Tiziano Renzi, l’affare degli outlet di Reggello è tutto famiglia e Pd toscano
Il business è ricco e per questo ha attirato imprenditori di ogni tipo. Sono stati della partita Andrea Bacci, finanziatore della fondazione Big Bang dell'ex sindaco di Firenze e poi nominato da Matteo Renzi alla testa di alcune partecipate fiorentine, Andrea Moretti un imprenditore di Arezzo imparentato con un ex socio di Licio Gelli e Ilaria Niccolai, un'immobiliarista da circa un anno socia del padre e della madre del premier nella Party srl. Tutti loro devono la loro fortuna non solo all'abilità imprenditoriale, ma alle scelte della politica. Ecco come
Per capire come mai Tiziano Renzi, il padre del premier, si sia trovato a fare il consulente di grandi affari immobiliari di società amministrate da Lorenzo Rosi, l’ex presidente della Banca Etruria ora nel mirino di risparmiatori e magistratura, bisogna andare a Leccio. Una frazione del Comune di Reggello di 800 anime della provincia di Firenze a soli nove minuti di auto daRignano sull’Arno, il borgo dove i Renzi hanno casa e dove Tiziano è stato per anni segretario del Partito Democratico. Qui a partire dal 2009 si è lavorato sodo per raddoppiare un outlet, ilThe Mall nato sotto le insegne di Gucci e del suo patron francese , che oggi fattura una ventina di milioni l’anno e accoglie ogni giorno decine di migliaia di clienti alla caccia di un capo firmato a prezzi scontati.
Un super affare immobiliare a cui gli sviluppatori, con la consulenza di Renzi senior, ne vogliono ora far seguire degli altri a San Remoe a Fasano in provincia di Brindisi. Il business è insomma ricco e per questo ha attirato imprenditori di ogni tipo. A Reggello sono stati della partita Andrea Bacci, finanziatore della fondazione Big Bang che durante le primarie del Pd del 2012 era stato il collettore dei finanziamenti della campagna del sindaco di Firenze e poi nominato da Matteo Renzi alla testa di alcune partecipate fiorentine, Andrea Moretti un imprenditore di Arezzo imparentato con un ex socio di Licio Gelli, e Ilaria Niccolai, un’immobiliarista da circa un anno socia del padre e della madre di Renzi nella Party srl. Tutti loro devono la loro fortuna non solo all’abilità imprenditoriale, ma alle scelte della politica.
Si perché a Reggello la svolta è arrivata con il contributo fondamentale del sindaco, un renziano della prima ora. Si chiamaSergio Benedetti, di mestiere fa il mobiliere e ha retto il Comune dal 2002 al 2012, per poi essere nominato dalla Provincia nel cda del Maggio Fiorentino. Durante la sua sindacatura arrivano leconvenzioni che apriranno la strada all’espansione di The Mall. Su aree che in parte sono di proprietà dello stesso sindaco. E che proprio il primo cittadino, come vedremo, non si farà problemi a vendere agli sviluppatori dell’outlet per circa 3 milioni di euro.
Oltre al sindaco Benedetti, Bacci, Rosi, Niccolai e Moretti, un ruolo importante nell’operazione è ricoperto da un uomo d’affari pugliese, compagno dell’immobiliarista Niccolai: Luigi Dagostino. È lui infatti il rappresentante di buona parte delle società estere e off shore che a seconda dei casi o comprano i terreni o controllano le quote delle società immobiliare coinvolte nell’affare. Tra il 2010 e il 2015 questa variegata compagnia di politici e imprenditori si destreggia abilmente tra compravendite di terreni, piani regolatori e varianti urbanistiche. Rosi, che pure aveva avuto almeno uno dei protagonisti, Moretti, tra i suoi azionisti in Banca Etruria, entra ufficialmente in partita solo in un secondo momento, dopo la sua uscita dall’istituto. Lo stesso si deve dire di Renzi senior che nella zona è di casa, ma che in apparenza si mette a collaborare con i costruttori solo a partire dal 2014, quando con loro partecipa a riunioni in Liguria e in Puglia.
L’affare fiorentino della costruttrice socia di Tiziano Renzi e dell’ex presidente di Banca Etruria – “Tiziano? Ci ha dato una mano nella pubblicità di alcune iniziative da noi organizzate”, dice Dagostino. Vero o falso che sia resta però un dato societario. Lo scorso anno Renzi senior la moglie fondano la società immobiliare Party srl con la compagna di Dagostino, Ilaria Niccolai. L’immobiliarista lo fa attraverso la sua Nikila Invest. I coniugi Renzi però, dopo averlo fatto si scordano di segnalare la cosa nell’aggiornamento annuale della loro situazione patrimoniale depositata a Palazzo Chigi. Anche l’ex presidente di Banca Etruria, Rosi, entra in società con la coppia Niccolai-Dagostino. Sempre tramite la Nikila che partecipa a una serie di srl che fanno capo alla Syntagma, dalla quale si diramano varie società inclusa Egnazia Shopping Mall: ovvero la compagnia che si occupa dell’outlet di Fasano.
A Firenze Ilaria Niccolai è piuttosto nota. La scorsa estate ha rilevato per 25 milioni di euro la storica sede del Maggio Fiorentino dalla Cassa Depositi e Prestiti, la quale un anno e mezzo prima l’aveva comprata per 23 milioni direttamente dal Comune, che stava cercando di vendere il teatro Comunale da ben quattro anni. E che per cedere l’immobile ottocentesco al gruppo pubblico si è accontentato di quasi la metà dei 44,5 milioni della base della prima asta, nel 2009. Magro affare anche per la Cdp fresca di passaggio nelle mani del fido Claudio Costamagna, che parla di un “buon risultato” alla luce del contesto e sottolinea che “in generale se il prezzo è basso è perché evidentemente non c’erano poi tanti acquirenti”. Resta da capire allora come mai la Niccolai sia tanto certa di fare un grande affare attendendosi ottimi margini con la ristrutturazione che, previo l’ok al cambio di destinazione d’uso, trasformerà il teatro in appartamenti extra lusso.
Il sindaco che con una mano approva i progetti e con l’altra vende i terreni ai costruttori del Mall - Tornando a Reggello e all’affare del Mall, l’anno cruciale è stato il 2012, quando per il sindaco renziano Sergio Benedetti si avvicina la fine del secondo mandato alla guida del comune sede della nuova Mecca dell’alta moda. Per il primo cittadino la nascita dell’outlet nel suo territorio si è rivelata un’opportunità non da poco. Prima ha infatti rilanciato il territorio stringendo intese e concedendo permessi agli ideatori del Mall. Poi, una volta lasciata la poltrona, ha fatto lui stesso l’affare. Nel marzo 2014, infatti, l’ex sindaco ha venduto a Mall Re Investments parte dei terreni del suo mobilificio adiacente all’outlet. All’epoca la società acquirente faceva capo all’ex finanziatore di Renzi, Andrea Bacci e alla Nikila della futura socia del padre del premier, la Niccolai. Ed era gestita dal suo compagno Dagostino. Ovvero il deus ex machina dei piani di sviluppi dell’outlet, che in un’intervista a ilfattoquotidiano.it sostiene di non aver chiesto “favori a nessuno perché non ne abbiamo bisogno”. Oggi Mall Re è controllata dalla Staridea Investments Limited diCipro. E l’affare ha permesso all’ex sindaco piddino di incassare2,88 milioni di euro Iva inclusa. La ricca compravendita è preceduta da una lunga serie di atti formali dove i dettagli e il contesto contano non poco.
Il via libera al progetto che fa capo a una società delle Isole Vergini - Benedettidiventa sindaco del paese in provincia di Firenze nel 2002 e viene rieletto nel 2007. E’ durante il suo secondo mandato, nel 2009, che viene dato un importante via libera all’ampliamento del progetto The Mall grazie a una convenzionetra il Comune di Reggello e la Sammezzano outlet. La società all’epoca era intestata a Excalibur ltd, delle Isole Vergini Britanniche e portava avanti un ambizioso piano di espansione che nel giro di un quinquennio avrebbe più che raddoppiato la superficie originaria del centro commerciale occupando un’importante fetta del paese. Incluse le zone G, quelle che andrebbero destinate ai servizi pubblici, dove oggi troneggiano uno spazio Moncler e uno dedicato a Hugo Boss. La proprietà di Sammezzano cambia proprio mentre il sindaco sta per lasciare la poltrona e il piano si sta concretizzando attraverso una vorticosa serie di compravendite e affitti dei terreni alle case di moda. Con tanto di spinte a costruttori come la Nikila di Niccolai o di onorari extra a consulenti che o sono schermati dietro a società estere o sono giocatori della partita in altri tavoli, come l’onnipresente Dagostino. E’ tra aprile e agosto 2012 che in testa all’importante interlocutore del Comune fanno capolino dei nomi veri: la Niccolai, Dagostino e tal Jacopo Focardi, oggi terzo socio di Tiziano Renzi nella Party srl.
La girandola di compravendite di terreni e le ricche commissioni - A febbraio dello stesso anno era comparso sulla scena anche Andrea Moretti, figlio della nipote degli ex soci di Licio Gelli, i Lebole, da cui sono state ereditate le attività nel tessile primaria attività di famiglia accanto al vino della Tenuta Setteponti, che si trova nell’evocativa località di Castiglion Fibocchi (Ar). Mentre quello di soci della Popolare dell’Etruria del Lazio è solo un trascorso come per tante famiglie del luogo. E’ il giovane Moretti, in tempi più recenti seguito dalla madre in questa avventura, che attraverso una società controllata da Cipro guida le prime compravendite di terreni sui quali sorgerà il nuovo Mall che vengono affittati a Gucci tramite la casa madre francese Kering a 845mila euro l’anno. Un’operazione fortunata anche per Dagostino, che incassa dalle parti ben 1,2 milioni di euro per l’assistenza alla stipula del contratto d’affitto. Ma la girandola di compravendite e di locazioni è solo all’inizio ed è ancora in corso. I protagonisti si alternano ai vari tavoli, dall’acquisto, all’affitto alla costruzione e per ogni porzione nuova del Mall viene costituita una società ad hoc, spesso controllata dall’estero quando non da Dagostino, Bacci o Niccolai.
Gli ultimi atti di Benedetti da sindaco - Quanto al sindaco, a marzo 2012, proprio alla fine del suo impegno in Comune, Benedetti decide di cedere gratuitamente all’ente alcune particelle della sua proprietà per destinarle a verde pubblico e contestualmente si impegna a cederne altre in futuro. Non solo. A 15 giorni dalle amministrative il Comune concede al sindaco ilpermesso di costruire su alcuni suoi terreni adiacenti all’outlet che già durante il mandato erano stati oggetto di due varianti urbanistiche. Il motivo lo si capirà dopo qualche mese. A maggio viene eletto sindaco il vice di Bendetti, Cristiano Benucci, anche lui in quota Pd. Tra i suoi primi atti ufficiali licenzia un’altra variante che permette di costruire una strada che, al posto dei campi, circonda la nuova area dell’outlet e con lei il terreno dell’ex sindaco. Illuminante la spiegazione fornita nella variante al piano regolatore: si parla di strada di “fondamentale importanza” al pari delle “aree a verde di uso pubblico limitrofe”, “opere entrambe diinteresse indubbiamente pubblico“.
Fatto sta che a valle di tutte queste operazioni tutta la proprietà di Benedetti diventa più appetibile per eventuali acquirenti e altrettanto remunerativa per chi vende, visto che offrendo uno spicchio di terreno ben collegato il prezzo aumenta notevolmente. Tutta l’operazione, inoltre, era vista di buon occhio anche dai pochi residenti della zona, costretti a percorrere una sorta di viottolo accidentato per giungere alle loro abitazioni. Peccato per loro, però, che l’asfalto e il bitume si siano limitati a render percorribile solo la fetta di strada che delimita la proprietà di Benedetti e il nuovo mall. Alla faccia dell’interesse “indubbiamente pubblico”
Il cerchio si chiude - Un anno e mezzo dopo si consuma la compravendita, dove Benedetti mantiene un diritto di servitù di passo sui terreni ceduti, in modo da collegarli con la sua fabbrica di mobili. A pensar male sembra una mossa ‘futuribile’. Il motivo? Basta guardare dall’altro l’area in questione. Ciò che resta del mobilificio Benedetti, infatti, è letteralmente circondato dalle strutture dell’outlet ed è ormai l’unica pozione di terreno dell’area edificabile e ben collegata. E così se un giorno il The Mall vorrà ancora ampliarsi non potrà che andare a bussare alla porta dell’ex sindaco. Il quale, a sua volta, per vendere terreno e struttura avrebbe il coltello dalla parte del manico quando si tratterà di concordare il prezzo di vendita. Si vedrà. Nel frattempo Benedetti ha trovato notorietà a dicembre 2012, quando la Provincia di Firenze lo nomina consigliere del Maggio Fiorentino senza comunicare la decisione al consiglio provinciale. Polemiche, comunicati stampa, veleni, sospetti. L’operazione alla fine non andrà in porto e la Fondazione a gennaio 2013 verràcommissariata dal ministero per la disastrosa situazione economica. Resta quella scelta per certi versi incomprensibile, che in molti motivano come avvicendamento interno all’area renziana. A guidare la Provincia dopo il regno dell’attuale premier, del resto, all’epoca c’era Andrea Barducci, che della precedente Giunta Renzi era il vicepresidente. Un altro petalo del giglio.
Tiziano Renzi, l'affare degli outlet di Reggello è tutto famiglia e Pd toscano - Il Fatto Quotidiano
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