Quota 161. E’ questa la soglia fatidica per una vittoria “politica” da parte della maggioranza – istituzionale o variabile che sia – sul Ddl Cirinnà chiamato a legiferare sulle unioni civili e su tematiche delicatissime come quelle delle adozioni gay (stepchild adoption).
Sul tema (clicca qui per il nostro quiz esclusivo) si registrano ormai da diversi giorni le spaccature in seno al PD tra l’ala cattolica e i promotori della riforma, mentre sono ormai note da tempo le perplessità di Area Popolare (NCD-UDC) e il “no” da parte di Forza Italia, pur favorevole in via di principio alle unioni civili.
#laresadeiconti #unionicivili Sono famiglie e non a caso l'associazione si chiama @FamArcobaleno: è l'idea della vita stessa
— valeria fedeli (@valeriafedeli) 25 Gennaio 2016
Unioni civili: i numeri al Senato

Al di là della possibilità di mettere in atto una sorta di “supercanguro” in grado di neutralizzare buona parte degli oltre 6 mila emendamenti presentati sul testo, il rinnovato soccorso dei parlamentari facenti capo a Denis Verdini potrebbe riequilibrare il pallottoliere a favore della maggioranza. La quale, però, necessita anche dei voti del Movimento Cinque Stelle, senza dimenticare il gruppo di parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà (SEL). Entrambi, secondo le ultime notizie che trapelano, avrebbero avvertito della necessità di evitare di “svuotare la legge” con modifiche dell’ultima ora al ribasso e non concordate. E così – con una forbice di “sì” che oscilla tra 157 e 163 voti sui punti più controversi, come la stepchild adoption – nulla è dato per scontato.



Scritto da: Emanuele Vena
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