tu sei ancora fuori! capitalista pieno di soldi infame!
ah, rosica rosica
L’immigrazione è fenomeno padronale. Chi critica il capitalismo approvando l’immigrazione, di cui la classe operaia è la 1a vittima, farebbe meglio a tacere. Chi critica l’immigrazione restando muto sul capitale, dovrebbe fare altrettanto. De Benoist
La lettura delle statistiche non può essere confrontata con quelle del 1860.
All'inizio dell'800 la "giustizia" colpiva soprattutto i reati contro il patrimonio (non solo in Italia). E la pena consisteva nel ghettizzare il reo.
Quindi i carcerati erano soprattutto dei morti di fame, che cercavano di sopravvivere: e quando erano scarcerati, tornavano necessariamente a delinquere.
Oggi non è più così: i 27mila e passa carcerati sono dentro perché recidivi. Il nostro sistema attuale non prevede la carcerazione per la maggior parte dei reati.
Quindi solo i reati veramente gravi ti portano in carcere. Se sei condannato ad una pena non alta (oggi credo tre anni) puoi chiedere una pena alternativa, che viene sempre concessa (giustamente, aggiungo io).
Ma se hai una precedente condanna, non solo ti viene negata, ma ad essa si cumula quella precedente, se abbuonata. Ecco chi è che compone la gran parte dei carcerati.
Il dott. Scarpinato lamenta esserci pochi detenuti per reati di concussione. Io potrei lamentarmi dei pochissimi scippatori in galera. E così via: ciascun col proprio cuor l'altrui misura, diceva la Mamma.
La sua critica colpisce i Giudici. Oppure la Legge?
Io avrei apprezzato un raffronto fra i processi aperti per omicidio, quelli conclusi con condanna, e l'entità della condanna.
La stessa cosa per i processi per concussione.
Quanti sono stati? Quante condanne? Quali pene?
Non lo so, e non ne ho neanche l'idea. Ma la lunga conferenza del dott. Scarpinato non ha colmato le mie lacune.
Il compagno Josef (si chiama come me!!) ha ragione: anche Totò Riina è in carcere!
Che problemi hai?Prendi un argomento alla lettera perchè non vuoi entrare nel merito della questione?
L'attuale composizione sociale della popolazione carceraria è per molti versi analoga a quella dell'Italia del 1860. Oggi come ieri in carcere a espiare la pena finiscono soprattutto esponenti dei ceti popolari e coloro che occupano i gradini più bassi della piramide sociale, oltre che gli esponenti della criminalità organizzata. La quota di colletti bianchi in espiazione di pena è statisticamente irrilevante
Credo che all'epoca gli omicidi fossero un tantinino maggiori di oggi. Che dici?
Embè?Se sei povero, nasci e cresci in un quartiere di merda per forza di cose sarai recidivo...
Vabbè, tutto questo bla bla bla per non ammettere che in una società classista sono soprattutto i poveri ad andare in galera.
ANCHE LUI E' POVERO!
Hai sorpassato un dato: sono i poveri che delinquono: e poi finiscono in galera.
La società classista interviene nella prima fase: la commissione del reato.
Il nostro codice, nonostante lo sfoltimento di questi sessant'anni, è classista in questo senso: si dilunga sul furto, per cui prevede solo aggravanti (violenza sulla cosa, e se non fai violenza, furto con destrezza; e se neanche questa hai, furto di cosa affidata alla pubblica fede ...). Sorvola sull'omicidio, per cui prevede molte attenuanti (dalla provocazione alla alterazione soggettiva).
E' in questo senso classista: i reati dei miserabili sono più cupi degli altri.
L'ubriachezza molesta, ad esempio. Il bracciante che dopo sei giorni di dodici ore di mietitura affogava nel vino la sua fatica era considerato un sovversivo. Anche se l'umico rischio concreto era che, tornando a casa, si prendesse in faccia l'angolo di una casa.
Oggi l'ubriachezza è tornata di moda, ma il rischio è che, alla guida dell'auto, falci qualche persona. Ma nel frattempo il reato era addomesticato.
Se una società è classista lo si deve giudicare dall'inquadramento dei reati.
Se persegui certi reati, è logico che vi siano maggiori condannati.
Credo che gli ospiti di Poggioreale provengano di più dai Quartieri spagnoli che non dal Vomero.
un ricco ha di meglio da fare che delinquere quotidianamente
"Stupratori della lingua e dell'immaginario collettivo" (Felipe su Calvino, Brecht e Moravia)
"Scribacchini di regime." (su Nazim Hikmet e Pablo Neruda)
"Raccapricciante. Comunismo sanguinario allo stato puro." (su "Valore" di Erri De Luca)
Non se sarei così sicuro, negli anni 80 erano di attualità i crimini commessi dalla Roma Bene: stupri, omicidi, furti, vandalismo commessi da ragazzi troppo ricchi e troppo annoiati. Poi molti serial killer della storia erano ricchissimi.
Certo non rubano per fame, ma è lì che il ladro povero ha l'attenuante.
Già il fatto che si parli di reati della Roma Bene fa capire che per qualcuno è il tuo status socio economico a determinare se si una brava persona non se cerchi di dare un contributo positivo alla società... Puoi rimanere un bravo ragazzo ed essere uno stupratore per certa gente perché bravo lo sei nato.