I veri secessionisti. Se un?altra Chiesa e 5 Stati tifano contro l?Europa della Merkel | L'Indipendenza Nuova

I veri indipendentisti non sono quelli che se la menano se cambiare o meno lo statuto di un partito, come se nei fatti cambiasse qualcosa dopo un quarto di secolo di politica con Roma. La geografia dei nuovi autentici indipendentisti ci dice che nell’Europa del Nord, a est, tira un vento diverso. Identitario, cristiano, popolare. Tutta un’altra aria rispetto alla Cei dei vescovi di Roma dell’accoglienza, dei partiti di Roma e del Nord irriformabili, degli europeisti che convincono solo se stessi e che hanno trasformato l’Europa in un tribunale che condanna i propri simili a perdere la propria sovranità a favore dell’islam dei benpensanti e delle borse dei mercati.
Polonia e Ungheria, assieme alla repubblica Ceca, all’Olanda e alla Slovenia, hanno impresso un diverso corso al pensiero unico tedesco e, più in generale, a quello europeo controllato dai poteri straforti. L’immigrazione, innanzitutto. Hanno tirato su fili spinati, alzato muri, deciso che prima entrano i profughi cristiani. Gli altri insomma, ma anche no. Gli altri paesi a Est, quelli Balcanici, sono colonie.
Di certo fa impressione a Berlino che la Polonia, con complessi storici di colpa e il tentativo di stare dalla parte di chi adesso vince e fa da ponte con gli Usa, abbia cambiato idea. Bene lo ha espresso nel servizio che oggi riprendiamo di Maurizio Blondet, dedicato proprio con dovizia di dettagli al nuovo scacchiere geopolitico: “Tutti i poteri forti sono terrificati da quel che sta facendo PiS (Diritto e giustizia) : affermare la propria sovranità per esempio nella scelta dei giudici costituzionali, la prerogativa dello Stato nelle nomine di radio e tv di Stato, soprattutto l’aumento della tassazione sui profitti delle banche (l’aveva già fatto Orban) e preparando un progetto di legge per liberare i poveri debitori polacchi dal peso dei mutui in franchi svizzeri” Eccetera….
Reazione? Le agenzie di rating hanno gridato che quell’economia non è più forte. Mentre “Juncker ha aperto l’infrazione” e Schulz (presidente dell’europarlamento), invitava la Polonia (accusata di perseguire una politica di “putinizzazione” dell’Europa) ad attenersi ai “valori democratici europei”.
Insomma, un processo. Perché la Polonia ora sfugge al controllo della Germania e quindi della Nato. Eccetera…
E aggiunge Blodnet che “il 6 gennaio, in una località di villeggiatura invernale nel Sud della Polonia, Kaczyński e Orban si son parlati a quattr’occhi per 6 ore. Un lunghissimo colloquio in cui “hanno rinsaldato la storica amicizia polacco-ungherese e gettato le basi di una stretta collaborazione politica tra i due governi”, ossia riconosciuto il comune nemico e deciso di coordinare la reazione contro di esso nel quadro dei rispettivi, e convergenti interessi nazionali”.
Fin qui la politica e chi ha voglia di leggersi tutto il servizio di Blondet può approfondire.
E il resto? Il resto acconsente, perché gli episcopati polacco e ungherese, non sono usciti ad esternare scomuniche. Tutt’altro. Come più volte scritto da queste pagine, i vescovi polacchi e ungheresi stanno dalla parte giusta, dalla parte dei loro popoli. A differenza della Chiesa italiana che non sta con il popolo italiano bensì con le strutture e le organizzazioni di accoglienza dei migranti. Poi vengono gli sfigati egoisti senza lavoro di casa nostra.
D’altra parte il fronte indipendentista è proprio nella linea Maginot di quegli stati che da soli si oppongono all’invasione dell’Europa. Sono loro gli stati che secedono dall’Europa. Non occorre sbandierare il no euro o fare alleanze con i post fascisti nazionalisti in Europa per stroncare la Merkel. Occorre fare quello che stanno facendo, con le proprie Chiese al seguito, Polonia e Ungheria e gli altri insieme.
Paesi a maggioranza cattolica, tranne la repubblica Ceca, e che sono in rotta con El Papa. Ma questo non lo scrivono i giornali. Che invece osannano Bergoglio quando invoca i migranti a resistere. A chi?
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