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  1. #11
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Russia: Coldiretti, con sanzioni Putin e’ boom Made in Italy tarocco
    10/06/2015

    Le sanzioni che hanno portato allo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia hanno provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, con la produzioni casearia russa di formaggio che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato un sorprendente aumento del 30 per cento e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o grana padano. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti divulgato in occasione della visita del presidente Vladimir Putin in Italia in concomitanza dell’annuncio del capo dell'amministrazione presidenziale, Serghei Ivanov, che la Russia non ha intenzione di revocare l'embargo sull'import alimentare dai Paesi che hanno varato sanzioni economiche nei suo confronti. Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata pero’ solo l’industria russa ma – sottolinea la Coldiretti - anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le produzioni e le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin. In Russia - precisa la Coldiretti - è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine Brasiliana o Argentina. Il rischio è che una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno separate e l’embargo eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano ed i consumatori russi ingannati potrebbero non volere piu’ il Made in Italy sulle loro tavole. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza pero’ che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu. Secondo l’analisi ella Coldiretti si tratta di danni indiretti destinati a durare nel tempo che moltiplicano le perdite già subite dall’agroalimentare italiano che ha visto praticamente dimezzare le esportazioni in Russia (-53,8 per cento) nel primo bimestre del 2015 dopo che l’embargo iniziato il 6 agosto del 2014 aveva già comportato un calo delle spedizioni di circa 100 milioni di euro. L’impossibilità di esportare sul mercato russo frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha peraltro provocato una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori.

    Russia: Coldiretti, con sanzioni Putin e? boom Made in Italy tarocco - Coldiretti
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  2. #12
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    [24/08/2012] News
    «Italia non autosufficiente dal punto di vista alimentare, persi 2 milioni di ettari di suolo»

    Mario Catania: «Contro la speculazione necessario raccordare politiche agricole mondiali»

    In dieci anni un'area di suolo pari a tutta l'estensione del Veneto (2 milioni di ettari) ha abbandonato l'Italia, inghiottita dal cemento. L'allarme lanciato da Cia (Confederazione italiana agricoltori) spiana la strada alla bozza del ddl contro il consumo di suolo agricolo presentata oggi dal ministro alle Politiche agricole, Mario Catania, nel corso del Consiglio dei ministri.
    «Una proposta che incontra il nostro appoggio e il nostro sostegno, andando nella direzione da noi auspicata da anni - affermano dalla Cia - Dall'estensione della superficie coltivata dipende direttamente l'autosufficienza alimentare del nostro Paese, che ad arriva a coprire il fabbisogno di cibo di tre cittadini su quattro. E se si va avanti a questo ritmo la sottrazione di terreni agricoli rischia di aumentare considerevolmente la nostra dipendenza dall'estero. Dovendo ricorrere ulteriormente alle importazioni per coprire il deficit produttivo. Da una parte cresce la domanda di cibo e dall'altra diminuiscono le terre coltivate. Una contraddizione che va affrontata sia a livello nazionale che a livello globale, dove Fao e Ocse stimano che per sfamare i 9 miliardi di persone che saremo nel 2050 bisognerà aumentare la produzione agricola del 60 per cento in 40 anni».
    Continuando di questo passo, entro il 2030 spariranno 70 ettari al giorno di suolo agricolo, quando «perdere suolo agricolo vuol dire aumentare la nostra dipendenza dall'estero sul fronte alimentare, oltre che mettere a rischio un patrimonio paesaggistico rurale che vale 10 miliardi di euro l'anno». Un percorso del tutto insostenibile.
    Lo stesso ministro Catania, in un'intervista sulle pagine del Manifesto di oggi, afferma che «a livello nazionale dobbiamo affrontare una serie di questioni: il consumo del suolo, appunto, e poi il problema dell'acqua. Due punti su cui bi­sogna voltare pagina; devono far parte di un nuovo modello di sviluppo perché negli ultimi 50-60 anni abbiamo inseguito una sviluppo in­controllato e non programmato di attività indu­striali e di edilizia. Crescita vuoi dire anche tute­la del made in Italy e funzionamento della filiera agricola in modo da assicurare reddito agli agri­coltori. L'agroalimentare può dare un grosso contributo alla crescita. Sia chiaro, non sto teo­rizzando il ritorno alla civiltà rurale, sarebbe ridi­colo, ma un modello più armonico che premi la qualità dei prodotti, in sintonia con l'ambiente, la qualità della vita e del lavoro.
    È inconcepibile, infatti, che da esportatori di grano, oggi in Italia l'approvvigionamento di grano tenero rimanga largamente al di sotto del 50% mentre per il gra­no duro siamo al 70-80%. Non siamo autosuffi­cienti nemmeno nell' olio di oliva, fermo aI 75-80% dell'approvvigionamento. Rimaniamo in eccedenza solo con vino, riso e ortofrutta. Per­ché da troppo tempo non abbiamo una vera po­litica agricola. E se viviamo bene è solo perché siamo in un periodo storico di pace, in occiden­te. Ma non dobbiamo farci illusioni: la doman­da mondiale crescerà più dell'offerta».
    Proprio in quanto problema globale (e di primissima importanza) quello della gestione delle risorse alimentari merita un'azione coordinata a livello planetario. Lo esige la necessità di sottrarre tali commodities dai movimenti speculatori di una finanza rapace e attiva sui mercati internazionali. «Le transazioni sulle commodities agricole - continua Catania nell'intervista - sono decine di volte superiori al valore delle transazioni reali. Per fermare la cosiddetta volatilità dei prezzi, dovuta anche all' effetto della specula­zione, bisogna regolamentare il mercato dei deri­vati che amplifica le tendenze e quindi dilata gli andamenti reali. E l'unico modo per farlo è rac­cordare le politiche agricole mondiali. L'anno scorso, al G20 di Parigi, come capo dipartimento del ministero, ci ho provato in accordo con i fran­cesi. Ma c'è una cultura predominante che si ri­fiuta di mettere le mani sui mercati finanziari». Una cultura da smantellare, magari partendo proprio dal territorio più sensibile, quello riguardante le commodities alimentari.


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  3. #13
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Purtroppo anche se non esistessero i tarocchi dei nostri prodotti, non potremmo comunque coprire la medesima fetta di mercato neanche aumentando la produzione, i prodotti originali hanno un costo alto che in pochi si possono permettere.

  4. #14
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Citazione Originariamente Scritto da Anna84 Visualizza Messaggio
    Purtroppo anche se non esistessero i tarocchi dei nostri prodotti, non potremmo comunque coprire la medesima fetta di mercato neanche aumentando la produzione, i prodotti originali hanno un costo alto che in pochi si possono permettere.
    Se si riuscisse a recuperare la metà o anche solo un terzo di quei 60 miliardi sarebbe già un buon risultato
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  5. #15
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Devo ancora leggere gli articoli. Sia però chiara una cosa: prima che al made in italy noi pensiamo ai lavoratori.

  6. #16
    Uomo tropicale
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Devo ancora leggere gli articoli. Sia però chiara una cosa: prima che al made in italy noi pensiamo ai lavoratori.
    Certo, ma i lavoratori li tuteli combattendo i falsari e aumentando la produzione, perché così puoi creare più lavoro - i cui profitti vanno distribuiti in maniera il più possibile equa - e aumentare le entrate dello Stato, che poi possono essere usate per rafforzare lo stato sociale.
    Ultima modifica di LupoSciolto°; 10-10-15 alle 20:18
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  7. #17
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Mocamb Visualizza Messaggio
    Certo, ma i lavoratori li tuteli combattendo i falsari e aumentando la produzione, perché così puoi creare più lavoro - i cui profitti vanno distribuiti in maniera il più possibile equa - e aumentare le entrate dello Stato, che poi possono essere usate per rafforzare lo stato sociale.
    Non ti sto contestando. Non vorrei, in ogni caso, che si arrivasse a parlare di un "capitalismo buono" (quello nazionale) e di un capitalismo cattivo (americano, cinese ecc...). Il capitalismo va condannato in ogni caso. Posso lavorare per Bennetton, ma se questo mi sfrutta diventa un nemico a prescindere dal fatto che sia o no mio compatriota.

    Ripeto questo per due ragioni 1) Non ho MAI sostenuto, a differenza di quanto certi infami scrivono, l'unione tra masse sfruttate ed imprenditori in nome della "nazione" 2) Non credo che sia in linea con quello che è CeC il protezionismo della destra più o meno estrema.

  8. #18
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Non ti sto contestando. Non vorrei, in ogni caso, che si arrivasse a parlare di un "capitalismo buono" (quello nazionale) e di un capitalismo cattivo (americano, cinese ecc...). Il capitalismo va condannato in ogni caso. Posso lavorare per Bennetton, ma se questo mi sfrutta diventa un nemico a prescindere dal fatto che sia o no mio compatriota.

    Ripeto questo per due ragioni 1) Non ho MAI sostenuto, a differenza di quanto certi infami scrivono, l'unione tra masse sfruttate ed imprenditori in nome della "nazione" 2) Non vorrei che si arrivi a giustificare il protezionismo della destra più o meno estrema.
    Nessuna volontà di difendere i grandi capitalisti, per carità. Ma penso bisogna distinguere fra loro e i piccoli produttori, che poi sono la maggioranza. Questi a differenza di quelli vengono tutelati poco e nulla dallo Stato, pur essendo il vero motore economico del Paese. La mia visione in generale è che le grosse imprese strategiche devono essere in controllo dello Stato ma che negli altri settori si possa dare liberta' pur con le dovute cautele. Poi riguardo al protezionismo, mi pare che il regime di libero scambio attuale non sia migliore per i lavoratori. Cioè se un imprenditore delocalizza da qualche parte non ci vedo cosa giovi al lavoratore italiano. Di fatto il regime attuale va a svantaggio delle masse sfruttate mentre gl'imprenditori, specie quelli più grossi, ci guadagnano.
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  9. #19
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Mocamb Visualizza Messaggio
    Nessuna volontà di difendere i grandi capitalisti, per carità. Ma penso bisogna distinguere fra loro e i piccoli produttori, che poi sono la maggioranza. Questi a differenza di quelli vengono tutelati poco e nulla dallo Stato, pur essendo il vero motore economico del Paese. La mia visione in generale è che le grosse imprese strategiche devono essere in controllo dello Stato ma che negli altri settori si possa dare liberta' pur con le dovute cautele. Poi riguardo al protezionismo, mi pare che il regime di libero scambio attuale non sia migliore per i lavoratori. Cioè se un imprenditore delocalizza da qualche parte non ci vedo cosa giovi al lavoratore italiano. Di fatto il regime attuale va a svantaggio delle masse sfruttate mentre gl'imprenditori, specie quelli più grossi, ci guadagnano.
    Ripeto: non voglio contestare la tua buona fede. Preferisco, però, pensare in primis ai lavoratori sfruttati piuttosto che al "made in Italy".

    Per quanto concerne le delocalizzazioni, invece, ci vorrebbe la galera per gli imprenditori che spostano la produzione dal nostro paese ad un altro.

  10. #20
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    Predefinito Re: Difendere e rafforzare le produzioni italiane!

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Ripeto: non voglio contestare la tua buona fede. Preferisco, però, pensare in primis ai lavoratori sfruttati piuttosto che al "made in Italy".
    Si' tranquillo, non voglio polemizzare. Il punto è che per pensare ai lavoratori bisogna prima fare in modo che abbiano un lavoro. Le maggiori risorse che abbiamo in Italia sono i prodotti agricoli e manifatturieri. I falsari sottraggono sbocchi alla nostra produzione (che comunque va incrementata, a scapito di attività meno utili), togliendo così lavoro ai lavoratori italiani e introiti allo Stato. Poi è chiaro che i lavoratori vanno tutelati e che i profitti vanno distribuiti in maniera equa.

    Per quanto concerne le delocalizzazioni, invece, ci vorrebbe la galera per gli imprenditori che spostano la produzione dal nostro paese ad un altro.
    D'accordo. Qual'e' la tua posizione alternativa al protezionismo e al libero scambio?
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