai è sbagliata, proprio in virtù del moto "tengo famiglia". Secondo, i poliziotti e i carabinieri nel loro ambiente di lavoro vengono indottrinati, così da credere che quelli che manifestano sono comunisti, poltroni, delinquenti, parassiti, anti-patriottici, sfigati, che le forze dell' ordine sono le componenti sane della nazione e chi protesta i sovversivi anti-nazionali. Questo messaggio i carabinieri/poliziotti cercheranno di trasmettere ai loro figli: chi manifesta è un parassita, un viziato, un coccolato, un comunista di merda e ci vuole il manganello contro questi rompicoglioni che non hanno nulla da fare e rovinano la nazione.

    Non sono solo gli "sbirri" ad avere figli, ci sono a fare figli:
    -agenti dei servizi segreti
    -politici
    -proprietari di multinazionali, banche, colossi farmaceutici che fanno soldi a prezzo di enormi danni a persone e ambiente
    -dipendenti di banca che costringono i clienti e i correntisti a comprare derivati speculativi tossici
    -speculatori finanziari
    -magistrati cattivi
    -spacciatori di droghe pesanti
    -micro-criminali da strada
    -mafiosi
    -magnacci
    -schiavisti
    -scafisti
    -usurai (sia quelli di alto livello che quelli di strada diciamo)
    -jihadisti che decapitano e torturano
    -pedofili, tra cui molte persone che usano i loro figli per esprimere le loro perversioni
    -dipendenti di case di cura, ospedali psichiatrici, ospizi, che trattano malissimo i pazienti
    -falsi maghi
    -praticanti di magia nera
    -altri
    Ultima modifica di Avanguardia; 30-10-14 alle 01:20
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    C'è chi si schiera dalla parte delle forze dell' ordine, guarda caso, faceva parte dell' area del brico-cameratismo.
    Gasparri: io sto con la polizia, che finora è stata troppo tollerante - Secolo d'Italia
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

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  9. #9
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    L' ingiustizia sarebbe che ci sono lavoratori tutelati quando c'è chi non ha lavoro o è precario. Così per nascondere questa vergogna si toglierebbero i lavoratori tutelati trasformandoci tutti lavoratori schiavili e precari. Una politica del tipo "mal comune mezzo gaudio". Il livello di becerismo raggiunto da Matteo Renzi e dai politicanti neo-liberisti ha raggiunto livelli stratosferici, attribuendo la colpa ai lavoratori stabili se ci sono dei precari e dei disoccupati. Chi non ha diritti non dovrebbe prendersela con il sistema capitalista, la globalizzazione, ma contro chi sta un pò meglio di lui, al punto che starebbe sereno solo se tutti stanno nella sua stessa fogna. Come dire che per aiutare gli sfigati a trombare bisogna uccidere Berlusconi che tromba troppo.
    Sono dello stesso livello di chi attribuisce all' immigrato le sfighe degli italiani, anzi sono pure peggio. E' un fare leva sull' invidia, sulla visione dal naso corto, per ottenere consenso.

    Oh, se trovate un lavoro, fate penitenza e magari lasciate il lavoro perché c'è gente disoccupata, c'è gente pagata 400 euro al mese, non è giusto, sei tu l' insensibile, il privilegiato, la rovina dell' Italia!!!
    Hai colto nel segno, Avanguardia, basta leggere sui forum nazionale ed economico 3d demenziali postati da vari vecchi e nuovi accoliti dell'immondo e pernicioso liberismo, che non fanno altro che aizzare alla guerra tra poveri, tra sedicenti privilegiati e precari, il tutto consapevolmente al fine di sostenere il più classico dei divide et impera e la più putrida reazione capitalista, spacciata per riformismo e innovazione sociale.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  10. #10
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    Predefinito Re: L' obiettivo di Matteo Renzi: lavoratori tutti uguali e tutti sfruttati.

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    C'è chi si schiera dalla parte delle forze dell' ordine, guarda caso, faceva parte dell' area del brico-cameratismo.
    Gasparri: io sto con la polizia, che finora è stata troppo tollerante - Secolo d'Italia
    Vabbè il solito destrorso di servizio, e certamente nemmeno uno tra i più intelligenti...
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