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    Predefinito L’Iran supera l’India nell’acquisizione di tecnologia militare russa

    L’Iran supera l’India nell’acquisizione di tecnologia militare russa

    FEBBRAIO 18, 2016 LASCIA UN COMMENTO

    Valentin Vasilescu, Reseau International, 18 febbraio 2016Prima di lasciare Mosca il 14 febbraio 2016, il Ministro della Difesa iraniano ha rilasciato un’intervista ad IRIB TV2, in cui ha detto che l’Iran intende avere la licenza per la produzione di nuovi tipi armamenti, menzionando i russi Sukhoj Su-30SM. I Su-30 e Su-35 sono i fiori all’occhiello dell’alta tecnologia russa nel campo dei velivoli multiruolo di 4.ta++ generazione. Il Su-30 è stato prodotto in 700 esemplari per le Aeronautiche di Russia, Algeria, Cina, India, Indonesia, Uganda, Vietnam, Venezuela e Kazakhstan. Hossein Dehghan ha detto che l’Iran vuole produrre su licenza il Su-30 per sostituire la flotta obsoleta di 200 F-5 Tiger II (e copie di produzione locale HESA Saeqeh), F-14A Tomcat, F-4 DPhantom, MiG-29A/B, F-7 (MiG-21 cinese) e Mirage F1. Questo tipo di collaborazione aderisce al programma M-ATF fermato dall’imposizione delle sanzioni economiche, attraverso cui la Russia s’impegna a garantire il trasferimento di tecnologia militare all’Iran. Nell’ambito del programma, l’Iran potrebbe produrre nuovi velivoli di 4.ta++ generazione per affrontare Eurofighter Typhoon, F-15 e F-18 a disposizione di Arabia Saudita, Quwayt e Israele. Dopo la visita a Mosca del Ministro della Difesa iraniano, il quotidiano russo Kommersant ha rivelato che è stato firmato un accordo da 8 miliardi di dollari tra Iran e Russia e che, oltre al Su-30, il contratto prevede anche la fornitura di 12 aerei Jak-130, elicotteri Mi-17, batterie di missili antinave K-300P Bastion-P, sottomarini convenzionali e fregate dotate di missili da crociera Kalibr, e questo mentre i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Bahrayn, Quwayt, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) nemici dell’Iran non hanno sottomarini. Da parte sua, il Generale Heydari Kiyumars, comandante delle truppe corazzate dell’esercito iraniano, ha annunciato che l’Iran è pronto a fare un passo importante per dotarsi di carri armati moderni acquistando molte centinaia di carri armati T-90, e avere anche dalla Russia la licenza per la produzione di questi carri armati. L’Iran ha attualmente 480 carri armati russi T-72M1 e T-72S e 150 carri armati Zulfiqar costruiti in Iran, cioè tecnologia degli anni ’70. In confronto, Arabia Saudita e Quwayt hanno carri armati statunitensi M1 Abrams, Qatar e Turchia carri armati tedeschi Leopard 2A7 e gli Emirati Arabi Uniti i carri armati francesi Leclerc.
    Qual è l’interesse della Russia in questa collaborazione? I volontari delle Guardie Rivoluzionarie iraniani in Siria combattono efficacemente a fianco dell’Esercito arabo siriano, dell’Aeronautica russa e delle milizie di Hezbollahcontro lo Stato islamico. L’Iran ha permesso il sorvolo del proprio spazio aereo per il dispiegamento degli aerei russi nella base aerea di Humaymim in Siria, dei missili da crociera russi lanciati dal Mar Caspio e dei bombardieri pesanti Tu-160, Tu-22M3 e Tu-95MS. Per la Russia, un Iran ben armato è la garanzia che non sarà attaccato da Israele e monarchie del Golfo subordinate agli interessi degli Stati Uniti, armati a tal fine con gli armamenti più moderni. Un esercito iraniano super-tecnologico limiterà l’influenza statunitense sul Medio Oriente e avvertirà contro l’invasione delle forze armate statunitensi com’è avvenuto in Iraq, e le azioni delle monarchie del Golfo alleate di Washington, come s’è visto in Siria e Yemen, e con la “primavera araba”.
    L’Iran cosa ci guadagna collaborando con la Russia? Negli ultimi dieci anni, l’India è stato il maggiore acquirente di tecnologia militare russa. Quasi il 40% delle esportazioni annuali di armamenti dalla Russia andava in India. L’India produce su licenza carri armati T-90, aerei multiruolo Su-30, il sistema missilistico antinave BrahMos, ecc. La Russia ha consegnato all’India fregate multiruolo, una portaerei dotata di MiG-29K ed elicotteri antisom Ka-31, ecc. Questa collaborazione ha avuto effetti visibili di deterrenza presso gli avversari dell’India, Pakistan e Cina. Sembra che nel 2016 l’India sarà sostituita dall’Iran, dato che tutti questi accordi sono parte della grande cooperazione Russia-Iran per la modernizzazione della Difesa. Il tema della collaborazione è l’invio di equipaggiamenti ad alta tecnologia che consentiranno all’Iran di affrontare tutte le minacce regionali e globali. L’Iran punta all’adesione alla Shanghai Cooperation Organization, proposta da Vladimir Putin nel 2001, con la Russia che si dichiara partner strategico, economico e militare dell’Iran. Negli ultimi dieci anni, l’Iran non ha avuto accesso a tecnologie avanzate, come gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo (Bahrayn, Quwayt, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti). Questi Paesi, molto ricchi, potrebbero acquisire le più recenti tecnologie civili e militari occidentali. Ma il problema è l’incapacità di mantenerle e ripararle, dato che non hanno alcuna capacità produttiva diversa dal settore petrolifero. A differenza dei vicini, l’Iran ha speso una parte enorme del bilancio nell’istruzione e nella ricerca. Gli istituti d’istruzione iraniani hanno creato una classe altamente istruita capace di adottare le più recenti tecnologie. Il risultato naturale di questo investimento è l’Iran crearsi un’industria della difesa, rinnovata dalla Russia e capace di produrre tutto ciò di cui ha bisogno il suo esercito in caso di aggressione. L’Iran non ha soldi per ora, ma con la revoca delle sanzioni economiche usciranno dai conti nelle banche estere 100 miliardi di dollari. I Paesi più industrializzati dell’UE (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) non sono ancora pronti a fornire la tecnologia più avanzata all’Iran, ma l’affluiscono per acquistare petrolio iraniano e vogliono essere accettati come investitori nell’economia iraniana. E dopo che tali Paesi investiranno centinaia di miliardi di euro in Iran, si opporranno al ritorno delle sanzioni economiche. L’Iran ha una qualificata forza lavoro e capacità produttiva interamente statale, che può adattare e modificare motori, armi, sensori e sistemi di guida, attrezzature automatizzate e molte applicazioni civili. L’Iran potrebbe porre le basi per moderni sistema sanitario, sistema dei trasporti, turismo, industria automobilistica e più in generale, un’economia competitiva che non si baserà solo sulle esportazioni di prodotti petroliferi, ma su prodotti ad alto valore aggiunto. Se le cose vanno come previsto dalla leadership iraniana (un tasso di crescita annuale dell’8-10%), in meno di un decennio l’economia iraniana sarà 8.va o 9.na nel mondo.
    L’Iran ha leader politici e militari patriottici che sanno cosa vogliono e faranno tutto il possibile per raggiungere un’elevata prosperità e sicurezza per il popolo iraniano. E nella corsa seminata di molti ostacoli, i leader iraniani scommettono su un cavallo vincente: la Russia. Per il Consiglio di cooperazione del Golfo e Israele, il programma di modernizzazione dell’economia e la creazione di un’industria competitiva iraniane, sono preoccupanti.
    La Via della Seta nella nuova guerra fredda
    MK Bhadrakumar Indian Punchline 16 febbraio 2016
    Due giorni dopo che il gruppo internazionale di sostegno alla Siria s’è incontrato a Monaco di Baviera, il Medio Oriente è testimone di un evento straordinario, l’arrivo a Teheran di un treno merci con 32 container dopo un viaggio di oltre 10 mila chilometri, proveniente dalla provincia orientale cinese del Zhejiang. Il viaggio è durato 14 giorni, con una media di 700 chilometri al giorno, attraverso steppe e deserti di Kazakistan e Turkmenistan. E’ difficile dire cosa sia più cruciale per la politica mondiale, il conflitto siriano o il primo treno della Via della Seta in Medio Oriente dalla Cina. In termini immediati, potrebbe benissimo essere il conflitto in Siria e la guerra contro lo Stato Islamico a dominare l’attenzione del mondo, ma da un punto di vista storico, il treno della Via della Seta si distingue quale pietra miliare rispetto alla sconfitta dello Stato islamico. A dire il vero, la Cina ha evitato il coinvolgimento nel conflitto siriano e ha preferito investire su ciò che conta veramente oggi. Può essere che gli Stati Uniti abbiano perso il punto? Si dia un’occhiata al treno della Via della Seta. La Cina ha testato l’efficacia dei trasporti per l’Iran nell’arco di due settimane, 30 giorni meno che via mare, come avviene attualmente tra Shanghai e il porto di Bandar Abbas in Iran. E questo è il primo tentativo di viaggio ferroviario. Pechino punta a potenziare le infrastrutture per rendere la rotta più rapida e meno costosa. Il treno della Via della Seta rientra nell’iniziativa “Cintura e Via” del Presidente Xi Jinping. Oltre a ciò, è una grande pubblicità in Iran della strategia “globale” della Cina della propria tecnologia ferroviaria in rapida avanzata. La Cina costruisce un progetto ferroviario ad alta velocità da 2 miliardi di dollari per collegare Teheran e la città orientale di Mashhad, riducendo il tempo di percorrenza a sole 6 ore e aumentandone la capacità di trasporto a 10 milioni di tonnellate all’anno. (La Cina manterrà la nuova linea ferroviaria per 5 anni dopo il completamento del progetto entro 42 mesi). Il treno della Via della Seta avrà un ruolo significativo nel commercio Cina-Iran, dove i due Paesi sperano di aumentarlo a 600 miliardi nel prossimo decennio, con la cooperazione sull’energia nucleare e sul progetto “Una Via, Una Cintura”.
    A dire il vero, il treno della Via della Seta è destinato a correre verso ovest ben oltre Teheran, verso l’Europa, incrementando gli scambi e aprendo nuovi mercati alle imprese cinesi, mentre l’economia nazionale rallenta. Viene in mente un ottimo articolo scritto di recente dall’amico Graham Fuller (ex-alto funzionario della CIA), che lamenta la visione miope degli strateghi e della classe politica degli Stati Uniti sul mondo di domani. Ha scritto nell’articolo intitolato NATO – Strumento mal gestito della leadership statunitense: “La strategia statunitense sembra fondamentalmente bloccata sulla modalità difensiva contro le potenze in ascesa. Tali potenze anzi sfidano le aspirazioni statunitensi a continuare l’egemonia. Ma una posizione difensiva ci priva di visione e spirito; rappresenta un orientamento sostanzialmente negativo, come il re Canuto sulla spiaggia che cerca di fermare la marea invadente. Peggio ancora, il potere militare statunitense e il suo bilancio continuano a salire, sembrando la tipica risposta degli Stati Uniti verso la maggior parte delle sfide estere. Il Pentagono ha messo il dipartimento di Stato fuori dal mercato. La NATO oggi ne simboleggia in particolare l’orientamento miope e sulla difensiva. Così, mentre Washington si concentra sulla costruzione di strutture e basi militari oltremare contro Russia e Cina, queste rapidamente le superano con vari nuovi piani economici, visioni, progetti per nuove infrastrutture continentali e sviluppi istituzionali che si estendono sull’Eurasia. Questi sviluppi sono infatti guidati da Cina e Russia, ma non sono fondamentalmente difensive o militari, ma piuttosto rappresentano la creazione di un nuovo ordine internazionale a cui abbiamo rinunciato, o cui addirittura ci opponiamo. Nel frattempo l’ossessione per la NATO e le alleanze militari quali principali veicoli della politica militare del dopo guerra fredda, è la ragione principale per cui perdiamo in questo nuovo ordine”.
    Preveggente! Naturalmente, in termini geopolitici la rotta dal centro commerciale cinese di Yiwu alla capitale iraniana bypassa completamente lo Stretto di Malacca, scorrendo attraverso due Paesi noti per la politica estera indipendente, allontanandosi dal grande gioco, dal pivot degli Stati Uniti in Asia, e da altro.
    <span class="embed-youtube" style="text-align: center; display: block;">
    Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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    Predefinito Re: L’Iran supera l’India nell’acquisizione di tecnologia militare russa

    L’Iran dall’S-300 al Su-30

    FEBBRAIO 18, 2016 1 COMMENTO

    Philippe Grasset Dedefensa 18 febbraio 2016E’ sempre più chiaro che l’Iran è in procinto di una decisiva svolta strategica, nell’equipaggiamento militare, verso la Russia, comprendendone l’integrazione strategica, con la Russia che amplia i partner strategici (soprattutto Cina, India eventualmente, ecc., insomma il blocco BRICS/SCO). La cosa non era evidente negli ultimi due decenni, nonostante la vicinanza degli interessi strategici delle due potenze. Le sanzioni contro l’Iran negli ultimi due decenni hanno impedito di affrontare questo problema in modo chiaro e preciso, in quanto sottoposto alla risoluzione delle Nazioni Unite che vieta la consegna di armi non difensive all’Iran; c’era anche una lunga disputa tra Iran e Russia sul controllo del sistema antiaereo S-300 venduto all’Iran nel 2007, in parte pagato ed unilateralmente denunciato dalla Russia, portando ad azioni legali da parte dell’Iran e, infine, riattivato dalla Russia stessa; cambio di atteggiamento e sviluppo delle relazioni tra i due Paesi tra la polarizzazione del confronto (Ucraina e Siria) e la completa liberazione dell’Iran dalle sanzioni. Mentre gran discrezione circonda fin dall’inizio questo accordo estremamente complesso e abbastanza incredibile per varie cause (compresa la comunicazione), sembra che le consegne dei sistemi S-300 ordinati saranno completate entro luglio; al momento, le squadre iraniane studiano in Russia il controllo e l’operatività dei sistemi S-300 nella versione modernizzata. Si rileva la novità dell’annuncio del Ministro della Difesa iraniano Dehghan, in visita a Mosca il 16 febbraio, della volontà di esplorare la possibilità di acquisire S-400, oltre agli S-300, e soprattutto riconvertire l’Aeronautica iraniana, obsoleta con per lo più aerei statunitensi dell’epoca dello Shah, quindi degli anni ’60-’70 (F-14, F-4 e F-5), acquisendo avanzati aerei da combattimento russi a partire dal Sukhoj Su-30. Acquisizioni di altri sistemi russi, anche navali, sono previste. Ciò significa che gli iraniani, che avevano avviato l’autosufficienza negli equipaggiamenti militari per via delle sanzioni, decidono di diversificare ampiamente l’arsenale volgendosi a un fornitore estero commisurato dal punto di vista politico; questo approccio rientra nell’ambito della strutturazione strategica fondamentale con la Russia qui riportata, costituendone uno dei materiali principali. Citiamo Sputnik del 16 febbraio, (“Il Su-30 russo in Iran, nuovo equilibrio strategico in Medio Oriente?“) che recensisce l’articolo su National Interest di Dave Majumdar (“Incubo mediorientale: l’Iran acquista dalla Russia il letale su-30”), del 15 febbraio. “Secondo la dichiarazione di un rappresentante del Ministero della Difesa iraniano citato da The National Interest, Dehghan discuterà l’eventuale acquisto di caccia Su-30, di cui l’Aeronautica iraniana ha bisogno, secondo il Ministero. Il funzionario ha anche sottolineato che i negoziati erano già avanzati e il contratto potrebbe essere firmato durante la visita di Dehghan. E’ probabile che l’Iran abbia bisogno delle versioni avanzate del velivolo usato da India, Malesia, Algeria e Russia, secondo National Interest. Il Paese potrebbe scegliere il caccia Su-30M2. L’acquisto di aerei di questa versione non sarebbe troppo costoso, essendo una decisione logica alla luce della situazione economica attuale di Teheran. Secondo The National Interest, è molto probabile che l’Iran non si limiti ad acquistar armi complete, ma sia anche interessato a firmare contratti di trasferimento di tecnologia per la produzione di aerei. L’esistenza di una versione del Su-30 (destinata all’Aeronautica militare) dell’Iran aumenterà notevolmente le potenzialità della propria aviazione, attualmente composta per lo più da vecchi modelli di produzione statunitense, cinese e russa, afferma National Interest“. Con notevole legame comunicativo, Sputnik cita The National Interest che cita ancora Sputnik che l’11 febbraio annunciava la visita del Ministro della Difesa iraniano menzionando, senza commenti, le trattative per l’acquisto di Su-30. Infine si nota ancora l’aspetto della comunicazione sul caso, ancora secondo Sputnik (il 16 febbraio), il quotidiano russo Kommersant quel giorno indicava acquisizioni maggiori parlando di un primo investimento iraniano di 8 miliardi di dollari (dato che gli S-300 ordinati nel 2007 sono già stati pagati, appunto oggetto della controversia legale tra Iran e Russia nel 2009-2013). “La parte iraniana è interessata all’acquisto di aerei da combattimento Su-30SM, velivoli da addestramento Jak-130, elicotteri Mi-8 e Mi-17, complessi di difesa missilistica “Bastion” dotati del missile supersonico antinave “Jakhont”, navi di superficie, sottomarini a propulsione convenzionale e altri equipaggiamenti“. E’ estremamente difficile stimare esattamente ciò che l’Iran compra e può comprare dalla Russia, date le capacità fiscali e i vincoli rimasti al Paese della risoluzione delle Nazioni Unite. Ma alcune indicazioni mostrano che l’Iran intende prendere in considerazione, sia direttamente sia con sottigliezze legali, sistemi (definibili offensivi o difensivi) mentre abbandona i vincoli internazionali con l’accordo nucleare. I russi in realtà sembrano pronti a seguire questo piano. Tutto ciò, dal punto di vista della comunicazione, infatti ricorda il grande atto della strutturazione strategica tra Russia e Iran, mentre la complessità di questi sistemi militari e il numero di vendite programmate, creano prossimità strategica di tipo tecnologico e militare, concepibile solo nel quadro politico adeguato. Noi, naturalmente, aggiungeremo che questo quadro è già decisamente attivo in Siria dove c’è l’alleanza molto attiva ed efficace tra Siria e Iran: alleanza operativa e politica (il supporto ad Assad) ne chiarisce l’idea nel quadro strategico fondamentale.
    Secondo il pensiero comune (ad esempio il pensiero-sistema), non era chiaro, poiché invece era evidente lo spirito con cui l’Iran ha firmato l’accordo nucleare, senza pensare che facesse qualcos’altro, nel proprio interesse, dalla prospettiva irresistibile e affascinante di volgersi al blocco BAO sotto la ben nota formula della “comunità internazionale”. L’Iran. quasi barbarico dal 1979 e in particolare dal 2005, non potrebbe desiderare altro che correre verso chi gli avrebbe concesso magnanimamente l’adesione alla “comunità internazionale” (cioè blocco BAO). Naturalmente, non abbiamo mai pensato che ciò fosse possibile, e che invece tutto avrebbe portato l’Iran verso la Russia, ma alcuni hanno davvero pensato nel blocco BAO e l’élite del Sistema ci credeva su istruzione (aggiungendo un PostScriptum obbligatorio, secondo cui l’Iran va necessariamente democratizzato in salsa del Sistema). Ben compreso ciò e appena firmato l’accordo nucleare, la possibile ripartizione delle attività di ristrutturazione delle relazioni tra Iran e blocco BAO iniziò. (Il blocco BAO è così ubriaco e dipendente dalla propria visione deterministica-narrativa che riesce a smontare ciò che sostiene di essere una struttura nascente irresistibile). E molto difficile pensare che l’Iran sogni d’integrarsi in tale pseudo “comunità internazionale” di cartapesta con l’accordo nucleare costantemente messo in questione da una parte significativa del potere di Washington, su pressione robotica ed orwelliana dei centri di potere israeliani, mentre la politica del blocco si dispiega con l’assurdità e il disordine che appare in Siria, promuovendo implicitamente ed esplicitamente il terrorismo jihadista di tutti coloro che odiano l’Iran, acconciandosi alla marcescente Arabia Saudita che sopravvive solo grazie all’ossessione per l’Iran e così via. L’allineamento strategico tra Russia e Iran, sembrandoci inevitabile per tutte le ragioni qui dettagliate, non è del tutto chiaro dal punto di vista degli equipaggiamenti e del coordinamento militari che ne conseguono, in particolare per motivi di bilancio e per la durezza dei due Paesi nel difendere i propri interessi in questo tipo di operazioni. Ma il sistema di comunicazione, con il suo formidabile potere oggi già si volge in questa direzione, e l’articolo di National Interest, firmato da uno rispettato specialista in questioni militar-strategiche, è un’indicazione convincente in questo senso. Si può essere sicuri che nelle settimane e nei mesi prossimi, sarà lanciata una vasta campagna di falsità su massicce acquisizioni di varie armi russe dall’Iran, evidenziando ancora una volta il pericolo terribile che va imponendosi assai velocemente, il tutto supportato principalmente da dichiarazioni ufficiali degli Stati Uniti e dalla spinta d’Israele in tale direzione. (Da questo punto di vista, la cecità della squadra di Netanyahu è totale: l’ossessione iraniana di tale squadra si scontra sempre più violentemente una corrente della comunità militare e d’intelligence israeliana che non considera l’Iran una minaccia esistenziale per Israele, ma secondo cui il pericolo esistenziale è la destabilizzazione totale della regione con il terrorismo conseguente, a cui anche la squadra di Netanyahu ha contribuito.) Il risultato sarà, ovviamente come sempre grazie all’effetto Janus sul sistema di comunicazione, una travolgente cecità straordinaria del blocco BAO, un’efficace pressione costante e molto forte, ovviamente, involontaria ed irresponsabile sui Paesi (Russia e Iran) affinché facciano ogni sforzo per realizzare l’integrazione strategica. La situazione appare assai rapidamente evidente a tale proposito: entrambi i Paesi subiscono l’effetto della comunicazione denuncia del BAO su un allineamento non ancora fatto, chiarendo che ci si deve muovere il più rapidamente possibile per avere vantaggio, cioè completando l’allineamento…
    Questo non è uno studio prospettico, e tanto meno una previsione. Semplicemente si prendono in considerazione le evidenti superpotenza e stupidità del sistema che con le sue attività di sempre, eterne, commette gli stessi errori catastrofici. L’ex-ambasciatore inglese a Damasco, Peter Ford, paragona la politica inglese sulla Siria a un “cane che si rimangia il proprio vomito”, secondo il proverbio “quando un cane si mangia il suo vomito, è uno sciocco che ripete sempre la stessa follia“. Lo stesso vale per l’attività del sistema verso l’Iran, i legami tra Iran e Russia, ecc. Verso tutto, infine, da quando si manifesta l’attività del Sistema; ma il proverbio non va preso alla lettera, perché il cane ha anche tante virtù onorevoli e nobili, senza lasciarlo un secondo sullo stesso piano del Sistema.Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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    Predefinito Re: L’Iran supera l’India nell’acquisizione di tecnologia militare russa

    si, va bbeh, pero' non sono alleati..

 

 

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