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Discussione: Il Piccolo Popolo

  1. #21
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    Predefinito Re: Il Piccolo Popolo

    Fate, folletti, elfi e gnomi fanno parte di quel mondo fantastico che da secoli è entrato far parte del nostro immaginario e che continua a farci sognare. Ma cosa accade quando questo fenomeno si trasforma in un evento "reale"? il 7 aprile di quest'anno, una notizia battuta dall'Adnkronos ha lasciato stupefatta l'opinione pubblica: un cronista che stava consultando gli archivi del Corpo Forestale dello Stato di Bagno di Romagna si è imbattuto in un incredibile dossier intitolato Gnomi e fate dei boschi. Ma il titolo non era affatto di fantasia...



    STRANI AVVISTAMENTI IN UN FASCICOLO DELLA FORESTALE DEDICATO A "GNOMI E FATE DEI BOSCHI"





    Gnomi, fate, elfi, orchi e streghe. Personaggi che popolano fiabe e leggende della tradizione, ma anche i boschi di una zona ben precisa del nostro Paese. Fantasia o realtà? L'Adnkronos ha scovato un fascicolo, custodito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e aperto quasi 15 anni fa, che reca la dicitura “Gnomi e fate dei boschi”. Una cartellina verde del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo Forestale dello Stato che contiene informazioni, segnalazioni, materiale fotografico che riguarda esattamente quello che il suo titolo evoca: avvistamenti stranamente concentrati in un'area ben precisa, l'Appennino tosco-romagnolo, con alcuni suoi comuni, come San Piero in Bagno e Bagno di Romagna.

    Abbiamo guardato dentro quel fascicolo. Il suo contenuto? In alcuni casi fa sorridere, in altri no. Inquieta la fotografia scattata da G.F., banchiere di Cesena, in viaggio di notte con la moglie per raggiungere la sua baita all'interno della Foresta della Lama, nell'Appennino forlivese. Costretto a fermare l'auto e a scendere dalla vettura per montare le catene da neve ha visto “qualcosa”, un essere dalla sembianze umane, carponi e intento a mangiare neve. La sua fotografia, nel fascicolo della Forestale è classificata come “elfo” per via delle orecchie allungate che si intravedono. La foto è sfocata, il negativo mai consegnato, ma secondo alcune fonti "il testimone sarebbe una persona seria e attendibile". Che poi quello sia proprio un elfo, è tutto da dimostrare. C'è chi invece è convinto che si tratti di un poltergeist, lo spirito di un ragazzino morto anni prima ucciso da un mugnaio e che si aggira senza pace nella zona.




    Fa sorridere, invece, il verbale di dichiarazioni spontanee datato 2 agosto 2001, raccolte nel Comando Stazione Bagno di Romagna da ufficiali e agenti del Cfs che hanno ascoltato e messo nero su bianco il racconto del signor Pierluigi Ricci il quale, all'interno del Parco dell'Armina, mentre si apprestava a bere alla fonte, avvistava “un essere alto circa 25 centimetri che ritengo essere uno 'gnomo' dei boschi”. E ne fornisce una descrizione “da manuale” (anche troppo): sembianze umane e abbigliato con casacca azzurra, pantaloni marroni, stivali di pelo beige, cappello rosso e barba bianca. Il tradizionale gnomo, insomma, proprio come quello che nell'area ha dato un volto al Sentiero degli Gnomi e al Bosco di Gnomo Mentino, che attirano ogni anno migliaia di visitatori. Perché sulla scia della moda dello gnomo è nato tutto un turismo, con pacchetti dedicati e con i suoi gadget, sul modello del turismo magico o di fantasia tipico dei paesi nordici.

    Gli gnomi, però, in questa zona popolano i racconti e, in alcuni casi, i ricordi di tante persone, anche degli anziani che non si interessano di marketing e di turismo e per i quali gli Appennini sono pieni di mostri, draghi, fate, orchi e santi. Avvistamenti ce ne sono sempre stati e racconti di “fenomeni strani” nei boschi, che si tatti di presenze, misteriose combustioni di alberi o di luci, perché lo gnomo "potrebbe essere la rappresentazione sensibile dello spirito del bosco - spiega all'Adnkronos Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro, "Luoghi della meraviglia", dedicato agli itinerari del fantastico in Italia - se il bosco ha una sua forma di intelligenza, stando ad alcuni studi scientifici, a questa potrebbe corrispondere una forma di spiritualità semplice di cui lo gnomo è rappresentazione".

    Gnomi dell'Appennino, fate nel casentino, streghe al centro e al sud: per chi volesse tentare l'incontro, questa è la geografia da tenere presente. Meno chiaro il metodo, che potrebbe variare da persona a persona, ma una regola di base c'è: secondo gli esperti bisogna imparare a guardare verso il basso, immedesimarsi negli elementi naturali, liberarsi della sovrastrutture culturali. Perché - sempre secondo gli esperti - gli gnomi ci sono, siamo noi che non li vediamo.



  2. #22
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    Predefinito Re: Il Piccolo Popolo

    IL MONDO FATATO



    Henry Meynell Rheam - Il bosco delle fate, 1903



    La raffigurazione delle Fate come esserini alati pare sia piuttosto recente e la sua grande diffusione si deve senz'altro all'epoca vittoriana. Nelle leggende vengono raffigurate come creature di luce bellissime, talvolta grandi quanto esseri umani, talaltra minuscole oppure gigantesche. Miriadi di luccichii possono talvolta essere scorte da chi sa guardare col cuore in luoghi magici come sorgenti, montagne, tumuli preistorici o, in Irlanda, vicino ad alberi di biancospino, pianta tipicamente sacra alle Fate. C'è da dire che quando in inglese si parla di Fairies s'intende con ciò indicare tutti i rappresentanti del Piccolo Popolo e non soltanto le Fate di sesso femminile.

    A volte è difficile distinguere le Fate dagli esseri umani, altre volte queste assumono le sembianze di animali; spesso però hanno un aspetto del tutto eccezionale. Talvolta paiono irradiare una luminosità intensa e sembrano totalmente eteree; il corpo delle Fate fa parte degli strati più sottili della materia fisica: quando sono visibili le Fate sono su un piano eterico, mentre quando vogliono celarsi agli sguardi degli umani si trasferiscono su un piano astrale; esse possono cambiare piano a piacere, la materia che costituisce la loro forma è così sensibile e fluida che può essere plasmata da cose impalpabili come il pensiero e il sentimento.

    Il loro stato normale è una sfera di luce pulsante. Si materializzano sul piano eterico spesso usando la coscienza collettiva come modello per costruire la loro forma. In questo modo la forma viene determinata da elementi di imitazione di piante o di animali oppure da schemi tradizionali. Altre volte intercettano i modelli del pensiero inconscio degli uomini.

    La credenza negli esseri del Sidhe è diminuita drasticamente con l'avanzare del progresso e della cosiddetta civiltà, principalmente a causa del declino della lingua gaelica di fronte all'inglese. Perciò molti dei racconti che venivano narrati e tramandati esclusivamente a livello orale sono andati perduti. Gli Esseri del Popolo Fatato fanno ancora e faranno sempre parte della Terra e della memoria della gente. Sono stati relegati da alcune decine di anni nella stanza dei bambini, che credono a queste cose perché ne fanno esperienza quotidiana con il corpo, la mente e l'anima; mentre i «grandi» si sentono superiori e liquidano tutte queste cose come fantasie infantili.

    Rattrista pensare che oggi siano in molti a pensare che si tratti soltanto di storie per bambini, da dimenticare una volta che diveniamo adulti e capiamo come stanno realmente le cose. Questo è molto lontano dalla verità, poiché le Fate, gli Elfi e il Piccolo Popolo in generale sono i poteri elementali della Terra, così come questa nel mondo celtico era personificata nelle sue diverse funzioni da innumerevoli dee. Essi sono i Plasmatori e i Custodi della Terra, vivono nei suoi meandri e nei recessi nascosti delle montagne e delle colline, così come nelle cellule dell'acqua di sorgente e nel pulviscolo del terreno, in una dimensione in cui il mondo degli umani altro non è che un sogno.


    Marco Massignan, Il Piccolo Popolo. Elfi, gnomi, folletti e creature fatate (Xenia edizioni, pag. 6)

 

 
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