Domani sera, dopo il tramonto, inizia la festa di Halloween, che da acuni decenni è molto in voga festeggiare, pur essendo un a ricorrenza di tradizione anglosassone che però ha molto attecchito anche in Italia. Se c'è una festa importata e che non ci appartiene affatto come tradizione, è proprio quella di Halloween che fino ad una ttremtina di anni fa, era per noi europei continentali del tutto trascurata ,se non addirittura sconosciuta. Festeggiare Halloween è una moda che scimmiotta l'America, e come tante altre mode che attraversano, spesso incongruamente, l'Oceano Altantico per approdare in Europa e diventata molto popolare. La gente usa mascherarsi in maniera più o meno macabra, da mostri, diavoli e streghe. Occorre tenere conto che nei paesi cattolici esiste già un periodo per mascherarsi e cioè il carnevale. che nei paesi protestanti invecenon esiste e quindi è più giustificato il gusto per il travestimento. In effetti l'origine è inglese e deriva dalla mitologia celtica.
Le prime nozioni circa Halloween però per noi italiani le abbiamo apprese dagli Usa tramite le “strps” ovvero le strisce dei fumetti dei Peanuts di Schultz, nei primi anni '60, nei quali si parlava del "grande cocomero", traduzione impropria dall'inglese di "the Great Pumpkin" che letteralmente sarebbe invece "la grande zucca", cioè la grossa zucca gialla svuotata della polpa, intagliata a mo' di faccione ghignante con una candella all'interno, che e diventata il segno distintivo di Halloween. Prima della citazione dei fimetti di Linus, di Halloween nessuno sapeva niente e pertanto si tratta di una scopiazzatura di una tradizione che non ci appartiene e di cui anche chi la festeggia sa poco o nulla.
La derivazione di Hallwoeen, si è detto, è quella della tradizione celtica, poi importata dall'Inghlterra dai primi coloni Puritani inglesi che nel 1620 sbarcarono con la nave Mayflower, sulle coste del Massachusets. I Puritani erano una corrente religiosa della chiesa anglicana instaurata dallo scisma di Enrico VIII dalla chieca cattolica romana nel 1535, che derivava dal calvinismo enche si proponeva di “purificare” la “Chuch of England" di tutte le forme non previste dalle sacre scritture, anche per cancellare dalla pratica religiosa tuttp ciò che restava del cattolicesimo, per affrancarsene definitivamente. Si trattava in effetti di una setta staccatasi dalla religione ufficiale inglese i cui fedeli si riunivano in “congregazioni” locali, con costumi e abitudini molto rigidamente codificate, che non volevano avere nulla a che fare con la religione anglicana ufficiale. I Puritani rispondevano delle loro azioni e del loro modo di pensare, solo ed unicamente che alla propria congregazione di appatertenenza e ai loro ministri di culto, e non più al re e alle sue leggi. Pertanto il “congregazionismo” dava fastidio al potere reale, che da questa posizione etica usciva indebolito. Questa posizione religiosa minava l'unità del paese, e che era sgradita quindi alla corona perciò i Puritani cominciarono ad essere vessati ed osteggiati dal potere ufficiale. Il re Giacomo I offrì loro la possibilità di lasciare l'Inghlterra per stabilirsi nel Nuovo Mondo, togliendosi così una spina dal fianco e garantendo loro l'indipendenza religiosa dalla madre patria in cambio di tributi. Tuttavia solo una minima parte dei Puritani accettarono di lasciare il paese natale e solo un centinaio di persone, si tassarono per procurarsi una nave e salpare verso le ancora sconosciute Americhe. La nave per la perigliosa traversata era un galeone a tre alberi di nome Mayflower, su cui a bordo coloro che sarebbero stati chiamati “i Padri Pellegrini, che salpò da Plymouth nel mese settembre, con un carico eterogeneo di uomini, donne e bambini. Sbarcarono sulle costa del Massachusetts l'11 Novenbre 1620, in un luogo oggi conosciuto come Cape Code e fondarono la prima colonia britannica dell' America del nord e poi poco a poco sorsero altre piccole comunità che vennero riconosciute come province del regno d'Inghilterra, ma con un'ampia libertà di pensiero e di azione che in patria mai avrebbero avuto, Per questo nel tempo tanti altri Puritani, sempre più perseguitati dal potere reale seguirono la prima spedizione, formando nuove congregazioni dalla rigida morale puritana. La religiosità lungamente perseguita in Inghlterra ora poteva finalmente esplicitarsi nella nuova terra ma se possibile, i costumi e l'etica delle nuove congregazioni si fecero sempre più severe. Ogni azione doveva corrispondere al codice etico della religione e ogni cosa o persona che non vi si adeguasse era gravemente sanzionata come opera del diavolo. Con queste ristrette norme comportamentali avevano viaggiato sulla Mayflower anche la superstizione e l'intolleranza, insieme anche le antiche abitudini, che poco a poco si riaffacciavano, malgrado tutto.
Tutti abbiamo memoria di illustrazioni e di film che mostrano severi uomini vestiti di nero, con l'alto copricapo a tronco di cononero e grosse fibbie sul davanti e sulla scarpe e donne in cuffia bianca e scuri abiti dimessi. Pensiamo alla storia del bel romanzo ottocentesco di Nathaiel Hawthorn “la lettera scarlatta” che racconta la crudele emarginazione della comunità dei Puritani nei confronti di una donna sposata, il cui marito è lontano, sedotta con la forza proprio da un sacerdote che sarà poi il suo più accanito persecutore, atto dal quale è nata una figlia. Come segno tangibile di infedeltà al marito, ella viene costretta a portatre cucita sul corsetto una A di colotr rosso a significare il marchio di infamia di adultera. Lo stesso esaperato bigottismo delle comunità de Padri Pellefrini viene ripreso in epoca moderna da Arthur Miller nella suo dramma “il Crogiuolo” che prende spunto da una cronaca della prima meta del Seicento, circa un processo intentato ad alcune giovani donne accusate ingiustamente di stregoneria, da cui Miller prende spunto, come metafora, per “la caccia alle sterghe” messa in atto dal Maccartismo in America negli anni '50.
FNacciamo un passo indietro per capire come le antiche credenza celtiche approdarono nel Nuovo Mondo. La religione dei celti era assai primitiva rispetto alla morte, e il ricordo di tradizioni ancestrali era rimasto nei Puritani del Massachisetts. I celti avwvanogrande spavento ldela morte e delle anime dei trapassati. L'unico vero bene per il genere umano era infatti la vita. Essi credevano che dopo il trapasso le anime dei defunti continuavano a vagare nell'aldilà disperate per aver perso quello che era il solo bene e che essi rimpiangevano. C'era un momento dell'anno cui le anime dei morti, secondo la tradizione religiosa dei celti, potevano per un giorno tornare sulla terra per ricercare e rivedere i luoghi in cui avevano vissuto, ma tale con dolore rimpianto che non erano anime tranquille e con la loro presenza spaventavano i vivi, cercando di cacciarli da quelle che erano state le loro dimore per impossessarsi dei corpi dei vivi per poter di nuovo godere dei piaceri terreni. Quella sorta di tunnel fra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti cadeva nell'ultimo giorno di ottobre per la festa di Samhain. La paura delle anime sei defunti spingeva i celti a cercare di placare le anime vaganti, che tentavano di ritrovare luoghi ed abitudini precedenti la loro dipartita, con offerte di cibo poste su altari all'aperto, nei crocicchi dei villaggi, e con cerimonie officiate dai druidi, in modo che le anime attratte dalle offerte, rimanessero all'aperto e non etrassero nelle abitazioni, nelle quali avrebbero cercato di rimanere, strappandole ai vivi. Per questo sulle finestre venivano appoggiate le zucche svuotate ghignanti per impaurire i trapassati e affinché non entrassero nelle abitazioni.
Anche nella religione pagana dei romani, probabilmente ereditata dagli antenati etruschi, esisteva piu o meno nello stesso periodo, l'abitudine di fare sacrifici alle dinviità degli inferi e alle anime dei defunti che potevano tornare a comunicare con i vivi. La religione cattolica che spesso usava innestare il culto cristiano sulla base di feste pagane, istituì nel IX° secolo per il primo di novembre la festa di Santi, in modo da togliere il senso del macabro alla ricorrenza pagana, che tuttavia non scomparve perché nei paesi di cultura anglosassone si comincò a cercare di esorcizzare la paura dell'oltretomba, travestendosi da diavoli, da figure malefiche, che avrebbero dovuto riportassersi agli inferi le anime dei morti. Tutto ciò con il passare dei secoli si perse come cognizione di ciò che era stata veramente l'origine della ricorrenza del 31 ottobre, che ormai veniva chimata Halloween, ovvero “All allows Eve”, dove Eve significa “vigilia” e quindi "tutto ciò che e permesso alla vigilia" della ricorrenza dei Santi, trasformandosi poi nella parola Halloween. La festa che continuò ad essere celebrata in America anche dai Puritani, sostituiva in un certo senso i travestimenti trasgressivi del nostro carnevale, ma sempre con una giocosa attinenza a mostri streghe e demoni... Si innestò poi sul Halloween la tradizione di mandare i bambini a bussare alle porte delle case, come avrebbero fatto e anime vaganti, che per non entrare in casa chiedevano dolci con la nota formula “Trick or Treat” che noi traduciamo in “dolcetto o scherzetto”.
Personalmente Halloween non mi piace, la trovo una moda che non ha nulla a che fare con le nostre tradizioni, forse perché non amo il macabro. Oltre tutto questa festa è diventata sinonimo di cerimonie dei satanisti che in questa occasione usano riunirsi per i loro orribili riti. Forse non è neanche un caso che il delitto di Perugia della ragazza inglese Meredith Kercher, sia avvenuto proprio il 31 ottobre... Secondo me la cosa migliore delle tradizioni di Halloween è la buonissima torta di zucca, tradizionalmente confezionata nelle case americane dalla mamme... o forse ormai comperata bell' e fatta in pasticceria. Questo dolce deriva dall'usanza di svuotare la grande zucca gialla della sua polpa per metterla alle finestre, ma il cui contenuto non andava perso e ben lessato e ridotto a purea con l'aggiunta di spezie e altri ingredienti diventa un dolce golosissimo.
Buon Halloween a chi lo festeggerà.