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apibroker
Nessuna zona grigia, il nostro Pdl deve essere il partito della legalità
di Italo Bocchino
La scelta del Pdl di imporre alla Camera la calendarizzazione delle intercettazioni entro il mese di luglio non è stata un’idea geniale. In questi giorni l’opinione pubblica è presa dalla crisi economica e dalla manovra e tende a dare molto peso ad alcune questioni che riguardano la politica, a partire dalla legalità. E proprio in questi giorni il Pdl aveva la necessità di spostare l’attenzione su altre questioni.
La condanna di Dell’Utri per aver favorito la mafia, il suo scivolone nel definire un delinquente come Mangano un eroe, il caso della nomina a ministro di Brancher che ha tentato di usare lo scranno per sfuggire al suo giudice naturale sono soltanto alcune delicate vicende di questi giorni legate alla legalità, questioni che comunque provocano imbarazzo e calo di consenso a Berlusconi, maggioranza e Pdl. A questo si aggiungono i fatti di ieri, con Scajola costretto alle dimissioni perché qualcuno a sua insaputa gli aveva pagato gran parte del prezzo d’acquisto di una casa, Lunardi che spiega al mondo che non c’è nulla di male a farsi fare lavori gratis nella propria villa, a vivere in affitto gratis e a comprare un palazzo a metà prezzo e Bertolaso che si faceva pagare un appartamentino riservato da un gruppo di persone che lavoravano con la pubblica amministrazione da lui guidata. Prima ancora c’è stato il caso di Cosentino, per il quale la Cassazione ha confermato una richiesta di custodia cautelare in carcere per concorso con la camorra e che siede ancora alla guida del Pdl in Campania e al ministero dell’Economia.
In questo contesto aspettare un mese per discutere una legge che pur essendo giusta perché punta a colpire gli abusi a cui abbiamo assistito presenta al momento alcune gravi lacune non sarebbe stato irragionevole. Nel testo attuale ci sono limiti troppo severi per le intercettazioni ambientali, sanzioni agli editori per una impossibile responsabilità oggettiva di quello che pubblica il direttore (che per un’altra legge è completamente autonomo), limiti alle intercettazioni per alcuni reati che portano sempre alla mafia, come usura, estorsione e traffico illecito di rifiuti. C’è poi troppa confusione sul meccanismo delle mini proroghe di 72 ore, problemi di funzionalità nei tribunali piccoli e medi del collegio di tre giudici per autorizzare gli ascolti e qualche profilo di incostituzionalità nel divieto di pubblicazione di atti non coperti da segreto. Insomma di problemi ce ne sono molti e non ci sembra che la maggioranza sia in grado di risolverli così velocemente da chiudere tutto entro l’estate.
In questo contesto il partito dovrebbe cercare soluzioni che lo caratterizzino come il partito della legalità, mentre l’insistenza sulle intercettazioni senza aprire alle modifiche richieste lo fa apparire insensibile alle richieste dei cittadini. Sulla legalità non ci possono essere tentennamenti e l’unico eroe a cui dobbiamo fare riferimento è Paolo Borsellino, simbolo primario della destra italiana e della sua battaglia per la legalità. Borsellino ammonì i partiti sulla necessità di non tollerare zone grigie, di espellere dalla politica tutti coloro che odorano di collusione. E’ questa la missione del Pdl, è questa la missione della destra.
P.S. A proposito di legalità, che fine ha fatto il ddl anti-corruzione giacente da tempo al Senato?
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