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  1. #1
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    Predefinito Libia. Una speranza per la Padania?

    Vogliono portare l?Italia in guerra - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato






    In questi giorni sta succedendo qualcosa di strano, perché l’Italia per la prima volta sembra non voglia più rispettare le direttive americane, sia rifiutando di prorogare le sanzioni alla Russia, sia non partecipando ai pseudo-bombardamenti contro l’ISIS che hanno il solo scopo di dar fastidio all’avanzata russo-siriana-irachena, sia con la notizia della presenza non ufficiale di forze speciali italiane in Libia. E in risposta a questo improvviso coraggio italico, stranamente, l’ISIS torna a minacciare Roma con un video dove ne prevede la conquista e, sempre gli stessi uomini del Califfo, conquistano per un breve periodo la cittadina di Sabratah, comparendo improvvisamente in una zona in cui ancora si erano visti poco; cittadina di Sabratah che è pericolosamente vicina ad Az Zawiyah città fondamentale per gli interessi energetici dell’ENI in Libia, come vediamo in questa mappa

    Allo stato attuale sembra che i due parlamenti rivali di Tobruk e Tripoli abbiano raggiunto un’intesa che firmeranno il 16 dicembre per un governo di unità nazionale, ma le incognite sono ancora molte, dato che i due attori principali sono supportati da interessi stranieri diversi; il governo laico di Tobruk supportato da Egitto ed Emirati, quello islamista di Tripoli dal Qatar e dalla Turchia, senza contare la presenza dell’ISIS a Sirte, a Derna, a Bengasi ed ora anche a Sabratah. A nostro avviso possono intravedersi quattro scenari principali:
    1) FINE GUERRA CIVILE: il governo di unità nazionale riesce a nascere, l’ISIS diventa il nemico principale e viene annientato, inizia la ricostruzione del paese. PROBABILITA’ MOLTO BASSA
    2) COLLASSA IL GOVERNO DI TRIPOLI: l’eventuale accordo per un governo di unità nazionale potrebbe non essere riconosciuto dalle bande islamiste che sorreggono il governo di Tripoli. Molte di esse potrebbero unirsi allo Stato Islamico e l’intera Tripolitania potrebbe collassare. In quel caso gli interessi strategici dell’Italia sarebbero a serio rischio e l’intervento italiano sarebbe sempre più probabile. Sicuri scontri con le milizie di Misurata e con le forze di Zintan. PROBABILITA’ MEDIO-ALTA
    3) FALLIMENTO TRATTATIVE: l’eventuale accordo per un governo di unità nazionale potrebbe essere raggiunto, ma i principali attori potrebbero non riconoscerlo come le milizie di Alba Libica o il generale Haftar, attori che potrebbero rimanere esclusi dagli accordi. In quel caso gli scontri potrebbero accendersi in maniera più grave della situazione odierna, in uno scenario di tutti contro tutti. PROBABILITA’ MEDIA
    4) INTERVENTO STRANIERO: nel caso la situazione precipitasse, nel caso di avanzata dell’ISIS soprattutto in zone strategiche, nel caso di ulteriori attentati sul suolo europeo, è probabile un intervento di forze straniere. In primis l’Italia, che deve assolutamente difendere le postazioni dell’ENI che ha interessi miliardari nel paese. L’eventuale perdita di queste postazioni energetiche sarebbe un colpo durissimo per l’Italia sia in termini economici che di approvvigionamento energetico. A sostegno di questa ipotesi le recenti dichiarazioni del ministro degli esteri russo Lavrov che ha sostenuto il pieno supporto della Russia ad un intervento militare italiano in Libia. PROBABILITA’ MEDIO-ALTA
    Qui di seguito la più recente mappa della guerra civile libica:


    A nostro avviso il presunto coraggio di Renzi nel schierarsi a fianco della Russia contro le sanzioni e a favore degli interessi energetici italiani in Libia, sarà punito dalle forze che guidano gli States. Nel nostro immediato futuro dobbiamo sicuramente e ripeto sicuramente aspettarci un attentato, anche di proporzioni più grandi di quelli attuati a Parigi. Roma è ovviamente l’obiettivo principale, l’ISIS lo ha ribadito più volte nei suoi video e come sappiamo spesso mantiene le sue promesse. Ed è anche abbastanza sicuro che le postazioni dell’ENI verranno presto attaccate. L’obiettivo è quello di spingere l’Italia, che ricordiamo è ancora in una fase di depressione economica, ad impegnarsi in un conflitto che, bisogna ammetterlo, non è in grado di affrontare per almeno questi motivi:
    1) Il tendenziale buonismo dell’opinione pubblica italiana, che quando vedrà i primi soldati italiani morti, se la prenderà subito con il governo in carica che potrebbe probabilmente rischiare il posto.
    2) Il cattivo stato dei nostri conti pubblici non ci permette di affrontare una guerra che potrebbe costare miliardi di euro se l’Unione Europea non allenta le regole sul pareggio di bilancio.
    3) Anche se l’Italia dispone di forze militari di discreto livello, non è sicuramente preparata ad una guerra aperta e difficile, come potrebbe essere quella in Libia e, ripeto non è assolutamente preparata la nostra opinione pubblica a decine se non centinaia di soldati italiani morti.
    4) Ricordiamoci che la Libia ha subito, da parte di Gheddafi, decenni di propaganda anti-italiana e un intervento italiano, di qualsiasi tipo, potrebbe essere visto dalla maggioranza della popolazione come un tentativo neo-coloniale e quindi le forze ribelli di qualsiasi genere potrebbero fare fronte comune contro gli italiani. Inoltre le recenti accuse da parte dei militari di Tobruk ad una presunta violazione delle acque libiche, dimostra che l’Italia in Libia non ha alleati sicuri nemmeno tra le forze laiche.
    Concludiamo sostenendo che da più parti ci arrivano segnali del fatto che si voglia spingere l’Italia in guerra in Libia, guerra che potrebbe facilmente far collassare il nostro paese a livello economico e politico. Ricordiamo inoltre che il 2-3% della popolazione residente in Italia è di religione musulmana. Nel caso l’Italia non si limitasse ad un intervento aereo o navale, ma decidesse di intervenire a terra per difendere fisicamente le postazioni dell’ENI, il rischio che diventi il nemico principale dei musulmani, in qualità di neo-crociato, è grandissimo e non escludiamo la presenza di diverse cellule dormienti nel nostro paese, pronte ad attaccare proprio in quell’eventualità. Guardando chi ci governa, cioè Renzi ed Alfano, siamo sicuri che veramente l’ISIS non arriverà fino a Roma?
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #2
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    nord libero ma colonia americana ?

  3. #3
    Forumista storico
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    Adesso, per intanto, è colonia e non è manco libero.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #4
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    No, no. La strada è quella sbagliata, l'unica speranza che la Padania ha, è che prima l'Europa e l'i-taglia si smarchino dallo stato di schiavitù imposto dagli ameri-cani, quindi uscire dalla NATO, poi "legarsi" alla Russia, e poi si potrà creare l'indipendenza della Padania. Tutto questo è chiaramente un sogno irrealizzabile, in quanto è troppo tardi ormai. Quando si arriverà alla guerra, perchè si arriverà, perderemo.

  5. #5
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    Oh, bella!
    E chi vincerà di grazia?
    E noi con chi saremo a perdere?
    E soprattutto, cosa si intende per "noi"?
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #6
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Oh, bella!
    E chi vincerà di grazia?
    E noi con chi saremo a perdere?
    E soprattutto, cosa si intende per "noi"?
    Effettivamente ho sbagliato una cosa, il tempo del verbo. In quanto il tutto sta già avvenendo, dunque è corretto parlare al presente. La guerra è già in atto, solo che non ha ancora toccato i nostri territori, non manca molto.
    Vincerà e sta purtroppo vincendo il fronte che è il il nostro nemico (uso il plurale in quanto mi pare che siam tutti o quasi d'accordo) formato da ameri-cani, ebrei, progressisti, illuminati, massoni, ecc, insomma chiamali come ti pare.
    A perdere sarà tutta la parte sana (intendo di valori) che è purtroppo la minoranza dell'occidente, Russia compresa.
    Per noi si intende, come detto la parte sana dell'occidente.

  7. #7
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    Non credo che la Russia questa volta voglia star fuori dalla torta.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #8
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?



    Ricerca



    ARoma si apre laconferenza internazionale sullaLibia

    © AP Photo/ Riccardo De Luca



    Mondo10:02 14.12.2015(aggiornato 10:04 14.12.2015) URL abbreviato
    Marina Tantushyan
    18900

    Il 13 dicembre, esattamente a un mese dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso, Roma ospitava la prima conferenza internazionale sulla Libia dove si sono riuniti non solo i grandi player globali, ma anche gli importanti Paesi della regione.

    L'obiettivo principale dell'incontro era di avviare sulla Libia un percorso simile a quello iniziato a Vienna per la Siria.
    Alla vigilia della conferenza sulla crisi libica Prof. Alfonso Giordano, docente di Sviluppo sostenibile e flussi migratori presso LUISS Guido Carli di Roma ha parlato a Sputnik-Italia dell'importanza di questo evento internazionale.
    Prof. Giordano questo incontro riuscirà a indicare una direzione di marcia?
    — Libia è il punto fondamentale almeno per quello che riguarda gli interessi italiani. Renzi e anche Gentiloni hanno più volte ribadito che non ci devono essere più i percorsi di guerra che hanno portato ai resultati che tutti sappiamo. Oggi Libia è diventata un buco nero sia per i flussi migratori che per quanto riguarda il passaggio di possibili foreign fighters. Quindi la questione della Libia si riferisce necessariamente a questo idea del riordino del Mediterraneo.

    © AFP 2015/ Mahmud Turkia
    Allarme USA: Libia prossima roccaforte ISIS

    Pare che le condizioni ci siano perché le personalità coinvolte sono del certo rilievo e anche l'idea è di ampio respiro. Dopo questo conferenza possono accadere due cose. Potrebbe rimanere carta bianca — si fa un'altra grande incontro sulla Libia ma le cose purtroppo non si miglioreranno tanto perché dalle dichiarazioni bisognerà poi passare agli impegni. E la maggiore sicurezza costa sia nei termini economici e potrebbe costatare anche nei termini umani. Visto che l'economia europea non brilla in questo momento, è molto difficile convincere l'opinione pubblica di fare gli ulteriori sacrifici. Allo stesso tempo però è probabile che i partecipanti di questo incontro riusciranno a stabilire le alleanze tra le paesi più importanti, gli Stati Uniti e la Russia dopodiché potrebbe entrare in gioco anche la partita sul Daesh. Comunque, per quanto riguarda la Libia l'obiettivo degli europei è di ricostruire un minimo controllo formale che serve soprattutto a controllare i flussi irregolari degli immigranti che in questo periodo stanno spostando per varie ragioni verso la Turchia, Grecia e Balcani. — A suo avviso, la pace in Libia deve essere frutto di decisioni delle parti libiche oppure per forza deve intervenire la comunità internazionale per dare una spinta decisiva?

    © Sputnik. Andrey Stenin
    Libia, accordo preliminare su governo di unità nazionale

    — Questa è una domanda molto complicata perché in realtà in Libia ci sono due governi semiufficiali accontentano entrambi la legittimità di essere governo principale della regione. Tutto questo però si basa su una seria dei conflitti che possiamo definirli come quasi tribali. Io sinceramente vedo molto difficile che ci sia un accordo tra di loro. Probabilmente ci vorrà qualche intervento esterno però non si capisce bene quale potrebbe essere questo intervento — dovrebbe venire la risposta da questa conferenza che si terrà sulla Libia.
    Alla vigilia del suo viaggio a Roma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha confermato che la Russia è pronta a prestare il suo aiuto all'Italia sul dossier libico. Che contributo potrebbe fare Mosca alla risoluzione della crisi libica?

    © Foto: Ed Yourdon
    Incontro "cruciale" tra Gentiloni e Lavrov

    — E' evidente che negli ultimi mesi la Russia sta giocando un ruolo importante. Lo sta facendo nella questione Daesh, Iraq e Siria. Credo che comunque anche se la Libia non è l'interesse prioritario per la Russia però se si fanno gli accordi sulla Libia e la Russia sarà coinvolta in questi accordi speriamo che anche gli altri paesi relativi al quadrante mediorientale ci entreranno.
    A gennaio sempre a Roma si svolgerà il vertice del coordinamento della coalizione anti-Daesh che con il Forum Med e conferenza sulla Libia sarà già il terzo incontro importante organizzato sulla iniziativa italiana. Si può quindi concludere che l'Italia sta rivendicando un ruolo di primo piano nella regione Mediterranea?

    © AP Photo/ Raqqa Media Center of the Islamic State group
    Gentiloni: a gennaio vertice anti Daesh a Roma

    — Sarebbe ora. Tutti questi eventi fanno parte del unico mosaico. Il Daesh sta in questo momento provando ad allargarsi anche sul territorio libico per cui bisognerà avere un accordo internazionale su questo tipo di problema. L'Italia sta cercando di fare la sua parte. Credo che è un fatto positivo che l'Italia non essendo una grande potenza abbia un ruolo del facilitatore grazie alla sua posizione geografica e il suo rapporto coloniale con la Libia. Penso che sia importante che l'Italia finalmente prenda questa iniziativa quantomeno per facilitare un dialogo tra le parti in causa.






    Leggi tutto: A Roma si apre la conferenza internazionale sulla Libia

    Giordano.
    Un nome, una garanzia.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #9
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    Ci sono fratelli che vogliono mettersi al posto del Padre .
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  10. #10
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    Predefinito Re: Libia. Una speranza per la Padania?

    qualcuno ha detto :
    E soprattutto, cosa si intende per "noi"? è questo che non è chiaro.

 

 
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