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  1. #1
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    Arrow La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Parte di premessa:
    Dalla dottrina emerge che i cattolici possono cambiare il mondo in larga misura, anzi hanno il dovere di combattere il male nel mondo affinché nel mondo regni nel modo più largo possibile la Verità divina.
    Tuttavia innanzitutto questa è una possibilità di carattere collettivo, nel senso che trattasi di possibilità legata inevitabilmente all'azione collettiva della comunità cattolica: il singolo da solo non ha alcuna possibilità di cambiare il mondo.
    In secondo luogo, al di là del cambiare il mondo, però rimane una enorme difficoltà individuale: accettare il proprio destino.
    Punto della discussione:
    Un cattolico sa che la volontà di Dio è giusta, sommamente giusta; ma questo dato di fatto, è facile da capire e accettare?
    io per esempio in questo senso agisco secondo queste tre semplici regole:
    - mi impegno materialmente con tutto me stesso per cercare di ottenere quello che voglio (sulla riga della Scrittura "chi cerca trova");
    - prego e supplico Dio di aiutarmi affinché nella vita possa seguire la mia vocazione e cosi essere felice (sulla riga della Scrittura "chiedi e ti sarà dato");
    - vigilo sulla mia moralità in modo che il mio agire sia meritorio: sia perché voglio stare a posto con la mia coscienza, sia perchè penso sia il modo migliore per stare al mondo, sia perchè non voglio che falle nel mio agire inducano una punizione divina che mi precluda il raggiungimento dei miei obiettivi.

    Tuttavia la mia vita mi fa schifo, non ho neanche lontanamente la vita che desidero e non vedo alcuna possibilità che essa cambi in meglio (salvo appunto qualche intervento provvidenziale divino).
    Ne parlo perché sicuramente non succede solo a me, percepisco questa difficoltà nell'accettare la volontà divina anche in altri cattolici, più anziani di me o più giovani. ne parlo sia per capire come affrontare questa difficoltà per me, sia per capire quali sono le parole giuste da dire a quei cattolici che mi manifestano questa difficoltà.
    La logica dovrebbe portare a continuare a impegnarsi nella vita senza farsi abbattere dal dolore e dalla sofferenza, pensano che questo spazio di vita terrena è solo una piccola parte del disegno di Dio; di fatto però, questa giornaliera frustrazione nel vedere scorrere via la propria vita senza alcuna felicità, porta alcuni cattolici all'abbandono della fede; per altri ad un semplice indebolimento della fede; per altri provoca un logoramento interno che porta all'esaurimento vitale e si diventa cinici e pieni di rancore, semi-zombie che si chiudono nell'isolamento e in un lento strascicarsi giorno dopo giorno; altri si suicidano perché non ce la fanno più; altri invece vivono normalmente.

    Ecco la mia domanda è: come si può affrontare la cronica insoddisfazione riguardo il non raggiungimento dei propri obiettivi e quindi la cronica assenza di felicità, il fatto che nonostante le nostre preghiere non riceviamo un aiuto concreto da Dio?
    Diciamo basta alla sinistra dei colpi di Stato e delle menzogne!

  2. #2
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Questo post richiede una risposta più articolata e meno asettica di due righe scritte su un forum...

    Io dico solo che l'infelicità somma è non conoscere Dio. Se incontri Cristo, crocifisso, morto e risorto, e lo vuoi seguire, ti devi caricare delal croce. Ivi comprese le ingiustizie, i dolori e le fatiche di una vita quotidiana che spesso non risponde alle ambizioni del nostro ego umano.

    Ma ogni cristiano è chiamato a vivere una vita che gli CORRISPONDA, non che RISPONDA alle sue attese.
    Santa Faustina Kowalska passò la vita tra le cucine e la portineria di un convento, nel nascondimento più totale. Eppure fu forse l'anima più beata e felice del secolo scorso...
    “Pray as thougheverything depended on God. Work as though everything depended on you.”

  3. #3
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    "accettare il proprio destino" non mi sembra tanto cristiano come concetto, perchè uno il destino se lo costruisce da solo, noi siamo liberi in quanto creature di Dio. Noi in realtà siamo gia salvi, ma sta a noi volere o no il Paradiso attraverso le nostre azioni.
    La volontà di Dio secondo me è altro, un qualcosa che personalmente spesso non riesco a comprendere per i miei tanti limiti. Spesso mi chiedo cosa vuole Dio da me, ma altrettanto penso di non capire.
    Antifascista, cattolico-democratico, contrario al principio "destro" di "limite e conservazione" e sostenitore del principio di "non appagamento", dunque, di centrosinistra!

  4. #4
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Citazione Originariamente Scritto da QUINTO Visualizza Messaggio
    Parte di premessa:
    Dalla dottrina emerge che i cattolici possono cambiare il mondo in larga misura, anzi hanno il dovere di combattere il male nel mondo affinché nel mondo regni nel modo più largo possibile la Verità divina.
    Tuttavia innanzitutto questa è una possibilità di carattere collettivo, nel senso che trattasi di possibilità legata inevitabilmente all'azione collettiva della comunità cattolica: il singolo da solo non ha alcuna possibilità di cambiare il mondo.
    In secondo luogo, al di là del cambiare il mondo, però rimane una enorme difficoltà individuale: accettare il proprio destino.
    Punto della discussione:
    Un cattolico sa che la volontà di Dio è giusta, sommamente giusta; ma questo dato di fatto, è facile da capire e accettare?
    io per esempio in questo senso agisco secondo queste tre semplici regole:
    - mi impegno materialmente con tutto me stesso per cercare di ottenere quello che voglio (sulla riga della Scrittura "chi cerca trova");
    - prego e supplico Dio di aiutarmi affinché nella vita possa seguire la mia vocazione e cosi essere felice (sulla riga della Scrittura "chiedi e ti sarà dato");
    - vigilo sulla mia moralità in modo che il mio agire sia meritorio: sia perché voglio stare a posto con la mia coscienza, sia perchè penso sia il modo migliore per stare al mondo, sia perchè non voglio che falle nel mio agire inducano una punizione divina che mi precluda il raggiungimento dei miei obiettivi.

    Tuttavia la mia vita mi fa schifo, non ho neanche lontanamente la vita che desidero e non vedo alcuna possibilità che essa cambi in meglio (salvo appunto qualche intervento provvidenziale divino).
    Ne parlo perché sicuramente non succede solo a me, percepisco questa difficoltà nell'accettare la volontà divina anche in altri cattolici, più anziani di me o più giovani. ne parlo sia per capire come affrontare questa difficoltà per me, sia per capire quali sono le parole giuste da dire a quei cattolici che mi manifestano questa difficoltà.
    La logica dovrebbe portare a continuare a impegnarsi nella vita senza farsi abbattere dal dolore e dalla sofferenza, pensano che questo spazio di vita terrena è solo una piccola parte del disegno di Dio; di fatto però, questa giornaliera frustrazione nel vedere scorrere via la propria vita senza alcuna felicità, porta alcuni cattolici all'abbandono della fede; per altri ad un semplice indebolimento della fede; per altri provoca un logoramento interno che porta all'esaurimento vitale e si diventa cinici e pieni di rancore, semi-zombie che si chiudono nell'isolamento e in un lento strascicarsi giorno dopo giorno; altri si suicidano perché non ce la fanno più; altri invece vivono normalmente.

    Ecco la mia domanda è: come si può affrontare la cronica insoddisfazione riguardo il non raggiungimento dei propri obiettivi e quindi la cronica assenza di felicità, il fatto che nonostante le nostre preghiere non riceviamo un aiuto concreto da Dio?
    la felicità sta nel non dover desiderare nulla... e può essere vero sia nel senso che hai tutto o nel senso che ti basta ciò che hai...o chi sei.
    ti auguro perciò di ricevere un suo aiuto concreto vincendo al superenalotto,,,
    ma la sofferenza del vivere dipende proprio dalle gerarchie religiose.. tutte le gerarchie,,. che ovunque si sono sempre alleate con il potere civile, o se lo sono preso, per schiavizzare gli uomini e poter vivere nel lusso e in ozio.
    se studi la storia e ti guardi attorno vedrai che si vive peggio e c'è più miseria e fame dove più le gerarchie religiose sono potenti...
    vedi ora l'islam.
    mentre al tempo dei papa re c'erano più prostitute a roma che nel resto d'italia...
    sotto questo aspetto poi la religione cattolica è proprio negata... e hanno l'alibi,.pare che gesù abbia detto i poveri saranno sempre tra voi.. e perciò mica ci pensano i preti ad abolire la povertà e la sofferenza o ad operare per una società più giusta... .. al massimo quando possono solo una elemosina o un piatto di minestra repapelle:
    Ultima modifica di PUPO; 02-07-10 alle 13:01
    [B]per mantenere in pace un mondo caratterizzato da ingiuste concentrazioni di ricchezza ed enormi sacche di povertà è necessario trasformare i poveri in zombie con la propaganda e le religioni[/B]

  5. #5
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Quinto, nel tuo ragionamento c'è un errore di base.
    Sembra quasi che le cose voglia farle tu.
    Il tuo vivere invece, deve limitarsi ad un continuo "si" a Dio
    e alle circostanze che esso ti pone nella tua vita,
    brutte o belle che siano, partendo dal presupposto
    che "tutto è per te", ovvero per la tua felicità.
    --
    “Don Giussani è stato ‘profeta’ dell’insopprimibile anelito dell’incontro con Dio per l’uomo del nostro tempo"Card. Angelo Bagnasco

  6. #6
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Citazione Originariamente Scritto da PUPO Visualizza Messaggio
    la felicità sta nel non dover desiderare nulla... e può essere vero sia nel senso che hai tutto o nel senso che ti basta ciò che hai...o chi sei.
    ti auguro perciò di ricevere un suo aiuto concreto vincendo al superenalotto,,,
    grazie pupy.

    Citazione Originariamente Scritto da ulell Visualizza Messaggio
    Quinto, nel tuo ragionamento c'è un errore di base.
    Sembra quasi che le cose voglia farle tu.
    Il tuo vivere invece, deve limitarsi ad un continuo "si" a Dio
    e alle circostanze che esso ti pone nella tua vita,
    brutte o belle che siano, partendo dal presupposto
    che "tutto è per te", ovvero per la tua felicità.
    a prima lettura ho percepito come se volessi dire che quindi il metodo giusto è rinunciare a tutti i propri obiettivi nella vita; poi però forse ci ho visto altro nelle tue parole, devo rifletterci meglio.
    Diciamo basta alla sinistra dei colpi di Stato e delle menzogne!

  7. #7
    ...
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Da parte mia penso che, un po' per la mancanza di cultura in materia religiosa, un po' per la scarsa capacità dialettica che un forum permette, credo che una questione simile io non sia in grado di sostenerla se non a quattrocchi, o rischierei di imbattermi nei fraintendimenti che potrebbero solo aggravare i tuoi problemi. Inoltre il contatto umano può fare quello che non fanno mille parole.

    Di sicuro in un mondo più giusto e pieno di carità tutto sarebbe più facile.
    Ultima modifica di Cuordy; 02-07-10 alle 15:01
    "Per tutto il pensiero occidentale, ignorare il suo Medioevo significa ignorare se stesso" - Étienne Gilson


    "Se commettiamo ingiustizia, Dio ci lascerà senza musica" - Cassiodoro.

  8. #8
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Purgatorio XV vv. 40-75
    Dante si rivolge a Virgilio il quale gli chiarisce il significato di alcune parole dell'anima di Guido del Duca.


    Lo mio maestro e io soli amendue
    suso andavamo; e io pensai, andando,
    prode acquistar ne le parole sue;

    e dirizza'mi a lui sì dimandando:
    «Che volse dir lo spirto di Romagna,
    e `divieto' e `consorte' menzionando?».

    Per ch'elli a me: «Di sua maggior magagna
    conosce il danno; e però non s'ammiri
    se ne riprende perché men si piagna.

    Perché s'appuntano i vostri disiri
    dove per compagnia parte si scema,
    invidia move il mantaco a' sospiri.

    Ma se l'amor de la spera supprema
    torcesse in suso il disiderio vostro,
    non vi sarebbe al petto quella tema;

    ché, per quanti si dice più lì `nostro',
    tanto possiede più di ben ciascuno,
    e più di caritate arde in quel chiostro».

    «Io son d'esser contento più digiuno»,
    diss' io, «che se mi fosse pria taciuto,
    e più di dubbio ne la mente aduno.

    Com' esser puote ch'un ben, distributo
    in più posseditor, faccia più ricchi
    di sé che se da pochi è posseduto?».

    Ed elli a me: «Però che tu rificchi
    la mente pur a le cose terrene,
    di vera luce tenebre dispicchi.

    Quello infinito e ineffabil bene
    che là sù è, così corre ad amore
    com' a lucido corpo raggio vene.

    Tanto si dà quanto trova d'ardore;
    sì che, quantunque carità si stende,
    cresce sovr' essa l'etterno valore.

    E quanta gente più là sù s'intende,
    più v'è da bene amare, e più vi s'ama,
    e come specchio l'uno a l'altro rende.
    Ultima modifica di vanni fucci; 02-07-10 alle 15:28

  9. #9
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Citazione Originariamente Scritto da QUINTO Visualizza Messaggio



    a prima lettura ho percepito come se volessi dire che quindi il metodo giusto è rinunciare a tutti i propri obiettivi nella vita; poi però forse ci ho visto altro nelle tue parole, devo rifletterci meglio.
    Assolutamente no, non parlavo di rinunciare ai tuoi obbiettivi.
    E' un concetto un pò complicato, l'ammetto.
    Io stesso devo ancora imparare ad applicarlo.
    Comunque è basato tutto sul "io sono Tu che mi fai" di San Paolo.
    Quando la nostra vita si trasforma dal nostro Io egoistico ad un Tu che ci compie, ci trasforma e ci completa, allora si raggiunge la vera letizia,
    e si "rinasce davvero".

    Ti consiglio di leggerti il libretto degli esercizi della fraternità di CL di quest'anno.
    Questo concetto è sviscerato benissimo.
    --
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  10. #10
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    Predefinito Rif: La frustrazione e la difficoltà nell'accettare la volontà di Dio

    Citazione Originariamente Scritto da ulell Visualizza Messaggio
    Ti consiglio di leggerti il libretto degli esercizi della fraternità di CL di quest'anno.
    Questo concetto è sviscerato benissimo.
    e ove si trova sudetto libretto?
    Diciamo basta alla sinistra dei colpi di Stato e delle menzogne!

 

 
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