Forse non tutti sanno che i comandamenti ebraico-cristiani sono mutuati dal LIBRO DEI MORTI degli antichi egizi.
Bisogna partire del significato del concetto di VERITA’ partendo da lontano dalla nostra cultura, dalla nostra storia. Andiamo in Egitto, appunto.
Verità in Egitto si diceva MAAT ed è il nome di una dea, la sposa di Toth che è un dio a cui Platone, nel Fedro, attribuisce l’invenzione della scrittura. Maat era la madre di Amon, venerato a Tebe. Più che una persona era un concetto quello che poi i greci avrebbero chiamato non a caso logos ed i cristiani VERBO.
Maat era raffigurata come una giovane donna che aveva una piuma di struzzo sul capo.
Dopo la morte il defunto doveva, per accedere all’aldilà, essere sottoposto ad un giudizio che era dato da 42 giudici divini ( 42 erano le provincie egiziane, ecco spiegato il numero).
Ciascuno di questi giudici giudicava il defunto su un possibile capo di accusa: voleva sapere se aveva fatto o no una tale cosa.
I capi di accusa sono elencati nel LIBRO DEI MORTI egizio ( capitolo 125) e sono gli stessi che poi troviamo come COMANDAMENTI nella religione mosaica prima ed in quella cristiana poi che furono inglobati da MOSE nel primo nucleo di scrittura sacra israelitica’ e proposti agli ebrei nel DECALOGO.
Ma cosa chiedevano i giudici del giudizio di Osiride al morto? Semplice: chiedevano, per esempio se aveva rubato, se aveva ammazzato, detto falsa testimonianza, se aveva desiderato la donna altrui o i beni altrui che sono tutte cose che a noi naturalmente suonano familiari perché così ci sono state insegnate da bambini ma senza dirci che provengono dal LIBRO DEI MORTI EGIZIO.
Alla fine del giudizio si mettevano su una bilancia i peccati del morto su un piatto e Maat poneva la sua piuma sull’altro. Per essere assolti i la somma dei peccati doveva essere più leggera della piuma di Maat. Se lo era i giudici emettevano un verdetto e dichiaravano il morto Maat Kheru, ossia VERITIERO.
Dunque il morto egizio poteva accedere all’aldilà soltanto se aveva detto il vero, la verità, se si era comportato in maniera giusta,se era veritiero.