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  1. #131
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Hans Cany mi sembra un personaggio pittoresco e provocatorio. Una sorta di cugino "libertario" del più noto Limonov. Che dire? Ovviamente io non sono anarchico (né collettivista, né individualista e nemmeno nazionale) ma qualche piccolo spunto di riflessione può essere estrapolato da questa intervista. La Jamaria libica, senz'altro, è stata un forma di socialismo terzista. Sicuramente Gheddafi non ha seguito alla lettera quanto scritto nel ben noto "Libro Verde", ci mancherebbe altro, ma parliamo comunque di un testo interessante, testo che ogni autentico socialista dovrebbe leggere.

    Per il resto condivido i concetti di democrazia diretta, di tutela dell'ambiente ma anche una certa diffidenza verso il voto.

    Rimango un po' perplesso di fronte al tema del "differenzialismo etnico" ma , da quanto ho letto, non pare che Cany voglia entrare nei letti della gente per decidere chi si deve accoppiare con chi.

    PS: Se posti 'sta roba su "Anarchismo", come minimo, si creerà la coalizione scveik, gilanico, nazkol .
    E infatti l'amico Dean, che non è fesso, l'ha postata qui!
    Per il resto trovo anch'io interessanti molti spunti, ed in generale tutta l'intervista che mi sembra un buon "sunto" per meglio comprendere i punti cardine dell'idea nazionalanarchica.
    Poi vabbè, magari verrà qualcuno a spiegarci che non possono esistere anche se esistono...ma sicuramente non lo farà su questo forum!
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  2. #132
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Infatti, in Anarchismo non ci scrivo più. Non per qualcosa, ma mi rendo sempre più conto di non avere molto a che fare con l'anarchismo classico che piace ai dogmatici, e dunque, avendo ben più cose in comune con voi, mi pare molto più logico partecipare qui.

    Riguardo all'intervista, Hans. C non piace neanche a me, come, in genere, non mi piacciono i nazional-anarchici per le loro occhiatine all'idea nazionalista volkish e al paganesimo di marca evoliana. Diciamo pure che si sente un po' di puzza di veteronazismo, anche se non si può dire che lo siano.
    Ma hanno anche qualche (minimo) spunto interessante, come appunto l'aver fatto emergere il discorso "nazionale" nell'ottica anarchica. O, meglio, "comunitarista".
    Infatti, se parliamo di un comunitarismo libertario (anche influenzato da certi spunti finiani, che egli stesso definisce "libertari") allora siamo a cavallo. Comunità non è nazione nel senso ottocentesco, e nessun anarchico potrebbe mai condividere un'idea di nazione ottocentesca e risorgimentale. La "nazione", come ben spiega Cany, è la piccola patria (la regione, per esempio), per chi ci crede, ma ci sno variabili non soltanto culturali o nazionali, ma anche filosofiche. Mi vengono in mente quelle comunità autogestite che non si riconoscono nel modello sociale dominante, si prendono un pezzo di terra sulle montagne e lo coltivano, chiudendosi al resto.
    Ecco, cosa certamente rimarca il pensiero N-A è il rifiuto del modello popperiano.
    Che sia su basi etniche (cosa che non condivido), o sociali, o filosofiche o territoriali, la "nazione" demarca dei confini e non è aperta al modello globalizzato.
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
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  3. #133
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Ma, per quanto io abbia per il resto idee parecchio differenti dalle loro, invece ho sempre condiviso l'idea del differenzialismo etnico-culturale, che nella sua ricerca di preservare nel rispetto reciproco le differenze che esistono tra i popoli, rappresenta l'esatto opposto sia del razzismo suprematista alla white power, e sia dell'omologazionismo di stampo globalista e liberale alla Popper.
    Quanto al ritorno a piccole comunità o addirittura alle micro, o l'idea del pezzo di terra sulla montagna che tutti coltivano e campano solo di quello, per quanto fascinose possano essere mi sembrano abbastanza utopistiche e passatiste, e come esempio mi fanno venire in mente le comunità Amish.
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  4. #134
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Sul tema l'immigrazione differisco da loro e mi sento più vicino alle posizioni espresse dalla sinistra rizziana. Il problema non è "differenzialistico", o per lo meno non in via prioritaria, ma economico e d'impatto. Migrazioni di massa in un contesto globalizzato del capitalismo rapace, favoriscono l'abbattimento dei diritti sociali dei lavoratori autoctoni, ma anche di quelli che emigrano. Abbassano i salari e aumentano la concorrenza fra "poveri". E poi c'è un problema di "sicurezza", che non si sa perché dai libertari è poco sentito, ma una civiltà libertaria non può essere costruita se non v'è armonia tra i membri.
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  5. #135
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    Sul tema l'immigrazione differisco da loro e mi sento più vicino alle posizioni espresse dalla sinistra rizziana. Il problema non è "differenzialistico", o per lo meno non in via prioritaria, ma economico e d'impatto. Migrazioni di massa in un contesto globalizzato del capitalismo rapace, favoriscono l'abbattimento dei diritti sociali dei lavoratori autoctoni, ma anche di quelli che emigrano. Abbassano i salari e aumentano la concorrenza fra "poveri". E poi c'è un problema di "sicurezza", che non si sa perché dai libertari è poco sentito, ma una civiltà libertaria non può essere costruita se non v'è armonia tra i membri.
    Anch'io sono rizziano (cioè comunista) quando si parla di immigrazione di massa. Con una sola differenza: Rizzo pensa che solo equiparando i salari tra lavoratori autoctoni e stranieri, si potrà sconfiggere la xenofobia e l'odio strisciante per i non italiani. Peccato, però, che una simile misura la potrà prendere solo un governo rivoluzionario. Ti immagini i padroni che rinunciano alla mano d'opera a basso costo? Poi, bisogna essere onesti, esistono delle differenze culturali tra italiani e stranieri. Alle volte queste differenze arricchiscono, altre volte...creano incomprensione e conflitti. E non possiamo nemmeno dimenticare l'altissimo tasso di disoccupazione che colpisce il nostro paese. Dire "No" all'immigrazione di massa, non è di per se un concetto "razzista", "fascista" o altro. Fermo restando che non saranno certo le frontiere a fermare un tale e grave fenomeno (la ricetta vincente, e qui torniamo al Rizzo-pensiero, è il superamento del capitalismo e dell'imperialismo).
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  6. #136
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    https://nazionalanarchismo.jimdo.com...in-de-benoist/

    Intervista ad Alain de Benoist dal sito Nazionalanarchismo

  7. #137
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Citazione Originariamente Scritto da Nemo Visualizza Messaggio
    https://nazionalanarchismo.jimdo.com...in-de-benoist/

    Intervista ad Alain de Benoist dal sito Nazionalanarchismo
    "Mi si potrebbe sicuramente definire con un uomo di sinistra di destra, o anche come un uomo che ha idee di sinistra e valori di destra. Ciò mi consente di dare ragione sia agli uomini di sinistra che agli uomini di destra ogni volta che sostengono idee che considero giuste. Ma di fatto da un pezzo non mi preoccupo più delle etichette."
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  8. #138
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Grazie per aver rimesso in evidenza, mi ero perso questa discussione.

    Ad essere franco io non mai capito certe forzature nazional-bolsceviche figurarsi parlare di nazional-anarchismo che per me è ossimoro, la Nazione è comunità spirituale e fisica, l'assenza di ordine strutturato ne determina la fine. Il resto, ossia lo spezzettamento in microcomunità mi pare roba molto da decrescita felice che è sempre stato uno dei punti base di gruppi come i nazionalisti autonomi.

    Punti che cozzano in maniera netta con la dialettica e l'impianto strutturale Socialista, primitivo e puro o nelle sue sfumature.

    Io credo nella Nazione e nello Stato dove entrambi gli elementi sono fusi in una sola forza, credo nella Repubblica, una, santa, rivoluzionaria e indiscutibile, nel Lavoro come fulcro del benessere sociale e nel Popolo come capo indiscusso e sovrano di tale entità. Non so se posso essere considerato una buona camicia nera, ma sono certo che sarei una buona giubba rossa. Fatico a trovare appigli in qualsiasi cosa contenga il prefisso "anarco-", per me filosofie, magari interessanti, ma dalle bassissime se non nulle possibilità applicative.

  9. #139
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Citazione Originariamente Scritto da RibelleInEsilio Visualizza Messaggio

    Ad essere franco io non mai capito certe forzature nazional-bolsceviche figurarsi parlare di nazional-anarchismo che per me è ossimoro, la Nazione è comunità spirituale e fisica, l'assenza di ordine strutturato ne determina la fine.
    E allora le comunità aborigene, che sono comunità chiuse, e non hanno generato uno stato verticale, come fanno a sopravvivere? Nazional anarchismo e anarcotribalismo sono sinonimi.

    Il resto, ossia lo spezzettamento in microcomunità mi pare roba molto da decrescita felice che è sempre stato uno dei punti base di gruppi come i nazionalisti autonomi.

    Punti che cozzano in maniera netta con la dialettica e l'impianto strutturale Socialista, primitivo e puro o nelle sue sfumature.
    Senz'altro cozzano con il socialismo marxista e con quello statalista, ma ad esempio Proudhon era un socialista (libertario) e federalista e gente come de Ambris e altri militanti fiumani erano anarchici, individualisti e hanno dato vita ad una Città autonoma, sul modello delle polis greche, che ha funzionato per 16 mesi.

    Mi trovi d'accordo sul fatto che l'anarchismo tout court abbia diverse falle (soprattutto la sua moderna rilettura centrosocialoide) e che probabilmente ogni anarchico ti dirà che crede in un anarchismo sempre diverso da qualcosa. D'altronde è uno dei pochi pensieri filosofici che ha subito diverse commistioni, rispetto al socialismo e al liberalismo
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  10. #140
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    Predefinito re: anarchismo e questione "nazionale"

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Ma, per quanto io abbia per il resto idee parecchio differenti dalle loro, invece ho sempre condiviso l'idea del differenzialismo etnico-culturale, che nella sua ricerca di preservare nel rispetto reciproco le differenze che esistono tra i popoli, rappresenta l'esatto opposto sia del razzismo suprematista alla white power, e sia dell'omologazionismo di stampo globalista e liberale alla Popper.
    Quanto al ritorno a piccole comunità o addirittura alle micro, o l'idea del pezzo di terra sulla montagna che tutti coltivano e campano solo di quello, per quanto fascinose possano essere mi sembrano abbastanza utopistiche e passatiste, e come esempio mi fanno venire in mente le comunità Amish.
    In realtà il cosidetto 'White Power', perlomeno nell'accezione inglese, è ed è sempre stato SEPARATISTA e ISOLAZIONISTA. Il 'white power' che intendi tu, invece, o si riferisce a certo andazzo tipo Stati Confederati (e non solo loro, visto che anche al nord, fino agli anni '60 e oltre, specie nel mondo del lavoro, c'è sempre stata una visione di inferiorità delle persone di colore) o all'odierno capitalismo imprenditoriale italiano, dove si assumono neri e africani con il puro intento di sfruttarli perchè ritenuti 'inferiori'.
    L’immigrazione è fenomeno padronale. Chi critica il capitalismo approvando l’immigrazione, di cui la classe operaia è la 1a vittima, farebbe meglio a tacere. Chi critica l’immigrazione restando muto sul capitale, dovrebbe fare altrettanto. De Benoist

 

 
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