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  1. #21
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Non esiste coscienza di classe. Questo è noto. Ma il neo-proletariato (diversissimo da quello descritto da Marx, Lenin, Gramsci ecc...) esiste eccome. E patisce le peggiori umiliazioni.
    Il neo proletariato al contrario di quello descritto da Marx è polverizzato ed atomizzato ed è di diversa provenienza da quello marxiano. Quello era composto da contadini urbanizzati e proletarizzato dal lavoro in fabbrica. Questo è formato da esclusi dal bengodi consumista, espulsi dal lavoro, immigrati (ahimè), classe medio- bassa riproletarizzata. Un amalgama senza nessuna possibilità, al momento, di contatto e di armonia.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  2. #22
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Il neo proletariato al contrario di quello descritto da Marx è polverizzato ed atomizzato ed è di diversa provenienza da quello marxiano. Quello era composto da contadini urbanizzati e proletarizzato dal lavoro in fabbrica. Questo è formato da esclusi dal bengodi consumista, espulsi dal lavoro, immigrati (ahimè), classe medio- bassa riproletarizzata. Un amalgama senza nessuna possibilità, al momento, di contatto e di armonia.
    la lotta di classe è ancora valida, solo che non può essere condotta secondo i parametri del XIX secolo. Il proletariato è diviso, eterogeneo e demoralizzato (si è persa l'aura "eroica" del lavoratore che forgia un mondo nuovo). Occorrono nuove analisi e nuove strategie.
    Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese (Karl Marx)

  3. #23
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Il neo proletariato al contrario di quello descritto da Marx è polverizzato ed atomizzato ed è di diversa provenienza da quello marxiano. Quello era composto da contadini urbanizzati e proletarizzato dal lavoro in fabbrica. Questo è formato da esclusi dal bengodi consumista, espulsi dal lavoro, immigrati (ahimè), classe medio- bassa riproletarizzata. Un amalgama senza nessuna possibilità, al momento, di contatto e di armonia.
    Esatto. Il capitale ha saputo dividerli e metterli gli uni contro gli altri.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  4. #24
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da Lost Faraway Visualizza Messaggio
    la lotta di classe è ancora valida, solo che non può essere condotta secondo i parametri del XIX secolo. Il proletariato è diviso, eterogeneo e demoralizzato (si è persa l'aura "eroica" del lavoratore che forgia un mondo nuovo). Occorrono nuove analisi e nuove strategie.
    Sottoscrivo in pieno. Però alcuni punti fermi del marxismo-leninismo sono ancora attuali. Parlo, in particolare, del partito-avanguardia del (neo) proletariato . Non vedo altri strumenti all'orizzonte. I movimenti sono falliti e le isole "felici" non sono riuscite a reggere il confronto con la concorrenza capitalista.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  5. #25
    email non funzionante
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Il neo proletariato al contrario di quello descritto da Marx è polverizzato ed atomizzato ed è di diversa provenienza da quello marxiano. Quello era composto da contadini urbanizzati e proletarizzato dal lavoro in fabbrica. Questo è formato da esclusi dal bengodi consumista, espulsi dal lavoro, immigrati (ahimè), classe medio- bassa riproletarizzata. Un amalgama senza nessuna possibilità, al momento, di contatto e di armonia.
    Proletario è colui di cui la sopravvivenza dipende dallo sfruttamento della propria forza di lavoro. Per cui anche se polverizzato ed atomizzato, come giustamente fai notare, la classe-bestiame da lavoro è sempre identica nel suo rapporto sociale, e quindi ha sempre da negare la propria condizione per realizzare la sua libertà.

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    La Rivoluzione dell'Ottobre 1917 non ti dice niente? Cosa ci fu che permise il suo sviluppo? Magari una certa Grande Guerra? E cosa fu la Grande Guerra se non lo scontro tra capitalismi?
    Hai ragione su Ottobre, ma io avrei voluto avere ragione anche sulla Germania, sull'Inghilterra, magari sull'Italia almeno quella nordista, dove il capitale già si era strutturato in modo da socializzare su larga scala la produzione sulle rovine dei rapporti sociali anteriori.


    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Sottoscrivo in pieno. Però alcuni punti fermi del marxismo-leninismo sono ancora attuali. Parlo, in particolare, del partito-avanguardia del (neo) proletariato . Non vedo altri strumenti all'orizzonte. I movimenti sono falliti e le isole "felici" non sono riuscite a reggere il confronto con la concorrenza capitalista.
    Il partito come la luce che scende dal firmamento delle idee sulle tenebre proletarie? Si ripropone alla fine il middle-class, con la sua buona volontà educazionista, nella veste di maestrino dell'operaio.
    Preferisco parlare del partito come embrione del mondo da venire. Nel giro del partito già si dovrebbe affermare una immediata critica pratica del rapporto sociale dominante. Il partito dovrebbe cioè esprimere l'attualità della questione comunista, non solo come movimento lotta e guerra col vecchio mondo, ma anche come possibilità effettiva ed effettuata di produrre la ricchezza sociale fuori dalla forma-merce.

    In questo senso è anche necessario abbandonare la vecchia concezione evoluzionista ed economicista del marxismo "classico novecentesco". Affermare con Preve (e dopo Lenin) che se il proletariato ha come tendenza naturale l'incentramento sul lato economico, non per questo chi ha già incontrato il comunismo nella teoria si deve proporre come conduttore delle lotte economiche. L'economia va negata, cioè le sue categorie fondamentali. La dittatura del proletariato è quindi espressione di una negazione dello stesso proletariato: si devono distruggere le condizioni materiali che rendono possibile la figura del proletario. Il partito non gestisce il vecchio mondo "in vista del comunismo", ma se lo mangia poco a poco - e questo processo non nasce e non dipende dal piano strategico messo in atto dai dominanti.
    Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
    Pavese

  6. #26
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio

    Hai ragione su Ottobre, ma io avrei voluto avere ragione anche sulla Germania, sull'Inghilterra, magari sull'Italia almeno quella nordista, dove il capitale già si era strutturato in modo da socializzare su larga scala la produzione sulle rovine dei rapporti sociali anteriori.
    La Russia e la Germania hanno perso la Grande Guerra (la Russia più o meno) ed infatti le rivoluzioni socialiste sono scoppiate li.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  7. #27
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Un Paese oramai disfatto

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio

    Il partito come la luce che scende dal firmamento delle idee sulle tenebre proletarie? Si ripropone alla fine il middle-class, con la sua buona volontà educazionista, nella veste di maestrino dell'operaio.
    Preferisco parlare del partito come embrione del mondo da venire. Nel giro del partito già si dovrebbe affermare una immediata critica pratica del rapporto sociale dominante. Il partito dovrebbe cioè esprimere l'attualità della questione comunista, non solo come movimento lotta e guerra col vecchio mondo, ma anche come possibilità effettiva ed effettuata di produrre la ricchezza sociale fuori dalla forma-merce.

    In questo senso è anche necessario abbandonare la vecchia concezione evoluzionista ed economicista del marxismo "classico novecentesco". Affermare con Preve (e dopo Lenin) che se il proletariato ha come tendenza naturale l'incentramento sul lato economico, non per questo chi ha già incontrato il comunismo nella teoria si deve proporre come conduttore delle lotte economiche. L'economia va negata, cioè le sue categorie fondamentali. La dittatura del proletariato è quindi espressione di una negazione dello stesso proletariato: si devono distruggere le condizioni materiali che rendono possibile la figura del proletario. Il partito non gestisce il vecchio mondo "in vista del comunismo", ma se lo mangia poco a poco - e questo processo non nasce e non dipende dal piano strategico messo in atto dai dominanti.
    Scusami, ma non eri tu che vedevi nel partito l'embrione della comunità? Forse è il modello leninista a non piacerti? Io, semplicemente, credo che il partito-avanguardia sia stato , storicamente, l'unico strumento in grado di emancipare il proletariato. Penso alla Russia, alla Cina , a Cuba ma non solo.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 
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