Eni conferma la vendita della chimica: sindacati delusi, sara sciopero - Repubblica.it

MILANO - Confermato il funerale di Stato per la chimica italiana. Fallito il tentativo dei sindacati di convincere i vertici dell'Eni e del governo a non cedere Versalis a mani private. Che non ci sia spazio per alcuna trattativa lo ha fatto chiaramente capire il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi: "L'Eni è una società partecipata ma è autonoma: il Governo è coinvolto, ma le condizioni attuali non sono quelle del passato. Sono d'accordo che la chimica resti italiana e ci attiveremo perché il soggetto (acquirente, ndr) sia solido e affidabile".

Il che tradotto significa che il governo Renzi appoggia la politica di dismissione decisa dai vertici di Eni: in sostanza, il governo Renzi ha dato il suo via libera per la cessione di un altro pezzo importante dell'industria italiana in mani estere. Inevitabile la reazione: i sindacati sono usciti "insoddisfatti" dall'incontro e, come hanno annunciato alcuni leader al termine dei lavori, hanno confermato lo sciopero di otto ore di tutti i lavoratori Eni e Saipem in programma il 20 gennaio. Per quanto il tavolo al ministero rimanga comunque aperto. Durissimo il commento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso che ha parlato di "una scelta che non condividiamo e pericolosa per il paese".

A non convincere i rappresentanti dei lavoratori non è soltanto il fatto che Versalis finisca in mani estere. Sono stati avanzati dubbi anche sull'acquirente. Si tratta di un fondo di investimento, Sk Capital, con sede a New York, con un capitale in gestione da un miliardo di dollari, specializzata nel settori della chimica e della sanità. Il fondo ha investito in 8 aziende di medie dimensioni e per i parametri dei fondi di investimento non e certo un colosso. Uno dei due fondatori, Barry Siadat ha lavorato per 37 anni nell’industria chimica sedendo nei board di diverse società specializzate, di cui una in Italia. Si tratta di Aeb, azienda bresciana specializzata nel campo delle biotecnologie e dei prodotti di processo utilizzati per il trattamento dei liquidi alimentari. L’acquisizione è avvenuta in aprile dello scorso anno.

Ma sono proprio le dimensioni del fondo a preoccupare i sindacati. Secondo fonti finanziarie, Eni potrebbe vendere fino al 70 per cento del capitale, per una cifra che potrebbe anche essere superiore al miliardo. In altre parole, il fondo americano con una sola operazione dovrebbe investire pi\ di quanto ha fatto fino a ora con una decina di acqusizioni. Il timore [ che debba ricorrere a un forte indebitamento che potrebbe pregiudicare i futuri investimenti.

"La scelta di Sk Capital - ha dichiarato il segretario nazionale dei chimici della Cgil Emilio Miceli - dà l'idea della liquidazione perchè" il fondo "non si è presentato con una proposta forte". I sindacati avevano chiesto al ministro Guidi chiediamo "una presa di posizione perchè non può pensare che possa dissolversi la chimica in italia". Alla fine, Miceli non ha nascosto la delusione: "Ora c'è il rischio che scompaia un'intera filiera industriale".

Da parte sua, Eni ha confermato che intende mantenere una partecipazione "significativa" in Versalis. E ha ricordato impegno che ha consentito di riportare Versalis, in forte perdita da anni, a registrare risultati positivi già a partire dai primi 9 mesi

del 2015. Tuttavia - prosegue la nota ufficiale di Eni - lo scenario mondiale e di business in continua evoluzione, evidenzia ancora limiti strutturali che necessitano l'individuazione di un partner per garantire continuità al piano investimenti.