La Repubblica
Il Consiglio dei ministri ha fissato il referendum sullo stop alle trivelle: la consultazione si terrà il 17 aprile 2016. Il Cdm ha infatti approvato il decreto per l'indizione del referendum popolare relativo all'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. In pratica si ridefinirà la durata delle concessioni offshore già in corso. Pochi giorni fa il Ministero dello sviluppo economico aveva stoppato le trivellazioni a Ombrina e rigettato altre 26 domande per le ricerche offshore entro le 12 miglia.
Al momento sfuma l'ipotesi di accorpare la consultazione popolare con il primo turno delle amministrative. "Il governo è rimasto sordo agli appelli di tutte le associazioni ambientaliste e ha tirato dritto per la sua strada" commentano i parlamentari delle commissioni ambiente e attività produttive del M5s. "Si voterà il 17 aprile per il referendum su alcune trivellazioni offshore e non insieme alle amministrative, in un election day che avrebbe tra l'altro fatto risparmiare centinaia di milioni di euro ai cittadini. Un referendum nato già azzoppato nei contenuti e che con questa decisione il governo vuole definitivamente affossare. Ecco il volto fossile del governo. Il tentativo è dimettere i bastoni tra le ruote al referendum, anche se è un quesito limitante e che non risolverà la questione. Ma noi dobbiamo andare a votare ugualmente e votare sì".
Attacca il governo anche Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel ed esponente di Sinistra italiana: "La scelta del governo è sbagliata, una scelta truffaldina che non consente il tempo sufficiente per aprire nel Paese una discussione ampia che permetta agli italiani di decidere consapevolmente e in maniera approfondita. L'appuntamento referendario non viene accorpato con le prossime elezioni amministrative come da più parti è stato chiesto dalle regioni alle associazioni ambientaliste. Sinistra Italiana ha presentato un'apposita proposta di legge, semplice e snella di 2 articoli, che potrebbe essere approvata in 24 ore se solo si volesse: si risparmierebbero 300 milioni di euro degli italiani. Con questa decisione il governo Renzi rivela il suo volto, il volto di un governo di furbetti, il volto di un governo fossile di chi ama le energie fossili e chi vuole".
Secondo Andrea Boraschi, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace, "è una decisione antidemocratica e scellerata, una truffa pagata coi soldi degli italiani. Renzi sta giocando sporco, svilendo la democrazia a spese di tutti noi. È chiarissima la sua volontà di scongiurare il quorum referendario, non importa se così si sprecano centinaia di milioni di soldi pubblici per privilegiare i petrolieri. L'allergia del premier alle prassi del buon governo, però, troverà questa volta risposte nuove, ovviamente democratiche e pacifiche".
Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere a Renzi e Alfano un election day, che ha raccolto in brevissimo tempo oltre 68 mila firme. Greenpeace auspica ora che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui spetta l'atto ultimo di indizione del referendum, respinga la data proposta dal governo per consentire una votazione effettivamente democratica. Alternativa Libera ha inviato una lettera al Presidente per chiedere un incontro e discutere di questa possibilità. Anche Legambiente invoca l'intervento del presidente della Repubblica: "Ci appelliamo a Mattarella per l'election day, evitiamo un incredibile sperpero di 360 milioni di euro e il rischio che si voti due volte sulle trivelle quest'anno".
Duro anche Pippo Civati, deputato di Possibile: "Pare che il premier si trovi a suo agio a sguazzare nelle contraddizioni senza alcun pudore. E' chiaro che l'ovvio obiettivo di questa manovra è quello di impedire che si raggiunga il quorum, così da rendere inutile la consultazione. Una consultazione richiesta da Regioni spesso guidate dal partito di cui il premier e' segretario. Secondo punto: con questa mossa il Governo ha ribadito una volta di più che i cittadini e le loro scelte non contano nulla e vengono puntualmente umiliati. Ormai conta solo il disegno di potere del governo Alfano- Renzi".