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    Predefinito Giorgio Nelson Page (1906-1982): un americano nella Roma fascista

    come ho già specificato, sono un appassionato di personaggi minori ma non per questo meno importanti e interessanti della Storia

    mi piacerebbe parlare di Giorgio Nelson Page (1906-1982) il cui libro da lui scritto "l'Americano di Roma" uscito negli anni '50 probabilmente ispiro' il film di Alberto Sordi dello stesso titolo

    Solo che nel caso di Giorgio Nelson Page non si trattava del romanaccio borgataro che aveva visto troppi film americani ma di un vero americano, discendente di una delle famiglie piu' in vista degli USA, nipote di un ammiraglio sudista Richard Lucian Page che pur di non arrendersi ai nordisti consegno'la sua nave agli spagnoli

    Giorgio Nelson Page nasce cittadino americano a Roma nel 1906 da padre americano, dirigente di una banca e madre italiana, diventa giornalista ed entra ben presto nel ministero della Stampa e propaganda poi Cultura popolare diventando un collaboratore di Galeazzo Ciano, che ne parla abbastanza lungamente nel suo diario

    nel 1933 viene naturalizzato italiano ed ebbe incarichi importanti nel MinCulPop, finchè con l'entrata in guerra degli USA contro l'Italia alla fine del 1941 divenne una specie di paria da tenere in sospetto: nel ministero si occupava delle diffusioni radio fasciste nel mondo

    Gran signore, gran giocatore di poker, con l'arrivo degli americani venne arrestato e internato nel Campo di Concentramento di Padula dal quale usci' per non avere fatto nulla, anzi gli americani non si opposero alla sua nomina a capo ufficio stampa della presidenza del consiglio.

    Si parla di lui come il vero inventore della Dolce Vita romana che racconto' nei suoi libri l'americano di Roma, il nuovo americano di Roma, sinfonia americana, Padula

    nel 1958 fondo' il giornale satirico Lo Specchio, che dopo Candido e Borghèse, divenne il terzo giornale conservatore del genere e fu tra i primi a pubblicare indagini giornalistiche e di costume sul modello del giornalismo d'inchiesta nordamericano

    Lo Specchio ospitò sia firme note che giovani emergenti: da Giano Accame, Panfilo Gentile, Fabrizio Sarazani per la politica, Olghina di Robilant per il costume, Bruno Begnotti ("Del Basco") per le vignette di politica e costume ad Anton Giulio Bragaglia, Henry Furst[3], Carla Pilolli, Alberto Perrini, Piero Palumbo, Giose Rimanelli, Dino Sanzò, Fiora Gandolfi, poi moglie di Helenio Herrera, Giò Stajano e il giovane Italo Cucci, che realizzò la prima grande inchiesta sul Triangolo della morte.

    Si distinse, intorno agli anni 1960/62, per aver preso, in più occasioni, una forte critica nei confronti di Pier Paolo Pasolini.

    Il settimanale chiuse le pubblicazioni nel 1975.

  2. #2
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    Predefinito Re: Giorgio Nelson Page (1906-1982): un americano nella Roma fascista

    ho letto che lo scandalo da lui creato tra i benpensanti americani dal fatto che nel 1933 fece la scelta di abbandonare la nazionalità USA per prendere quella italiana e il fatto che al ministero della Propaganda si andava vestiti con l'orbace fascista gli costo' un anno intero nel campo di concentramento americano di Padula

  3. #3
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    Predefinito Re: Giorgio Nelson Page (1906-1982): un americano nella Roma fascista

    nel giugno del 1941 Giorgio Nelson Page fu protagonista o meglio testimone di un episodio che potremmo definire tentativo di pace separata italiana con il ritiro dell'Italia dalla guerra e una pace separata con l'Inghilterra, con il coinvolgimento di Galeazzo Ciano che all'inizio incoraggio' la cosa poi si tiro' indietro spaventato quando vide che la Germania aveva attaccato l'URSS in quei giorni: questo episodio ci dà un idea di quanto fosse frivolo e leggero Ciano.

    Andiamo per ordine: giugno 1941, da pochi giorni l'Italia ha perso l'Etiopia, il 19 maggio precedente il vicerè Amedeo di Savoia Aosta si è arreso agli inglesi ed è stato fatto prigioniero assieme al suo esercito, uno smaco notevole per Mussolini e per l'Italia.

    Qualche giorno prima della sconfitta italiana in Etiopia arrivo' un messaggio a Washington che chiedeva al governo USA come avrebbe reagito quest'ultimo se l'Italia avesse chiesto un'armistizio al Regno Unito.

    Chi era l'autore di quel messaggio? Il ministro degli esteri Galeazzo Ciano.

    A seguito di questo messaggio il colonnello Snyder, capo dell'American Office of Strategic Services basato a Londra incarico' un suo sottoposto un certo John Evans (ma questo nome potrebbe essere falso, un nome di copertura) di andare a Roma, gli USA non erano ancora in guerra con le forze dell'Asse e i loro agenti con copertura diplomatica potevano spostarsi in Italia e Germania, Snyder disse che incontrando Ciano avrebbe dovuto dire il nome "Marietti "che era la parola d'ordine e gli disse, "se Ciano non reagisce a quella parola d'ordine vattene immediatamente" e gli disse anche di assicurare Ciano che avrebbe avuto negli USA molta piu' comprensione di quasiasi altro paese per ogni passo dell'Italia verso una pace separata, se Ciano avesse chiesto piu' dettagli Evans sarebbe dovuto andare a Lisbona per ottenere ulteriori istruzioni.

    Appena arrivato a Roma Evans contatto' Giorgio Nelson Page, l'italo americano che aveva lavorato con Ciano nel ministero della Propaganda, Page organizzo' un loro incontro al circolo del Golf di Roma.

    Page disse a Ciano che Evans voleva parlargli e Ciano rispose "dicono già che sono filo-inglese, chissà cosa succede se mi vedono con un americano, di' al tuo amico che lo autorizzo a dire in giro che ha giocato a golf con me, per farti piacere".

    A quel punto Evans raggiunse la tavola di Ciano e disse che a Filadelfia aveva conosciuto un italiano appassionato di golf che gli aveva parlato spesso di lui e che questo italiano si chiamava "Marietti" (la parola d'ordine).

    a quel punto Ciano lo invito' per il pomeriggio del giorno dopo a Palazzo Chigi per un té.
    Evans era convinto che forse Mussolini era d'accordo di ritirarsi e disse a Giorgio Nelson Page, "pensa Giorgio, io credo che Mussolini sia d'accordo di ritirarsi, pensa cosa succederebbe! Domani dopo il colloquio con Ciano partiro' subito per riferire" poi Evans disse che sarebbe tornato a Roma con piu' istruzioni da Washington e l'Italia si sarebbe salvata.

    Il 16 giugno 1941 Ciano era a Venezia in gondola assieme al ministro degli esteri tedesco von Ribbentrop e gli chiese se era vero che la Germania stava preparando un attacco contro l'URSS

    "Ribbentrop si limito' a rispondere, "ogni decisione dipenderà dal Fuehrer ma se attacchiamo l'URSS verrà cancellata dalla faccia della terra in 8 settimane"

    Ciano poi scrisse nel suo diario che l'attacco era imminente e che il Duce avrebbe dichiarato immediatamente guerra all'URSS

    Proprio il 22 giugno 1941 Evans torno' a Roma con nuove istruzioni da Washington, ma non poteva sapere che alle 3 di quella notte l'Ambasciatore tedesco aveva inviato a Ciano una comunicazione dell'attacco tedesco all'URSS, Ciano telefono' immediatamente a Mussolini che era nella sua casa di Riccione per informarlo.

    Poche ore dopo Evans si presento' a Giorgio Nelson Page all'Hotel Excelsior di Roma con delle proposte di pace appena arrivate da Washington.

    Page ando' immediatamente al ministero degli esteri dove incontro' Ciano. Ciano gli sembro' molto cambiato nei toni e gli disse "cosa vuoi?" " se hai bisogno di pagare i tuoi debiti di gioco cercati un altra soluzione e stai attento a cio' che fai, hai capito? E ora vattene perchè ho molto lavoro"

    a quel punto Page torno' all'Hotel Excelsior e sui giornali lesse che la Germania aveva attaccato l'URSS

    Adesso Ciano aveva paura e aveva fatto clamorosamente marcia indietro

    Evans commento' che era un peccato perchè in quella proposta c'era l'integrità territoriale del paese e anche la conservazione di una parte dell'impero coloniale se l'Italia si fosse ritirata in quel momento dalla guerra

    Anche il giornalista Paolo Monelli parlo' di un negoziatore inviato da Regno Unito e USA nella primavera del 1941 a Roma e Ciano parlando col Duce gli disse" è il nostro ultimo treno, la nostra ultima possibilità"
    ma Mussolini rispose " sei sempre il solito pessimista"

    Vittorio Emanuele III probabilmente venne a sapere dell'episodio e si lamento' col suo aiutante generale Puntoni che Ciano non lavorava con serietà e discernimento al ministero degli esteri, da quel momento anche per il Re Ciano era una pedina pericolosa sul qule non poteva fare affidamento "non riesce mai a tenere la lingua tra i denti e la bocca chiusa, neanche quando si tratta di questioni segrete"

 

 

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