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    Predefinito I soliti " così detti umani " bastardi

    Salvato cucciolo di orango “mummificato” in una scatola


    Salvato cucciolo di orango ?mummificato? in una scatola | | Il Secolo XIX




    Video: il salvataggio del cucciolo di orango
    Lo hanno trovato come se fosse stato mummificato. Chiuso in una scatola con le braccia e gambe rannicchiate, quasi come se in quell’abbraccio volesse trovare conforto per l’incubo che stava vivendo. Così Gito, un cucciolo di orango di cinque mesi, è stato trovato dagli operatori dell’International Animal Rescue (Iar).
    «E’ uno dei casi più choccanti di crudeltà sugli animali e di abbandono che abbiamo mai visto - spiegano dall’associazione -, anche per quelli di noi che hanno già visto molte situazioni».
    Rimasto orfano per mano di un bracconiere che aveva ucciso sua madre, il piccolo era tenuto come animale domestico dal capo di un villaggio nel Borneo dopo averlo acquistato per 30 dollari. Quando lo Iar lo ha trovato, era stato messo in una scatola di cartone e lasciato al sole per morire. Era stato nutrito solo latte condensato, e la scatola ricoperta della sua urina.
    «Era sdraiato come morto con le braccia incrociate sul petto, e questo, insieme a una mancanza di capelli e pelle grigia, lo faceva apparire quasi mummificato come se fosse in una bara» ha detto lo Iar che lo ha subito preso e portato in moto in un lungo viaggio, nove ore, verso la clinica.
    Per fortuna Gito è sopravvissuto anche a questo. I veterinari che lo hanno visitato gli hanno riscontrato la scabbia e gli sono state subito applicate flebo. Un video mostra soprattutto i danni agli arti che il piccolo orango ha subito: appena gli operatori provavano a muovergli braccia o gambe, il piccolo emetteva versi di dolore, così come non era in grado di reggersi in piedi.
    La storia di Gito è tragicamente simile a quella di Budi, un giovane orango che è stato salvato all’inizio di quest’anno dalla vita in una gabbia di pollo. Quando è stato trovato, Budi era fortemente denutrito e i suoi arti erano storti e gonfi.
    «Il nostro team ha visto un significativo aumento del numero dei cuccioli di orango tenuti come animali domestici - ha detto Alan Knight, amministratore delegato di Iar -. Questo è il risultato degli incendi boschivi che devastano l’Indonesia, lasciando gli oranghi selvatici senza cibo e riparo. Per evitare di essere bruciati vivi, scappano e spesso vengono uccisi o catturati».
    Purtroppo, il tragico mercato dei cuccioli di orango continuerà fino a quando il loro habitat continuerà a essere distrutto: gli oranghi hanno perso fino all’80 per cento della loro popolazione nel secolo scorso, con il tasso di mortalità che è aumentato notevolmente negli ultimi anni.
    Ma per ora Gito è al sicuro, e si spera possa ripercorre gli stessi passi di Budi che poco per volta sta tornando a essere un animale con una dignità e salute che merita.


    Salvato cucciolo di orango ?mummificato? in una scatola | | Il Secolo XIX

  2. #2
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    Predefinito Re: I soliti " così detti umani " bastardi

    complimenti brutta troia ennesima dimostrazione di quanto facciano schifo i "cosiddetti " umani


    Cane liberato dopo 10 anni da una gabbia-prigione

    Valvasone, morto il suo padrone, è stato messo in un recinto e dimenticato. Salvato da una persona di buon cuore che ora cerca una famiglia cui affidarlo
    di Chiara Benotti
    VALVASONE. «Sepolto vivo per 10 anni». Buc è un pastore tedesco che in dieci anni non ha mai ricevuto una carezza: li ha passati in un recinto-lager con un’unica apertura dall’alto. Era un cucciolo, quando è finito in quel maledetto recinto di due metri quadri. «E’ un bravo cane, Buc: ha vissuto un inferno nella sua prigione dopo la morte del padrone, a San Giovanni di Casarsa». Lo dice Tony Duz, che lo ha tirato fuori dalla gabbia-prigione un mese fa dopo le segnalazioni di alcuni vicini. Buc è stato accolto da Tony, a Valvasone, e cerca una famiglia: quella che non ha mai avuto e che potrebbe dargli tutto l’amore che sognava da cucciolo, quando fiducioso si accoccolava vicino al padrone.
    «Quando è venuto a mancare, la figlia del suo ex padrone ha infilato il cane in quella maledetta prigione – hanno testimoniato due animaliste che vogliono dare un futuro a Buc –. Tony lo ha prelevato con un laccio dalla gabbia di San Giovanni di Casarsa a seguito di una segnalazione arrivata, purtroppo, in ritardo di 10 anni. Viveva in mezzo ai rifiuti, ai suoi escrementi, sempre solo. Ogni tanto la figlia del suo padrone deceduto gli buttava dall’alto della gabbia del cibo. E’ stato un inferno».
    Accertato lo stato di maltrattamento e sofferenza in cui Buc giaceva, la multa è stata comminata all’erede dell’ex padrone di Buc: 120 euro. «Una vergogna – dicono gli animalisti di Valvasone e Sacile che hanno nel cuore la sofferenza di Buc e non accettano la crudeltà sugli indifesi –. Il pastore tedesco è stato sepolto vivo all’età di un anno e mezzo in un recinto di 2 metri quadrati e senza neanche un cancello per l’accesso. Veniva alimentato saltuariamente da sopra, il cibo gli veniva buttato in mezzo alle sue stesse feci. Quella gabbia non è mai stata pulita per 10 lunghissimi anni».
    Le mosche e i parassiti gli anno divorato pelle e parte delle orecchie. Buc guarda con dolcezza Tony, le animaliste che lo hanno salvato, pulito, sverminato: le carezze e i baci sono una sorpresa. «Il degrado e l’abbandono sono stati una costante terribile nella sua vita – Tony ha in stallo Buc, ma vorrebbe darlo in adozione a una famiglia generosa –. Ha un cuore grande, questo cane che ha tanto sofferto la solitudine, i malanni e il silenzio assordante dell’indifferenza». Gli saranno sembrati infiniti i giorni, gli anni: poi una persona ha preso in mano la sua sorte per salvarlo e offrirgli un’altra vita. «Anni vissuti tra reclusione e privazioni crudeli: Buc ha ancora tanto amore da offrire
    – dicono Erika e Milva –. Basta poco per aiutare i cani maltrattati: una segnalazione non costa niente, ma ha un valore assoluto». Buc è docile: rimane immobile anche per ore e aspetta il suo nuovo padrone.

  3. #3
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    Predefinito Re: I soliti " così detti umani " bastardi

    SPAGNA, CONDANNATI DIPENDENTI DEL MACELLO "PIÙ CRUENTO AL MONDO"

    Lunedì, 03 Ottobre 2016


    Il timore è però che la pena venga sospesa



    Nel 2012, Animal Equality ha reso pubbliche le scene delle torture inflitte ai maiali nell'allevamento El Escobar, in Murcia, una regione della Spagna. I filmati, davvero terribili, ritraggono tre allevatori allevatori nell'atto di sventrare una scrofa ancora viva ed agonizzante per estrarre i cuccioli, mentre altre scrofe malate vengono uccise a colpi di spada tra le risate generali. Il 27 settembre scorso il giudice ha condannato al massimo della pena i tre lavoratori (1 anno di reclusione e 3 anni di interdizione del servizio), che ai tempi furono solamente sospesi per un mese per poi ottenere un reintegro immediato. Il timore è che la pena venga condonata poiché i lavoratori sono incensurati: i tre, insomma, potrebbero non fare un solo giorno di carcere e l'interdizione dalla carica potrebbe durare davvero molto poco. Animal Equality, che si è battuta fin dall'inizio per ottenere il massimo della pena, farà tutto il possibile per evitare il condono. Del resto dalle spegazioni di un dipendente "pentito" dell'allevamento risulta che questo trattamento crudele fosse la prassi per gli animali che non potevano più camminare o che non erano più produttivi. Alcune di loro venivano uccise con una spada conficcata direttamente nel cuore. Il dipendente ha dichiarato: "Ho dovuto raccontarlo, ho sentito il dovere di farlo per fare in modo che questi animali ottengano maggior protezione". Animal Equality ha lanciato l'appello a continuare a firmare la petizione contro i lavoratori dell'allevamento nella Murcia affinché questa sentenza sia un precedente che lanci il chiaro messaggio che il maltrattamento animale non può passare sotto silenzio e viene punito, duramente. A questo link potete trovare la petizione e il video. Avvertiamo che si tratta davvero di alcune delle immagini più cruente mai viste negli ultimi anni, motivo per cui le sconsigliamo vivamente a un pubblico sensibile.



    http://www.animalequality.it/escobar/


    ammazzarli no....faresti loro un favore
    ma spaccargli le ossa una a una con particolare attenzione alla spina dorsale questo sì
    ridurre queste merde criminali a delle semplici "cose" con le quali giocare a petanque

  4. #4
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    Predefinito Re: I soliti " così detti umani " bastardi

    CHE ZONA DI FIGLI DI PUTTANA......
    D'ALTRONDE BUON SANGUE NON MENTE



    Gatto ucciso con i petardi, taglia di 10mila euro sui torturatori




    Continuano le ricerche degli autori del crudele gesto nei confronti di un animale indifeso, il povero gatto ucciso con i petardi qualche giorno fa in provincia di Cosenza. L'Aidaa, l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente, ha deciso di mettere una taglia di diecimila euro in favore di quanti contribuiranno all'identificazione ed alla denuncia dei responsabili della morte del povero gatto.


    L'episodio si é verificato nei giorni scorsi a Tortora, un centro del tirreno cosentino. "Il gatto - afferma l'Aidaa - è morto bruciato vivo dilaniato dai petardi, alcuni dei quali gli erano stati infilati in bocca probabilmente da qualcuno che lo conosceva e lo poteva avvicinare".

    "Dopo la vicenda del cane Angelo questo è il secondo caso in pochi mesi di uccisione di animali che avviene in provincia di Cosenza. Da sempre, come le altre associazioni animaliste, chiediamo l'inasprimento delle pene nei confronti di chi provoca la morte, con l'aggravante della crudeltà, di un qualsiasi essere vivente, umano o animale". "Siamo davanti a un atto di crudeltà senza precedenti" afferma Antonella Brunetti, propresidente di Aidaa.


    Ha fatto scalpore il servizio de Le Iene sul cane Angelo torturato e ucciso a Sangineto, un piccolo paesino in provincia di Cosenza, da quattro 20enni nel giugno scorso. Nina Palmieri è arrivata a Sangineto con la speranza che i ragazzi chiedessero scusa per il gesto raccapricciante di cui si sono macchiati, o almeno per sondare il motivo per cui la loro comunità li ha difesi strenuamente trincerandosi dietro un silenzio omertoso.

    L’inviata de Le Iene ha ripercorso la triste vicenda che ha scosso l’Italia intera – che ora su Facebook chiede giustizia per Angelo e combatte per tutelare i diritti degli animali attraverso una pagina che conta più di 55 mila iscritti (L’Urlo di Angelo, ndr) – raccontando che il cagnolone bianco è stato “legato con una corda e uno dei quattro lo riprende mentre si guarda intorno, è vivo”.

    La storia prosegue, le immagini del video messo sul web – d’altronde – sono troppo forti: “Angelo viene ‘impiccato’ ad un albero – ha spiegato Nina – e arriva la prima bastonata, poi la seconda mentre lui… scodinzola”.

    Il cane Angelo finirà tramortito da un colpo di pala in testa, la stessa pala con cui un amico dei 4 ragazzi ha minacciato Le Iene quando Nina Palmieri lo ha messo con le spalle al muro.
    Poco c’è da dire su un episodio del genere, ma tanto c’è da riflettere sul comportamento della gente di Sangineto che si è barricata in casa durante un corteo di condanna verso il gruppo di amici annoiati e in ricordo del cane Angelo e che, interpellata da Nina, ha minimizzato l’accaduto esclamando frasi come “ma per piacere, per un ca**o di cane”.
    Il web è ancora allibito, atterrito e scandalizzato non tanto per alcune immagini, quanto per la palese indifferenza di Sangineto tutto.

    “Quella stretta allo stomaco che mi ha lasciato questo servizio sul cane non se ne andrà per parecchio tempo #leiene” ha commentato Dorella, ma c’è chi ci va giù molto più pesante e scrive: “Chi uccide un cane per divertimento merita quanto di peggio può esistere a questo mondo. E sarebbe comunque poco. #leiene”.


    https://www.youtube.com/watch?v=186XKd8N0uE






 

 

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