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  1. #91
    Dall'Inferno
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da elnick Visualizza Messaggio
    ... quindi il concetto di famiglia sarebbe un uomo e una donna che trombano ...
    Che si riproducono....Come è in tutte le specie animali....
    Primo Ministro di TPol...[MENTION]
    Proudly member of the Bilderberg Group-Chtulhu Section..

  2. #92
    email non funzionante
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da Undertaker Visualizza Messaggio
    Che si riproducono....Come è in tutte le specie animali....
    In effetti anche a me questo concetto di famiglia ricorda tanto i conigli.
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

  3. #93
    Bacchettona del forum
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da trilex Visualizza Messaggio
    Voi chi?
    Voi cattolici integralisti

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  4. #94
    Toscanini antifa esiliato
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    I cattolici integralisti combattono sempre battaglie di retroguardia ... e col tempo le han perse tutte.

    Qui non si parla di cose fuori dalla norma, si parla di adottare il figlio della compagna/o che giå vive con loro, molto probabilmente.

    Insomma, tanto casino per nulla.

  5. #95
    Bacchettona del forum
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da guybrush Visualizza Messaggio
    I cattolici integralisti combattono sempre battaglie di retroguardia ... e col tempo le han perse tutte.

    Qui non si parla di cose fuori dalla norma, si parla di adottare il figlio della compagna/o che giå vive con loro, molto probabilmente.

    Insomma, tanto casino per nulla.
    Esatto, ma essendo coinvolte persone omosessuali scatta il riflesso pavloviano dell'apocalisse.

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

    {;,;}

  6. #96
    Disilluso cronico
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Leggo spesso Erenesto Galli della Loggia, e diverse volte non mi sono trovato d'accordo con le sue posizioni, ma l'Articolo di oggi sul Corriere, francamente mi ha colpito molto positivamente:

    dal Corriere della Sera

    La vera radice dei diritti
    Il dibattito sulla legge Cirinnà, l’ascesa del tema del matrimonio gay come logica conseguenza dell’evoluzione della società. Ma dietro l’invocazione dei principi un altro interrogativo: basta la volontà di una maggioranza parlamentare per stabilire i diritti?
    di Ernesto Galli della Loggia


    Non entrerò nel merito del disegno di legge Cirinnà che ormai si avvia comunque all’approvazione. Farò solo qualche osservazione sul modo in cui per settimane se ne è discusso (cominciando con il notare, tra parentesi, come ancora una volta, e su una questione così complessa e importante, la Rai abbia brillato per la sua assenza. A Viale Mazzini come del resto in tutte le tv italiane, si è convinti che ad approfondire qualsiasi tema, dall’emergenza climatica all’esistenza di Dio, basti e avanzi un bel talk show con l’onorevole Andrea Romano e l’onorevole Gasparri).

    Una cosa soprattutto mi ha colpito: il prescrittivismo giuridicista, adoperato così di frequente — in questo come in molti altri casi del resto — dai sostenitori della legge. Sposarsi? È un diritto. Avere un figlio? Un diritto. Adottarlo? Un diritto anche questo. Tutti diritti, e naturalmente tutti rigorosamente statuiti, previsti, dedotti, dalla oggi sempre invocata «democrazia liberale» (oggi che tutti vi si sono convertiti), alias «la libertà». Chi si riconosce nell’una e nell’altra — a sentire i più — non può che riconoscersi necessariamente non solo nel disegno di legge Cirinnà ma anche, si direbbe, in qualunque richiesta dell’Arcigay. Nessuno si è chiesto, però, come mai, pur esistendo la suddetta «democrazia» da oltre un secolo, tuttavia è solo da una decina di anni che il matrimonio gay con le sue varie appendici è entrato (non senza qualche difficoltà) nell’elenco dei diritti che sempre la medesima «democrazia liberale» non potrebbe negare, si dice, se non negando se stessa. Ma come mai — è inevitabile chiedersi — la rivendicazione di un tale diritto in precedenza non era mai venuta in mente a nessuno, neppure ai più libertari tra i libertari? Gli omosessuali non sentivano forse, ieri, il bisogno di sposarsi e di avere figli? La democrazia non era abbastanza liberale? Non eravamo abbastanza democratici, o che?


    La risposta ovvia è che l’ascesa del matrimonio gay nel cielo dei diritti non deriva in realtà da alcun principio inerente alla democrazia liberale, da alcuna sua propria prescrizione. È solo il frutto della specifica evoluzione storica della nostra società, della sua progressiva secolarizzazione individualistica, e della conseguente volontà delle maggioranze parlamentari che in essa si formano. I principi non c’entrano, se non come arma retorica. Vengono invocati non solo perché si pensa in tal modo di conferire un crisma di inappellabilità alle richieste in questione, appiccicando agli oppositori la comoda etichetta di reazionari, di nemici della «libertà». Ma anche per aggirare, mettere da parte, le domande che nel nostro orizzonte culturale sembrano massimamente sconvenienti. Quelle nel merito: è bene che i bambini abbiano un padre e una madre o è indifferente? È preferibile una società in cui le identità sessuali siano quelle biologiche o invece una in cui siano le più varie, definite di volta in volta dai singoli?

    C’è un’altra ragione ancora dietro l’invocazione dei principi. Questa: se si ammettesse che la democrazia e i suoi diritti c’entrano assai poco, allora sorgerebbe immediatamente una domanda per più versi inquietante: «Basta dunque la volontà di una maggioranza parlamentare, di una qualunque maggioranza parlamentare, per autorizzare una pratica sociale, per stabilire qualunque diritto, anche negli ambiti più cruciali riguardo il profilo storico-antropologico di una collettività?». La risposta è sì: basta il volere di una maggioranza. Se domani, per esempio, qualcuno spalleggiato da un consenso polare vasto, dotato di sufficienti appoggi nei media e di un certo prestigio culturale, proponesse l’introduzione della clonazione umana, si può essere quasi certi che alla fine avrebbe successo. Verrebbe stabilito anche il diritto di ognuno alla clonazione: naturalmente in nome di quanto prescritto dalla «democrazia liberale».

    Si obietta di solito che un limite all’arbitrio delle maggioranze però c’è, ed è la Costituzione. Personalmente avrei dei dubbi sull’efficacia di tale limite. Per un motivo soprattutto: la Costituzione vuol dire in realtà una Corte costituzionale chiamata ad interpretarla. Cioè dei giudici con loro idee, destinate inevitabilmente a cambiare anch’esse nel corso del tempo. Nella storia di tutte le Corti non si contano, infatti, i casi in cui il riconoscimento di un diritto (per esempio, quello di abortire) a lungo rifiutato è stato poi ammesso. Le Costituzioni insomma servono solo, nel caso migliore, a impedire che le maggioranze parlamentari violino i diritti esplicitamente menzionati nel loro testo. Ma solo questo. Molto difficilmente valgono a impedire che esse ne stabiliscano a loro piacimento di nuovi: ovviamente ogni volta con l’opportuna invocazione alla «democrazia», alla Costituzione, e alle sue formule necessariamente vaghe, come per l’appunto quella della «pari dignità sociale» scritta nella nostra Carta. In base alla quale, come si capisce, può essere sancita in pratica qualsiasi cosa: dal diritto alla genitorialità a quello, mettiamo, a un trattamento pensionistico eguale per tutti. Quando stabiliscono nuovi diritti le suddette maggioranze lo fanno, dunque, non già per adempiere i comandamenti della «democrazia liberale», ma perché ogni volta ciò gli sembra politicamente conveniente: vale a dire in grado di riscuotere il favore degli elettori, di fargli vincere le elezioni.

    Dal che deriva che di fronte alle loro decisioni si potrà benissimo e con buone ragioni continuare a dirsi democratici e liberali: ma semplicemente di diverso parere rispetto a loro. Non mancando magari di ricordare che per loro natura le maggioranze sono condannate ad essere sempre, in un modo o nell’altro, le rappresentanti del pensiero comune e del conformismo sociale.
    La vera radice dei diritti - Corriere.it


    .
    L'ultimo uomo ad essere entrato in Parlamento con intenzioni oneste.

    Non basta negare le idee degli altri per avere il diritto di dire "Io ho un'idea". (G. Guareschi)

  7. #97
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da Desmond Visualizza Messaggio
    Lo decideranno i Parlamenti dei prossimi 50 anni dove ci fermiamo, non qualche talebano.
    no scusa, talebani perchè contrari alle adozioni gay ?

  8. #98
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da furioso2013 Visualizza Messaggio
    no scusa, talebani perchè contrari alle adozioni gay ?

    Mio caro furioso:

    Personalmente non sono contrario a dare in affidamento un minore ad un omosessuale se questi è persona degna, affidabile e degna di stima e rispetto.
    Però potrei essere anche contrario.
    Sia nel primo che nel secondo caso avrei egualmente l'umano dovere di rispettare le opinioni altrui anche quando queste non coincidono con le mie.
    Questo naturalmente fin quando rimangono opinioni.
    Ciò che temo è il diffondersi di una forma culturale che elevi le proprie opinioni al di sopra di quelle altrui fino al punto di autolegittimare il diritto di imporre coercitivamente le prime a scapito delle seconde.
    Ed è un timore che dovresti avere anche tu.
    Non ne espongo i motivi perché mi aspetto questi ti siano chiari e palesi.
    Non deludermi.
    "I carnefici hanno bisogno di urlare per imporre le proprie menzogne!
    Alle vittime basta il silenzio perchè ad esse apprtiene la verità!"

  9. #99
    Super Troll
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da Undertaker Visualizza Messaggio
    Che si riproducono....Come è in tutte le specie animali....

    Ne deriva che un mio amico sterile, sua moglie ed i due figli che hanno adottato non sono una famiglia.
    Sono invece famiglia i genitori del bambino e della bambina adottati che hanno preferito affidare i loro figli in adozione invece di prendersene cura.

    P.S.: Meno male che ci sei tu ad illuminare le nostre povere menti.
    "I carnefici hanno bisogno di urlare per imporre le proprie menzogne!
    Alle vittime basta il silenzio perchè ad esse apprtiene la verità!"

  10. #100
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    Predefinito Re: A noi la battaglia, a Dio la vittoria

    Citazione Originariamente Scritto da Undertaker Visualizza Messaggio
    Che si riproducono....Come è in tutte le specie animali....
    Adesso capisco ... mi sa che andrà spiegato anche alle gerarchie ecclesiastice specificando che se non hanno il "buco" giusto a disposizione non necessariamente devono cercarne un altro nel "prossimo" giovanile....

 

 
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