IV
L'attacco a un centro infestato ha delle regole molto precise, che fanno la differenza tra la vita e la morte.
Le costruzioni isolate sono da evitare come la peste, chi ci entra finirà circondato.
Bisogna invece scegliere i gruppi di case ravvicinate, i morti ci si ammasseranno attorno e quindi il mezzo di trasporto deve essere parcheggiato a una certa distanza e già orientato verso la via d'uscita prevista.
I morti si fermano solo con un buco preciso in testa, è inutile trascinarsi dietro armi pesanti o sparare a raffica. Cinelli aveva una carabina 0.357 semiautomatica e una calibro nove di riserva, mai usata.
I più pericolosi tra i morti sono i cani, devono essere sempre il primo bersaglio, i topi e le altre bestie piccole sono dappertutto, ma non hanno la forza di saltare, bastano degli stivali robusti, a meno che non cadano dall'alto. Poi ci sono i morti umani, che sono un guaio se riescono a riunirsi in molti.
Sceso dal camper doveva assicurarsi che il portello fosse chiuso e poi dirigere immediatamente verso il gruppo di case prescelto. Doveva guardare da tutte le parti, anche sopra, valutare i possibili bersagli, ma senza mai fermarsi, chi si ferma a studiare la situazione li ha tutti addosso, rimanere sempre in movimento è la prima di tutte le regole.
Così scese dal suo camper e perse un solo attimo per fissare la portiera, poi si avviò verso le case, non correndo, ma con un passo svelto che gli permetteva di guardare attorno senza perdere l'equilibrio.
C'era un cane, alla catena, decise di sprecarci ugualmente un proiettile per sicurezza, fare le cose in silenzio era inutile, i morti non reagiscono al rumore o al movimento, percepiscono solo la vita, e quella non si può nascondere.
Qualcosa alla coda dell'occhio mentre mirava il cane, umano, anche grosso, non aveva il pigiama come la maggioranza dei morti per il morbo, camicia e salopette, dovevano averlo morso dopo.
Tirò un paio di colpi anche a quello per potersi occupare con calma dell'entrata, tiro basso, invece di colpire la testa un proiettile si era infilato nella bocca. Quello si era messo a sobbalzare come colpito da una raffica, tanto che Cinelli abbassò lo sguardo sul selettore per verificare che fosse sul colpo singolo, poi sempre tremolando aveva preso a battere un piede a terra, con una rapidità e una cadenza regolare impossibili a un vivo. Il proiettile aveva troncato la base dell'encefalo e lo aveva mandato in convulsione, era quella la cosa peggiore, anche senza cervello non tornavano in pace, entravano in convulsione come attraversati da una corrente elettrica che non finiva mai, l'unica era bruciarli.
Ad ogni modo non c'era tempo, proseguì all'entrata della prima casa, naturalmente chiusa, dovette sfondare e questo significava che i morti avrebbero invaso il pianterreno, ma nessun problema, sapeva come fare.
Salire le scale col rischio di un agguato a ogni gradino, arrivare al tetto, da li saltare con lo zaino e tutto a quello di un'altra casa coi serramenti ancora intatti, quella sarebbe stata il suo campo base.ampo base andava bonificato scendendo dall'alto al basso, guardando ogni angolo di un piano prima di scendere a quello sotto, se c'erano dei morti andavano sparati e buttati tutti convulsi dalla finestra più vicina. Arrivato al piano terra doveva trovare tutte le entrate e barricarle, poi scegliere una camera al piano più alto in cui dormire, in quella camera tutte le fessure in cui le bestie più piccole potessero infilarsi andavano tappate con carta o stracci, non usare poi nessun materasso o coperta che potesse essere stata in contatto con un infetto, infine tirare fuori dallo zaino il flacone di acqua ossigenata e immergerci i guantoni che aveva usato per toccare tutto.
L'acqua ossigenata era uno dei beni più preziosi, quel flacone gli era costato due pacchi di sigarette, ma non c'era maniera più sfigata di morire che prendersi la seconda peste solo per aver toccato qualcosa di infetto, e lui lo aveva visto succedere.
All'inizio era andata bene, prima aveva vuotato le case vicine che poteva raggiungere attraverso i tetti, poi si era dedicato alle due pizzerie e all'ufficio postale. Per ognuno serviva un piano apposta: da che parte scendere dai tetti per sfuggire ai morti ormai tutti assembrati davanti al campo base, che percorso fare, quanto tempo per cercare prima di rimanerci intrappolato, da quale direzione rientrare.
Aveva trovato molta acqua minerale, scatolette, ricariche per accendini, ma era evidente che qualcuno aveva già preso il meglio prima di lui, forse quello con la salopette che ignorato dagli altri morti batteva giorno e notte il ritmo sotto la finestra. Forse il suo bottino era ancora ammucchiato da qualche parte.
Prima di poter cominciare una caccia al tesoro però era successo, un magazzino poco illuminato, uno scaffale vuotato e mezzo rovesciato dal precedente cercatore, una rara bottiglia di sidro rimasta a terra tra scaffale e muro. Cinelli l'aveva voluta recuperare ad ogni costo e lo scaffale gli era caduto addosso a ghigliottina, uno spigolo polveroso si era piantato nella sua spalla destra ferendolo in profondità, anche ferito era riuscito a tornare alla base con la bottiglia, ma l'acqua ossigenata era quasi esaurita e la ferita aveva fatto infezione.
In quell'epoca tutti pensavano alla Yersinia e solo a lei, era così facile dimenticare l'esistenza di tanti altri batteri, con la loro brava resistenza agli antibiotici.
E di nuovo, solo in una stanza come la prima volta, aveva dovuto affrontare la morte, la febbre, gli incubi, la sete incessante.
E di nuovo era guarito, se fosse esistito ancora un laboratorio medico avrebbe dovuto farsi vedere perchè studdiassero il suo sistema immunitario, e però c'era stato un prezzo da pagare.
Il braccio destro era morto, pendeva irrigidito dalla spalla, inutile.
Tra malattia e convalescenza aveva consumato quasi tutto quel che aveva raccolto, ma all fine si era rimesso abbastanza in forze da tentare di raggiungere il camper con le poche rimanenze in spalla.
Anche con una sola mano ci era riuscito, anche se meno rapidamente del solito, li aveva già addosso quando era riuscito a chiudersi nel camper.
E a quel punto aveva scoperto che la batteria, con tutti i giorni che erano passati, lo aveva lasciato a piedi.