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Discussione: Pillole di Dante

  1. #1
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    Predefinito Pillole di Dante

    Non ne ho avuto abbastanza a scuola e quindi ho deciso di ristudiare la Divina Commedia.

    Iniziamo con l'ABC.

    La morte significava ben poco per me. Era l'ultimo scherzo in una serie di pessimi scherzi. Charles Bukowski
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  2. #2
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    750 anni fa / Maggio-giugno 1265 - Nasce a Firenze Dante Alighieri

    La data di nascita del massimo poeta italiano non è nota con precisione, ma si indica il 1265 per alcuni riferimenti autobiografici e per il celebre incipit della Divina Commedia “Nel mezzo del cammin di nostra vita” (all'epoca ritenuta di 70 anni), svolgendosi il viaggio immaginario di Dante nel 1300, quando aveva dunque 35 anni. Alcune terzine del XXII canto del Paradiso ci dicono inoltre che egli nacque sotto il segno dei Gemelli, quindi fra maggio e giugno.
    La morte significava ben poco per me. Era l'ultimo scherzo in una serie di pessimi scherzi. Charles Bukowski
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  3. #3
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    Predefinito Re: Pillole di Dante


  4. #4
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    Citazione Originariamente Scritto da foglia Visualizza Messaggio
    750 anni fa / Maggio-giugno 1265 - Nasce a Firenze Dante Alighieri

    La data di nascita del massimo poeta italiano non è nota con precisione, ma si indica il 1265 per alcuni riferimenti autobiografici e per il celebre incipit della Divina Commedia “Nel mezzo del cammin di nostra vita” (all'epoca ritenuta di 70 anni), svolgendosi il viaggio immaginario di Dante nel 1300, quando aveva dunque 35 anni. Alcune terzine del XXII canto del Paradiso ci dicono inoltre che egli nacque sotto il segno dei Gemelli, quindi fra maggio e giugno.
    E' vero che la sua data di nascita è incerta; tuttavia, ci sono un paio di riferimenti nelle sue opere che ci aiutano a risalire all'anno esatto della sua nascita. Il primo, che hai riportato tu, è l'incipit della Divina Commedia. L'altro, forse più preciso, lo si trova nella Vita Nuova; qui Dante afferma che il testo più antico risale al 1283, quando lui aveva appena diciotto anni.

    Un'altra incertezza riguarda il suo nome: Dante sarebbe la forma abbreviata di Durante. Le prove di questo ipocoristico si trovano in un documento scritto dal figlio Jacopo. Anche il cognome in origine era diverso: la forma registrata era, infatti, Alagherii e solo successivamente, grazie al Boccaccio, si affermò la forma Alighieri.

  5. #5
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    Un divertente aneddoto, riguardante la prodigiosa memoria di Dante è riportato da Achille Campanile nel suo "Vite degli uomini illustri” (1975)...





    Dante e l’uovo
    Un giorno di presentò al cospetto del sommo poeta un tale, segretario e scudiero inviato da un potente signore del nord Europa, il quale aveva ben pensato di chiedere all'autore del Convivio quale fosse la migliore pietanza da servire a degli amici invitati nel suo castello.
    Dante, colto sempre nell’atteggiamento abituale, ovvero seduto su di un sasso e immerso nella lettura, alla domanda dello scudiero su quale fosse il cibo più buono del mondo, rispose senza indugio: – "L'uovo!".
    Un anno dopo, nello stesso luogo, i due si incontrarono nuovamente e lo sconosciuto domandò a bruciapelo al poeta: – "Con che?".
    – "Col sale!", fu la pronta risposta di Dante.


    Ciò proverebbe che, davvero, Dante aveva una memoria prodigiosa. Ma Achille Campanile ce la spiega come frutto di una curiosa coincidenza, dove i prodigi della memoria c'entrano poco o nulla...
    In realtà, il poeta credeva di dare la risposta ad un tale che era stato mandato dalla moglie per sapere se l'insalata che avrebbe mangiato per cena doveva essere condita con il pepe o con il sale. Talvolta, sembra dire Campanile, il meglio che la vita ci riserva sta proprio in qualcosa che avviene per caso.

  6. #6
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    Troviamo la versione più antica dell'aneddoto dell'uovo di Dante nella rarissima "Biblioteca universale sacro-profana, antico-moderna: in cui si spiega con ordine alfabetico ogni voce, anco straniera, che può avere significato nel nostro idioma italiano, appartenente a'qualunque materia", alla voce 3855. ALDIGHIERI (Dante).
    L'opera del frate Francescano Vincenzo Maria Coronelli, pubblicata fino alla lettera C tra il 1701 e il 1707, è tra le prime Enciclopedie Universali di stampo moderno, sebbene incompleta.
    Ne riporto la versione direttamente dal testo del Coronelli: oltre a fornire un dettaglio sfuggito ai biografi successivi e a Campanile (per Dante il miglior boccone non era l'uovo tout court, ma solo il tuorlo) prosegue con un ulteriore aneddoto riguardante la prontezza di lingua del Poeta nel rispondere (con un solo endecasillabo, what else?) a tre domande fattegli contemporaneamente dai soliti giovani che par non avessero altro da fare che importunare il sommo Vate.
    Sulla qualità poetica dell'endecasillabo, come sulla veridicità dell'aneddoto, io ho qualche dubbio, non so voi...



  7. #7
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    Quando Dante era alla corte di Ferrara, si trovò in una brigata di cui faceva parte anche il Gonnella (il buffone di corte) . Il signore di Ferrara per gioco volle che tutti gli chiedessero un favore da poco, che lui avrebbe accordato. Toccò al Gonnella che chiese il cappuccio che Dante portava sul capo. Il signore ordinò all’ospite che glielo desse, cosa che Dante fece con piacere. Avuto il cappuccio, il Gonnella, che aveva preparato il gioco, lo riempì di sterco e lo mostrò tra le risate della comitiva.
    Dante non si scompose e tranquillamente chiese se toccava a lui chiedere il favore.
    “Certamente” rispose il signore.
    “Ecco, allora io chiedo che il Gonnella ora si metta sul capo quel cappuccio, perché voglio vedere come gli sta!”
    Il signore ordinò e il Gonnella dovette obbedire.

    da: C. Lapucci, "La bibbia dei poveri", 1985, Mondadori

  8. #8
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    Trascrivo dal libro di Barbara Reynold, Dante, Longanesi, MI 2007
    p. 140-141
    La spiegazione delle parole "tra feltro e feltro" diventa semplicissima. (...)
    Attiene alla fabbricazione della carta. Lo stampo veniva immerso nella pasta di legno e. per assorbire l'umido, la carta veniva collocata su una superficie di feltro. Su di essa veniva posta un'altra lamina di feltro su cui si collocava un altro foglio di carta. Costruita questa pila di fogli di carta e di feltro alternati, la si poneva nella pressa per eliminare l'umidità residua.
    (...)
    In altre parole il rimedio all'avidità si trova esattamente dove, nel Convivio Dante lo aveva indicato: nei testi di diritto civile e canonico.
    Il veltro della profezia virgiliana corrisponde a quell'imperatore virtuoso che non avrà brama di terre né di denaro, un Benefattore fortemente auspicato ma non ancora esistente, che farà valere il dettato del codice giustinianeo, in perfetto equilibrio con la legge canonica del Decretum di Graziano, vale a dire "tra feltro e feltro", fra gli strati di feltro deputati ad asciugare la carta su cui la scrittura risulterà leggibile.

  9. #9
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

    Un ritratto di Virgilio in occasione della mostra a lui dedicata nella città di Mantova, qualche anno fa.

    Il poeta della guerra amava la pace - Cultura & Spettacoli - iltempo



    09/11/2011 050
    MOSTRATUTTI I VOLTI DI VIRGILIO, LETTERATO TRIONFALE E GRANDIOSO, MA UOMO MALINCONICO E SCHIVO
    Il poeta della guerra amava la pace
    L'autore dell'Eneide dilaniato dalle contraddizioni Celebrò Roma, ma con il cuore nella sua Mantova

    Consacrò al progenitore Enea, al rifondatore Augusto e all'Impero la più alta e vibrante poesia epica, ma nella memoria custodì per sempre le immagini della sua Mantova e della pianura lombarda, "là dove il Mincio si distende in un lento snodarsi di curve e orla di canne flessuose le rive". Seppe donare alla letteratura e alla fantasia un personaggio di donna appassionata, forte più della morte, come la regina di Cartagine Didone, ma nella sua biografia non entrano personaggi femminili di rilievo, tali da incendiare e placare i sensi, e da addolcire una nativa malinconia. Perché Virgilio era malinconico e schivo, pensoso e solitario, e nei cinquantun anni della sua vita si tenne sempre lontano dai tumulti affettivi, scegliendo lo studio e la contemplazione, e trovandosi a pieno agio lontano dal chiasso e dal fasto dell'Urbe - pure eternata nell'"Eneide" -, in quella Napoli dove era stato iniziato alla sapienza epicurea e dove volle essere sepolto. Certo, il profilo di Virgilio è complesso e per tanti versi è di ardua decifrazione, ma anche questo è uno dei motivi del suo fascino. Quale si ripropone nella Mostra "Virgilio- Volti e immagini del poeta", dedicata alla sua iconografia nel corso dei secoli ed allestita a Mantova a Palazzo Te (fino all'8 gennaio; Catalogo Skira, a cura di Vincenzo Farinella, pp.208, euro 36). "Romano" per elezione culturale, ma lombardo di etrusche ascendenze, Virgilio è dunque ricordato, nella città che gli ha dato i natali e a cui già una iscrizione del 1190 rilascia il nobile attestato di "urbs virgiliana", in una lunga sequenza di "testimonianze". Più di sessanta pezzi tra sculture, incisioni, monete, medaglie, antiche edizioni delle opere, dipinti ecc. restituiscono un'immagine in tutte le sue valenze suggestive. O addirittura "arcane", perché Virgilio, sin dall'età classica non solo poeta ma "mago", in età medioevale diventa "profeta", grazie a quella quarta bucolica - celeberrima - in cui canta l'avvento di un mondo rinnovato da un "puer", un bimbo "divino" partorito da una Vergine. "Duca", "signore", "maestro" e "padre" di Dante nell'Inferno e nel Purgatorio, il Mantovano abita da sempre nei nostri "ricordi di scuola" e nelle nostre successive letture, e qui, a Palazzo Te, il gran balzo nel "tempo ritrovato" attinge subito forza dal meraviglioso mosaico di Hadrumetum: quello raffigurante un austero e concentrato Virgilio che siede tra Calliope, musa della poesia lirica ed epica, e Melpomene, musa della poesia tragica. In mano, un rotolo che reca scritti alcuni versi dell'Eneide. Ritrovato nel 1896 in una villa dell'"Africa romana" (Hadrumetum, l'odierna Sousse, è in territorio tunisino), il mosaico è conservato del Museo del Bardo di Tunisi ed esce per la prima volta dai confini nazionali. Ma c'è tanto altro da vedere nella Mostra mantovana: dalla scultura duecentesca che raffigura in cattedra Virgilio, glorioso emblema cittadino, al bozzetto in gesso con cui, nella seconda metà degli anni Venti, Giuseppe Menozzi vinse il concorso per un monumento al Poeta; dalla seicentesca "Morte di Didone" di Pietro Testa, di recente restaurata, alla tela d'impronta caravaggesca di Rutilio Manetti, raffigurante Dante e Virgilio al momento di varcare la porta dell'Inferno; dall'"Enea nei Campi Elisi" di Sebastiano Conca, pittore napoletano dell'età barocca, alle "vedute" dell'inglese Joseph Wright of Derby che durante un Grand Tour in Italia rimase potentemente affascinato dal paesaggio di Piedigrotta dove il Poeta fu sepolto; dalle varie, preziose edizioni del "corpus" virgiliano alle monete coniate a Mantoca dal XII al XVII secolo, in cui il volto o il nome di Virgilio confermano il perdurare attivo di una memoria.
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  10. #10
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    Predefinito Re: Pillole di Dante

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