?Il Pil del Sud torna a crescere dopo 7 anni. Ma 6 su 10 sotto il 40% del reddito medio? - La Stampa
Rapporto Svimez: nel 2015 timido +0,1%. Gli occupati aumentano più che al Nord
27/10/2015
Nel 2015, il Pil italiano «dovrebbe crescere dello 0,8%, risultato del +1% del Centro-Nord e del timidissimo +0,1% del Sud. Se confermata, si tratta comunque della prima variazione positiva di prodotto del Sud da sette anni a questa parte». Queste le stime di Svimez, l’Associazione per lo SVIluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che spiegano come la crescita sia trainata dall’andamento positivo dei consumi.
I CONSUMI RIPARTONO
L’andamento positivo dei consumi nel 2015 - continua Svimez -è stimato in +0,9% al Centro-Nord e +0,1% al Sud. Secondo il rapporto, la crescita si rafforza anche nel 2016 quando «il Pil italiano dovrebbe aumentare del +1,3% a sintesi di un +1,5% del Centro-Nord e di un +0,7% del Sud». A concorrere positivamente, anche in questo caso, sarà l’andamento dei consumi finali, stimato «in +1,3% al Centro-Nord e +0,8% al Sud. Su anche gli investimenti fissi lordi, +2% il dato nazionale, quale risultato del +2,5% del Centro-Nord e dello 0,5% del Sud».
AUMENTA L’OCCUPAZIONE
Se confermato - sottolinea Svimez - «anche in questo caso si interromperebbe la spirale negativa dell’andamento degli investimenti fissi lordi al Sud iniziata nel 2007. Sul fronte occupazionale, si prevede un aumento nazionale del +0,8%: +0,9% al Centro-Nord e +0,6% al Sud». Secondo il rapporto «sembra essersi determinata una decisa inversione di tendenza sul mercato del lavoro, che riguarda anche il Mezzogiorno». Svimez spiega che nel II trimestre del 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, «gli occupati crescono al Sud di 120 mila unità (+2,1%) e di 60 mila unità nel Centro-Nord (+0,4%)».
MA CRESCE LA POVERTA’
Nonostante questo indicatori positivi, il Sud è però sempre più povero. «Il 62% guadagna al massimo il 40% del reddito medio», calcola il rapporto Svimez. «Per effetto della crisi la povertà assoluta in Italia negli ultimi anni è più che raddoppiata, sia al Sud che nel Centro-Nord: dal 2005 al 2008 i poveri assoluti in Italia non raggiungevano i 2 milioni, nel 2013-2014 si sono superati i 4 milioni». In particolare - continua il rapporto - «la povertà assoluta sul totale della popolazione è passata dal 2008 al 2013 dal 2,7% al 5,6% nel Centro-Nord, e dal 5,2% al 10,6% al Sud». Nel 2014, la povertà assoluta «ha smesso di crescere nel Centro-Nord ed è leggermente diminuita nel Mezzogiorno». Il rallentamento è dovuto «verosimilmente all’erogazione del bonus di 80 euro mensili ai lavoratori dipendenti nella seconda metà dell’anno, per la parte destinata alle famiglie povere», conclude lo studio Svimez.