Mariana Mazzucato: lo stato innovatore

[Alepk]

Prossimo libro da leggere.
Chissà se qualche genietto del forum è in grado di leggerlo senza preconcetti.

qui
L’impresa privata è considerata da tutti una forza innovativa, mentre lo Stato è bollato come una forza inerziale, troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico. Lo scopo del libro che avete tra le mani è smontare questo mito.

Chi è l’imprenditore più audace, l’innovatore più prolifico? Chi finanzia la ricerca che produce le tecnologie più rivoluzionarie? Qual è il motore dinamico di settori come la green economy, le telecomunicazioni, le nanotecnologie, la farmaceutica? Lo Stato. È lo Stato, nelle economie più avanzate, a farsi carico del rischio d’investimento iniziale all’origine delle nuove tecnologie. È lo Stato, attraverso fondi decentralizzati, a finanziare ampiamente lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla commercializzazione. E ancora: è lo Stato il creatore di tecnologie rivoluzionarie come quelle che rendono l’iPhone così ‘smart’: internet, touch screen e gps. Ed è lo Stato a giocare il ruolo più importante nel finanziare la rivoluzione verde delle energie alternative. Ma se lo Stato è il maggior innovatore, perché allora tutti i profitti provenienti da un rischio collettivo finiscono ai privati?

[Alepk]

L'autrice è un'economista blasonata, figlia di emigranti italiani in USA che si è fatta strada da sola.
E' una che sa molto bene cosa sia la meritocrazia, eppure guarda un po' non sta a idolatrare l'impresa ma riconosce l'importanza del pubblico.

Avanti con le accuse di invidia sociale.

[Corrado]

Non ho ancora letto il libro.

Io credo che lo Stato possa innovare: ma se poi l'innovazione proposta si rivela una scatola vuota, chi ci rimette?

L'imprenditore, se sbaglia, fallisce; e finisce sotto i ponti.

Lo Stato, se sbaglia, scrolla le spalle: ed il manager verrà promosso.
In Italia abbiamo esempi a iosa.

[Mister Libertarian]

Di Stato "innovatore" ne abbiamo tantissimi esempi sotto gli occhi: dall'autostrada Salerno-Reggio Calabria alle mille opere incompiute, dalle cattedrali nel deserto alle fantastiche innovazioni della burocrazia romana e delle municipalizzate - con passivi di centinaia di miliardi all'anno a carico ovviamente del settore privato brutto e cattivo.

Anche i gulag, i campi di concentramento e i missili a testata nucleare sono state delle bellissime innovazioni del settore statale!

[Felipe K.]

lo stato "innova" perché creando ostacoli alle attività umane obbliga ad innovare per risolvere

un pò come sostenere che la guerra è l'igiene del mondo

[Mister Libertarian]

Prossimo libro da leggere.
Chissà se qualche genietto del forum è in grado di leggerlo senza preconcetti.

qui
L’impresa privata è considerata da tutti una forza innovativa, mentre lo Stato è bollato come una forza inerziale, troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico. Lo scopo del libro che avete tra le mani è smontare questo mito.

Chi è l’imprenditore più audace, l’innovatore più prolifico? Chi finanzia la ricerca che produce le tecnologie più rivoluzionarie? Qual è il motore dinamico di settori come la green economy, le telecomunicazioni, le nanotecnologie, la farmaceutica? Lo Stato. È lo Stato, nelle economie più avanzate, a farsi carico del rischio d’investimento iniziale all’origine delle nuove tecnologie. È lo Stato, attraverso fondi decentralizzati, a finanziare ampiamente lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla commercializzazione. E ancora: è lo Stato il creatore di tecnologie rivoluzionarie come quelle che rendono l’iPhone così ‘smart’: internet, touch screen e gps. Ed è lo Stato a giocare il ruolo più importante nel finanziare la rivoluzione verde delle energie alternative. Ma se lo Stato è il maggior innovatore, perché allora tutti i profitti provenienti da un rischio collettivo finiscono ai privati?

Tutte balle.

Nessuna di queste tecnologie si sarebbe mai sviluppata e affermata senza un settore privato competitivo.

Lo Stato può aver concesso qua e là qualche finanziamento, e dato che finanzia tutto e tutti, non c'è da meravigliarsi se una volta su cento ci prende per puro caso.

Purtroppo per ogni euro dello Stato che finanzia casualmente un'innovazione che ha successo sul mercato, almeno altri mille vengono dallo Stato stesso orrendamente sperperati e quindi sottratti a usi molto più produttivi nel settore privato.

Nel complesso il bilancio dell'intervento "imprenditoriale" dello Stato è totalmente fallimentare. Se la spesa pubblica non dirottasse dal settore privato produttivo al settore pubblico parassitario miliardi su miliardi, l'innovazione tecnologica sarebbe mille volte più rapida.

[Hockey]

Prossimo libro da leggere.
È lo Stato, nelle economie più avanzate, a farsi carico del rischio d’investimento iniziale all’origine delle nuove tecnologie.

Non so se ridere o piangere.
Come ca**o si fa a dire che lo stato "si fa carico del rischio"?

[Mister Libertarian]

Non so se ridere o piangere.
Come ca**o si fa a dire che lo stato "si fa carico del rischio"?

Lo Stato si fa carico del rischio scaricandolo sui contribuenti, cioè sui lavoratori del settore privato.

Coloro che fanno parte dell'apparato statale - politici e burocrati - in realtà non corrono nessunissimo rischio quando le loro iniziative scellerate finiscono in malo modo. Tutti conservano il posto, spesso con benefici e stipendi aumentati.

[Corrado]

Non so se ridere o piangere.
Come ca**o si fa a dire che lo stato "si fa carico del rischio"?

Ma è proprio il fattor "rischio" a distinguere il privato dal pubblico.

Il privato rischia i suoi soldi, il suo tempo, la sua faccia.

Lo Stato non rischia nulla: né i soldi (che sono dei cittadini), né il tempo (paga qualcuno, sempre con soldi non suoi), né la faccia (se non va bene, neanche la moglie del manager gli terrà il muso).

Non può esistere confronto. Lo si sa dalla terza elementare: non si confrontano mele con pere.

[Indra88]

semplicemente lo stato gira i costi dovuti all' assunzione di rischio ai contribuenti attraverso la legge, cosa che i privati non possono fare

poi lo stato innova.. qualche volta forse si, ma con una tassazione minima si favorirebbero senz' altro il risparmio e quindi gli investimenti(anche in innovazione), quindi come si fa a sapere se quello che fa lo stato non sarebbe stato possibile ottenerlo ugualmente, e magari a costi inferiori?

insomma lo stato crea i probelmi che poi tenta di risolvere, solo che il processo non è somma zero, anzi costa molto, in termini di burocrazia, regolamentazione, tassazione ecc...