Il segreto della supremazia russa nella guerra elettronica in Siria
ottobre 12, 2015
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Valentin Vasilescu,
Ziaruldegarda –
Reseau International, 12 ottobre 2015
La Russia sapeva fin dall’inizio che i sistemi di sorveglianza aerospaziali della NATO possono controllare le attività aeree russe in Siria. Grazie agli aerei da ricognizione statunitensi RC-135, agli aerei inglesi Sentinel R1, ai velivoli AWACS e ai droni da ricognizione Predator schierati ai confini della Siria, è possibile intercettare il traffico radio russo, numero e tipo di aeromobili, rotte, armi usate, obiettivi dei ribelli e loro posizione. Tanto più che la maggior parte dei gruppi ribelli in Siria sono armati e sostenuti dagli Stati Uniti e possono essere avvertiti su ogni operazione. I media hanno ampiamente presentato i bombardieri russi che operano in Siria, le armi in dotazione usate negli attacchi aerei ed i risultati di tali attacchi. L'”arma segreta” più sofisticata con cui i russi impongono la supremazia nella guerra elettronica (EW –
Electronic Warfare), resta avvolta nel mistero, come anche il formidabile sistema russo di raccolta ed elaborazione delle informazioni. Entrambi fanno parte del complesso automatico C4I (comando, controllo, comunicazioni, computer, informazioni ed interoperabilità) che i russi hanno creato in Siria, permettendogli l’identificazione degli obiettivi dei bombardamenti e loro assegnazione ai diversi aerei, evitando che la NATO scopra qualcosa del modus operandi dei russi. In assenza di un minimo di informazioni, la NATO non può scatenare efficaci contromisure elettroniche (ECM) contro i russi in Siria. I mezzi della guerra elettronica terrestre, navale e aerea che la Russia ha dispiegato nel teatro operativo in Siria per monitorare l’intero spettro elettromagnetico, individuano i trasmettitori nemici e li confondono. La guerra elettronica s’estende oggi al disturbo di comunicazioni e sorveglianza radar ed elettro-ottica. Le strutture moderne per generare contromisure nello spettro visibile, infrarossi o laser impiegano sistemi di sorveglianza elettro-ottici (IMINT) aerospaziali per contrastare i russi nell’annientamento dello SIIL. Per proteggersi dai mezzi di sorveglianza della NATO, i russi dispiegano in Siria diversi
Krasukha-4. I velivoli russi Su-24, Su-25 e Su-34 sono dotati di gondole di disturbo SAP-518/SPS-171 e gli elicotteri Mi-8AMTSh del
Richag-AV. A ciò si aggiunge la nave Prjazove (della classe Vishnja), della Flotta del Mar Nero russa e schierata nel Mar Mediterraneo, al largo delle coste siriane. La nave è specializzata nel disturbo e raccolta delle informazioni SIGINT e COMINT (intercettazione di tutte le reti di telecomunicazione).
Il
Krasukha-4 è un’apparecchiatura a banda larga mobile, montata su telaio 8×8 BAZ-6910-022, che disturba i radar di sorveglianza dei satelliti militari, i radar terrestri, degli aerei AWACS e montati sui velivoli senza pilota (
droni). Il
Krasukha-4 è l’unico sistema in grado di disturbare i satelliti-spia statunitensi della serie
Lacrosse/Onyx. Tali satelliti volano su orbita bassa e sono dotati di SAR (
Synthetic Aperture Radar) permettendogli di penetrare nubi, terreno o edifici con una risoluzione di 20 cm. Quali sono le conseguenze delle misure da guerra radioelettronica prese dai russi in Siria? Le apparecchiature
Krasukha-4 poste sulla base aerea russa di Humaymim (Governatorato di Lataqia) creano uno scudo invisibile agli oggetti aerei e terrestri per un raggio di 300 km. Il
Krasukha-4 è in grado di “accecare” i radar di ricerca e puntamento dei missili antiaerei MIM-104
Patriot al confine con la Turchia, e anche i radar degli aerei da caccia turchi F-16C sulla base di Incirlik, contribuendo a creare una “
no fly zone” sulla Siria. La base aerea di Incirlik si trova vicino la città di Adana, 140 km a nord di Lataqia. Sotto la protezione del
Krasukha-4 e di altri sistemi jamming, decine di aerei russi non furono rilevati dalla NATO, quando sorvolarono e atterrarono in Siria, che pochi giorni dopo l’arrivo sulla base aerea di Humaymim. Grazie alle misure da guerra elettroniche applicate dai russi, i ribelli islamici “moderati”, dal 2013 informati dagli Stati Uniti sui movimenti dell’Esercito siriano, non ricevevano più dati sul segreto concentramento di truppe siriane sull’asse Idlib-Lataqia (a nord di Lataqia), Hama-Lataqia (est di Lataqia) e Lataqia-Homs. Ciò ha consentito all’esercito siriano, appoggiato dai cacciabombardieri russi, di avviare l’offensiva con i blindati contro i ribelli per riprendere il controllo del segmento Idlib-Hama-Homs dell’autostrada M5 che collega Damasco ad Aleppo.
Ricordiamo che in Siria l’esercito russo ha creato un sistema di sorveglianza avanzato in cui raccolta ed elaborazione delle informazioni avviene su più livelli. Il primo livello è progettato per le unità di sicurezza informatica negli acquartieramenti delle truppe russe in Siria (aeroporto di Lataqia e porto di Tartus), assicurato da 4-6 minivelivoli e minielicotteri senza pilota (UAV) del tipo ZALA, leggero e silenzioso, propulso da un motore elettrico e con un raggio di 30 km. Per rilevare gli obiettivi per le missioni di bombardamento a media raggio, i russi usano 36 aerei senza pilota Jakovlev
Pchela-1T e
Orlan-10, e per il monitoraggio del territorio siriano usano droni da ricognizione
Dozor 600 o
Altjus, simile all’MQ-1B
Predator degli USA. Per il monitoraggio del territorio siriano, i russi schierano anche aerei da ricognizione ELINT Il-20M1 dotati del radar
Kvalat-2, in grado di rilevare aeromobili, veicoli terrestri e artiglieria ad una distanza di 300 km. L’Il-20M1 è inoltre dotato di un sistema di intercettazione e disturbo delle comunicazioni militari, dei radar e della telefonia mobile, così come di una telecamera ad alta risoluzione (A-87P).
Traduzione di Alessandro Lattanzio –
SitoAurora