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Discussione: Il prete frocio

  1. #111
    nazionalismo
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  2. #112
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Citazione Originariamente Scritto da ...II... Visualizza Messaggio
    Non starò qui ad elencare su quanti punti la Chiesa occidentale tradisce il diritto canonico, diritto che si è permessa di rimodulare a suo parere.
    Ma scusa, io dovrei stare a sentire questo tuo interessante giudizio, formulato tra l'altro sulla base di opinioni provenienti da altre confessioni, fidarmi, e preferirlo ad un millennio abbondante di ININTERROTTA tradizione ecclesiastica occidentale, la stessa che ha prodotto le schiere di Santi che tutti conosciamo?
    No fammi capire. È almeno dalla riforma cluniacense che la Chiesa Romana lotta contro la prassi del concubinato dei sacerdoti, per la prassi della quotidiana Eucarestia etc. Stiamo parlando di un migliaio di anni.
    Dimmi di preciso a quale tradizione fai riferimento, quale precisa dottrina, e spiegami perché dovrei preferire questa alla tradizione romana.
    Altrimenti è un libero interpretare scritture e canoni, e a questo punto - ripeto - andiamo a sinistra, e non ho alcuna voglia di farlo...

  3. #113
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Citazione Originariamente Scritto da Vita et Victoria Visualizza Messaggio
    Ma scusa, io dovrei stare a sentire questo tuo interessante giudizio, formulato tra l'altro sulla base di opinioni provenienti da altre confessioni, fidarmi, e preferirlo ad un millennio abbondante di ININTERROTTA tradizione ecclesiastica occidentale, la stessa che ha prodotto le schiere di Santi che tutti conosciamo?
    No fammi capire. È almeno dalla riforma cluniacense che la Chiesa Romana lotta contro la prassi del concubinato dei sacerdoti, per la prassi della quotidiana Eucarestia etc. Stiamo parlando di un migliaio di anni.
    Dimmi di preciso a quale tradizione fai riferimento, quale precisa dottrina, e spiegami perché dovrei preferire questa alla tradizione romana.
    Altrimenti è un libero interpretare scritture e canoni, e a questo punto - ripeto - andiamo a sinistra, e non ho alcuna voglia di farlo...
    Guarda. Leggiti tutti i concili ecumenici ed i vari sinodi regionali. Poi leggiti la Didaché, le costituzioni apostoliche, la tradizione di Ippolito, il synodicon siriaco, il canone copto dello pseudo atanasio.
    Parliamo di robba che và dal 300 al 1000 più o meno.

    Ad esempio se io ti scrivo che la domenica non devi stare in ginocchio stamo a Nicea. Se ti dico che devi pregare tre padre nostro al giorno, siamo alla didaché, se affermo che un sacerdote non può essere ordinato prima dei 30 anni e non deve sposare che una donna vergine, siamo al synodicon siriaco assieme ai canoni copti ed al concilio di neo-cesarea.
    E via discorrendo.
    Ad esempio nel concilio VII ecumenico si invita la Chiesa a continuare a celebrare sopra un'altare che abbia le sacre reliquie, cosa che non avviene più. et cetera. Se per mille anni fai una stronzata, i problemi sono tutti di chi li fa. Se per mille anni altro non hai fatto che rimaneggiare in peggio la liturgia e la dottrina ed il decoro previsto in Chiesa, non ci si lamenti del Vaticano II che è fedele alla linea

  4. #114
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Citazione Originariamente Scritto da ...II... Visualizza Messaggio
    Guarda. Leggiti tutti i concili ecumenici ed i vari sinodi regionali. Poi leggiti la Didaché, le costituzioni apostoliche, la tradizione di Ippolito, il synodicon siriaco, il canone copto dello pseudo atanasio.
    Parliamo di robba che và dal 300 al 1000 più o meno.
    ...
    Ad esempio nel concilio VII ecumenico si invita la Chiesa a continuare a celebrare sopra un'altare che abbia le sacre reliquie, cosa che non avviene più. et cetera. Se per mille anni fai una stronzata, i problemi sono tutti di chi li fa. Se per mille anni altro non hai fatto che rimaneggiare in peggio la liturgia e la dottrina ed il decoro previsto in Chiesa, non ci si lamenti del Vaticano II che è fedele alla linea
    Io posso leggere tutto quello che vuoi tu, ma se mi vuoi far credere che la Chiesa Romana abbia assunto una posizione eretica mille anni fa, mi devi dire quale è la vera Chiesa cui devo credere e da cui assumere le verità che vai dispensando. Deve essere visibile, e deve essere rimasta fedele alla Rivelazione per tutto questo tempo.
    Se no stiamo a fare discorsi inutili.
    Lo so anch'io che certe scelte storiche hanno creato problemi, e gli ultimi concilii lo mostrano chiaramente.
    Ma già se vuoi farmi andare indietro a prima del Concilio di Trento, devi dirmi dov'è l'Autorità attuale cui tu ti richiami

  5. #115
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Citazione Originariamente Scritto da Vita et Victoria Visualizza Messaggio
    Io posso leggere tutto quello che vuoi tu, ma se mi vuoi far credere che la Chiesa Romana abbia assunto una posizione eretica mille anni fa, mi devi dire quale è la vera Chiesa cui devo credere e da cui assumere le verità che vai dispensando. Deve essere visibile, e deve essere rimasta fedele alla Rivelazione per tutto questo tempo.
    Se no stiamo a fare discorsi inutili.
    Lo so anch'io che certe scelte storiche hanno creato problemi, e gli ultimi concilii lo mostrano chiaramente.
    Ma già se vuoi farmi andare indietro a prima del Concilio di Trento, devi dirmi dov'è l'Autorità attuale cui tu ti richiami
    Io non ti parlo di eresia, io ti parlo di fatti. Quei fatti che i tridentinisti che hanno la bava alla bocca per il CVII non si avvedono fu lo stesso dal basso medioevo in poi con culmine a Trento.
    Tu come me vorresti una risposta che Dio stesso non vuole garantire per scrutare e sondare i cuori, perché noi ragioniamo secondo l'apparenza ed il cancro peggiore, che è la politica.Non che non serva, ma sarebbe davvero un riduzionismo razionalistico.
    Non ti posso suggerire la mia soluzione, soprattutto perché è sempre in fieri.Però i fatti sono davanti ai nostri occhi.
    Io comunque non dico che la Chiesa cattolica occidentale sia eretica. Dico che si contraddice in ottemperanza alla profezia di nostro Signore Giov 21,18 : In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi.
    Io sono cattolico latino occidentale comunque, per via della giurisdizione a cui sono sottoposto. Non mi pare che il papato sia stato sostituito come per gli eretici giacobiti e copti ossia i miafisti.Roma vive nella Chiesa.

  6. #116
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    Il punto è proprio quello da me evidenziato.
    Ed il Nuovo Testamento , in più punti, prevede che si arriverà ad un punto in cui Fede e Dottrina finiranno nel cesso.
    Il problema è che quando una profezia si avvera in maniera così repentina, univoca ed indubbia, vuol dire che l'Autore della stessa evidentemente non era un cazzaro.
    Ed il problema è che il seguito della profezia è ricco di effetti speciali e che in confronto il finale di Lost è una kermesse di Topo Gigio
    Non amo gli apocalitticismi da forum.
    E' una riflessione che nutro da tempo ,e che ho notato più persone indipendentemente tra loro hanno maturato.

    Tra circa una settimana dovrei rientrare in pianta più stabile.

    83|
    Nihil sub sole novi...ci manca la prospettiva storica.

    A partire dall'epoca nefasta del 48, i popoli subivano fatalmente una forte scossa nel sentimento religioso, la quale, pur troppo, andò ognora crescendo in detrimento non che della Società, della Chiesa. La Chiesa in conseguenza, da quel tempo in poi, venne ogni anno sempre più scarseggiando di vocazioni, sia pel santuario, sia pel chiostro. Onde è, che poco per volta, tra pei moltissimi estinti e pei ben pochi aggiunti, non aveva più ministri sufficienti pel culto. Frattanto di fianco alla molta zizzania, cresceva più folta la messe, e, non abbastanza braccia a raccoglierla. Allora le anime di gran cuore e di gran fede, rammentando il mandato divino, pregavano il Padrone della messe, perchè si degnasse mandare operai nella sua vigna. Però queste buone anime, con tutte le loro buone intenzioni, non si avvisavano che il Padrone della messe, tuttochè disposto a spedir operai, tuttochè al bisogno così potente, di cavar, se gli piace, dalle stesse pietre i figli di Abramo; ad ogni modo, di via consueta, anche nel fatto di vocazioni, Egli si aspetta il concorso dell'uomo; viene a dire che altri si dia briga e faccenda, e se ne costituisca fortunato strumento. Quindi queste stesse buone anime, questi cuori eccellenti rimanersi in buon'ora, la più parte con gli occhi al Cielo, ma, con in mano le mani, senza nulla adoperarsi, ma, perdersi in astrazioni sole ed eccellenti progetti.

    Il 1855 lasciava dietro di sè una colluvie di mali che sembravano senza rimedio. Infelici erano le condizioni del Clero in Piemonte. Centinaia di chierici avevano gettato alle ortiche le vesti talari. Le diocesi o erano state private di seminarii, o questi erano quasi deserti. L'irreligione, il mal costume, la falsata educazione, l'odio eccitato dalla stampa contro le autorità ecclesiastiche, i preti pubblicamente vilipesi, taluni di questi gettati in prigione, altri mandati a domicilio coatto, l'abbattimento universale dell'animo de' buoni, una certa diffidenza sparsa nel cuore delle famiglie, la quale ripugnava dal permettere che i loro figli si avviassero per la strada del Santuario, avevano talmente diminuite le vocazioni fra i giovani che nessuno o ben pochi aspiravano alla carriera ecclesiastica. Quando Rua Michele, nel 1852, indossava la veste clericale, i chierici in Torino erano diciassette. Nel tempo del primo suo corso di filosofia due soli frequentavano con lui la scuola del Seminario; nel secondo anno ebbe un solo condiscepolo.
    Per colmo di mali, varie diocesi delle più importanti erano prive del loro Pastore, e altri Vescovi non possedevano i mezzi per provvedere gratuitamente al mantenimento e all'istruzione di un certo numero di giovani, che o potevano essere restii alla chiamata, o che dovevano essere messi alla prova e quindi scelti fra molti.
    D. Bosco però nella sua mirabile prudenza aveva fin dal principio della rivoluzione previsto quale vuoto si sarebbe immancabilmente prodotto nel clero secolare, tanto più che la legge di soppressione dei conventi dava anche un colpo terribile ai sacerdoti religiosi. Provvedere alla penuria di vocazioni sembrava adunque un'impresa umanamente impossibile. Ma egli sentiva in sè avergli Dio affidata la missione di provvedere ai bisogni urgentissimi della sua Chiesa, e non esitò. Abbiamo già visto come da più anni, con improbe fatiche e senza darsi requie, si adoprasse a conservare e promuovere le vocazioni allo stato ecclesiastico. Egli però vedeva la necessità di associare all'opera sua l'azione dei Vescovi e dei parrochi.


    (DIECI ANNI DOPO)

    Riaperti i seminarii, furono tosto popolati da' suoi alunni, che presentandosi ai loro Vescovi potevano affermare con tutta ragione: - Siamo venuti a prestare l'opera, nostra per la salvezza delle anime: è D. Bosco che ci ha mandati. -E i Vescovi li ricevevano con giubilo e gratitudine. Nel 1865 nel Seminario maggiore di Torino su quarantasei chierici, trent'otto avevano compiuti i loro studii di ginnasio in Valdocco. Nel 1873 su centocinquanta, centoventi venivano dall'Oratorio, come verificò D. Giuseppe Bertello. A questo numero altri ed altri si aggiunsero annualmente, e alcuni sono canonici, sei curati in Torino, quaranta e più parrochi nei dintorni, non contando i preti senza cura di anime, e i missionarii andati all'estero. Nel 1870 Mons. Cagliero visitando con Monsignor Ferrè il Seminario di Casale trovò che, di quaranta chierici che là si trovavano, trentotto erano usciti dalla scuola di D. Bosco; e i tre quarti degli attuali sacerdoti di questa diocesi furono allievi de' Collegi Salesiani. In questi furono educati i due terzi dei parrochi della Diocesi d'Asti, come risulta da un computo esatto di D. Cassetta curato di Costigliole d'Asti. Lo stesso si può dire di altre diocesi subalpine. D. Bosco diede anche ogni anno molti chierici alla Diocesi di Milano; e la Liguria conta trecento e più suoi alunni sacerdoti. Anche Roma ne ebbe alcuni insigniti di varii titoli e dignità; e sei Vescovi vissero per anni, essendo fanciulli, ai fianchi di D. Bosco.
    E per tutti questi, la cui vocazione non appariva essere per l'Oratorio, D. Bosco usava le stesse caritatevoli maniere e premure che praticava con quelli che abbracciavano la sua pia Società. Avvicinandosi il tempo nel quale un alunno doveva partire dall'Oratorio per aggregarsi al clero della propria diocesi, ripetutamente lo chiamava a sè per dargli que' consigli che stimava necessarii, perchè potesse riuscire un buon chierico e divenire a suo tempo un buon prete. Specialmente raccomandava loro che conservassero illibata la purezza del cuore, avvertendo che altrimenti andrebbe perduta ogni speranza di felicità e di fruttuoso ministero.


    (....) nel 1883, noi presenti con D. Dalmazzo, abbiamo udito D. Bosco esclamare: - Sono contento! Ho fatto redigere una diligente statistica, e si è trovato che più di 2000 sacerdoti sono usciti dalle case nostre e sono andati a lavorare nelle Diocesi. Siano rese grazie al Signore e alla sua Santissima Madre, che ci hanno fornito abbondanza di ogni mezzo per fare questo bene. Il suo calcolo però non era compiuto. Altri 500 dei suoi giovani si ascrissero al clero prima della sua morte; e poi altri, dei quali egli aveva svolta la vocazione, negli anni seguenti alla sua dipartita da questo mondo, sceglievano per loro porzione il sacro ministero. Aggiungiamo quelli che da tante sue case figliali passarono al Seminario. Non omettiamo i molti che per suo consiglio entrarono a ripopolare le case religiose, e non vi sono Ordini e direi quasi Congregazioni in Italia che non abbiano sacerdoti un giorno figli di D. Bosco. Indirettamente poi non gli si deve negare il merito di aver con varii mezzi accresciuto di nuove forze l'esercito del Cattolicismo. Si può dire che fu dopo il suo esempio, e talvolta per le sue istanze e per la sua cooperazione, che si apersero e si sostennero i piccoli Seminarii. È da lui che non pochi Direttori di questi e dei grandi Seminarii, venuti a consultarlo, impararono il modo di coltivare gli alunni con amorevole e paterna assistenza, colla pietà e specialmente colla frequenza della Comunione, condizione indispensabile per la perseveranza nella vocazione, sicchè ne ebbe grande vantaggio il clero delle rispettive diocesi; essendo un fatto che prima del 1848 nei Seminarii si teneva un sistema molto diverso. Altre prove del nostro asserto riserbiamo pel corso della storia, dalle quali unite a queste noi possiamo dedurre di non essere lungi dal vero coloro i quali asseriscono aver D. Bosco formati seimila sacerdoti.
    Di quanto abbiamo narrato D. Rua Michele fu testimonio e parte, poichè dal 1850 al 1888 stette a fianco di D. Bosco e lo aiutò in tutte le sue imprese. Ma ciò che egli sovra ogni altra cosa in lui ammirò fu la sua fortezza nei contrasti avuti con avversarii potenti, i quali sistematicamente perseguitavano la sua istituzione per farla cadere. Dicevano a D. Dalmazzo Francesco parecchi tra i primi dignitarii dello Stato e fra questi il commendator Morena, Comissario Regio per la liquidazione dell'asse, Ecclesiastico in Roma: - Mentre noi cerchiamo di disfarci dei religiosi ed impedire le vocazioni Ecclesiastiche, D. Bosco con una costanza degna di miglior causa, ci fabbrica i preti a vapore sotto il naso.
    Abbiamo esposto un gran quadro: questo però nel 1856 era solamente abbozzato.



    DONBOSCOLAND.IT - Capitolo 33
    Grandi buchi vengono scavati in segreto, dove i pori della terra dovrebbero bastare, e cose che dovrebbero strisciare hanno appreso a camminare.

  7. #117
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  8. #118
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Dal suddetto articolo, degno di nota questo passaggio:

    Io non sono affetto da sessuocentrismo né sono uno che misura singoli e situazioni attraverso gli schemi sessuocentrici di Sigmund Freud, ma come uomo che mai ha negato d’aver vissuto nella sua vita pregressa anche una dimensione sentimentale e sessuale e d’aver conosciuto il disordine del libertinaggio e la convivenza con donne, non posso eludere l’elemento fondamentale di quella sessualità umana che fu tra l’altro uno dei principali elementi che concorse alla decadenza della società romana. Quando infatti fu perduta la virilità, a mano a mano prese campo e si diffuse l’omosessualismo ai più alti livelli sociali e politici. Infine scesero dal Nord dell’Europa i barbari che erano maschi a tutto tondo e … e per dirla in modo reale e senza pudibondi eufemismi clericali: i barbari giunsero col membro virile eretto e la spada affilata in mano cogliendo di sorpresa i “maschi” romani sprofondati nel baratro dei peggiori frocismi e che truccati da donne erano intenti a darsi alle orge coi giovani nelle alcove … e così i barbari misero in ginocchio ciò che rimaneva del decadente Impero Romano, col loro membro eretto e la loro spada affilata.
    In questo momento sta accadendo a livello ecclesiale la stessa cosa in forma peggiore e con una sostanziale differenza: i barbari si convertirono al Cristianesimo, ed anche grazie a loro la Cristianità fu salva e si diffuse tra le stesse popolazioni barbariche. E da che cosa furono colpiti i barbari? Cosa li spinse alla conversione? Presto detto: la loro conversione è legata a figure straordinarie di vescovi, presbìteri e monaci ai quali i barbari riconobbero tempra virile, coraggio, autorevolezza, quindi autorità. Ebbene immaginiamo i barbari oggi: quali reazioni avrebbero dinanzi a figure di vescovi ibridi e androgini, che a mezza voce parlano ma non parlano, non dicono si e non dicono no, ma soprattutto sempre più circondati da preti sculettanti che parlano con voci in farsetto? Provate a immaginare la reazione dei barbari … chi sarebbe in grado oggi, come nel 452, di fermare Attila detto “il flagello di Dio“, armato solo della propria grande autorevolezza, come lo era il Santo Pontefice Leone Magno? Forse il Cardinale Gianfranco Ravasi che intima al Re degli Unni: «Caro Fratello, non ti arrabbiare, anzi, vieni mio ospite presso il Cortile dei Gentili, che ne parliamo assieme». Forse Attila, dopo una sonora risata gli risponderebbe: «Dolcezza, pensi forse di essere sul set degli studi televisivi di Canale5? Guarda che io sono reale, ma se la cosa non ti è chiara allora sappi che io ammazzo sul serio!».
    Già anni fa parlavo della omosessualizzazione della Chiesa con tutto ciò che ne consegue, tema approfondito in seguito con lo psicologo Roberto Marchesini al quale lamentai un vero e proprio golpe omosessualista in corso [cf. QUI]. Dio solo sa quanto io soffra nel vedere certe cadute nel ridicolo, perché basta partecipare a un incontro del clero in qualsiasi diocesi per rendersi conto di quanto basso sia, se non a volte inesistente, il livello di testosterone che corre tra i presbiteri ed i vescovi, sino a giungere a vere e proprie figure grottesche di preti; o ad assemblee del clero che sembrano dei veri e propri raduni promossi dal Gay Village.
    Magari fossero scatenate delle nuove persecuzioni contro la Chiesa, perché il sangue dei martiri l’ha sempre purificata e rivitalizzata, cosa questa che hanno imparato nel tempo i nostri nemici, il Demonio in testa a tutti che, fatto tesoro della lezione, se ne guarda bene dal farci un buon servizio del genere, ben altro è infatti il suo servizio: servendosi delle peggiori gesta degli uomini di Chiesa ridotti spesso a figure in bilico tra caricaturale e grottesco, sta rovesciando su di noi il ridicolo, neppure il disprezzo, ma il ridicolo.
    Oggi, la Chiesa attaccata dall’interno è stata anzitutto svirilizzata; si sono create potenti cordate di mezzi uomini piazzati nei posti di maggior rilievo, resi deboli dalla loro smidollatezza congenita e gestibili attraverso la loro ricattabilità. E questi mezzi uomini selezionano a loro volta uomini più “mezzi” ancora di loro che siano come tali deboli e ricattabili, quindi intruppabili. Altro che “sangue dei martiri”!
    [...]
    La Chiesa sopravviverà com’è scritto nel deposito della nostra fede, ma questa sopravvivenza non può essere scissa dal chiaro monito: «E quando il figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» [cf. Lc. 18,8]. Il Figlio dell’Uomo potrebbe anche trovare il guscio di una Chiesa totalmente svuotata di fede, con piccoli nuclei reietti e perseguitati al suo interno, che hanno cercato di mantenere integra a smisurato prezzo personale la fede degli Apostoli.
    Siamo in caduta libera irreversibile, in fase di sgretolamento avanzato e con una emorragia di fedeli come mai s’era vista prima in certi continenti. E siccome come cristiano e sacerdote sono chiamato al realismo e non certo all’idealismo di matrice tedesca — posto che Cristo è morto e risorto realisticamente, non idealisticamente — di una cosa propendo a essere certo, anche se in questo caso non è opportuno parlare di “certezze”: tra non molti anni, la Chiesa come per secoli l’abbiamo concepita a livello ecclesiastico non esisterà più [cf. mio precedente articolo, QUI]. La Chiesa sopravviverà e seguiterà a vivere sino alla fine dei tempi, ma diverrà “altro”, perché sono ormai cinquant’anni che la Chiesa di Cristo si sta trasformando in “altro”; e questa non è un’opinione ma un dato di fatto che io accetto, mentre altri no, a partire dai membri del Collegio Episcopale, perché infarciti del meglio del peggio di certi devastanti teologismi novecenteschi di matrice idealista tedesca, che li rende appunto malati di quell’idealismo che li porta a non capire quel realismo tutto quanto basato sulla carne del Risorto che è salito al cielo con impressi sul suo corpo glorioso i segni indelebili della passione.

  9. #119
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    Predefinito Re: Il prete frocio

    Sì, infatti. Ma il problema qui è in realtà ancora maggiore, perché ne va della credibilità proprio della dottrina che viene proclamata.

    Se chiedi ad un prete serio il senso del celibato, ti dice che la vita del sacerdozio è dedicarsi alla Chiesa, cosa che il matrimonio non permette.
    C'è in realtà molto di più (come spiegavo su, l'ascesi nel sercerdozio è oggettivamente un valore, una grazia), ma è una cosa che qualsiasi ragazzo che abbia avuto una fidanzata gelosa può capire.

    Su sacerdozio femminile, si replica con l'argomento di Cristo e degli apostoli.
    Ma giusto ieri un mio amico mi ha raccontato di una collega tedesca che studia teologia e che da cattolica si è fatta protestante perché "lì è più facile fare carriera all'interno della Chiesa per una donna".
    E che le controbatti? Se non vai di dottrina nel merito, e non credi davvero che ci siano differenze vere tra le confessioni, come fai a dirle che quello che sta facendo è grave?

    Quando poi si va sull'omosessualità, c'è poco da argomentare: ci sono le Scritture rivelate, e solo a prezzo di salti mortali interpretativi si può bypassare la condanna patente che ne traspare.
    Ma se trovi sacerdoti che ti dicono che su questo la Chiesa deve dialogare e non condannare, come si fa a far prendere sul serio la Transustanziazione o l'Immacolata Concezione?

    Se il problema è la mancanza di Fede nella correttezza della propria dottrina, è chiaro che il problema viene dall'interno...

 

 
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