Lavoro, Corte dei Conti: “Quando sgravi contributivi finiranno si rischia boom di dis

[Metabo]

Lavoro, Corte dei Conti: "Quando sgravi contributivi finiranno si rischia boom di disoccupati e relativi costi" - Il Fatto Quotidiano
Lavoro, Corte dei Conti: “Quando sgravi contributivi finiranno si rischia boom di disoccupati e relativi costi”

Lavoro & Precari
I magistrati contabili, nella relazione sull'Inps, lanciano un allarme sulle conseguenze dell'esonero introdotto per favorire le assunzioni a tempo indeterminato: se, come sta già accadendo, prevarranno le trasformazioni di contratti già esistenti, le casse pubbliche dovranno aumentare ulteriormente i trasferimenti all'istituto. Con ricadute sui contribuenti

di F. Q. | 26 febbraio 2016

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Più informazioni su: Contratto a tempo Indeterminato, Contributi, Disoccupazione, Gettito Fiscale,Inps, Lavoro, Sgravi fiscali


La Corte dei Conti lancia l’allarme sulle coperture e sull’efficacia degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Se la decontribuzione introdotta dal governo Renzia partire dal gennaio 2015 continuerà a favorire, come sta avvenendo, soprattutto le trasformazioni di contratti già esistenti, e non “incrementi occupazionali effettivi”, sarà necessario “un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale”, rilevano per prima cosa i magistrati contabili nella relazione sull’Inps. La Corte inoltre esprime preoccupazione sulla possibilità che al termine del triennio di sgravi totali previsti per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 ci sia un aumento delle cessazioni di contratto, cosa che determinerebbe un aumento delle prestazioni a sostegno del reddito come l’indennità di disoccupazione.
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I magistrati proseguono avvertendo che già ora l’intervento dello Stato sui conti dell’Inps, che quest’anno chiuderà in rosso di 11,2 miliardi,risulta “sempre fondamentale per il contenimento dellosquilibrio della gestione” perché la spesa per le prestazioni continua a superare le entrate. Nel biennio 2013-2014 per esempio “è proseguito l’aumento delle entrate contributive”, passate dai 210 miliardi del 2013 a 211,4 miliardi nel 2014. Ma “la spesa per prestazioni, pur costante nel biennio (303,464 miliardi nel 2013 e 303,401 miliardi nel 2014), è risultata tuttavia superiore al gettito contributivo”.
Nel biennio è proseguito, sottolineano i magistrati contabili “l’andamento negativo della gestione finanziaria che ha chiuso, nel 2013, con un disavanzo di 8,7 miliardi e, nel 2014, con un disavanzo di 7 miliardi, con una progressiva erosione dell’avanzo di amministrazione (che da 53,9 miliardi nel 2012, è passato a 43,9 ed a 35,7 miliardi rispettivamente, nel 2013 e nel 2014)”. Lo stesso vale per il conto economico “che ha chiuso con valori di segno negativo, 12,8 miliardi nel 2013 e 12,5 miliardi nel 2014. Né – sottolinea la Corte dei Conti – i trasferimenti dello Stato (99 miliardi nel 2013 e 98,4 nel 2014), né la ripresa del flusso dei contributi, alimentato dalla gestione privata e in particolare da quella del lavoro autonomo, oltre che dalla gestione dei “parasubordinati“, sono valsi a far conseguire l’equilibrio delle gestioni amministrative”. Il patrimonio netto è raddoppiato tra 2013 e 2014, passando da 9 a 18,4 miliardi per “uno specificoapporto dello Stato di 21,9 miliardi, a copertura del disavanzo dell’ex Inpdap“.

[heint]

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Lavoro & Precari
I magistrati contabili, nella relazione sull'Inps, lanciano un allarme sulle conseguenze dell'esonero introdotto per favorire le assunzioni a tempo indeterminato: se, come sta già accadendo, prevarranno le trasformazioni di contratti già esistenti, le casse pubbliche dovranno aumentare ulteriormente i trasferimenti all'istituto. Con ricadute sui contribuenti

di F. Q. | 26 febbraio 2016

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La Corte dei Conti lancia l’allarme sulle coperture e sull’efficacia degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Se la decontribuzione introdotta dal governo Renzia partire dal gennaio 2015 continuerà a favorire, come sta avvenendo, soprattutto le trasformazioni di contratti già esistenti, e non “incrementi occupazionali effettivi”, sarà necessario “un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale”, rilevano per prima cosa i magistrati contabili nella relazione sull’Inps. La Corte inoltre esprime preoccupazione sulla possibilità che al termine del triennio di sgravi totali previsti per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 ci sia un aumento delle cessazioni di contratto, cosa che determinerebbe un aumento delle prestazioni a sostegno del reddito come l’indennità di disoccupazione.
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I magistrati proseguono avvertendo che già ora l’intervento dello Stato sui conti dell’Inps, che quest’anno chiuderà in rosso di 11,2 miliardi,risulta “sempre fondamentale per il contenimento dellosquilibrio della gestione” perché la spesa per le prestazioni continua a superare le entrate. Nel biennio 2013-2014 per esempio “è proseguito l’aumento delle entrate contributive”, passate dai 210 miliardi del 2013 a 211,4 miliardi nel 2014. Ma “la spesa per prestazioni, pur costante nel biennio (303,464 miliardi nel 2013 e 303,401 miliardi nel 2014), è risultata tuttavia superiore al gettito contributivo”.
Nel biennio è proseguito, sottolineano i magistrati contabili “l’andamento negativo della gestione finanziaria che ha chiuso, nel 2013, con un disavanzo di 8,7 miliardi e, nel 2014, con un disavanzo di 7 miliardi, con una progressiva erosione dell’avanzo di amministrazione (che da 53,9 miliardi nel 2012, è passato a 43,9 ed a 35,7 miliardi rispettivamente, nel 2013 e nel 2014)”. Lo stesso vale per il conto economico “che ha chiuso con valori di segno negativo, 12,8 miliardi nel 2013 e 12,5 miliardi nel 2014. Né – sottolinea la Corte dei Conti – i trasferimenti dello Stato (99 miliardi nel 2013 e 98,4 nel 2014), né la ripresa del flusso dei contributi, alimentato dalla gestione privata e in particolare da quella del lavoro autonomo, oltre che dalla gestione dei “parasubordinati“, sono valsi a far conseguire l’equilibrio delle gestioni amministrative”. Il patrimonio netto è raddoppiato tra 2013 e 2014, passando da 9 a 18,4 miliardi per “uno specificoapporto dello Stato di 21,9 miliardi, a copertura del disavanzo dell’ex Inpdap“.

Forse occorrerebbe spiaegare ai sig.ri della corte dei conti (anche se lo sanno benissimo ma fanno finta che non sia così) che il provvedimento è stato fatto ad hoc di tre anni per terminare a elezioni politiche fatte ... non è un provvedimento per aumentare l'occupazione ma solo il consenso politico e i numeri (della disoccupazione ovviamente non dell'occupazione ) da presentare in Europa.... poi a rielezione avvenuta ... CHI SE NE FREGA .. faremo un altro provvedimento alo scadere di altri 5 anni ....

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I magistrati contabili, nella relazione sull'Inps, lanciano un allarme sulle conseguenze dell'esonero introdotto per favorire le assunzioni a tempo indeterminato: se, come sta già accadendo, prevarranno le trasformazioni di contratti già esistenti, le casse pubbliche dovranno aumentare ulteriormente i trasferimenti all'istituto. Con ricadute sui contribuenti

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La Corte dei Conti lancia l’allarme sulle coperture e sull’efficacia degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Se la decontribuzione introdotta dal governo Renzia partire dal gennaio 2015 continuerà a favorire, come sta avvenendo, soprattutto le trasformazioni di contratti già esistenti, e non “incrementi occupazionali effettivi”, sarà necessario “un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale”, rilevano per prima cosa i magistrati contabili nella relazione sull’Inps. La Corte inoltre esprime preoccupazione sulla possibilità che al termine del triennio di sgravi totali previsti per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 ci sia un aumento delle cessazioni di contratto, cosa che determinerebbe un aumento delle prestazioni a sostegno del reddito come l’indennità di disoccupazione.
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I magistrati proseguono avvertendo che già ora l’intervento dello Stato sui conti dell’Inps, che quest’anno chiuderà in rosso di 11,2 miliardi,risulta “sempre fondamentale per il contenimento dellosquilibrio della gestione” perché la spesa per le prestazioni continua a superare le entrate. Nel biennio 2013-2014 per esempio “è proseguito l’aumento delle entrate contributive”, passate dai 210 miliardi del 2013 a 211,4 miliardi nel 2014. Ma “la spesa per prestazioni, pur costante nel biennio (303,464 miliardi nel 2013 e 303,401 miliardi nel 2014), è risultata tuttavia superiore al gettito contributivo”.
Nel biennio è proseguito, sottolineano i magistrati contabili “l’andamento negativo della gestione finanziaria che ha chiuso, nel 2013, con un disavanzo di 8,7 miliardi e, nel 2014, con un disavanzo di 7 miliardi, con una progressiva erosione dell’avanzo di amministrazione (che da 53,9 miliardi nel 2012, è passato a 43,9 ed a 35,7 miliardi rispettivamente, nel 2013 e nel 2014)”. Lo stesso vale per il conto economico “che ha chiuso con valori di segno negativo, 12,8 miliardi nel 2013 e 12,5 miliardi nel 2014. Né – sottolinea la Corte dei Conti – i trasferimenti dello Stato (99 miliardi nel 2013 e 98,4 nel 2014), né la ripresa del flusso dei contributi, alimentato dalla gestione privata e in particolare da quella del lavoro autonomo, oltre che dalla gestione dei “parasubordinati“, sono valsi a far conseguire l’equilibrio delle gestioni amministrative”. Il patrimonio netto è raddoppiato tra 2013 e 2014, passando da 9 a 18,4 miliardi per “uno specificoapporto dello Stato di 21,9 miliardi, a copertura del disavanzo dell’ex Inpdap“.

la scoperta dell'acqua calda.........

[markk]

Ma va?

[Robert]

??
ma come??
gli sgravi sono a tempo??

ma non era una riforma strutturale il Jobs Act?
a sto punto tolta pure quella non resta nulla, Renzi in tema di lavoro, economia, produzione, giustizia non ha fatto una riforma una

[adry571]

??
ma come??
gli sgravi sono a tempo??

ma non era una riforma strutturale il Jobs Act?
a sto punto tolta pure quella non resta nulla, Renzi in tema di lavoro, economia, produzione, giustizia non ha fatto una riforma una

l testo della legge di Stabilità 2016 fissa norme e soglie per gli sgravi contributivi per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato (come è stato anche per il 2015), ma con alcune modifiche. La soglia massima di esonero si riduce drasticamente, passando dai circa 8000 euro di quest’anno a 3250 euro.

[amaryllide]

??
ma come??
gli sgravi sono a tempo??

ma non era una riforma strutturale il Jobs Act?
a sto punto tolta pure quella non resta nulla

resta la cancellazione permanente dei diritti dei lavoratori, visto che non c'è più la reintegrazione per licenziamento per ingiusta causa. Per i padroni, non è affatto poco poter sfruttare a piacimento i dipendenti (tutti, non solo i precari) col ricatto permanente del licenziamento.

[adry571]

resta la cancellazione permanente dei diritti dei lavoratori, visto che non c'è più la reintegrazione per licenziamento per ingiusta causa. Per i padroni, non è affatto poco poter sfruttare a piacimento i dipendenti (tutti, non solo i precari) col ricatto permanente del licenziamento.

piu' che garbo la sinistra mobilitava sindacati, girotondini, popolo viola ecc.
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[chichibio]

Come il passaggio in massa da posizioni totalmente precarie a contratti JA rappresenti la fine dei diritti dei lavoratori lo sapete solo voi.

[adry571]

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