Beffate le vittime di Viareggio: due accuse verso la prescrizione - IlGiornale.it


A dicembre si prescrivono due delle accuse nel processo. I parenti delle vittime: "Le nostre famiglie sono distrutte, non possiamo accettarlo"

"Dopo anni, con le ferite che tutti noi portiamo addosso e le perdite che abbiamo subito, non possiamo accettare che ci dicano che in quella notte non c'è stato un incendio. Se è vero, come ci ripetono le istituzioni, che nel processo si troverà la verità, e poi tolgono pezzi al processo, dove dobbiamo cercare la verità?". A parlare è Marco Piagentini, presidente dell'associazione Il mondo che vorrei, che raccoglie i familiari delle vittime dell'esplosione. Poco prima della mezzanotte del 29 giugno 2009, un treno composto da 14 cisterne cariche di gas propano liquido entra alla stazione di Viareggio a 90 chilometri orari. Un asse sotto a un vagone si rompe, la cisterna deraglia e si rovescia. I macchinisti riescono a fermare il convoglio e lanciare l’allarme. Ma è già troppo tardi: il gpl azzurrino raggiunge le case. C'è una violenta esplosione: le fiamme travolgono abitazioni, macchine, strade e uccidono 32 persone.
"Sono stato svegliato da un forte rumore di ferraglia. Quando ho sentito l'odore del gas, ho capito il pericolo imminente, ma non ne potevo immaginare l'entità. Ho svegliato mia moglie e i miei figli che erano al piano di sopra e siamo usciti. Mi sono reso conto che all'appello mancava Leonardo (il figlio più grande, che all'epoca aveva 8 anni, ndr). Così sono tornato indietro a prenderlo e, proprio quando sono arrivato davanti alla porta di casa, è scoppiato il finimondo: un'onda di fuoco mi ha travolto. Quando ho ripreso i sensi mi sono trovato immobilizzato senza capire dov'ero. Ho provato a urlare: la disperazione ha preso il sopravvento. Sembrava di essere in un forno. Sentivo solo altre urla e macchine esplodere. Poi le ambulanze. Dopo un'ora e un quarto un vigile del fuoco che era nei dintorni mi ha sentito e, con l'aiuto dei colleghi, mi ha estratto dalle macerie. Sono crollato. Mi sono risvegliato dopo un mese e mezzo di coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Padova".