XXVIII Seduta del Senato
Abolizione delle province e riorganizzazione delle amministrazioni regionali e locali
La fase di dibattito resterà aperta fino a martedi 30 alle ore 21:00
Sen. Supermario
Presidente del Senato.
.
XXVIII Seduta del Senato
Abolizione delle province e riorganizzazione delle amministrazioni regionali e locali
La fase di dibattito resterà aperta fino a martedi 30 alle ore 21:00
Sen. Supermario
Presidente del Senato.
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Ultima modifica di Supermario; 25-06-10 alle 21:08
"I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."
Presento questa mia proposta. La razionalità del mio disegno di legge è che sia le Province che le Regioni siano inadeguate per l'amministrazione della Repubblica, e che sia necessario creare organi di dimensioni intermedie (più grande di una provincia, più piccolo di una regione) che si basino più su criteri funzionali (economici, sociali, urbani, etc) e che quindi massimizzino l'efficienza abbattendo gli sprechi.
Ovviamente il testo è aperto a proposte migliorative da parte di tutti.
La presente Legge vuole riorganizzare il territorio della Repubblica in unità amministrative locali più funzionali che rispecchino maggiormente la struttura economico-sociale del territorio e che garantiscano un reale livello intermedio fra il cittadino e lo Stato centrale.
Principi Generali
Art. 1
Con la presente legge sono soppresse tutte le regioni, le province ed i comuni . Sono altresì soppresse tutte le comunità montane, consorzi di bonifica e qualsiasi altro ente intermedio democratico o costituito da precedenti enti amministrativi.
Dei Dipartimenti
Art. 2
Sono costituiti, quali organi intermedi fra il Cittadino e lo Stato Centrale, i Dipartimenti. I Dipartimenti saranno più grandi delle attuali province ma più piccoli delle attuali Regioni, al fine di creare una dimensione ottimale di unità amministrativa.
Ogni Dipartimento è guidato da un Presidente eletto per 5 anni con mandato rinnovabile per una volta a suffragio universale e diretto da tutti i cittadini secondo un sistema a doppio turno.
Ogni Dipartimento elegge un'assemblea di minimo 9 e massimo 21 (a seconda della popolazione del Dipartimento) consiglieri dipartimentali eletti a suffragio universale e diretto da tutti i cittadini.
Ogni dipartimento non potrà avere meno di 300.000 abitanti. I confini del dipartimento dovranno rispecchiare le caratteristiche economiche, sociali e demografiche della popolazione.
Le attuali province di Aosta e Trieste sono escluse da questa legislazione e costituiscono dipartimenti autonomi.
Tutte le competenze che la Costituzione Italiana non affida esplicitamente al Governo Centrale sono competenza de Dipartimenti.
Dei Distretti Metropolitani
Art. 3
I Dipartimenti la cui superficie è coperta in massima parte da un grande centro urbano e da una cerchia di altri comuni limitrofi conglomerati in un unico super-ammasso urbano si costituiscono come Distretti Metropolitani.
Per i Distretti Metropolitani valgono le norme espresse nell'articolo precedente per i Dipartimenti, ad eccezione:
- del numero dei consiglieri, che è da un minimo di 7 ad un massimo di 15
- del nome del Presidente che è sostituito con quello di Sindaco
- nei Distretti Metropolitani non esistono Comuni ma solo un unica entità. Il distretto metropolitano si organizza in circoscrizioni sul modello di quelle adottate da altre aree metropolitane in Europa come Londra
Art. 4
Il Distretto Metropolitano di Roma assume il nome di Distretto Federale.
Dei Comuni
Art. 5
Nei Dipartimenti i Comuni sono tutti quei conglomerati urbani con una popolazione superiore ai 5.000 abitanti. I centri abitati con meno di 5.000 abitanti sono uniti ad altri simili in un entità comunale che non abbia un diametro superiore ai 15km dal centro abitato principale.
I Comuni eleggono un sindaco a suffragio universale e diretto secondo un sistema a doppio turno.
I Comuni eleggono un consiglio comunale formato da 9 consiglieri nei comuni con meno di 15.000 abitanti e fino a 15 per i centri maggiori.
Ogni dipartimento regola il livello di autonomia dei singoli comuni, seguendo le linee guida contenute nella Costituzione.
Del Senato Federale
Art. 6
Il Senato della Repubblica è sostituito dal Senato Federale. Nel Senato federale siedono rappresentanti di tutti i Dipartimenti e di tutti i Distretti per un massimo di 175 Senatori divisi proporzionalmente per la popolazione delle entità amministrative.
Ogni entità amministrativa nomina o fa votare dai suoi elettori i rappresentanti della stessa al Senato Federale.
Il Senato è competente, insieme alla Camera dei Deputati, per le materie riguardanti l'ordinamento federale della Repubblica, per le leggi di Bilancio e per le riforme costituzionali.
Questa è l'Italia del futuro: un Paese di musichette mentre fuori c'è la Morte
Sono per la francesizzazione della struttura dello Stato, quindi bacio in fronte Galt per il suo ddl :-)
PEOPLE SMASH AUSTERITY
La mia domanda principale è questa.
Dipartimento e Distretto sono due entità ben distinte sia come amministrazione sia come territorio ?
"I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."
In che senso?
Semplicemente i Distretti sono i Dipartimenti il cui territorio è una megalopoli (per esempio Milano ed il suo Hinterland, 3 milioni di persone in un unica grande rete urbana).
L'attuale Lombardia, per esempio, invece di avere la Regione Lombardia e le province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese verrebbe così riorganizzata (ipoteticamente):
1) Dipartimento dell'Insubria (territorio delle attuali province di Varese, Sondrio, Lecco, Como)
2) Distretto Metropolitano di Milano (territorio dell'attuale provincia di Milano)
3) Dipartimento di Monza e della Brianza (territorio dell'attuale provincia di MB)
4) Dipartimento della Bassa Padana (territorio delle attuali province di Cremona, Lodi e Mantova)
5) Dipartimento di Pavia-Piacenza (territorio delle attuali province di Pavia e Piacenza)
6) Dipartimento della Lombardia Orientale (territorio delle attuali province di Bergamo e Brescia)
Quindi avremmo invece di 12 enti locali solo 6 ma più funzionali.
Questa è l'Italia del futuro: un Paese di musichette mentre fuori c'è la Morte
Quindi sono due cose ben distinte voglio dire.. quello specifico territorio o fa parte di un distretto o fa parte di un dipartimento, ma mai di tutte e due.
Per chiarirsi.. nel 200 è stata istituita l' Area Metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, per un totale di 73 comuni..
Naturalmente sono state mantenute anche le province..
Quindi il risultato è che alla fine gli enti pubblici interessati sono diventati quattro.
1) Regione Toscana
2) Area Metropolitana
3) Provincia
4) Comune
Quello che spero io con questa riforma è che da quattro si scenda a 1
Ovvero:
1) Dipartimento / Oppure Distretto nel caso di una vasta area urbana che si ramifica in più comuni linitrofi.
Il Distretto in ogni caso non è subordinato ad un Dipartimento, ma sono due enti pubblici dal punto di vista amministrativo e territoriale separati ed indipendenti.
"I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."
Il Progetto del PCF è diverso da quello, pur apprezzabile per alcuni aspetti, di UPP.
Attualm,ente in Italia le provincie hanno una competenza estremamente limitata e residuale rispetto alle regioni da una parte e rispetto ai comuni dall'altra.
Mentre infatti le regioni gestiscono funzioni di grandissima rilevanza come la sanità e la gestione deui rifiuti piu tutte quelle funzioni del titolo quinto della costituzione italiana che non sono atrinuite direttamente allo stato centrale e mentre i comuni dalbasso gestiscono i piani regolatori l'urbanistica l'anagrafe lo stato civile l'organizzazione delle elzioni e moltissime altre competenze delegaqtegli dallo stato e dalle regioni le provincie in Italia si occupano solo delle strade provinciali e della gestione delle scuole in ambito provinciale.
Sono insomma dei veri e propri enti residuali
La Proposta del PCF è quindi l'abolizione immediata e totale delle provincie italiane abolendo cosi i costosi e inutili consigli provinciali e le giunte provinciali ma trasferendo il personale amministrativo attualmente in servizio nelle provincie alle regioni.
Per quel che riguarda le competenze delle attuali provincie proponiamo inoltre da una parte il trasferimento alle regioni ma per evitaredi creare un centralismo regionale nella legge proprremo anche l'incentivazioni dei consozi tra comuni ovvero delle associazioni tra comuni (che non danno luogo a consigli dei consorzi da elggere sia chiaro) per gestire in comune tra due tre 4 o piu comuni diversi servizi unitariamente come le strade che passano tra piu comuni o i trasporti pubblici integrati tra i comuni del consorzio o l'edilizia scolastica ecc.
Nella legge che proporremo quindi le funzioni delle proovincie che verranno integralmente abolite verrano quindi da una parte riassegnate alle regioni e dall'altra trasferite versoil basso in ogni caso in cui è possibile ai consorzi tra i comuni molto meno costosi delle attuali provoncie e creando cosi un virtuoso meccanismo.
Ultima modifica di C@scista; 27-06-10 alle 12:45