Antonio Iannetta, 41 anni, è il candidato meno conosciuto mediaticamente dei quattro in lizza per le primarie di centrosinistra a Milano. Eppure, nonostante i sondaggi lo diano solo al 2%, lui non si vede già battuto. Anzi. Attacca. “Majorino e Balzani sono il vecchio che avanza. Anche Sala vuole continuare quanto fatto da Pisapia. Noi, invece, siamo l’unica alternativa. Gli unici a poter raccogliere il voto di tanti indecisi”. E ancora. “Noi vogliamo creare una città policentrica con i privati che investono nel sociale”.
Insomma Iannetta lei non si considera un outsider?
Mi hanno chiamato in tutti i modi. Repubblica mi ha definito, simpaticamente, un alieno. Diciamo che io lavoro per essere qualcosa di alternativo alla proposta tradizionale dei candidati che attualmente ci sono. La nostra proposta, ad esempio, vuole portare al centro dell’azione amministrativa le periferie che sono state completamente dimenticate dall’amministrazione precedente.
Qual è la sua ricetta per riqualificarle?
Innanzitutto partirei dalla ripresa degli scali ferroviari che sono stati il vero insuccesso di questa giunta di cui sono espressione due candidati (Majorino e Balzani ndr). Un milione di metri quadrati non rigenerati. La nostra parola è rigenerazione, quindi basta consumo di suolo pubblico. Rigeneriamo l’esistente destinando queste grandi aree all’housing sociale, case a prezzi calmierati per gli studenti e le giovani coppie.
Grande attenzione al sociale e ai giovani quindi.
Sì i giovani sono un altro tema di cui non parla nessuno. Devono essere loro al centro delle politiche del nuovo sindaco, perché i giovani sono il futuro. Per quanto riguarda il sociale dobbiamo far in modo che i privati intervengano per aiutare la città. Le risorse pubbliche ormai sono sempre meno. Il Comune deve diventare un grande incubatore di proposte fatte da quei privati che vogliono rigenerare spazi e restituirti alla città. E inoltre vorrei spendere una parola sugli stranieri che vivono a Milano
Dica
Noi stiamo lavorando con le comunità straniere da anni. Uno dei progetti che stiamo portando avanti con forza è quello di costruire con le comunità straniere un rapporto diverso da quello che c’è adesso. Dobbiamo fare in modo che la città venga partecipata anche dagli stranieri che aiutano ad accrescere l’economia di Milano. Questo tema è stato escluso dal dibattito. Forse c’è paura di affrontarlo perché si ha paura di perdere consensi.
Nel suo programma il verde cittadino occupa grande spazio. Lei ha detto che vuole piantare 3,5 milioni di alberi, uno per ogni abitante dell’area metropolitana. E’ una cosa fattibile?*
È una cosa assolutamente fattibile. La mia idea è quella di creare un anello orbitale di 73 km che può circondare la città di Milano cucendo il territorio urbano con quello agricolo. Questo anello verde sarà in grado di aiutare a contrastare l’inquinamento. I provvedimenti presi a fine dicembre si sono rilevati inefficaci e non hanno creato alcun beneficio. Inoltre, per risolvere l’emergenza smog, bisogna tenere conto del contesto morfologico in cui Milano è inserita, ovvero la Pianura Padana che comprende anche Piemonte e Veneto. Serve quindi una politica di governo. Non può e non deve essere una responsabilità esclusiva del sindaco.
Ha qualche critica da muovere all’amministrazione Pisapia?
Oltre alla partita persa sugli scali ferroviari penso che la giunta Pisapia non sia stata in grado di sfruttare l’effetto Expo dal punto di vista del turismo. Molti commercianti si sono lamentati di questo. Inoltre si era parlato di un piano di Wi-Fi diffuso che non è stato fatto. E il bike sharing è ancora agli inizi. Per non parlare delle piste ciclabili. Siamo ancora molto indietro. Bisogna attivare una politica ambientale che non sia solo contro le automobili. Pensiamo alle caldaie. C’è uno spreco di risorse ingente. Dobbiamo avere una visione d’insieme per risolvere questi problemi. Non possiamo dare la colpa solo agli automobilisti.
Immagino che lei quindi non sia favorevole all’estensione dell’Area C
No non sono favorevole. La vera rivoluzione, anche per combattere l’emergenza smog, sarà quella che riguarderà il trasporto urbano. E’ impensabile che in una città metropolitana come Milano non ci sia *un’agenzia di coordinamento che possa rendere il sistema di trasporto pubblico più efficiente. Parlo della possibilità di lasciare la propria auto in luoghi benserviti, sicuri ed economici. Noi non facciamo sparate elettorali come biglietti gratis per i trasporti di superficie. Riportiamo il costo del ticket ad un euro. Anche perché non possiamo aumentare il costo del biglietto senza dare al cittadino poi la prova che quei soldi in più sono serviti ad aumentare l’efficienza del trasporto pubblico.
Dove troverebbe le risorse per diminuire il costo del biglietto ad un euro?
Se chi è responsabile del bilancio dice che si può portare a zero non vedo quale sia il problema di portarlo a un euro.
A Milano è annoso il problema parcheggi. Lei cosa intende fare?
Se creiamo una mobilità alternativa (aumento dei mezzi pubblici, bike sharing, car sharing) il problema dei parcheggi passa in secondo piano.
Sala ha parlato della possibilità di far riemergere i Navigli. Sogno o realtà?
In realtà la riemersione dei Navigli doveva essere uno dei progetti dell’amministratore precedente e così non è stato. A mio avviso basta scoperchiare la Martesana arrivando fino al ponte delle Gabelle e lì costruire una seconda Darsena. In questo modo creiamo una città policentrica.


Scritto da: Andrea Turco
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