Aggiungo: mi sono chiesto dove sono in Italia i padiglioni dei precedenti expo perché io non ne ho mai sentito parlare, scopro che il padiglione italiano di Shanghai è rimasto in Cina, neanche l'hanno comprato, è stato donato dal governo italiano..così come quello di altri stati.. allora perché qui a Milano non si può fare la stessa cosa?? Magari non tutti ma almeno Giappone, Germania, Francia, Angola, Kazakhistan..perchè spendere milioni di euro per smontare tutto (e poi rimontare)? Qui la fonte:http://www.oics.it/index.php/tutte-le-news/2034-italia-cina-riapre-padiglione-italiano-a-expo-shangai
è una questione etica su dai il tema della prossima expo è giusto che sia: incanalare le forme del dissenso
non pensate che sia un tema astratto e che le cibarie saranno abolite: le cibarie e i concetti astratti hanno sempre funzionato bene insieme
ma questo è cibo diverso: è cibaria, nel senso di cibo in aria, che produce (e annulla il non senso, che poi null'altro è che ciò che non si fa). Realizza il nobile scopo di chi pensa a tutti, di chi si eleva (all'opposto del prete scaltrito, quindi, che bandisce in privato, perchè l'ha provata, la mensa che imbandisce).
Ci spiegano che il tema è nutrire il pianeta, che si deve aprire la strada alla biodiversità, in un percorso di incentivazione alla riflessione e all'attivazione (da parte del privato cittadino, naturalmente, e grazie alle "aziende intelligenti") di comportamenti sostenibili e solidali miranti alla conservazione e alla diversificazione delle culture identitarie patrimonio permanente dell'Umanità (dimmi se non sembra il sermone effettivamente pronunciato anni prima e riportato pari pari da Sterne dentro il Tristram Shandy; più spassoso, a intenderne la sacrale tristezza, del passo riportante una vera scomunica).
Quel tanto che ci arriva dalle rassegne guidate (nel senso che non puoi uscire dal cordoncino indicante il sentiero) e dalle performance di design e proposte visuali dentro industrie conserviere deserte e stalle di veri contadini d'antan promosse da enti e Regioni, con materiali innovativi mischiate a vere budella di vitello insufflate e musei intitolati a benefattori (in cui comunque a pagare sono i non benefattori) in suggestive location nella tua terra amatìa.
Un'opera simbolica, gigantesca, rappresentativa, che deve colpire per quelle vie emozionali rispetto a cui il tema principale (in questo caso, nutrire il pianeta) sta come il piacere del mangiare rispetto a quello di vedere il mangiare (che indubbiamente è un piacere e di qualche utilità, quasi come il mangiare, anche se gli organizzatori e il governo, e non solo, che ci sta dietro, ci vogliono convincere che il vedere mangiare è un piacere esattamente uguale e ricopre, per intensità e qualità psico-organolettiche, quelle funzioni di conoscenza e di utilità identiche al mangiare).
Per politici, architetti progettisti, giornalisti e allermologi del bene prossimo futuro, questi schermi e queste informazioni, questi percorsi, questi edifici visuali e sensoriali che corredano il cibo siffatto sono tali da avere la stessa importanza per noi e da riscuotere lo stesso interesse che se ci vedessimo una persona cara, di persona, accanto a noi, che mangia. A questo sono arrivati anni e anni di "cultura " dei simboli della nostra grandezza morale e di immagine che produce grandezza vera e smuove delle risorse materiali e non ne toglie a nessuno. E pazienza di fronte a tutti questi vantaggi di un futuro grande e indefinito, di fronte a questi buoni propositi e ai risultati della consapevolezza e della valorizzazione che non tarderanno a venire, siamo disposti a chiudere un occhio su tutti questi aerei che ogni giorno e per 6 mesi devono portare il cibo da ogni parte del globo ai turisti.
Ora dimmi tu se tutto questo non è astratto, la quintessenza del principio che cala dall'alto e che si fa corpo. Astratto ma potentemente concreto. Ma ancora questo è niente rispetto all'astratto-concreto prossimo futuro di riuscire là dove nessuno è mai giunto prima: convincere quei pochi dissenzienti. Sempre più Ablyazov e sempre meno Sacharov.
Ultima modifica di pietro lo iacono; 12-10-15 alle 14:02
Ci sono dei precedenti ?
ci vado tra una decina di giorni, se chiude dopo ci sarà meno folla, un mesetto in piu' o magari la chiusura al 31 dicembre non sarebbe male