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Discussione: Lezioni dalla Spagna

  1. #221
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Ma non diciamo scemenze su.

    Per eleggere il PdR serviranno i 3 quinti dei parlamentari e mi dici che l'Italicum non va bene perché la lista con il 55% dei parlamentari imporrebbe il candidato ad una parte dell'opposizione per raggiungere il 60%.
    Cosa la garanzia democratica ed istituzionale per te? avere ingovernabilità nel paese e blocco delle Istituzioni anche per impossibilità ad eleggere gli organi Istituzionali?
    Si parla di italicum (sistema elettorale), non di riforme costituzionali.

    Altrimenti io vorrei l'elezione diretta del presidente delal repubblica, anche senza poteri esecutivi (tipo Portogallo e Austria per intenderci), poi vorrei che il primo ministro fosse scelto dagli elettori tra un gruppo già designato dai vari partiti (primarie) al momento delle elezioni (es: per il PD si candidano Renzi, Bersani, etc, e chi prende più voti viene nominato dal presidente della repubblica), poi vorrei la sfiducia costruttiva, etc.

  2. #222
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Iohannes68 Visualizza Messaggio
    Si parla di italicum (sistema elettorale), non di riforme costituzionali.

    Altrimenti io vorrei l'elezione diretta del presidente delal repubblica, anche senza poteri esecutivi (tipo Portogallo e Austria per intenderci), poi vorrei che il primo ministro fosse scelto dagli elettori tra un gruppo già designato dai vari partiti (primarie) al momento delle elezioni (es: per il PD si candidano Renzi, Bersani, etc, e chi prende più voti viene nominato dal presidente della repubblica), poi vorrei la sfiducia costruttiva, etc.
    Non parlavo con te.

  3. #223
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Ma non diciamo scemenze su.

    Per eleggere il PdR serviranno i 3 quinti dei parlamentari e mi dici che l'Italicum non va bene perché la lista con il 55% dei parlamentari imporrebbe il candidato ad una parte dell'opposizione per raggiungere il 60%.
    Cosa la garanzia democratica ed istituzionale per te? avere ingovernabilità nel paese e blocco delle Istituzioni anche per impossibilità ad eleggere gli organi Istituzionali?
    e allora smetti di blaterare, se vuoi che si smetta di dire scemenze.

    Le ragioni le ho dette, se hai difficoltà di comprensione dell'italiano scritto fai ripetizioni.
    Il fascismo è morto: Benito La Russa è il nostro nuovo vice Presidente della Repubblica. Wow!
    No banner coockie - Meloni: "no ai fondi europei, meglio l'aiuto del FMI"
    ---------------------------------
    Idioti!!!!!!!!!!!!

  4. #224
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Iannis Visualizza Messaggio
    Ma cosa dici, la somma di chi governa supera il 50%, ovvero la maggioranza assoluta degli elettori vede chi ha votato al governo.
    Sono TRE MINORANZE, se avessero lo stesso programma non sarebbero state tre minoranze. E' come dire che Renzi Fassina e Vendola governano per comunione di intenti.
    "Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone intelligenti, sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue" Phineas Taylor Barnum

    UE, mondo, futuro Michio Kaku:
    https://www.youtube.com/watch?v=7NPC47qMJVg

  5. #225
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Razionalista Visualizza Messaggio
    Sono TRE MINORANZE, se avessero lo stesso programma non sarebbero state tre minoranze. E' come dire che Renzi Fassina e Vendola governano per comunione di intenti.
    Tra l'altro che queste tre minoranze riescano ad ammucchiarsi è tutto da vedere. Per esempio, li voglio vedere i liberisti di ciudadanos al governo con "perdemos". Impossibile!

    Secondo me ci sarà un governo di minoranza popolari + ciudadanos, con i socialisti che si astengono sulla prima fiducia. E poi, grazie al meccanismo della sfiducia costruttiva (non è possibile far cadere il governo se contestualmente non si propone un altro governo), questo governo di minoranza potrà tranquillamente rimanere in carica per tutta la legislatura.

  6. #226
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Razionalista Visualizza Messaggio
    Sono TRE MINORANZE, se avessero lo stesso programma non sarebbero state tre minoranze. E' come dire che Renzi Fassina e Vendola governano per comunione di intenti.

    Sono tutte minoranze, anche quella arrivata prima, e allora? Si deve raggiungere il 50%. Il maggior numero di minoranze che si mette insieme forma il governo, punto. Più del 50% degli elettori avrà una voce al governo, e non solo un 38%
    Against all odds

  7. #227
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Iannis Visualizza Messaggio
    Sono tutte minoranze, anche quella arrivata prima, e allora? Si deve raggiungere il 50%. Il maggior numero di minoranze che si mette insieme forma il governo, punto. Più del 50% degli elettori avrà una voce al governo, e non solo un 38%
    Il tuo pensiero è chiaro. Bisogna ammucchiare tante minoranze fino ad arrivare al 51%. Quello che succede poi al governo non è importante, conta solo che l'ammucchiata superi il 50%. Tipo l'ulivo del mortadella per intenderci. Mamma mia, povero Prodi. Immaginate una riunione del consiglio dei ministri: Prodi, D'Alema, Rutelli, Mastella, Pecorario Scanio, Bertinotti, Diliberto, etc. Non so davvro come abbia fatto ad arrivare a 2 anni!

    Il mio è altrettanto chiaro: al primo turno ognuno vota chi più lo aggrada. Poi, se nessuna minoranza supera il 40%, si prendono le due minoranze maggiori e le si manda al ballottaggio, così quelal che vince potrà governare senza ammucchiate. In pratica, l'italicum.

    GRAZIE MATTEO!

  8. #228
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Citazione Originariamente Scritto da Iohannes68 Visualizza Messaggio
    Tra l'altro che queste tre minoranze riescano ad ammucchiarsi è tutto da vedere. Per esempio, li voglio vedere i liberisti di ciudadanos al governo con "perdemos". Impossibile!
    Si parlava del portgallo con una situazione in stile: governo di Renzi, Fassina e Vendola.


    IN Spagna ancora non si sa a che gioco giocheranno.
    "Quante persone ci sono in questa strada, un centinaio? Quante sono le persone intelligenti, sette, otto? Bene, io lavoro per le altre novantadue" Phineas Taylor Barnum

    UE, mondo, futuro Michio Kaku:
    https://www.youtube.com/watch?v=7NPC47qMJVg

  9. #229
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Intanto lo spread della Spagna si allarga.
    Speriamo che questi maggiordomi della Germania non tirino giù anche noi!


    Guida al rebus politico spagnoloMancano 15 giorni al voto di fiducia per il governo e ancora non si intravedono alleanze stabili. Una piccola guida per capire dove sono i partiti, come si posizionano i leader sullo scacchiere politico e quali sono le prospettive
    di Eugenio Cau | 16 Febbraio 2016 ore 15:18
    COMMENTA | |





    Il leader del partito socialista spagnolo Pedro Sánchez (foto LaPresse)

    Il 2 marzo le Cortes spagnole elette il 20 dicembre scorso si riuniranno per tenere il primo voto di fiducia sul possibile governo presentato dal leader del Partito socialista (Psoe) Pedro Sánchez. Dopo che le elezioni non hanno restituito nessuna maggioranza capace di guidare il paese, rendendo necessaria, caso unico per la Spagna, la coalizione di almeno tre partiti per ottenere la maggioranza (eccezion fatta per la Grande coalizione tra Psoe e Partito popolare, Pp), i negoziati fra i partiti infuriano da settimane, ma nessuno ancora è riuscito a trovare un accordo stabile. In questa situazione difficile da sbrogliare, ecco le principali forze in campo, e le loro mosse.


    ARTICOLI CORRELATI La marcia per il potere di Sánchez tra i capricci dei populisti Perché gli spagnoli prendono sul serio il socialista Sánchez? Re Felipe dà l'ok all'armata Brancaleone in Spagna Partito socialista (Psoe)

    Re Felipe ha dato a Pedro Sánchez il compito di formare il governo dopo il rifiuto del premier uscente Mariano Rajoy, ma le sue possibilità di costruire una coalizione duratura non sono molto migliori di quelle del leader del Pp. Sánchez ha avuto chiara solo una cosa fin da principio: nessun accordo con i popolari, e partendo da questo muro creato alla sua destra adesso è ristretto tra l’intransigenza degli antisistema di Podemos e l’incapacità di creare un governo centrista con Ciudadanos – con questi ultimi due partiti, Podemos e Ciudadanos, che si odiano e giurano che non faranno mai alcuna alleanza tra loro. L’8 febbraio Sánchez ha proposto il suo “Programma per un governo progressista e riformista” con proposte da socialdemocrazia classica che sono state considerate troppo di sinistra da Ciudadanos e troppo timide da Podemos. Sta tutto qui il gran dilemma dei socialisti. Per formare un governo, Sánchez ha bisogno di tutti, e non è un caso che oggi abbia indetto un incontro con il leader di Podemos Pablo Iglesias “nonostante il suo atteggiamento”. Prende schiaffi, Sánchez, ma è costretto a porre l’altra guancia.


    Partito popolare (Pp)

    Escluso da qualsiasi possibile coalizione di governo, Mariano Rajoy e il Partito popolare hanno deciso di ritirarsi sdegnosi in attesa che gli sforzi Sánchez franino miseramente. La settimana scorsa la scenetta messa in piedi da Rajoy durante l’ultimo incontro con Sánchez, in cui il premier uscente si è rassettato la giacca incurante mentre il leader socialista cercava di stringergli la mano, dice molto della rottura definitiva tra i due partiti tradizionali spagnoli. Rajoy è ancora il premier facente funzioni, e sostiene che sarà di nuovo lui il candidato popolare in caso di nuove elezioni. Ma sotto di lui il partito si sta disgregando, colpito non tanto dalle divisioni interne ma dalle inchieste di corruzione. L’ultimo evento choc, all’inizio di questa settimana, è stato l’annuncio di dimissioni di Esperanza Aguirre, capo del Pp a Madrid e tra le figure di punta del conservatorismo spagnolo. Nelle settimane precedenti gli inquirenti avevano perquisito gli uffici del Pp di Madrid ipotizzando accuse gravi di corruzione. Aguirre si è dimessa non perché toccata personalmente dalle inchieste, ma per “responsabilità politica”, e con una mossa machiavellica, da antica rivale di Rajoy, è riuscita a ribaltare il discorso e a coinvolgere il premier facendo capire a tutti che lei stava “dando l’esempio”, come hanno scritto i giornali spagnoli il giorno successivo. Prima di Madrid le accuse avevano toccato il partito di Valencia, e a questo si aggiungono le grandi inchieste aperte da mesi.


    Podemos

    Pablo Iglesias si gode il suo momento di fortuna politica. Prima delle elezioni i sondaggi davano il suo partito ridotto ai minimi termini, oggi è la chiave per la formazione di qualunque governo, tanto che Iglesias ha chiesto esplicitamente la vicepresidenza del nuovo esecutivo. Lunedì il partito ha presentato il suo documento programmatico per un’alleanza di governo, che ha tra le sue linee rosse l’organizzazione di un referendum sull’indipendenza della Catalogna. E’ una richiesta irricevibile per qualsiasi partner (la leadership del Partito socialista ha vietato esplicitamente al suo leader qualsiasi patto che metta a rischio l’unità territoriale), ma appunto, Podemos si può permettere di tirare la corda perché sa che finché Sánchez si manterrà saldo nella sua chiusura al Pp lui resterà indispensabile. La sua strategia, ha scritto il giornalista Iván Gil sul Confidencial, è di trasformare il Psoe nel Pasok, il partito socialista greco rimpiazzato da sinistra da Syriza e dal suo leader Alexis Tsipras, di cui Iglesias è storico alleato. Iglesias non ha urgenza di entrare al governo in questa legislatura, può mantenere il suo messaggio intransigente e aspettare il naufragio dei socialisti.


    Ciudadanos

    La formazione di Albert Rivera è l’unica in tutto il panorama politico spagnolo a non aver messo un veto deciso a nessuna alleanza. Ma non ha abbastanza voti da offrire per formare un governo con uno dei due partiti tradizionali, e finora gli appelli al buon senso di Rivera sono caduti nel vuoto. Attualmente Rivera si sta comportando come un alleato di fatto di Sánchez, e l’intransigenza di Podemos sta avvicinando i due leader.


    I sondaggi

    L’ultimo sondaggio post elettorale è quello di Gad3 per il giornale Abc, e non depone a favore di nuove elezioni, almeno se lo si guarda dal punto di vista dei partiti tradizionali. Se si tenessero nuove elezioni adesso la frammentazione resterebbe immutata, ma l’asticella si sposterebbe un pochino di più a favore di Podemos e Ciudadanos. La formazione di Pablo Iglesias, in particolare, supererebbe in termini di voti il Psoe (non in termini di seggi parlamentari, vista la conformazione delle circoscrizioni elettorali), mentre il Pp perderebbe 12 seggi rispetto alle ultime rilevazioni di gennaio.

  10. #230
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    Predefinito Re: Lezioni dalla Spagna

    Intanto lo spread della Spagna si allarga.
    Speriamo che questi maggiordomi (partito popolare) della Germania non tirino giù anche noi!


    Guida al rebus politico spagnoloMancano 15 giorni al voto di fiducia per il governo e ancora non si intravedono alleanze stabili. Una piccola guida per capire dove sono i partiti, come si posizionano i leader sullo scacchiere politico e quali sono le prospettive
    di Eugenio Cau | 16 Febbraio 2016 ore 15:18


    Il leader del partito socialista spagnolo Pedro Sánchez (foto LaPresse)

    Il 2 marzo le Cortes spagnole elette il 20 dicembre scorso si riuniranno per tenere il primo voto di fiducia sul possibile governo presentato dal leader del Partito socialista (Psoe) Pedro Sánchez. Dopo che le elezioni non hanno restituito nessuna maggioranza capace di guidare il paese, rendendo necessaria, caso unico per la Spagna, la coalizione di almeno tre partiti per ottenere la maggioranza (eccezion fatta per la Grande coalizione tra Psoe e Partito popolare, Pp), i negoziati fra i partiti infuriano da settimane, ma nessuno ancora è riuscito a trovare un accordo stabile. In questa situazione difficile da sbrogliare, ecco le principali forze in campo, e le loro mosse.


    Re Felipe ha dato a Pedro Sánchez il compito di formare il governo dopo il rifiuto del premier uscente Mariano Rajoy, ma le sue possibilità di costruire una coalizione duratura non sono molto migliori di quelle del leader del Pp. Sánchez ha avuto chiara solo una cosa fin da principio: nessun accordo con i popolari, e partendo da questo muro creato alla sua destra adesso è ristretto tra l’intransigenza degli antisistema di Podemos e l’incapacità di creare un governo centrista con Ciudadanos – con questi ultimi due partiti, Podemos e Ciudadanos, che si odiano e giurano che non faranno mai alcuna alleanza tra loro. L’8 febbraio Sánchez ha proposto il suo “Programma per un governo progressista e riformista” con proposte da socialdemocrazia classica che sono state considerate troppo di sinistra da Ciudadanos e troppo timide da Podemos. Sta tutto qui il gran dilemma dei socialisti. Per formare un governo, Sánchez ha bisogno di tutti, e non è un caso che oggi abbia indetto un incontro con il leader di Podemos Pablo Iglesias “nonostante il suo atteggiamento”. Prende schiaffi, Sánchez, ma è costretto a porre l’altra guancia.


    Partito popolare (Pp)

    Escluso da qualsiasi possibile coalizione di governo, Mariano Rajoy e il Partito popolare hanno deciso di ritirarsi sdegnosi in attesa che gli sforzi Sánchez franino miseramente. La settimana scorsa la scenetta messa in piedi da Rajoy durante l’ultimo incontro con Sánchez, in cui il premier uscente si è rassettato la giacca incurante mentre il leader socialista cercava di stringergli la mano, dice molto della rottura definitiva tra i due partiti tradizionali spagnoli. Rajoy è ancora il premier facente funzioni, e sostiene che sarà di nuovo lui il candidato popolare in caso di nuove elezioni. Ma sotto di lui il partito si sta disgregando, colpito non tanto dalle divisioni interne ma dalle inchieste di corruzione. L’ultimo evento choc, all’inizio di questa settimana, è stato l’annuncio di dimissioni di Esperanza Aguirre, capo del Pp a Madrid e tra le figure di punta del conservatorismo spagnolo. Nelle settimane precedenti gli inquirenti avevano perquisito gli uffici del Pp di Madrid ipotizzando accuse gravi di corruzione. Aguirre si è dimessa non perché toccata personalmente dalle inchieste, ma per “responsabilità politica”, e con una mossa machiavellica, da antica rivale di Rajoy, è riuscita a ribaltare il discorso e a coinvolgere il premier facendo capire a tutti che lei stava “dando l’esempio”, come hanno scritto i giornali spagnoli il giorno successivo. Prima di Madrid le accuse avevano toccato il partito di Valencia, e a questo si aggiungono le grandi inchieste aperte da mesi.


    Podemos

    Pablo Iglesias si gode il suo momento di fortuna politica. Prima delle elezioni i sondaggi davano il suo partito ridotto ai minimi termini, oggi è la chiave per la formazione di qualunque governo, tanto che Iglesias ha chiesto esplicitamente la vicepresidenza del nuovo esecutivo. Lunedì il partito ha presentato il suo documento programmatico per un’alleanza di governo, che ha tra le sue linee rosse l’organizzazione di un referendum sull’indipendenza della Catalogna. E’ una richiesta irricevibile per qualsiasi partner (la leadership del Partito socialista ha vietato esplicitamente al suo leader qualsiasi patto che metta a rischio l’unità territoriale), ma appunto, Podemos si può permettere di tirare la corda perché sa che finché Sánchez si manterrà saldo nella sua chiusura al Pp lui resterà indispensabile. La sua strategia, ha scritto il giornalista Iván Gil sul Confidencial, è di trasformare il Psoe nel Pasok, il partito socialista greco rimpiazzato da sinistra da Syriza e dal suo leader Alexis Tsipras, di cui Iglesias è storico alleato. Iglesias non ha urgenza di entrare al governo in questa legislatura, può mantenere il suo messaggio intransigente e aspettare il naufragio dei socialisti.


    Ciudadanos

    La formazione di Albert Rivera è l’unica in tutto il panorama politico spagnolo a non aver messo un veto deciso a nessuna alleanza. Ma non ha abbastanza voti da offrire per formare un governo con uno dei due partiti tradizionali, e finora gli appelli al buon senso di Rivera sono caduti nel vuoto. Attualmente Rivera si sta comportando come un alleato di fatto di Sánchez, e l’intransigenza di Podemos sta avvicinando i due leader.


    I sondaggi

    L’ultimo sondaggio post elettorale è quello di Gad3 per il giornale Abc, e non depone a favore di nuove elezioni, almeno se lo si guarda dal punto di vista dei partiti tradizionali. Se si tenessero nuove elezioni adesso la frammentazione resterebbe immutata, ma l’asticella si sposterebbe un pochino di più a favore di Podemos e Ciudadanos. La formazione di Pablo Iglesias, in particolare, supererebbe in termini di voti il Psoe (non in termini di seggi parlamentari, vista la conformazione delle circoscrizioni elettorali), mentre il Pp perderebbe 12 seggi rispetto alle ultime rilevazioni di gennaio.

 

 
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