Mi sia concesso condividere in questa sezione, terra incognita per me, alcune mie riflessioni circa il significato sempre attuale del racconto biblico. L'intento di questo mio intervento è di esporre i risultati di una mia ricerca al giudizio di persone sicuramente meglio istruite di me riguardo a tale argomento. Infatti sono relativamente nuovo alla scienza cristiana, gran parte del mio percorso essendo stato consacrato allo studio dei testi della teoria critica.
1. Mi ha colpito non da subito, cioè leggendo il testo sacro, ma solo in seguito riportandomi a testi di commenti prodotti da studiosi del cristianismo, come la figura di Giuseppe sia indietro, come in ombra, rispetto al quadro generale. Eppure non è, secondo giustizia terrena, lo sposo, e quindi a detta della legge il proprietario della casa (nel senso della famiglia, del nome, ma anche del radicamento in un territorio) che viene scelta dal Signore come luogo del principale avvenimento della nostra storia ?
2. Capire il perché di questa ombra sulla figura di Giuseppe, sul suo ruolo, ci deve portare ad interrogare la strutturazione di una società specifica, nel suo modo di produzione, dato che la casa sta a presentare l'economia. Se il narratore della nostra storia ha deciso di lasciare in ombra il lato economico, la condizione materiale, rappresentata da Giuseppe, era perché tale economia non si era ancora sganciata dalla dimensione spirituale, politica e culturale – come invece, disgraziatamente, è il caso oggi.
3. Ma da questo primo risultato dell'analisi, procurato dalla intelligenza del materialismo, siamo logicamente portati ad interrogare l'intero racconto. Ora mi voglio concentrare su questo fatto : Cristo, nella sua esistenza, è sempre movimento ; contro ogni legge di causalità, di principio di realtà che vuole che l'uomo sia schiavo del suo mondo e del suo tempo, produce il miracolo. Cioè, sospende la schiavitù economica, e in questo modo realizza anche l'uguaglianza in chi lo segue.
4. Quando viene fermato da un mondo che si rifiuta di accogliere il miracolo, e con questo la dimostrazione che l'economia non è tutta la realtà, al movimento orizzontale di Cristo, movimento sul territorio tra i produttori, segue il movimento verticale, nei cieli dov'è sospesa l'unica, vera ricchezza degli uomini. Cioè : non lo si puo fermare, anche la sua partenza è affermazione della storicità di ogni modo di produzione.
5. Giuseppe e la sua casa, proprio nella loro assenza, insistono quindi sul primato assoluto del movimento storico di sospensione dell'economia. Nella fede certamente si ci puo rapportare ai cieli, e vivere in questi il percorso verso una più grande serenità. Ma fatto sta che oggi il racconto dei nostri tempi non riserva nessun miracolo. In ogni punto dove si porta la mente, si mostra la faccia schifosa del denaro, e degli uomini suoi servi. Un mondo che esalta il movimento e l'abbassamento di ogni frontiere, ma dove a muoversi sono le cose, e gli uomini fatti cose.
6. Infine mi chiedo : non era forse ovvio, ai piedi della croce, per chi viveva nel dolore quel momento di affermazione definitiva del primato del cuore e dell'anima sulla pancia, che tale primato lo si doveva affermare pur in presenza di chi, seguendo la pancia, era arrivato ad una negazione locale della legge (del dominio) di chi non voleva aprirsi al miracolo, e quindi ad un altro contenuto della ricchezza ? Insomma, davanti alla società dei ladri, sotto la rabbia di chi aveva fatto male perché si era visto trattato male dal modo di produzione, le donne che piangevano già davano vita ad una associazione più forte perché nel pieno della verità: la storia procede con la negazione, il debole figlia il forte, e Giuseppe, nell'ombra, aveva visto uscire dalla sua casa la totalità da venire.
Vi ringrazio per i vostri commenti, sperando che si dia ad ogni eventuale incomprensione il tempo necessario per la spiegazione.