diDon Arturo Cattaneo
C'èchi dice: «Cosa c'è di male? Come mai non ne abbiamo diritto?Perché deve esserci negato oggi ciò che domani, compiuta lacerimonia nuziale, diviene un fatto grande e santo? Come si puòcongelare un'esperienza d'amore così vitale e profonda?». Questarichiesta, che ad una prima considerazione può sembrare legittima,non comprende appieno la portata dell'atto coniugale e non riconoscel'autentico valore del matrimonio. L'ambiente erotizzato che cicirconda non incoraggia certo a cercare vie diverse da quella, moltocomoda, del «lasciarsi andare», né a considerare le nostre azionisecondo criteri diversi dal principio del piacere.
UNAQUESTIONE DI AMORE VERO
La risposta al perché i due non neabbiano ancora il diritto, anche se si amano e sono decisi asposarsi, è in fondo molto semplice: fin tanto che non sono sposatinon si appartengono ancora del tutto e l'atto coniugale è donare ericevere mutuamente ciò che uno ha di più intimo del proprio corpo.Volerlo o darlo senza essere sposati è quindi ingiusto, è unaspecie di furto, è qualcosa di falso. Si può dire, con il filosofoÉtienne Gilson, che «non basta mettersi d'accordo per renderelecito un saccheggio reciproco».
Particolarmente attento allagrandezza del matrimonio e della famiglia è stato Giovanni Paolo IIche, fra l'altro, ha osservato: «La comunione fisica e sessuale èqualche cosa di grande e di bello. Ma è soltanto degna dell'uomo, seè integrata in una unione personale, riconosciuta dalla comunitàcivile ed ecclesiastica. La piena comunione sessuale tra l'uomo e ladonna ha perciò il luogo legittimo soltanto nell'ambitodell'esclusivo e definitivo personale vincolo di fedeltà nelmatrimonio».
La differenza tra due fidanzati e due coniugi staproprio qui: solo questi ultimi si sono donati pienamente l'unl'altro per sempre; una donazione piena non può infatti che essereper tutta la vita. Che donazione sarebbe quella di chi si impegnassesolo finché gli farà comodo?
Ciò denoterebbe che non è lapersona dell'altro a interessargli, ma solo ciò che, per un certotempo, potrà ottenere da lei: la persona viene quindi trasformata inoggetto. Come reagiremmo se qualcuno ci dicesse: «Ecco, ti faccio unregalo, ma se poi cambio idea me lo riprendo». Si dovrebbequantomeno dire che non si tratta di una vera donazione.
Questeconsiderazioni aiutano anche a capire l'indissolubilità delmatrimonio. La Chiesa non fa quindi altro che proporre la leggenaturale quando afferma che l'atto coniugale è autentico solo fracoloro che si sono reciprocamente donati in un modo «totale edefinitivo». Rifacendosi allo stesso principio, ricorda che «ladonazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e fruttodella donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anchenella sua dimensione temporale, è presente». L'atto coniugale vaconsiderato come il coronamento della piena unione della coppia.L'unità affettiva, dei cuori, della mente e della vita deve quindiprecedere l'unione dei corpi.
Chi, cedendo alla sensualità,altera quest'ordine provoca l'illusione di una fusione giàrealizzata, quando invece c'è ancora solo una confusione, Il partnerresterà facilmente con l'impressione di essere stato «usato»,ridotto cioè a strumento di piacere. C'è un «amore per prova»dopo il quale ci si sente particolarmente soli, con la tristeconsapevolezza di non avere costruito nulla e di aver solo consumatoqualcosa di sé. L'unione sessuale nel matrimonio è invece piena dibellezza, di verità e di gioia quando conferma e manifesta l'unionedella vita di entrambi i coniugi.
PROVE D'AMORE OPRETESTI?
Quanto detto fino ad ora dimostra anche l'inconsistenza,l'infondatezza della richiesta di rapporti prematrimoniali come«prova d'amore» o come mezzo per verificare l'affinità di coppia.A chi dice: «Se mi ami, dimostralo», intendendo i rapportiprematrimoniali come «prova d'amore», si potrebbe rispondere chetali rapporti non provano proprio niente. L'amore non si prova, dalmomento che le persone coinvolte non si provano, ma si scelgono e siaccettano. Provare una persona è ridurla a oggetto disperimentazione circa un certo rendimento, mentre le realtà piùsignificative e fondamentali (nascere, morire, amare fino a dare lavita) sono tanto importanti da essere uniche, irripetibili.
Ilmatrimonio non si prova: lo si vive responsabilmente. Alla domanda:«Non mi ami abbastanza per venire a letto con me?» bisogna perciòavere il coraggio di rispondere: «Certamente, anzi ti amo di più,tanto da sposarmi con te». E sposarsi vuoi dire non solo condividereil letto, ma lavorare insieme per un progetto comune, fondare unafamiglia. A chi dice: «Ma io non compro a scatola chiusa», si puòfar notare che se un matrimonio non «funziona» non è perl'inesperienza sessuale, ma per ben altri motivi come la debolezza dicarattere e l'egoismo, e il volere subito rapporti sessuali non ècertamente prova di fermezza di carattere, né di generosità egrandezza d'animo.
Il matrimonio esige qualcosa di più delpossesso sempre godibile; esige anche sacrifici e rinunce, fral'altro anche il saper aspettare fino alle nozze per godere dell'attoconiugale.
Si potrebbe anche obiettare dicendo che l'atto sessualeè un modo di conoscersi e capire se si è fatti l'uno perl'altro.
Ma l'atto sessuale non è affatto il modo adeguato perconoscersi. Il piacere intenso che si prova può infatti indurre aidealizzare l'altra persona in modo entusiastico e a minimizzare ledifferenze esistenti, nell'illusione che le differenze (di carattere,interessi e visione della vita) si possano facilmente superare. Diconseguenza, se le intimità sessuali divengono l'aspetto dominantedel rapporto, la necessaria reciproca conoscenza tra due persone chedesiderano sposarsi viene facilmente relegata in secondo piano. Ledivergenze e le eventuali incompatibilità di carattere emergerannopoi, una volta sposati, quando l'iniziale entusiasmo viene meno.Perciò l'atto sessuale prematrimoniale non è affatto il migliormodo per una vera e profonda conoscenza. Si potrebbe dire che l'attosessuale cementa un rapporto, ma solo quale coronamento di unpercorso di conoscenza reciproca, condivisione e donazione,altrimenti è come fare una colata di cemento sulle strutture di unacapanna distruggendola.
Alcuni estendono il discorso, parlandodell'opportunità di una convivenza prematrimoniale quale test moltosignificativo per sapere se sono fatti l'uno per l'altro. Ma laconvivenza non è un buon test per provare l'affinità di duesoggetti. Ciò è ormai confermato da varie ricerche sociologiche edal numero dei divorzi che è nettamente superiore fra coloro chehanno convissuto prima delle nozze. Al fidanzato o alla fidanzata chenon volesse accettare le riflessioni e gli argomenti esposti, si puòdire: «Anche se non riesci a capirlo fino in fondo, mi ami tuabbastanza per rispettare la mia coscienza, e aspettare?». E poi, senonostante tutte le «precauzioni» nascesse un figlio? Un bambino hail diritto sacrosanto alla famiglia. E allora? O si ha un matrimonio«riparatore», che precipitosamente deve risolvere una quantità diproblemi, oppure si ha una madre senza marito e un figlio senzapadre. Fine davvero triste di tanto «lieto e spensierato»inizio...
UN'ESIGENZA PER IL BENE E LA FELICITÀ DELLEPERSONE
In conclusione: se la Chiesa insegna - sulla base diriflessioni antropologiche e alla luce della Rivelazione - chel'intimità sessuale non è lecita prima o al di fuori delmatrimonio, non lo fa certamente per rendere la vita difficile, maper il bene delle persone, per la loro felicità. Viene in mente unafrase di Simone Weil: «I beni più preziosi non devono esserecercati, ma attesi». Ogni cosa a suo tempo. Per gustarla come dono.Perciò il comportamento di oggi decide il matrimonio di domani. Selui o lei diventerà un coniuge solo avido di piacere, un egoistapronto soltanto a esigere o addirittura a farla da tiranno; o unfedele compagno per la vita, pronto sia al comune piacere sia alcomune sacrificio, tutto questo viene deciso quasi al cento per centoprima, non durante il matrimonio. Chi con disinvoltura chiedeanticipi all'amore, dovrà poi pagarne le ipoteche mettendo a duraprova il suo equilibrio emotivo ed affettivo e a danno, non di rado,di se stesso e della propria felicità. Chi invece prende sul seriol'amore, vi troverà la gioia. Per tutta la vita.