IL MONDO FATATO
Henry Meynell Rheam -
Il bosco delle fate, 1903
La raffigurazione delle Fate come esserini alati pare sia piuttosto recente e la sua grande diffusione si deve senz'altro all'epoca vittoriana. Nelle leggende vengono raffigurate come creature di luce bellissime, talvolta grandi quanto esseri umani, talaltra minuscole oppure gigantesche. Miriadi di luccichii possono talvolta essere scorte da chi sa guardare col cuore in luoghi magici come sorgenti, montagne, tumuli preistorici o, in Irlanda, vicino ad alberi di biancospino, pianta tipicamente sacra alle Fate. C'è da dire che quando in inglese si parla di Fairies s'intende con ciò indicare tutti i rappresentanti del Piccolo Popolo e non soltanto le Fate di sesso femminile.
A volte è difficile distinguere le Fate dagli esseri umani, altre volte queste assumono le sembianze di animali; spesso però hanno un aspetto del tutto eccezionale. Talvolta paiono irradiare una luminosità intensa e sembrano totalmente eteree; il corpo delle Fate fa parte degli strati più sottili della materia fisica: quando sono visibili le Fate sono su un piano eterico, mentre quando vogliono celarsi agli sguardi degli umani si trasferiscono su un piano astrale; esse possono cambiare piano a piacere, la materia che costituisce la loro forma è così sensibile e fluida che può essere plasmata da cose impalpabili come il pensiero e il sentimento.
Il loro stato normale è una sfera di luce pulsante. Si materializzano sul piano eterico spesso usando la coscienza collettiva come modello per costruire la loro forma. In questo modo la forma viene determinata da elementi di imitazione di piante o di animali oppure da schemi tradizionali. Altre volte intercettano i modelli del pensiero inconscio degli uomini.
La credenza negli esseri del Sidhe è diminuita drasticamente con l'avanzare del progresso e della cosiddetta civiltà, principalmente a causa del declino della lingua gaelica di fronte all'inglese. Perciò molti dei racconti che venivano narrati e tramandati esclusivamente a livello orale sono andati perduti. Gli Esseri del Popolo Fatato fanno ancora e faranno sempre parte della Terra e della memoria della gente. Sono stati relegati da alcune decine di anni nella stanza dei bambini, che credono a queste cose perché ne fanno esperienza quotidiana con il corpo, la mente e l'anima; mentre i «grandi» si sentono superiori e liquidano tutte queste cose come fantasie infantili.
Rattrista pensare che oggi siano in molti a pensare che si tratti soltanto di storie per bambini, da dimenticare una volta che diveniamo adulti e capiamo come stanno realmente le cose. Questo è molto lontano dalla verità, poiché le Fate, gli Elfi e il Piccolo Popolo in generale sono i poteri elementali della Terra, così come questa nel mondo celtico era personificata nelle sue diverse funzioni da innumerevoli dee. Essi sono i Plasmatori e i Custodi della Terra, vivono nei suoi meandri e nei recessi nascosti delle montagne e delle colline, così come nelle cellule dell'acqua di sorgente e nel pulviscolo del terreno, in una dimensione in cui il mondo degli umani altro non è che un sogno.
Marco Massignan, Il Piccolo Popolo. Elfi, gnomi, folletti e creature fatate (Xenia edizioni, pag. 6)