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  1. #11
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Ammè me pare 'na strunzata !

    Povero Julius, è diventato un riferimento buono per tutte le stagioni.

    Scherzi a parte (che poi alcuni post di Tommaso , non sò perchè, ma mi ricordano davvero le più surreali puntate del noto format trash, quelle sulla cui autenticità dello scherzo sorgeva più di un dubbio) anche io, nel riferimento ai poeti-guerrieri, ho colto uno scellerato paragone con Mishima.

    O siamo noi , quelli che lui definisce testualmente "destro-radicali di livello socio-culturale medio-alto", ad essere troppo suscettibili oppure le possibili alternative che restano sono :

    a- Si diverte a stuzzicare solo che , esauriti i temi veri e, cominciando a scarseggiare anche quelli che conservano un minimo sindacale di
    plausibilità, finisce per scadere nel "nonsense" , terreno sul quale è superfluo e stucchevole seguirlo.

    b- In realtà, lui non ci considera realmente di livello culturale medo-alto (quantificare il sociale è opinabile, per cui sorvolo) proprio perchè dei destroidi devono essere,nell'immaginario collettivo della sinistra tutta, rozzi e cattivi (se poi sono anche sgradevolmente benestanti,tanto meglio: sicuramente hanno rubato, evaso o entrambe le cose...)

    c- Non copula con sufficiente frequenza o in modo per lui gratificante.

    Scherzando, ovviamente, ma non si sa mai...

  2. #12
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    [...] In sessuologia vengono distinte due forme di omosessualità, l’una a carattere congenito-costituzionale, l’altra a carattere acquisito e condizionata da fatti psico-sociologici e ambientali. La prima omosessualità si spiega con le «forme sessuali intermedie» (per usare questa espressione di M.Hirschfeld). Si sa che inizialmente nel feto e nell’embrione sono presenti entrambi i sessi. Soltanto successivamente interviene un processo di «sessuazione» grazie al quale i caratteri dell’un sesso divengono predominanti mentre quelli dell’altro sesso si atrofizzano o divengono latenti, senza però scomparire del tutto. Vi sono casi in cui questo processo di sessuazione è incompleto,nei suoi aspetti fisici ovvero psichici. Allora è possibile che quell’attrazione erotica che in via normale si basa sulla polarità dei sessi (sull’eterosessualità) e che è tanto più intensa per quanto più decisa è questa polarità, ossia per quanto più l’uomo è uomo e la donna è donna, nasca anche fra individui che anagraficamente, ma non costituzionalmente, sono dello stesso sesso, appunto perché in realtà sono «forme intermedie». In questi casi l’omosessualità è spiegabile e per essa si può avere una comprensione : voler rendere «normali», cioè attratti dall’altro sesso, un omosessuale di tale tipo equivarrebbe a fargli violenza, a voler che non sia se stesso: tentativi terapeutici in tal senso sono sempre falliti. Il problema sociale sarebbe risolto, ove questi omosessuali formassero ambienti chiusi, rimanessero fra loro, non contagiassero nessuno non avente la loro condizione. Non vi sarebbe ragione di condannarli in nome di una qualsiasi morale. Ma l’omosessualità non si riduce di fatto a questi casi. In primo luogo sono esistiti maschi omosessuali che non erano effeminati e «forme intermedie», anche uomini d’arme e individui decisamente virili nell’aspetto e nel comportamento. La storia, soprattutto quella antica, lo attesta. In secondo luogo vi sono i casi della omosessualità acquisita e quelli che la psicoanalisi spiega come «forme regressive». Non è agevole capire la prima categoria. Qui si ha tutto il diritto di parlare di deviazione e di perversione, di «vizio». Non si comprende , infatti, che cosa possa spingere eroticamente un uomo veramente uomo verso un individuo dello stesso sesso. Nell’antichità classica, però, è attestata non tanto la omosessualità esclusiva bensì la bisessualità (uso sia di donne che di giovanetti) e sembra che la motivazione fosse quella di «voler sperimentare tutto». Nemmeno questo è ben chiaro, perché a parte il fatto che negli efebi, nei giovanetti, soprattutto preferiti, ci fosse del femminile, si potrebbe riprendere il crudo detto di Goethe, che «se se ne ha abbastanza di una ragazza come ragazza, essa può sempre servire come ragazzo» («habe ich als Mädchen sie satt, dient es als Knabe misnoch») Anche la motivazione (talvolta raccolta in Paesi come la Turchia e il Giappone), che il possesso omosessuale dia un senso di potenza, non è troppo convincente. La voglia di dominio la si può soddisfare anche con donne, o con altri esseri, senza commistioni erotiche. Fino ad ieri l’omosessualità apparteneva soprattutto al mondo di un decadentismo a sfumature estetistiche (Wilde, Verlaine, Gide, ecc.) ed era sporadica; il «piacere di sperimentare tutto» qui poteva avere una parte rilevante. Ma oggi le cose stanno diversamente ; si assiste ad una avanzata piuttosto massiccia dell’omosessualità e del terzo sesso anche in ambienti popolari e in altri che in precedenza erano stati abbastanza risparmiati da questa deviazione. Qui bisogna far intervenire un altro ordine di considerazioni, ossia l’influenza possibile di un dato clima, di un dato ambiente. * * * Abbiamo ricordato che l’individuo maschile o femminile va considerato come il risultato di una forza sessuatrice predominante la quale imprime il proprio suggello mentre essa neutralizza o esclude la possibilità, in lui originariamente coesistenti, dell’altro sesso specie nel campo corporeo fisiologico (nel campo psichico il margine di oscillazione può essere assai maggiore). Orbene, si può pensare che per regressione questo potere dominante da cui dipende la sessuazione, l’essere veramente uomo o donna, si indebolisca. Allora allo stesso modo che politicamente nella società dell’indebolirsi di ogni autorità centrale tutte le forze d’in basso dapprima frenate possono liberarsi e riaffiorare, del pari nell’individuo si può verificare una emergenza dei caratteri latenti dell’altro sesso e, quindi, una tendenziale bisessualità. Così ci troviamo di fronte alla condizione del "terzo sesso" ed è ovvio che sarà anche presente l'omosessualità. Il presupposto è, dunque, un cedimento interno, un venir meno della "forma interiore" o, per meglio dire, del potere che dà forma e che si manifesta non soltanto nel sesso ma anche nel carattere, nella personalità, nell'avere, in genere, un "volto preciso". Allora si può capire perché l'accennato sviluppo dell'omosessulità in forme endemiche sia un segno dei tempi, sia un fenomeno che rientra logicamente nell'insieme di quelli per via dei quali il mondo moderno ci si presenta come un mondo regressivo.

    J.Evola (Il Borghese, I agosto 1968).

  3. #13
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Citazione Originariamente Scritto da vanni fucci Visualizza Messaggio
    In sessuologia vengono distinte due forme di omosessualità, l’una a carattere congenito-costituzionale, l’altra a carattere acquisito e condizionata da fatti psico-sociologici e ambientali. La prima omosessualità si spiega con le «forme sessuali intermedie» (per usare questa espressione di M.Hirschfeld). Si sa che inizialmente nel feto e nell’embrione sono presenti entrambi i sessi. Soltanto successivamente interviene un processo di «sessuazione» grazie al quale i caratteri dell’un sesso divengono predominanti mentre quelli dell’altro sesso si atrofizzano o divengono latenti, senza però scomparire del tutto. Vi sono casi in cui questo processo di sessuazione è incompleto,nei suoi aspetti fisici ovvero psichici. Allora è possibile che quell’attrazione erotica che in via normale si basa sulla polarità dei sessi (sull’eterosessualità) e che è tanto più intensa per quanto più decisa è questa polarità, ossia per quanto più l’uomo è uomo e la donna è donna, nasca anche fra individui che anagraficamente, ma non costituzionalmente, sono dello stesso sesso, appunto perché in realtà sono «forme intermedie». In questi casi l’omosessualità è spiegabile e per essa si può avere una comprensione : voler rendere «normali», cioè attratti dall’altro sesso, un omosessuale di tale tipo equivarrebbe a fargli violenza, a voler che non sia se stesso: tentativi terapeutici in tal senso sono sempre falliti. Il problema sociale sarebbe risolto, ove questi omosessuali formassero ambienti chiusi, rimanessero fra loro, non contagiassero nessuno non avente la loro condizione. Non vi sarebbe ragione di condannarli in nome di una qualsiasi morale
    Va beh, ma questo è il caso in cui l'omosessualità è una condizione patologica vera e propria: o un'anomalia genetica o quella che oggi ancora viene chiamata, nonostante il politically correct, "disforia di genere".
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  4. #14
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Importante invece l'acuta analogia fra regressione della società e insorgere massiccio dell'omosessualità (la liquefazione guenoniana).
    Evola è sempre Evola.

  5. #15
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    la "cruda" (e memorabile) citazione di Goethe ci riporta all'implacabile eterosessualismo del nostro razzista omofobo

  6. #16
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    la "cruda" (e memorabile) citazione di Goethe ci riporta all'implacabile eterosessualismo del nostro razzista omofobo
    Ci mancava solo Troll, non contenti di aver storpiato Evola,adesso vorresti massacrare pure Goethe.

    Ma non vi riesce proprio di fare i froci senza un alibi solo "cul" , senza il "turale" ?

    Che poi, ma chi l'ha detto che tutti i razzisti devono essere per forza omofobi?

    Sorvolando sul fatto che il termine "omofobia" dovrebbe identificare colui che ha paura dell'omosessuale, e tutto si può dire tranne che le checche risultino temibili , personalmente ritengo anche che l'equazione "omosessuale uguale anti-razzista" sia totalmente errata.

    E lo dimostro pure: (leggi, leggi bene quello che scrive un intelligente ed onesto omosessuale dichiarato come Spirlì)

    Nessuna pietà. O è peccato? ? Il blog di Nino Spirlì

    Ergastolo! E, forse, di più! ? Il blog di Nino Spirlì


    E ancora:

    ?Italiano di merda!? E il razzista sarei io? ? Il blog di Nino Spirlì

    Giusto per completezza:

    Clandestini: l?Italia vera non li vuole ? Il blog di Nino Spirlì

    Penso che basti.

  7. #17
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Nino Spirlì è un nome e cognome da checche.

  8. #18
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Citazione Originariamente Scritto da Coriolano Visualizza Messaggio
    Ci mancava solo Troll, non contenti di aver storpiato Evola,adesso vorresti massacrare pure Goethe.

    Ma non vi riesce proprio di fare i froci senza un alibi solo "cul" , senza il "turale" ?

    Che poi, ma chi l'ha detto che tutti i razzisti devono essere per forza omofobi?
    il razzista omofobo Evola ha correttamente rilevato citando l'ottimo detto di Goethe che se proprio uno è appassionato della pratica le stessissime cose si possono fare con le Mädchen senza andare a prendere i maschietti, per cui il pretesto di "voler sperimentare tutto" non attacca

    lo so che la parola omofobo fa ridere ma lo sappiamo che questa gente per dissuadere dalle pratiche di discriminazione ed esclusione pretende che tu abbia "paura" dato che non potendo o non volendo dire che sei "immorale" deve attaccarsi a qualche pseudoargomento nell'intento di suscitarti complessi di colpa o vergogna

  9. #19
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    A parte le tue interpretazioni di Evola che insisti dogmaticamente a far coincidere con quello che ti frulla in testa....
    Citazione Originariamente Scritto da Evola Visualizza Messaggio
    [...] In sessuologia vengono distinte due forme di omosessualità, l’una a carattere congenito-costituzionale, l’altra a carattere acquisito e condizionata da fatti psico-sociologici e ambientali. La prima omosessualità si spiega con le «forme sessuali intermedie» (per usare questa espressione di M.Hirschfeld). Si sa che inizialmente nel feto e nell’embrione sono presenti entrambi i sessi. Soltanto successivamente interviene un processo di «sessuazione» grazie al quale i caratteri dell’un sesso divengono predominanti mentre quelli dell’altro sesso si atrofizzano o divengono latenti, senza però scomparire del tutto. Vi sono casi in cui questo processo di sessuazione è incompleto,nei suoi aspetti fisici ovvero psichici. Allora è possibile che quell’attrazione erotica che in via normale si basa sulla polarità dei sessi (sull’eterosessualità) e che è tanto più intensa per quanto più decisa è questa polarità, ossia per quanto più l’uomo è uomo e la donna è donna, nasca anche fra individui che anagraficamente, ma non costituzionalmente, sono dello stesso sesso, appunto perché in realtà sono «forme intermedie». In questi casi l’omosessualità è spiegabile e per essa si può avere una comprensione
    J.Evola (Il Borghese, I agosto 1968).
    Grazie a Vanni Fucci per aver portato questo elemento alla nostra conoscenza. Se a qualcuno non bastava neanche la citazione nel capitolo sulla fascinosità feminile, quest'ultimo dovrebbe più che bastare.
    D'ora in poi considero dunque chiusa la polemica circa la mia interpretazione di Evola. Il lettore in buona fede giudicherà.

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    ... dovresti sforzarti di spiegare come mai la questione della elevata plasticità e labilità sessuale degli esseri umani adesso ti appare, dopo aver puntualizzato che non ti interessava più di tanto, come degna di una riproposizione a viva forza.
    Per incanto il mercato dell' omosessualità dove col tuo celebre " Soldo" si compra e si vende trasformazione psichica, biologica e status giuridico e simbolico, oltre che i gadget umani annessi e connessi, diventa degno di un commentino tranquillizzante e normalizzante da prima liceo o peggio alla Vendola...
    Non parlare di prima liceo perché intanto mi potrei formare una idea veramente pessima circa le tue capacità di comprensione di un testo. Ma in realtà non si tratta di questo, ma di amor proprio, perché capisco che faccia tanto arrabbiare prendere lezioni su Evola da parte di un comunista.

    Quanto alle spiegazioni che mi chiedi, non né vedo la ragione dato che sono assolutamente contrario, infatti e in modo coerente col mio anticapitalismo, con ogni mercificazione ulteriore dei rapporti umani!

    Infine, riguardo l'ironia sui poeti, era in rapporto con le conclusioni che discendono dalla impostazione evoliana. Cioè, siamo a fronte rovesciato, nella DR c'è posto per un Mishima (ma ce ne sono altri, la cui sessualità fa meno rumore...) quando invece proprio in questi casi si è in una specie di estetismo. Ma poi le lezioni di naturalismo le devo prendere io, a quanto pare...

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    @Tommaso sembra voler utilizzare un passaggio estrapolato di Evola .... Se poi passa per un apparente tentativo di cooptazione del Barone nero nell'insieme dei sostenitori di certe teorie sull'omosessualità e sull'identità di genere, allora scadiamo nel ridicolo.
    Non ho estrapolato proprio niente, leggi il testo riportato da Vanni Fucci, è chiaro come la luce del sole. Non mi sono inventato niente.
    Quel che è veramente ridicolo invece è vedere in me un sostenitore di "certe teorie" tipo del gender. Assolutamente falso. Il gender partecipa di quel lavoro che produce la legittimità di questo mondo nella sfera della teoria.

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    questo discorso dell'uomo etico e kantiano e della donna "né morale né immorale ma amorale" è weiningerianissimo
    Sai che scoperta, basta leggere la fonte che ho riportato, in Metafisica del sesso. Lo stesso Evola insiste più volte su questo punto.

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    ... per dissuadere dalle pratiche di discriminazione ed esclusione pretende che tu abbia "paura" dato che non potendo o non volendo dire che sei "immorale" deve attaccarsi a qualche pseudoargomento nell'intento di suscitarti complessi di colpa o vergogna
    Vero, e comunque c'è anche un meccanismo per esorcizzare di cui non dobbiamo negare l'esistenza.
    Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
    Pavese

  10. #20
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    Predefinito Re: Quale bellezza per quale mamma?

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Nino Spirlì è un nome e cognome da checche.
    Difatti lo dice chiaramente nello stesso banner del suo blog, tuttavia ti invito a leggere senza preconcetti almeno gli articoli che ho "linkato".

    Visto che a quanto pare è inevitabile che ci siano, ce ne vorrebbero di "checche" se fossero tutte come lui...

 

 
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