Si parla spesso delle statistiche che mostrano l'ateismo sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani, ma analizzando me stesso (in parte mi ci metto dentro anch'io in questo discorso) mi rendo conto che forse non è così, non siamo atei, tutt'al più qualcheduno particolarmente scettico è agnostico, ma sono le nostre vite preconfezionate, pianificate a far si che neanche ci poniamo la domanda. Dio non ci serve perchè abbiamo l'illusione di avere tutto, lavoriamo in parecchi nel terziario niente di duro, rischioso e faticoso, abbiamo ogni sorta di sicurezza ed assicurazione. In realtà chi s'illude sul presunto essere punta di diamante dell'umanità dell'occidente è un illuso, siamo poco più che animali che vivono sul momento non avendo bisogno di preoccuparsi di nulla, tanto meno del futuro, la morte pare una realtà lontana, geograficamente e temporalmente. Una forma immatura, o per meglio dire drogata di benessere dell'umanità che dimentica del passato e del futuro vive brevi istanti in cui si illude di essere immortale ed onnipotente (di qui probabilmente l'illusione di potere tutto pervertire).
Ma di fronte alle crisi che stanno colpendo il mondo ed attualmente anche l'Europa non credete che possa esservi un ritorno alla fede? Le tragedie del mondo potrebbero essere una punizione divina, un memento mortis con cui Dio vuole umiliarci e ricordarci che siamo solo uomini che abbiamo bisogno di Lui. Forse dobbiamo vedere questo momento come una prova-punizione.
Ammetto di parlare comunque nel pieno della confusione esistenziale di un ventenne del 2015, pieno d'incertezze insomma.