Originariamente Scritto da
paolo.rica
Allora ti è sfuggito un piccolissimo ma significativo particolare : la banca come ente produttore di servizi me la impone lo stato. Non mi impone la banca A o quella B, ma mi IMPONE di avere un conto in banca, per forza. E questo, sommato a tutta una serie di altre cosette tipo finanziamento dei cittadini a tutti i deficit bancari attivati dalla cartamoneta raccolta in europa e dirotatta sulle banche, imporrebbe un discorso diverso fra il truffato ed il truffatore. Il truffatore non è il signor Giovanni Rossi ma un ente che quando fallisce non risarcisce mai o quasi mai direttamente, per tutta una serie di norme precise un po' lunghe da rielencare.
Per ragionare in termini grossolani e parafrasando il tuo pensiero, chi è vittima di una truffa deve rivalersi col truffatore, sempre che il truffatore sia uno "normale", cioè come il panettiere, il Carrefour o il Lidt o la Barilla, che quando guadagnano dividono fra loro e quando falliscono chiudono e ci rimettono soldi. ma le banche sai bene che sono un truffatore diverso, non identificabile come un truffatore qualsiasi.
In estrema sintesi, lo stato, il famoso stato, quello che impone le transazioni e la limitazione del contante e quindi l'obbligo di avere banche e carte di credito, ha due enti di base che hanno l'onere e l'onore di vigilare sulla correttezza operativa delle Banche, e sono la Banca d'Italia e la Consob. Se banca d'Italia e Consob hanno fatto correttamente il loro lavoro, non ci dovrebbero essere cittadini da risarcire.
In caso contrario, cioè se NON hanno fatto correttamente il loro lavoro, e si inserisce addirittura un arbitro terzo (Cantone) a vigilare sulle operazioni in essere e sulle indagini in corso (?????) , vuol dire che l'orso si è mangiato il miele, e qualcuno dovrà ricomprarlo, come dicono alcuni americani.
Credo.