Sempre megalomani questi lumbard.
Scusami, dime, per la mancanza di serietà.
Rientro nei ranghi.
Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.
sempre retaggio celtico, che manca invece nel Venetico.
per combinare adeguatezza di comunicazione entro la comunità di parlanti una certa lingua e facilità di intendersi con gli altri, l'inventario ideale è una media di 5 vocali e 20 consonanti. però l'ascoltatore talvolta può essere disattento o altre volte può essere il parlante a non pronunciare bene qualcosa, ci possono anche essere dei rumori molesti a disturbare la conversazione. per limitare al minimo tali inconvenienti, ci pensa la lingua da sola a sormontare tali difficoltà : tutte le lingue possiedono una buona misura di ridondanza, sia nella grammatica che nella formazione delle parole. per questo motivo le lingue, così come sono parlate, non sono adatte per un linguaggio macchine. (non ci deve essere ridondanza)
se il numero di fonemi di una lingua non è molto alto, introducendo due toni (ascendente e discendente), automaticamente si raddoppia il numero di parole che la lingua può dare. se i toni (come in Mandarino) sono quattro, il numero di parole che la lingua può utilizzare diventano il quadruplo. anche qui le lingue possono sfoggiare sia molti fonemi che i toni, ma questo è un lusso che quella lingua pagherà semplificando altri settori.
(fine)
I primi passi di un bambino risalenti a ben 700 mila anni fa. A scoprire le orme in un sito archeologico in Etiopia, e precisamente nell’area di Gombore II-2 a Melka Kunture, è stato un gruppo di ricercatori della Sapienza. Una scoperta che ha pochissimi precedenti e che apre importanti scenari nello studio della vita preistorica.
Scolpite nel fango di uno stagno, vicino ai resti di un ippopotamo, i ricercatori hanno isolato prima l’impronta di un bimbo molto piccolo, che evidentemente non camminava ancora bene, poi le orme di altri bambini di circa tre anni che si muovevano intorno ai genitori impegnati, dopo una battuta di caccia, nel macellare con schegge di pietra la carcassa di un animale. Queste tracce, spiega Flavio Altamura, il giovane dottore di ricerca prima firma dell’articolo pubblicato sulla rivista «Scientific Reports», «sono come una istantanea di vita dalla preistoria. Finora non si sapeva a che età cominciasse l’educazione alle attività quotidiane». Individuata anche «la specie di ominide», conclude la coordinatrice Margherita Mussi, «si tratta di resti fossili di Homo heidelbergensis».
http://roma.corriere.it/notizie/cron...e0994910.shtml
ho deciso di riscrivere il trattatello di 16 pagine sulla Genetica in un modo ancor più semplice. spero con ciò di far cosa gradita ai lettori di Padania.
pagina (1)
la lunga molecola del DNA umano è fatta come una cerniera lampo, i cui denti sono uno o un altro dei quattro nucleotidi : Adenina, Timina, Citosina e Guanina, simbolizzate da (A, T, C, G), che si attaccano con legame chimico A con T e C con G.
i quattro elementi fondamentali (A, T, C, G) formano due catene complessivamente lunghe due metri, composte da una successione di tali elementi fondamentali in numero di tre miliardi e duecento milioni.
essendo così lunga, la molecola di DNA per poter stare dentro il nucleo della cellula, deve potersi raggomitolare su dei supporti organici che vanno a formare dei bastoncini colorati (cromosomi), in numero di 23 per parte di madre e 23 per parte di padre, in totale 46 cromosomi, contro i 48 delle scimmie antropomorfe.
pochi anni fa, analizzando il DNA nucleare di vari Neanderthal e dell'unico esemplare di Denisova, si appurò che avevano il numero di cromosomi uguale a quello del Sapiens. ci sono grandissime difficoltà tecniche nell'estrarre DNA da resti con più di cento mila anni fa, ma in Cina ci sono resti di Homo Erectus che hanno all'incirca quella età e che, se mostrassero un buon indice di conservazione, potrebbero darci delle informazioni molto importanti sul numero di cromosomi posseduti da questi ominidi. (oltre a mettere in paragone il DNA del Sapiens con quello di Erectus, ed Erectus con Denisova e Neanderthal)
questa cosa si potrebbe fare subito ...
numero di cromosomi di vari animali (per curiosità) da cui si capisce anche l'incompatibilità tra asino e cavallo, molto superiore a quella di Sapiens/Neanderthal
gallo 32
rana 26
uomo 46
drosofila 8
scimpanzè 48
granchio 254
capra 60
asino 62
cinghiale 36
moscerino della frutta 8
maiale 38
zanzara 6
zebra 64
martin pescatore 132
pesce rosso 100 o 104
criceto 34
sciacallo 74
lupo 78
pappagallo 80
cocodrillo 44
lumaca 24
calabrone 36
grillotalpa 12
cavallo 64
pagina (2)
I simboli del codice genetico per tutti gli esseri viventi sono soltanto quattro e si trovano nelle molecole di DNA: si tratta delle quattro basi azotate (Adenina A, Citosina C, Timina I, Guanina G) che caratterizzano ciascuno dei quattro nucleotidi. L’alfabeto del DNA, pertanto, è di natura chimica ed ha solo quattro lettere che vengono utilizzate per formare le parole, ovvero gli amminoacidi, che unendosi tra loro formano le proteine dalle quali dipendono tutte le caratteristiche di ogni individuo e di ogni specie vivente.
Come può un alfabeto così limitato codificare i tanti caratteri propri di ciascuna specie vivente, vegetale ed animale? Le parole del codice genetico, corrispondenti a ciascun amminoacido sono formate da sequenze di tre basi azotate. L’insieme di tre basi in un certo ordine è chiamato tripletta. Poiché le basi sono 4, sono possibili 4^3= 64 triplette. In natura esistono 20 amminoacidi disponibili per formare proteine, e ciascun amminoacido corrisponde ad una tripletta. Gli amminoacidi, attaccati uno all’altro in diverse combinazioni formano le proteine ed è proprio la successione delle triplette nella molecola del DNA che definisce la sequenza di amminoacidi in una proteina: si può quindi affermare che ogni proteina è registrata nella sequenza delle triplette dei nucleotidi presenti nella molecola del DNA. Non solo: determinate triplette funzionano anche come segnali che indicano al DNA dove iniziare e dove terminare la sintesi di una proteina.
Ciascun segmento del DNA nel quale è codificata l’informazione per una particolare proteina strutturale o per un enzima (anche gli enzimi sono proteine) prende il nome di gene.
Ma come si passa dalle triplette di basi agli amminoacidi e da questi alle proteine? La molecola di DNA, a causa delle sue dimensioni non può uscire dal nucleo della cellula, mentre la fabbricazione delle proteine avviene nel citoplasma e precisamente nei ribosomi. C’è quindi necessità di un intermediario, o per meglio dire un messaggero, che prelevi l’informazione dal DNA all’interno del nucleo e la trasferisca nel citoplasma. Per poter uscire dal nucleo questo messaggero deve essere formato da una molecola di dimensioni inferiori a quelle del DNA: questa molecola è l’acido ribonucleico, o RNA, che differisce dal DNA non soltanto perché è più piccolo ma anche perché lo zucchero è rappresentato dal ribosio e non dal desossiribosio e perché una delle sue quattro basi è l’uracile (U) al posto della timina.
La sequenza di basi che nel DNA specifica la fabbricazione di una proteina viene riconosciuta da enzimi speciali che sono capaci di trascrivere l’informazione in una molecola di RNA messaggero (mRNA). Questo migra dal nucleo al citoplasma dove un’altra forma di RNA, detta RNA transfer (tRNA), ha il compito di tradurre le triplette nel linguaggio degli amminoacidi. In altri termini, traduce il codice genetico nell’ordine di assemblaggio dei diversi amminoacidi per formare una determinata proteina.