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  1. #51
    Uomo tropicale
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    Predefinito Re: Referendum sulle trivellazioni - VOTA SI -

    Depressione post referendum?

    È andata come non poteva non andare, considerati il reato d’istigazione alla diserzione del boss del governo, l’ammutinamento della tv pubblica e, in parte privata, di quasi tutta la stampa e le falsità sui posti di lavoroche si sarebbero stati persi. Diversi amici e amiche mi scrivono dicendomi che sono andati a votare SI e ora sono depressi perché il voto è stato inutile e comunque «non c’è niente da fare».
    Prendo atto che non si sia raggiunto il quorum, ma non sono soggetto a depressionepost referendum perché non conosco né depressione scoraggiamento, né tanto meno rassegnazione. Anche se tutti i votanti avessero votato NO e solo io SI, ne sarebbe valsa comunque la pena perché ho votato secondo la mia libera coscienza in formata, senza essermi venduto ad alcuno, senza avere ricevuto benefit dai petrolieri, senza avere avuto paura del ducetto Renzi e della sua compagnia di merende. Difendere l’ambiente contro una chiara forma di inquinamento autorizzato dal governo che lascia circa 40 piattaforme inattive da anni a marcire per sempre nelle acque del Mediterraneo, ne valeva e ne varrà sempre la pena, anche da solo.
    Invito le Amiche e gli Amici a riflettere.
    Ci sarebbe stata sconfitta se la battaglia fosse stata combattuta ad armi pari con uso appropriato del servizio pubblico televisivo e se il governo si fosse astenuto, come sarebbe stato suo dovere in fatto di referendum. Il capo del partito Pd, ormai fuori controllo democratico, poteva invitare i suoi a votare secondo coscienza, ma non poteva minacciare nella duplice veste di segretario di un partito (= associazione privata) e di presidente del consiglio che, aggravante colpevole, ha mobilitato il re emerito Giorgio II che non ha perso il vizio di volere comandare anche fuori tempo massimo.
    Circa 15 milioni di Italiani e Italiane sono andati alle urne, di cui l’85,8% ha votato SI. Di questo risultato devono cominciare ad avere paura Renzi e i suoi accoliti, perché se si fosse svolto un referendum con tutti i crismi della democrazia, avrebbero stravinto i SI. Se sconfitta c’è stata, questa è di pertinenza del governo e dei suoi alleati perché hanno vinto in modo scorretto, diffondendo dati non veritieri e barando nella dinamica democratica. Non temete: tanto va il Renzi al lardo che ci lascia lo zampino.
    Non so se avete notato che la stessa sera di domenica nella conferenza stampa per commentare il risultato, la paura gli si leggeva in volto. Era una maschera tragica e ogni parola era nervosa e ballerina, nonostante gli sforzi per nasconderla. Intanto la stessa conferenza stampa: perché indirla? Non era assolutamente necessaria, visti i risultati. Il narciso di Rignano doveva farla perché ne aveva bisogno lui per illudersi di avere vinto e per mandare messaggi trasversali di stampo malavitoso a chi, nel suo partito, ha dissentito come Emiliano, presidente della Regione Puglia, dall’imperatore del nulla.
    Con la faccia da falsario, ha detto che non ha vinto il governo, ma hanno vinto gli operai: lui che ha calpestato ogni garanzia sul lavoro, che ha abolito l’articolo 18 che nessuna Confindustria gli aveva mai chiesto di abolire perché non è mai stato un ostacolo agli investimenti esteri; lui che ha precarizzato gli operai come dimostra il calo verticale delle assunzioni e l’aumento dei licenziamenti, finiti gl’incentivi alle imprese.
    Qualcuno, più gigione di altri, aggiunge che «abbiamo buttato all’aria 300 milioni», senza nemmeno scomodarsi a pensare che se, come sarebbe stato suo dovere, Renzi avesse accorpato il referendum alle regionali, si sarebbero non solo risparmiati più soldi, ma si sarebbe giocato più pulito e il quorum sarebbe stato raggiunto. La perdita dei 300 milioni è da addebitare a lui e solo a lui e dovrebbero sborsarla tutti i membri del governo, cui bisogna aggiungere il silente e silenziato presidente della Repubblica che avrebbe dovuto imporre l’accorpamento e non subire l’offuscamento della democrazia con l’umiliazione del referendum.
    Speriamo che le denunce dei radicali e di altri contro il presidente del consiglio dei ministri, «pubblico ufficiale … [il quale] abusando delle proprie attribuzioni … si adopera … a indurre all’astensione» (D.P.R. 361 del 30 marzo 1957) vada avanti fino in fondo e spero che Renzi venga condannato al massimo previsto dalla Legge: tre anni di reclusione con in più il pagamento della multa e delle spese processuali.
    Qualcuno conclude che «ormai votiamo per le cause perse». In democrazia non è sufficiente vincere a qualsiasi costo, ma è molto più importante decidere e agire con senso di legalità, in coerenza di Diritto, fedeltà alla Costituzione e secondo la propria coscienza informata. No! Non abbiamo perso una causa, abbiamo vissuto un momento altissimo di vita civile e senso democratico. Vi pare poco in questi tempi di «accorciamento» dei diritti e della democrazia? Io sono orgoglioso di avere votato SI. Nonostante Renzi. Chi non ha votato per qualsiasi ragione perde il diritto di lamentarsi e di protestare contro le ingiustizie del potere perché ne sono complici e fautori. La «servitù volontaria» o l’ignavia non sono mai obbligatorie.


    Paolo Farinella
    , prete



    (18 aprile 2016)


    DON PAOLO FARINELLA - Depressione post referendum? » LA PAGINA DEI BLOG - MicroMega
    L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio

  2. #52
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    Predefinito Re: Referendum sulle trivellazioni - VOTA SI -

    "Con la faccia da falsario, ha detto che non ha vinto il governo, ma hanno vinto gli operai: lui che ha calpestato ogni garanzia sul lavoro, che ha abolito l’articolo 18 che nessuna Confindustria gli aveva mai chiesto di abolire perché non è mai stato un ostacolo agli investimenti esteri; lui che ha precarizzato gli operai come dimostra il calo verticale delle assunzioni e l’aumento dei licenziamenti, finiti gl’incentivi alle imprese.
    Qualcuno, più gigione di altri, aggiunge che «abbiamo buttato all’aria 300 milioni», senza nemmeno scomodarsi a pensare che se, come sarebbe stato suo dovere, Renzi avesse accorpato il referendum alle regionali, si sarebbero non solo risparmiati più soldi, ma si sarebbe giocato più pulito e il quorum sarebbe stato raggiunto. La perdita dei 300 milioni è da addebitare a lui e solo a lui e dovrebbero sborsarla tutti i membri del governo, cui bisogna aggiungere il silente e silenziato presidente della Repubblica che avrebbe dovuto imporre l’accorpamento e non subire l’offuscamento della democrazia con l’umiliazione del referendum."

    "Le riforme di dx le possono fare solo governi di sx" -cit-. Tristemente, tragicamente vero.
    Che poi si tratta sempre di reazione, comunque pretenda di mascherarsi.

    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  3. #53
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    Predefinito Re: Referendum sulle trivellazioni - VOTA SI -

    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  4. #54
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    Predefinito Re: Referendum sulle trivellazioni - VOTA SI -

    Alcune considerazioni sugli avvenimenti dei giorni scorsi vanno fatte prima che la memoria, molto labile, degli italiani svanisca.



    La prima riguarda il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Qualche giornalista ha detto che la sua è stata una scelta saggia e di fine equilibrio politico. A me pare invece che l’idea di votare alle nove di sera, con una clamorosa rottura della prassi che in Italia ha sempre visto i Presidenti della Repubblica tra i primi a votare, sembra invece una furbatella cerchiobottista di certa italietta dove dominano sempre i furbetti del quartierino.
    La mia famiglia mi ha insegnato invece che più si è capaci e fortunati e più si ricoprono incarichi elevati nella vita maggiori sono le responsabilità e i doveri e pochi i diritti. Mi hanno insegnato che un barbone per certi versi è più libero di esprimersi, nei modo e nei contenuti, di chi ricopre cariche importanti. Certo Mattarella gode, come tutti, della libertà di pensiero, ma gli obblighi derivanti dalla carica che ricopre gli avrebbero imposto maggior rispetto dell’istituzione che rappresenta. Questa piccola furbata lo fa più assomigliare a un impiegato renziano che al massimo tutore dei diritti di tutti gli italiani. Non si lamenti poi dell’antipolitica sempre più diffusa perché in questa circostanza ha contribuito non poco ad alimentarla. A futura memoria ricorderemo il suo comportamento odierno quando si voterà ad ottobre sul referendum, e nelle prossime elezioni. Vedremo se e con quale autorevolezza inviterà al voto e vedremo a che ora sarà presente ai seggi e cosa dirà.
    A quanto detto da Renzi, che è contento di aver salvaguardato 11.000 posti di lavoro, mi permetto di ricordare che alcuni servizi televisivi hanno fatto vedere sostanze giallastre che si scaricano impunemente dalle piattaforme in mare. Altri che le cozze, utilizzate come rilevatori dell’accumulo di sostanze inquinanti, sono state sostituite. Così come mi preme ricordargli che in Lucania alcuni dirigenti del locale centro oli dell’ENI sono sotto inchiesta e agli arresti per smaltimento illegale di rifiuti tossici. E’ questa la qualità del lavoro che intende salvaguardare?
    Per carità di patria mi astengo dal dire quello che penso sia di chi materialmente compie questi delitti, sia di chi ordina di farli. Scusate siamo in uno stato di diritto? Chi è costretto a compiere questi reati ha diritto di denunciare alla magistratura quanto avviene? I sindacati dell’ENI cosa dicono? Perché valgono più questi posti di lavoro che le migliaia di lucani costretti ancora oggi e dopo venti anni di estrazione ad emigrare? Perché valgono più questi posti di lavoro che la salute di 70.000 abitanti della val D’Agri? A San Donato ci sono 7 palazzi uffici. Ogni giorno ci lavorano decine di migliaia di colletti bianchi che godono anche di una centro sportivo con i fiocchi e che, sono certo, nei super mercati della zona acquistano prodotti bio. Capisco perché lì ha votato solo il 28%.
    Forse caro Renzi dovrebbe chiedere a Descalzi e Marcegaglia di costruire in Val D’Agri un ottavo palazzo uffici, visto che li si estrae il’80% del petrolio nazionale, di trasferirci la direzione generale, di andarci ad abitare e costruirsi una paio di mega ville con giardino annesso, dove poter coltivare prodotti bio, vicino al COVA di Viggiano. Qualcuno dirà: che c’entra con il referendum? Forse se Renzi avesse detto: ‘il petrolio ci serve ma faremo di tutto per assicurare che le estrazioni avvengano nel pieno rispetto delle norme e collaboreremo al massimo con la magistratura per fare piena luca su quanto avviene in Lucania e non solo’ avrebbe ragione. Ma a qualcuno risulta che lo abbia detto? A me risulta invece che ci sia lo stesso ricatto che ha consentito alla famiglia Riva, vedi acciaierie di Taranto, di lucrare fortune enormi sulla pelle dei tarantini. Come l’ENI oggi. Per risparmiare si violano le leggi a dispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Cosa c’entra tutto questo con i posti di lavoro? Per i benefici di pochi avidi (azionisti ENI e ILVA) si sacrificano intere popolazioni. Se proprio si deve estrarre lo si faccia nel pieno rispetto della legge.
    Mentre ci siamo mi viene voglia di dire al 70% degli italiani che a votare non sono andati che dovrebbero piantarla di farsi i fatti propri con il sedere degli altri, e poi lamentarsi anche per il malaffare e la corruzione.
    A tutti questi vorrei chiedere se consentirebbero ad un loro ospite di utilizzare il loro bagno e di lasciarlo pieno di cacca, piscio e vomito. Ecco quello che sta avvenendo in Lucania. I petrolieri, accolti a braccia aperte dai lucani alla fine degli anni ottanta, stanno facendo diventare una delle terre più belle d’Italia una lurida latrina.
    Renzi si lamenta della stampa e dei talk show. Ho sessanta anni e nella mia vita non riesco a ricordare una stampa più appiattita sul governo di quella attuale. Marcello Sorgi, che da fine intellettuale quale non è e non è mai stato, disprezza i lucani e per farlo cita Cristo si è fermato ad Eboli. Due sono i casi: o non ha letto il libro o non lo ha capito! Un altro giornalista della tv, pubblica, che afferma che si vota solo in alcune regioni, qualcun altro che dice che la Lucania non ha il mare, e in genere tutti a sproloquiare senza informarsi. Scalfari su Repubblica che dice che si tratta di una questione che riguarda solo alcune regioni: mamma mia, se è così allora tutte la fiscalità delle estrazioni deve fermarsi lì dove si estrae, se è così ogni regione decida autonomamente se come e quando e quanto estrarre.
    Caro Renzi, o menti sapendo di mentire o sei in buona fede e allora sei scemo. In entrambi i casi inadatto a governarci.
    Una ultima considerazione riguarda i partiti nazionali. Del PD tutto si è detto. Degli altri chi si, chi no, chi forse! Tutti accomunati da un tiepido interesse e da mani mollicce. Onore al merito al M5S, che praticamente da solo ha difeso le ragioni del SI, a Emiliano e a Zaia e a qualche deputato regionale lucano ma soprattutto ai quattro comitatini e ai pochi veri giornalisti lucani che da tempo informano i cittadini sulla situazione delle estrazioni, e grazie ai social network che consentono di far circolare le informazioni sepolte dalla stampa. Caro Speranza se in Lucania si è superato il quorum lo si deve a questi e non certamente a te che da segretario regionale del PD di petrolio non hai mai sentito l’esigenza di occupartene ne a Rai 3, da sempre al vostro servizio.


    Pietro De Sarlo


    Alcune considerazioni sugli avvenimenti dei giorni scorsi vanno fatte prima che la memoria, molto labile, degli italiani svanisca. | Scenarieconomici.it
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