Anni fa, visionando il testo di Peter De Rosa "VICARI DI CRISTO", lessi di un pontefice (del quale però andando a memoria non rammento il nome) che sentendosi prossimo alla morte promise una somma sproporzionata (tale da farlo diventare ricchissimo) al medico che fosse riuscito a guarirlo dalle patologie che lo affliggevano. Ve ne fu un altro che non si recava in alcun luogo senza le sue guardie del corpo e non assumeva nessun cibo senza farlo prima provare ad un assaggiatore, il suo medico personale ea sempre presente in caso di ipotetico veleno a effetto ritardato.
Non ho però mai sentito nominare un pontefice, almeno nell'ultimo mezzo millennio, che piuttosto che alla scienza medica si sia affidato alla preghiera.
A quest'ultima si affidarono invece, credo negli anni settanta, una coppia di genitori americani devoti osservanti religiosi di una di quelle sette fondamentaliste cristiane (non saprei dire quale perché mi sembrano tutte uguali) per assistere il figlio affetto da diabete.
Convinti che le preghiere ed i digiuni votivi fossero assai più efficaci delle somministrazioni insuliniche sospesero la terapia al ragazzo fiduciosi che la loro fede avrebbe portato al miracolo di guarigione nei confronti del giovane.
Il ragazzo morì causa eccessi glicemici (in varie occasioni i genitori non lesinarono di offrirgli miele, melassa o altri alimenti iperglicemici convinti che fosse ormai guarito).
Ora, di individui guariti grazie alla fede o a qualche miracolo non ne ho mai conosciuti, se ne esistono rappresentano una percentuale talmente infinitesimale da poter essere tranquillamente trascurata, ma ne ho conosciuti tanti che sono sopravvissuti o persino guariti grazie alla scienza medica.
Ma mi ha colpito particolarmente la posizione di un individuo, fervente cattolico, che inorridiva nei confronti degli interventi invasivi, della chirurgia, della manipolazione ossea, della chemio e considerava i trapiantati come fenomeni da baraccone emuli del mostro di Frankenstein che portavano in giro pezzi di cadavere.
Bastarono pochi mesi di dialisi per cambiare completamente opinione, ad un certo punto iniziò a lamentarsi della scarsità di organi trapiantabili e dei pluriennali tempi di attesa per riceverne uno compatibile.
Morale: è facile pontificare sulla pelle altrui.