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L’ARRESTO DELLA SINDACA E DI CECILIA D’ANNA. Erano innamorate, stavano insieme con tutto il diritto, ma ci hanno marciato non facendo emergere l’incompatibilità della loro doppia presenza in giunta comunale. Minoranza ugualmente da arrestare
Vi ricordate l'estate del 2014, le "pacche nell'acqua" della Spagna e quei versi della poetessa Saffo poste in calce a quegli articoli?
MADDALONI – Correva l’anno 2014 e Casertace gigioneggiava sulle vacanze da un mese e mezzo organizzate dalla sindaca De Lucia, in compagnia della sua assessora Cecilia D’Anna. vi ricordate, gli natemi del sottoscritto sulla città che affondava, sul cimitero che a Ferragosto era peggio di un cesso, come dimostrava il videoservizio di Caserta, mentre le due se ne “stavano con le pacche nell’acqua” in Spagna? Noi abbiamo sempre saputo, ma per pudore e rispetto non l’abbiamo mai scritto, sbagliando però, che la De Lucia e la D’Anna, avevano, per carità, da un punto di vista umano e dei diritti, legittimamente deciso di vivere in maniera comune il proprio amore e la propria rispettabilissima sessualità.
Quando sono andate in Spagna hanno costruito qualcosa di loro anche dal punto di vista giuridico. Applausi e auguri sinceri. Abbiamo sbagliato, però, perchè abbiamo avallato, non andando al di la dell’allusione, un vergognoso caso di incompatibilità, che ha creato per anni una discriminazione all’incontrario. Perchè non si capisce per quale motivo una coppia di fidanzati o di sposati eterosessuali diventa oggetto di pesante attacco politico qualora uno dei due fa il sindaco e l’altro o l’altra fa l’assessore, profilandosi anche un caso di incompatibilità, per l’appunto, e questo non debba valere per una coppia omosessuale lesbica.
Ecco perchè noi ci incazzavamo. Non certo perchè volevamo guardare dal buco della serratura nella camera da letto della de Lucia e della D’Anna, che hanno il pieno diritto, che noi difenderemo fino alla morte, di stare insieme e di sanzionare a testa alta giuridicamente la loro unione.
Ma queste due ci marciavano perchè il non ufficializzare la loro unione non era frutto di una difficoltà etico-sociale, ma proprio della volontà di continuare a tenere in piedi questo doppio incarico.
Quindi si capisce per quale motivo la consigliera Dora Caturano abbia, come abbiamo più volte denunciato, proposto il suo papà ad assessore alle finanze. Un vero e proprio schifo. E badate bene, la minoranza di Maddaloni, fatta da persone ipocrite e incapaci, tendenzialmente complici a questo modo di essere e di pensare, è ancor più colpevole degli attori principali di queste vicende perchè sapendo che un domani avrebbe potuto sostituire la De Lucia, la D’Anna e compagnia, senza essere migliori di questi qua, ha taciuto volontariamente e corrivamente.
Gianluigi Guarino
PUBBLICATO IL: 7 marzo 2016 ALLE ORE 111
Appalti sui rifiuti, 5 arresti a Maddaloni: c'è anche il sindaco Rosa de Lucia
Appalti sui rifiuti, 5 arresti a Maddaloni: c'è anche il sindaco Rosa de Lucia
CRONACA
Il sindaco Rosa de Lucia (Foto dal sito del Comune di Maddaloni)
Pubblicato il: 07/03/2016 07:45
Presunte tangenti per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Su questo si sono concentrate le indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) culminate questa mattina nell'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di5 indagati, tra i quali spicca il nome del sindaco di MaddaloniRosa De Lucia.
Due le misure di custodia cautelare in carcere eseguite, nei confronti del primo cittadino di Maddaloni e dell'imprenditore Alberto Di Nardi. Tre gli indagati posti agli arresti domiciliari: l'assessore Cecilia D'Anna e i consiglieri comunali Giancarlo Vigliotta e Giuseppina Pascarella. I Carabinieri hanno notificato inoltre due avvisi di garanzia, uno dei quali a Bartolomeo Vinciguerra, comandante della Polizia municipale di Maddaloni. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione, tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso.
I carabinieri hanno proceduto anche al sequestro preventivo di un importo di circa 1.000.000 di euro a carico dell’imprenditore destinatario del provvedimento cautelare.
Dal pagamento di un viaggio ad Antibes all'erogazione di 500 euro per la manifestazione "Stop femminicidio" e di 5mila euro per 600 metri di luminarie in via Napoli a Maddaloni (Caserta) nel 2015. Così si concretizzava, secondo i pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il "rapporto corruttivo" tra il sindaco di Maddaloni e l'imprenditore Di Nardi, titolare della ditta Dhi alla quale era affidato il servizio di raccolta rifiuti.
Secondo gli investigatori, la Dhi Holding Industriale spa di Di Nardi ha ottenuto, tra il 2013 e il 2015, "l'emissione di ordinanze di proroghe trimestrali degli affidamenti diretti del servizio di igiene urbana, comportanti un impegno di spesa di 423mila euro, in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti di eccezionale e urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi", spiega il procuratore Maria Antonietta Troncone.
Le frequentazioni tra il sindaco e l'imprenditore erano "quasi quotidiane", spiegano gli investigatori, con Di Nardi utilizzato come "sorta di bancomat della De Lucia", elargendo denaro e altre utilità pur di continuare a gestire il servizio di igiene urbana. Il sindaco avrebbe percepito mensilmente una somma tra i 10mila e i 15mila euro, nonché una tangente di 1,2 milioni di euro per l'affidamento quinquennale del servizio.
Inoltre Di Nardi, su richiesta del sindaco, avrebbe proceduto all'assunzione all'Intergair spa, sua controllata, del fratello di un consigliere comunale di Maddaloni, così come al pagamento del viaggio ad Antibes del sindaco e di Cecilia D'Anna, assessore alla Cultura del Comune di Maddaloni.
Di Nardi avrebbe inoltre erogato "benefici sul piano politico ed elettorale" con "sponsorizzazioni di vario tipo e importo, tra le quali 500 euro per la manifestazione Stop femminicidio e circa 5mila euro per la realizzazione di 600 metri di luminarie in via Napoli per l'anno 2015, per dare copertura economica ad attività patrocinate dal Comune e dal sindaco in persona". Affinché il rapporto "corruttivo" potesse proseguire nel tempo, Di Nardi avrebbe inoltre fornito aiuto al sindaco "perché questi potesse sanare i dissidi interni alla maggioranza consiliare e assicurarsi la prosecuzione dell'attività consiliare, e quindi del suo mandato di sindaco".