Primo contagio in Argentina: “L’epidemia si diffonde in modo esplosivo”
Il virus Zika fa sempre più paura. Secondo Marcos Espinal, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per le malattie infettive nelle Americhe, nei prossimi mesi sono previsti nella regione «3-4 milioni di casi». «La popolazione - ha spiegato Espinal - non presenta alcuna immunizzazione al virus che si sta espandendo in modo esplosivo». Per fare il punto sull’epidemia che ha già colpito 26 Paesi fra Caraibi e Sud America l’Oms ha convocato un comitato d’emergenza per lunedì 1° febbraio.
Intervenendo a Ginevra in occasione di un incontro informativo sul nuovo patogeno, Espinal ha comunque sottolineato che quella da virus Zika «è un’infezione lieve, tranne che per le donne incinte». Chi si ammala, infatti, se la cava di solito con una settimana di febbre e qualche sfogo cutaneo, ma nel caso di donne in stato di gravidanza si sospetta che il virus possa portare a malformazioni del feto. La trasmissione avviene con la puntura di zanzareappartenenti al genere Aedes, gli insetti che trasmettono la dengue e altri tipi di malattie tipiche delle aree tropicali e subtropicali.
Zika, isolato per la prima volta nel 1947 in Uganda, dopo qualche sporadica segnalazione in Africa e nel sud-est asiatico, è riapparso in Brasile lo scorso aprile. Dalla fine dell’estate a oggi le autorità di Brasilia hanno registrato migliaia di nuovi casi di microcefalia nei neonati (una malformazione neurologica in cui le dimensioni del cranio non si sviluppano in modo corretto e rimangono al di sotto della media) e l’emergenza ha spinto la presidente Dilma Rousseff ha mettere in campo l’esercito. «In Brasile qualcosa sta accadendo - ha detto ancora Espinal in riferimento al picco di casi di microcefalia - e l’unica spiegazione è legata al virus Zika».
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Il problema, ha poi spiegato l’esperto, «è che il virus “viaggia” per il mondo e non rimarrà confinato alle Americhe». Tuttavia, per l’Oms Zika non è pericoloso come Ebola e, contrariamente a quest’ultimo, ha bisogno di un mezzo di trasmissione. «Controllare i vettori di trasmissione di Zika, ovvero le zanzare- ha concluso Espinal -, è fondamentale per contenere l’epidemia».
Intanto, in Argentina è stato confermato il primo caso di infezione. Lo ha riferito il dottor Eduardo López, membro del comitato di crisi argentino per Zika e dengue, precisando che si tratta di una donna colombiana di 23 anni che era stata recentemente in Colombia.
Quattro casi di contagio da Zika sono stati registrati anche in Italia, ma nell’anno passato. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma, ha spiegato che si tratta «di 4 italiani che rientravano dal Brasile e i casi risalgono alla scorsa primavera. Tre sono stati trattati allo Spallanzani e uno a Firenze. Sono guariti».
Virus Zika, l'OMS lancia l'allarme: "Nelle Americhe attesi 3-4 milioni di casi" - LaStampa.it