Resistere alla globalizzazione
Per resistere alla globalizzazione e al processo di uniformità culturale è necessario, anzitutto, rinunciare all’isolamento dell’individuo e tornare ad essere comunità.
Resistere alla globalizzazione
Resistere alla globalizzazione
Per resistere alla globalizzazione e al processo di uniformità culturale è necessario, anzitutto, rinunciare all’isolamento dell’individuo e tornare ad essere comunità.
Resistere alla globalizzazione
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
Quando un modello di esistenza si afferma a livello mondiale con la forza dell' economia, delle armi e della tecnologia, è naturale che le precedenti identità e culture scompaiano, diventino obsolete e si riducano a roba da museo, talvolta fatta bene ma pur sempre roba di dimensione museale. Poi nell' entroterra di ogni (ex?) nazione qualcosa sopravvive sempre, ma questo avviene sempre.
Il processo di uniformità culturale, fino a che siamo nella modernità, è irreversibile, impossibile da fermare, solo eventi catastrofici estremi possono bloccare tutto ma non è che si torna agli stati nazionali dell' 800 con identità da favola, si torna indietro sul serio, partendo da zero.
Quindi puntare su delle identità culturale che erano espressione di un diverso mondo in termini di economia, tecnologia, ambiente naturale è come chiudere il recinto quando i buoi sono scappati da molto, con la maggior parte caduti in precipizi o rubati e finiti chissà dove. Le forze che formano le culture, le tradizioni, sono l' economia, la tecnologia e la geologia, per cui si dovrebbero cambiare questi fattori.
Sperare sui BRICS, le potenze emergenti, è contraddittorio perché sono ormai nazioni occidentalizzate, pure più di noi, così la loro vittoria porterebbe ad un nuovo ordine mondiale occidentalizzato con la differenze che le capitali anziché essere Washington, Parigi, Londra, sarebbero Mosca, Pechino e Astana, mentre Israele probabilmente sarebbe sempre tra le capitali.
Piuttosto che inseguire culture e tradizioni tanto per fare i diversi, ha senso per quanto privo di grande efficacia, lottare per una nuova visione dell' uomo, dell' esistenza, da affermarsi un pò in tutto il mondo, che avrà tanti aspetti arcaici ma senza la pretesa di scimmiottare tradizioni scomparse da poco.
Riguardo il fare comunità, mi domando: con chi? Ha senso adesso solo nell' ambito di ristretti gruppi, tipo questi forum. Poi forse il problema della tardo modernità è la socializza forzata, anche nel tempo libero.
FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.
"NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.
Discorso molto complesso e interessante anche il contributo di Avanguardia. Nei prossimi giorni vi esporrò il mio punto di vista.
PS: però quelli de "L'Intellettuale Dissidente", come del resto Fusaro, dovrebbero troncare i rapporti con quel destro-terminale di Veneziani.
Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.