Genetica, razza e differenze

[dimecan]

I ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology hanno ottenuto la mappa completa del genoma della cosiddetta ragazza di Denisova, scoperta nel 2008 in Siberia. Grazie ad una nuova tecnica di sequenziamento che amplifica le singole eliche di DNA, i ricercatori hanno ottenuto una mappatura estremamente precisa, paragonabile a quella che si otterrebbe da un campione moderno.

I ricercatori, guidati da Svante Pääbo, sono riusciti a ricostruire l’esatta sequenza dei geni denisoviani utilizzando soltanto 10 milligrammi di materiale proveniente dalla falange scoperta nel 2008 nella grotta di Denisova sui Monti Altai in Siberia.

Le prime ricerche genetiche avevano rivelato che i resti fossili - una falange e due molari - scoperti in Siberia in un livello risalente a circa 50 mila anni fa, appartenevano ad un gruppo umano allora sconosciuto, l’Uomo di Denisova. Altre analisi poi evidenziarono che le popolazioni attuali della Papua Nuova Guinea e della Melanesia possiedono dal 4 al 6 per cento di DNA denisoviano, mentre le popolazioni del sudest asiatico ne possiedono almeno l’uno per cento.

Nel nuovo studio i genetisti hanno confrontato il genoma della ragazza di Denisova con quelli dei Neandertal e di undici uomini moderni provenienti da tutto il mondo. I risultati ottenuti hanno confermato le conclusioni degli studi precedenti, ma dal confronto hanno potuto osservare che le popolazioni del sudest asiatico e del Sudamerica possiedono molti più geni neandertaliani rispetto agli europei, nonostante la maggior parte dei resti fossili e culturali di Neandertal vengano ritrovati in Europa.

Le analisi inoltre hanno evidenziato la bassa variabilità genetica dei Denisoviani, suggerendo che forse la loro popolazione crebbe numericamente in un lasso temporale molto ridotto diffondendosi in un ampio areale. Secondo Pääbo, “se in futuro le ricerche sui Neadertal dimostreranno che la loro dimensione demografica crebbe in maniera simile, allora si potrà forse affermare che un fu unico gruppo proveniente dall’Africa a dare origine sia ai Denisoviani che ai Neandertal”.

Già 2010 lo stesso team aveva ottenuto una “bozza” del DNA denisoviano, ma all’inizio di quest’anno è riuscito ad estrarne una sequenza completa ad altissima risoluzione, grazie alla nuova tecnica messa a punto da Matthias Meyer, un genetista del Max Planck Institute. Il nuovo metodo permette di separare la doppia elica del DNA in modo che possa venire sequenziato il singolo filamento.

“Si tratta del sequenziamento di un genoma estinto eseguito con una accuratezza senza precedenti”, ha detto Matthias Meyer, “Per la maggior parte del genoma siamo riusciti a determinare persino le differenze fra le due serie di cromosomi che la ragazza di Deniso ha ereditato dalla madre e dal padre”. All’inizio di quest’anno il gruppo aveva pubblicato il genoma online, rendendolo disponibile a tutta la comunità scientifica internazionale.

I ricercatori hanno anche compilato un elenco completo che documenta più di 100 mila mutazioni genetiche che si sono accumulate nel nostro genoma dopo la separazione dai Denisovan. Alcune di queste modifiche riguardano geni che sono associati alle funzioni cerebrali o allo sviluppo del sistema nervoso, mentre altre riguardano la pelle, gli occhi e la morfologia dei denti.

“Questa ricerca ci aiuterà a comprendere perché le moderne popolazioni umane sono cresciute così tanto, sia nel numero di individui che dal punto di vista culturale, mentre queste antiche popolazioni arcaiche si estinsero”, ha affermato Svante Pääbo.

Lo studio sul DNA della ragazza di Denisova è pubblicato sulla rivista Science(03 settembre 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATAantropologia, genetica, paleontologia, Russia
link Decodificato il genoma dei Denisoviani - National Geographic

[dimecan]

http://www.autistici.org/castalia/do...TESI_CICLI.pdf

[dimecan]

ma leggetelo, CAZZO, questo favoloso cancelletto 412 ! meglio spiegati di così i processi della cellula non si trovano da nessuna altra parte. se avete capito questo, poi non potete venirmi a dire che non capite il residuo fiscale !

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questa poi ...
https://www.nature.com/doifinder/10....ure.2016.19394

ibridazione di sapiens di più di 100 mila anni fa.

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Evidence mounts for interbreeding bonanza in ancient human species
Nature tallies the trysts among Neanderthals, humans and other relatives.

Ewen Callaway
17 February 2016
Article toolsRights & Permissions
The discovery of yet another period of interbreeding between early humans and Neanderthals is adding to the growing sense that sexual encounters among different ancient human species were commonplace throughout their history.


Neanderthals had outsize effect on human biology
“As more early modern humans and archaic humans are found and sequenced, we’re going to see many more instances of interbreeding,” says Sergi Castellano, a population geneticist at the Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Leipzig, Germany. His team discovered the latest example, which they believe occurred around 100,000 years ago, by analysing traces of Homo sapiens DNA in a Neanderthal genome extracted from a toe bone found in a cave in Siberia.

“There is this joke in the population genetics community — there’s always one more interbreeding event," Castellano says. So before researchers discover the next one, here’s a rundown of the interbreeding episodes that they have already deduced from studies of ancient DNA.

Early modern humans and Neanderthals
Humans and Neanderthals
Humans and Denisovans
Neanderthals and Denisovans
Denisovans and a 'ghost' population of hominins

1. Early modern humans and Neanderthals
The latest discovery has emerged from a re-analysis of the genome of a female Neanderthal. Her genome sequence — which is much more accurate and complete than those obtained from other Neanderthal samples — contains stretches of Homo sapiens DNA, owing to encounters that may have happened in the Middle East.

Reporting their work in Nature1, Castellano and his team propose that around 100,000 years ago, her ancestors — a small population of Neanderthals migrating from Europe to Asia — encountered a very early wave of Homo sapiens leaving Africa. The identity of these early modern humans is a mystery. But roughly 100,000-year-old remains of Homo sapiens have been found in the Skhul and Qafzeh caves in Israel, and similarly ancient human teeth have been found in a cave in southern China. Either set of remains could represent the humans who made an early trek out of Africa; it is not clear whether this population has living descendants today.


Max Plank Institute for Evolutionary Anthropology/ B. Viola
DNA from from this Neanderthal toe-bone has revealed evidence of interbreeding.
2. Humans and Neanderthals
The first conclusive evidence that humans and Neanderthals mated came from analysing a draft Neanderthal genome, which was gleaned largely from remains found in Croatia. As a result of these encounters, humans from outside Africa carry traces of Neanderthal DNA — about 1–2% of their genomes. The two populations may have met in the Middle East 50,000 to 60,000 years ago, as humans leaving Africa encountered resident Neanderthals.


Early European may have had Neanderthal great-great-grandparent
They may have also interbred more recently in Eastern Europe: DNA from a 40,000-year-old human skeleton from Romania suggests the individual may have had a Neanderthal great-great grandparent. Meanwhile, some researchers contend that the ancestors of East Asians had a second Neanderthal affair, leaving them with slightly more Neanderthal heritage than Europeans have.

3. Humans and Denisovans
Neanderthals weren’t the only ancient group to interbreed with humans. Denisovans, a group discovered from remains in a cave near southern Siberia’s Altai Mountains, may have once lived all across Asia, giving them ample opportunity to interbreed with humans there. People from Papua New Guinea and elsewhere in Oceania carry fragments of Denisovan DNA, as do East Asians. Some of these sequences have proved helpful to humans: gene variants that help Tibetans to cope with altitude may have been inherited from Denisovans.

4. Neanderthals and Denisovans
Neanderthals and Denisovans — both of which lived in Denisova Cave at various points — also interbred, probably in Asia more than 50,000 years ago. Scientists know little about this encounter, but it may have endowed Denisovans with immune-system genes from Neanderthals.

5. Denisovans and a 'ghost' population of hominins

Mystery humans spiced up ancients’ sex lives
The most mysterious interbreeding episode of all involves Denisovans and a ghost population of hominins that may have left Africa some million years ago. The mystery species could be an Asian offshoot of Homo erectus, which lived in Indonesia, perhaps as recently as 100,000 years ago, or possibly even relatives of Homo floresiensis, the 'hobbit' species discovered more than a decade ago on an Indonesian island.

“We’re looking at a Lord of the Rings-type world — that there were many hominid populations,” one evolutionary geneticist told Nature when the findings were presented at a conference in 2013.

Nature doi:10.1038/nature.2016.19394

[Eridano]

[dimecan]

grazie Eridano. il grafico non mi era venuto.

[dimecan]

il saccaromicetus cervisiae ha 16 cromosomi senza introni. prima di scrivere, siamo ancora alle aste.
personalmente spero che riescano (non dovrebbe essere tanto difficile) a costruire i tartufi.

non potrebbe essere una start up ? si potrebbero anche far soldi ....

[Eridano]

grazie Eridano. il grafico non mi era venuto.

Prego.

[dimecan]

sono venuto a conoscenza di nuovi fatti sugli studi che attualmente vanno per la maggiore sui lieviti.
c'è un modo di marchiare i geni (noto ormai da parecchio tempo) per obbligarli a certe operazioni in certi momenti e in certi posti (senza compiere mutazioni sui geni stessi) : la metilazione. ma ultimamente si pensa che ne esista un altro : invece che imprimere i marchi direttamente sui geni (metilandoli), questo secondo sistema lascia i propri segni su alcune proteine, dette ISTONI, che fungono da materiale da imballaggio per i geni. gli istoni aderiscono al DNA e lo avvolgono in spirali e anelli, formando le impalcature per i cromosomi. quando queste impalcature si modificano, anche l'attività di un gene può cambiare, come si alterano le proprietà di un materiale cambiando il modo in cui è confezionato. una "memoria molecolare" può essere impressa su un gene (in senso generico, inteso anche come interruttore o dosatore) allegando il segnale alle proteine che formano l'impalcatura del DNA, il cui risultato sono i cromosomi. l'ereditabilità e la stabilità di questi istoni e il meccanismo per garantire che appaiano nei geni giusti al momento giusto sono ancora oggetto di studio, ma pare molto probabile che organismi semplici come i lieviti e i vermi possano trasmettere questi istoni per parecchie generazioni.