Originariamente Scritto da
Tular
Piacerebbe anche a me, ma per poter approfondire questo argomento servirebbe un buddhista con consapevolezza della propria tradizione oppure uno specialista di buddhismo, soprattutto nel suo evolversi come religione popolare; io non sono né buddhista né uno specialista di religioni, quindi non posso apportare un grande contributo in questo senso. Quello che posso fare è ragionare sulla base di quel poco che so in merito; proviamoci: il buddhismo nasce come via ascetica caratterizzata principalmente da uno stile operativo “secco”, avrebbe detto Evola e fin qui siamo tutti concordi. Quindi abbiamo il Buddha storico che nella prima fase della sua vita pratica strenuamente; fin qui niente benedizioni, nel senso che si a questa parola si dà in occidente. Poi il risveglio; quindi il dubbio se far conoscere o meno quanto scoperto, perché arduo da comprendersi per l’uomo comune, pensa inizialmente il Buddha; ricordiamo che in questa tradizione la figura del Buddha alla fine di questo percorso si eleva perfino al di sopra dei regni “divini”, perfino al di sopra del regno di Brahma inteso come il piano del Dio per eccellenza (in questa cultura) , quindi è sbagliato pensare che per un buddhista fedele alla propria tradizione la figura del Buddha sia esclusivamente umanizzata ed umanizzabile così come si pensa talvolta in occidente. E proprio da questi regni sarebbe venuto il consiglio al Buddha di propagare comunque il proprio insegnamento per il bene dell’umanità, perché per quanto fosse stata capace di usufruirne ne avrebbe comunque beneficiato in qualche modo. Il Buddha alla fine decide di iniziare a parlare e questa di rigore (se il mio ragionamento è giusto, non ne ho la pretesa) sarebbe la vera bene-dizione, da cui deriverebbero tutte le altre. Questo sarebbe il “sacro” nel buddhismo, non un Dio da onorare o da adorare, non un oggetto “sacer” nel senso romano antico, per esempio, interdetto ai pro-fani (che stanno davanti al fanum ma non vi entrano), quanto piuttosto un metodo indicato da un uomo che praticandolo sarebbe giunto ad una meta letteralmente sovra-umana. Di qui forse anche la grande importanza che nel Buddhismo si dà al sangha come veicolo pratico di questa bene-dizione principiale, se vogliamo. Mi sembra chiaro (potrei anche sbagliarmi naturalmente) che questo atto è anche magico, nel senso che l’azione di un risvegliato integrale (tale in questa cultura) non può non avere effetti su tutti i piani, compreso quello materiale; l’effetto dovrebbe essere quello di sciogliere, di liberare, di creare spazio, di propiziare il risveglio, di aprire un varco che starebbe poi al singolo di attraversare; questa sarebbe la bodhicitta, la “compassione”: un atto magico, questa la bene-dizione. Questo spiegherebbe bene anche certe pratiche hinayana, per esempio quella di avvolgere con delle corde una statua del Buddha e tenerla nelle mani durante determinate pratiche comuni; si potrebbe interpretare non solo come il gesto simbolico di ricollegarsi al fondatore, ma proprio come un gesto magico-operativo, al fine di propiziare determinate influenze risveglianti; quando dico magico non intendo nel senso che a questa parola si dà quando si pensa ad esempio “sto vivendo un momento magico”, magari con animo commosso, ma proprio nel senso di determinate forze e meccanismi che si attivano così come per analogia su un altro piano la corrente elettrica attivata e manipolata nel modo giusto ad esempio produce luce fisica; da questo punto di vista ciò sarebbe attivare il “sacro”, anche se non credo che un buddhista chiamerebbe la cosa in questo modo. Chiaramente con il tempo questa tradizione si è trasformata in religione e quindi questo senso originario può essersi perso (anzi probabilmente si è perso, in molti casi) e si è ridotto all’umano ed anche comprensibile bisogno di protezione ed aiuto, di qui anche l’umanizzarsi del significato di benedizione ed il possibile abuso di esso. C’è da dire poi che il tutto si è complicato ,mano a mano che il buddhismo si propagava , con l’innesto più o meno marcato nel buddhismo di altre tradizioni pre-buddhiste e delle relative pratiche e credenze.