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  1. #1
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    Predefinito Il femminismo e la questione maschile

    Era da un po' che volevo aprire questo thread, che immagino aperto al contributo di tutti, e che ha lo scopo di raccogliere dati per verificare se quello che penso è corretto o meno.

    Io penso che nella situazione attuale, in Italia ma forse più in generale nel mondo occidentale e cosiddetto evoluto, sia molto più difficile la vita per un uomo medio che per una donna media.

    Andiamo con ordine.

    che significa vita facile o vita difficile?

    ci sono diverse interpretazioni. Noi viviamo un periodo (malgrado alcuni si lamentino) tutto sommato abbastanza prospero
    si ok ora è peggio di 10 anni fa per alcuni, ma certamente meglio di 30-40, un architetto un anno fa lamentava che il padre con lo stesso lavoro era uno ricco che poteva permettersi un sacco di cose che la gente media non poteva, e che ora invece lui aveva più o meno lo stesso stipendio e potere di acquisto di un bidello, oltre al fatto che all'epoca i laureati essendo pochi erano riveriti molto più di adesso, tipo il medico del paese era una autorità cittadina ecc. Tuttavia le comodità che aveva ora adesso quell'architetto sono infinitamente superiori a quelle che aveva il padre, è solo cambiata la sua distanza dalla massa, quindi il suo è un rosicamento che deriva dal solo fatto di non poter abusare di una posizione dominante come poteva fare il padre.

    Tuttavia si lamentava per la sua situazione relativa, sembrava irrilevante per lui che si vivesse ora di più e meglio, lui voleva una posizione di dominio e non ce l'aveva come invece era capitato al padre con lo stesso mestiere.

    Questo genere di lamenti è secondo me da stronzi e un sacco di gente è così, siamo circondati da emeriti stronzi che non fanno altro che lamentarsi in modo odioso.


    Faccio questa premessa perché la protesta di molte delle femministe attuali a me sembra una protesta e un lamento da stronze. Stronze e insopportabilmente viziate, piene di pregiudizi, spesso bigotte, prevaricatrici e misandriche. E ci tengo a precisare, per gli idiot* che leggeranno e che vorranno commentare con insulti che questa è una analisi, condivisibile o meno, ma una analisi, una opinione quindi. Una opinione che nasce da alcuni ragionamenti, che potranno essere anche confutati in tutto o in parte, ma che sono ragionamenti e non pregiudizi o luoghi comuni dati per assodati come assiomi.

    In questo thread io cercherò di raccogliere alcuni elementi di interesse da apportare a questo tema cruciale.

    Iniziamo dal principio: nella società attuale le donne sono davvero discriminate? Secondo me no, anzi la donna media ha una vita più facile dell'uomo medio. Malgrado ciò la capacità delle donne di lamentarsi raggiunge picchi inarrivabili e a tratti assolutamente insopportabilmente odiosi. Attenzione non tutte le donne, molte hanno anche motivi di lamentarsi, ma molte altre che sento lamentarsi meriterebbero di essere mandate a lavorare in miniera.

    Prima di buttarmi sulla esposizione dei temi specifici ci tengo a segnalare che questo tema da un punto di vista politico è diventato talmente radioattivo che a parte qualcuno sui social nessun partito o movimento cavalca più il femminismo o la "questione maschile" (tutta colpa degli uomini che sono cattivi e colpevoli di tutto a prescindere) nemmeno "Possibile", che pure 2-3 anni fa ne aveva fatto una battaglia chiave:



    Civati diceva:
    LA MOZIONE: LA QUESTIONE MASCHILE
    Sono stato accusato di avere scritto troppo nel documento congressuale, e di avere dettagliato eccessivamente. Mi sono diffuso sulla questione maschile (non femminile, perché in questo Paese i problemi ce li hanno i maschi) e credo di aver fatto non bene, benissimo.
    metteva anche il link a questa mozione:
    http://www.civati.it/portfolio-type/...ne-maschile-2/

    indovinate cosa c'è adesso?
    ERRORE 404 - NON TROVATO

    se persino gli antagonisti da salotto (no tav, no triv, no tap, no qualsiasi cosa che porti sviluppo e progresso) hanno abbandonato questa battaglia politica vuol dire che questa idea è stata sconfitta politicamente e archiviata, ogni tanto la Boldrini dice qualcosa ma nessuno la prende sul serio e si aspetta che finisca il suo mandato affinché la smetta di sciorinare banalità luoghi comuni e pregiudizi travestiti da politically correct e una bizzarra definizione di uguaglianza che interessa solo lei (come le assurde polemiche sulla semantica "la presidenta" o cose così, che per la stragrande maggioranza sia di uomini e donne non sono altro che inutili e fastidiose pippe mentali)

    qui ci vorrebbe il contributo di @pedro @Felipe K. @Hermes @Bamba de Kraut @Kraut nel caso mi dimenticassi qualcosa

  2. #2
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Aprii già un thread sul tema sul fondo (e alcuni di quei punti saranno ripresi ed organizzati qui).
    Il luogo comune più diffuso sulla mancanza di parità riguarda il fatto che le donne guadagnino meno.
    A parte che sarebbe tutto da dimostrare e secondo molti non lo è affatto, quando poi, come diceva una vignetta, a che serve avere un lavoro se si possono avere comunque i soldi?
    Quello che conta davvero non è lo stipendio ma chi ha questi soldi prodotti a propria disposizione, ovvero chi ha il reale potere di acquisto.
    Ebbene se vogliamo credere alla legge del mercato in questo momento il potere di acquisto è delle donne di circa il 30% in più rispetto agli uomini.
    Il mercato infatti chiede alle donne più soldi per gli stessi prodotti, sicuri del fatto che le donne abbiano maggiore propensione alla spesa e abbiano maggiore disponibilità economica.
    Se così non fosse le aziende che si azzardano a fare una cosa del genere poco dopo falliscono e vengono rimpiazzate da altre che non hanno fatto lo stesso errore.
    Invece è successo il contrario: le aziende che non si erano accorte che le donne sono quelle che hanno maggiore potere di spesa sono andate sotto, e hanno prosperato coloro i quali davano a intendere una maggiore qualità a fronte di un prezzo maggiorato.

    Se le donne mediamente non avessero potuto permetterselo la loro roba sarebbe rimasta invenduta e invece...
    Women paying more than men for everyday product thanks to 'unacceptable' gender price gap | Business | News | The Independent
    attenzione non sto dicendo che TUTTE le donne sono in queste condizioni di vantaggio rispetto agli uomini, sto dicendo che mediamente le donne hanno un potere di acquisto superiore e il mercato ne è la prova più evidente.
    In questo articolo da radical chic dell'Independent si vuole fare passare una teoria secondo la quale ci sarebbe un complotto mondiale sessista.
    Questa è secondo me una idiozia che non fa altro che dimostrare come ci siano degli idioti imbevuti di ideologia.
    Alcuni di questi idioti risponderebbero "il mercato non è una religione e la politica dovrebbe imporre al mercato di rispondere secondo logiche diverse"

    a questi che dicono queste cose io posso solo rispondere così


    insomma le donne pagano di più per cose inutili e la colpa sarebbe di un complotto sessista mondiale, come se qualcuno le costringesse a comportarsi come delle cretine.
    Evidentemente il grosso delle donne quando fa acquisti si comporta in maniera irrazionale.

    Alla fine alle femministe non conviene nemmeno dire che c'è un complotto, perché nessuno le costringe a comprare cose perfettamente inutili con un prezzo maggiorato non è che ci facciano proprio una bella figura, anzi fanno la figura delle idiote di massa. Meglio che dicano che è una loro libera scelta perché vogliono il meglio piuttosto che passare da deficienti facilmente impressionabili e condizionabili dalla pubblicità

    e voi potendo scegliere tra l'avere più soldi a disposizione (indipendentemente dal lavoro) ed avere un lavoro meglio retribuito (ma dove ti devi fare nel mazzo) cosa sceglieresti?

    molti uomini e donne sceglierebbero la prima opzione. Il problema di molti uomini che vorrebbero fare i "toy boy" è che è molto più difficile essere mantenuti che mantenute. Questo è un dato di fatto.

    A lamentarsi quindi sembra essere una minoranza di donne particolarmente ambiziosa ma senza troppo talento, piuttosto misandrica o magari lesbica, che non vuole comunque finire legata ad un uomo per avere questo potere di acquisto indisturbato

    a questo scopo si creano le quote rosa, le quali sono una brutale sovrarappresentazione delle donne nelle istituzioni.
    La maggioranza delle donne della politica non ne vuole affatto sapere, si rifiuta categoricamente di candidarsi.
    Un dato assolutamente certo di cui sono a conoscenza è questo (e qui ci metto la mano sul fuoco, davvero):
    nei sondaggi politici online in media solo il 20% del campione complessivo è composto da donne, a fronte di un valore reale del 52% circa.
    Sono 10 anni che li facciamo.
    Ai primi tempi si pensava che la ragione fosse che ci fossero meno donne online. E forse nel 2006 era vero.
    A quel tempo la percentuale di donne sul campione complessivo non superava il 6%

    avete capito bene. Il 6%.
    Con l'avvento dei social network le donne hanno iniziato a frequentare di più internet (spesso senza capirlo molto, ma su questo ci torneremo) e la % è salita a valori che oscillano tra il 17% e il 22% circa del campione complessivo.

    Da cosa dipende?
    Dal fatto che le donne in maggioranza non si interessano di politica.
    Nel 2012 per la trasmissione "Cominciamo bene estate" facemmo dei sondaggi.
    Uno di quelli riguardava i cuccioli di Green Hill, dei cuccioli di cane piuttosto pucciosi.


    indovinate un po... in quel caso a rispondere erano 80% donne e 20% uomini... a parità di numero del campione (quindi non erano solo gli uomini che si erano rifiutati di rispondere erano le donne che erano accorse in massa)

    perché questi sono i temi che interessano le donne (e anche questo un qualsiasi editore online lo sa, basta guardare google analytics):
    Gossip: cronaca rosa
    Cronaca nera
    Curiosità
    Gallerie di immagini
    Aforismi e frasi fatte

    il resto degli altri temi non suscita l'interesse della maggior parte delle donne nemmeno a pregarle:
    politica, economia, numeri, statistiche, attirano soprattutto un pubblico maschile. Sarà un fatto culturale o una naturale attitudine non lo so.
    So solo che questa è la situazione attuale e chi crede che le donne siano in maggioranza politicizzate e imbevute di ideologia non ha capito niente. Ma proprio niente. Forse in futuro chi lo sa, ma è tipico dei manipolatori e di coloro che vogliono fare forzature storiche pensare che questo genere di cambiamento si possa attuare con le quote rosa tra i rappresentanti politici.

    se non si pubblicano queste cose il grosso delle donne non ci clicca sul tuo sito, e le donne che pretendono la parità (qualsiasi cosa intendano) non sono davvero rappresentative dell'universo femminile.
    Forzare una rappresentanza femminile in politica al 50% è una forzatura anti meritocratica

    va detto che gli alfieri della sinistra radical chic non sono affatto per la meritocrazia, ma manco per niente loro sono per i sussidi e per tassazioni progressive che impediscano di arrivare a un certo livello di ricchezza superiore al loro, quello è stato un equivoco durato 20 anni durante la stagione del berlusconismo, la vera sinistra è per sua natura anti meritocratica nella maniera più assoluta, infatti non a caso il femminismo residuale si annida nell'estrema sinistra.

    Il mio pensiero personale è che le donne sane siano quelle che se ne fottono di politica e che comprano le cose pagandole il 37% in più.
    Grazie a quelle donne, che fanno figli, non ci siamo ancora estinti.
    Si è vero che ci sono molti che vorrebbero che l'umanità si estinguesse o quasi (la famosa "decrescita felice" che poi consiste nel banale sterminio di circa 7 miliardi di persone, ma vabbé, questi sono dettagli, a questi si affiancano anche l'estremismo animalista e ambientalista, in comune sembrano avere tutti una forma spiccata di misantropia)

  3. #3
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    ma adesso è il momento di leggere delle testimonianze di femminismo portate avanti da maschi.
    Eh si perché le femministe più agguerrite si sono rese conto che la maggioranza delle donne non le seguono (anzi pare che le odino proprio, ho letto dei commenti tra di loro molto illuminanti. A causa di questo hanno pensato che per portare avanti le loro tesi avrebbero dovuto coinvolgere gli uomini...
    si, proprio così tra di loro si è fatta strada questa idea.

    E qualcuno (a parte Civati) lo ha anche fatto (oltre a rispondere in vario modo sui social con commenti agli articoli) su qualche blog come questo


    FEMMINISMO PER I MASCHI

    Negli ultimi giorni si è discusso molto della sentenza di assoluzione di sei accusati per stupro per quanto accaduto a Firenze nel 2008. Secondo la Corte d’Appello di Firenze, la ragazza coinvolta ebbe dei rapporti sessuali con i sei maschi (tutti italiani, tutti fra 20 e 25 anni) ma era anche presente a sé stessa; la ricostruzione dei fatti per i giudici non fa supporre “alcuna cesura apprezzabile tra il precedente consenso e il presunto dissenso della ragazza, che era poi rimasta ‘in balia’ del gruppo”.
    Analizzando dal punto di vista linguistico la sentenza, Giusi Marchetta ha sottolineato come essa trasudi giudizi morali, fino a diventare inconsciamente un “piccolo manualetto per un eventuale stupratore. Si descrive in modo abbastanza accurato l’identikit della vittima ideale: una ragazza moderna, emancipata, con una vita sessuale “non lineare” (come invece dovrebbe essere, dice una simpatica vocina che viene dritta dagli anni Cinquanta)”. Un punto sollevato anche da Carlotta Majorana: la vita sessuale della ragazza — “disinibita”, “fragile ma creativa”, “in grado di gestire la sua bisessualità” — è dolorosamente messa in rilievo, come se fosse un fattore essenziale.
    Il 19 luglio scorso la ragazza coinvolta ha pubblicato una lettera sul blog Abbatto i muri, dove ha scritto fra l’altro:
    Abbiamo perso tutti. Ha perso la civiltà, la solidarietà umana quando una donna deve avere paura e non fidarsi degli amici, quando una donna é costretta a stare male nella propria città e non sentirsi sicura, quando una giovane donna deve sospettare quando degli amici le offrono da bere, quando si giudica la credibilità di una donna in base al tacco che indossa, quando dei giovani uomini si sentiranno in diritto di ingannare e stuprare una giovane donna perché e’ bisessuale e tanto “ci sta”.
    Cosa possiamo fare?
    Credo che concentrarsi solo sulla sentenza rischi di essere, a meno di non avere seri strumenti giuridici per elaborare un'opinione sensata, poco produttivo per un fine più ampio. Quello che possiamo fare è invece lavorare sul fine più ampio: ovvero estirpare una volta per tutte dalla coscienza maschile una visione gretta e pericolosissima delle donne, ancora fondata sul possesso e il senso di superiorità. Che nei casi peggiori si trasforma in violenza — una violenza per cui c’è un largo margine di impunità: non giuridico, ma sociale. Una sorta di vaga giustificazione collettiva basata su un rimosso enorme da parte dei maschi.
    Giusi Marchetta, in chiusura di pezzo, diceva che le analisi e gli interventi pubblicati sul caso venivano quasi interamente da donne. Che fine hanno fatto gli uomini, in una situazione che riguarda moltissimo gli uomini?
    Ha ragione.
    Con questo articolo vorrei dunque offrire un breve contributo sul femminismo e sulla necessità di una più attenta coscienza della questione femminile. La semplificazione che ne risulterà può apparire fastidiosa a chi ha una conoscenza precisa dei molti temi in agenda, così come il punto di vista — necessariamente parziale. Me è una scelta coerente con il fine: parlare a una fetta precisa di persone. Ai maschi, appunto.
    Un maschio che parla ai maschi di quanto grave sia il problema della differenza di genere e della violenza implicita ed esplicita sulle donne oggi. Mi sembrava importante.
    Il lettore ideale di questo pezzo potrebbe dunque essere l'uomo democratico e impegnato che però non ritiene ci sia alcuna disparità sessuale in Italia oggi. Oppure quello di sinistra, consapevole di tale persistente disparità, ma scettico di fronte al concetto stesso di femminismo. O quello per cui "Questa o quest’altra cosa le donne non le possono fare e basta, è una questione genetica". O sperabilmente quello che nega ogni violenza ma ritiene che donne vestite in una certa maniera “un po’ se lo meritano” se qualcuno fa loro degli apprezzamenti pesanti e le mette a disagio. O anche il mio ipotetico ex compagno delle medie, che mi apostroferebbe dicendo: "Femminismo? Ma sei frocio?". (Sì, direbbe proprio così).
    Pensavo a un articolo del genere già da tempo, quando un'amica giornalista (Federica Cocco) mi chiese se mi definissi femminista o meno. Avevo titubato e preso tempo chiedendo definizioni più precise di quelle fornite su Twitter. Ma di base, perché avevo titubato?
    Perché noi maschi siamo educati malissimo: perché questa parola ci fa sentire in difficoltà — come se ci derubasse di un ruolo o di un potere. E in effetti sarebbe proprio questo il suo compito, inteso in senso positivo: abbattere un'egemonia che si è andata calcificando nei millenni, e ormai suona quasi implicita, quasi naturale. Ma non lo è affatto.
    In realtà, il nucleo del femminismo è un affare di buon senso per chiunque abbia una coscienza democratica e uno sguardo appena attento alla struttura diseguale della società. E fra le tante cose urgenti, questa forma di ri-educazione mi sembra particolarmente urgente. Spero che quanto segue possa aiutare i maschi come me a capire che dirsi femministi è una cosa molto sensata: non si tratta tanto di una questione di genere, quanto di potere — il potere che noi maschi esercitiamo, anche inconsciamente, ogni giorno. E spero sia anche un parziale risarcimento per le volte in cui ho titubato, per ignoranza o stupidità.
    E dunque:
    1. Femminismo significa innanzitutto riconoscere che gli esseri di genere femminile sono stati discriminati più o meno sempre nella storia dell'essere umano; e insieme combattere perché questa discriminazione abbia termine.
    2. "Discriminati" vuol dire ad esempio che rispetto ai maschi devono da sempre occuparsi della famiglia, hanno conquistato molto tardi il diritto al voto, hanno stipendi più bassi, sono oggetto di violenze e soprusi da parte dei maschi, sono considerati incapaci di svolgere certe professioni o meno dotati in certe discipline, eccetera eccetera. Questi sono fatti: se trovate che siano opinioni o che siano fatti sensati, siete dei maschilisti.
    3. Ma maschilismo e femminismo non sono due ideologie contrapposte ed equivalenti, del tipo "W gli uomini e abbasso le donne" o "W le donne e abbasso gli uomini". Il femminismo non vuole creare una società oppressiva fondata su un genere; testimonia invece l'eguaglianza fra uomini e donne. Come per fascismo e antifascismo, la questione è semplice: da una parte c'è il torto, e dall'altra la ragione declinabile in modi differenti.
    4. Il femminismo è dunque la critica radicale a una teoria genetica — gli uomini superiori alle donne — in tutte le sue incarnazioni storiche, anche le più subdole e sottili.
    5. Il femminismo non implica affatto che uomini e donne siano identici fisicamente. Né che abbiano differenze culturali o di genere che possono essere rivendicate: implica però che tali differenze possano essere rivendicate liberamente. Per dirla con Gloria Steineim, femminista è "chiunque riconosca l'uguaglianza e la piena umanità di donne e uomini".
    6. La disparità fra maschi e femmine, nonostante alcuni enormi passi avanti, vale ancora oggi. Detta in maniera spiccia, in genere per un maschio la vita è molto più semplice e sicura. Per un maschio bianco ed eterosessuale, poi, è estremamente più semplice e sicura. Viviamo in una società dove per una ragazza tornare a casa la sera è sempre fonte di qualche preoccupazione. Credo che molti maschi diano per scontata la cosa, e consiglierebbero alla ragazza di evitare certe strade, portarsi dietro una felpa per coprire il vestito sulla strada del rientro, e così via. E va bene: ma sono soluzioni parziali che non colpiscono il problema centrale: perché dare per scontato questo fatto? Perché voler vivere in una società del genere?
    7. Le femministe non sono donne che non si lavano, non sono "automaticamente delle lesbiche", non mettono pantaloni di lana grezza, non sono hippy fuori tempo massimo, non pretendono che le donne siano superiori agli uomini o debbano comandare la nostra società, e non sono buzzicone moraliste. Secondo Felienne Hermans (per citare una voce molto recente), le femministe sono una rottura di scatole perché dicono proprio ciò che non vogliamo sentire: ovvero che il mondo è diseguale, e che non è solo merito nostro se abbiamo ottenuto una posizione nella vita — ma anche, ahimé, del nostro genere o del nostro colore.
    8. Se una donna vi lascia, può essere terribile: chi lo nega? Magari vi ha tradito. Magari è una persona che vi ha mentito fin dall'inizio. Solo che difficilmente una donna vi umilia, vi picchia, o pretende che voi siate sua proprietà fino al punto di uccidervi. Il femminismo dice che nessuno (né uomo né donna) dovrebbe pretendere di avere un possesso sull’altro. E la triste verità è che gli uomini danno per scontato questo possesso, forti anche della loro maggiore prestanza fisica. Per dirla in modo abbastanza netto: viviamo in un mondo (e in una nazione in particolare) dove metà degli esseri umani accampa dei diritti assurdi sull'altra metà. E molto spesso viene giustificata: magari non in pubblico, ma in privato sì.
    9. (Okay, so che non vi è mai passato per la testa di fare del male a una donna. Non siete voi il problema: ma il problema potrebbero essere gli amici dei vostri amici, e nessuno meglio di voi potrebbe convincerli che non sono degli amanti delusi o dei mariti con un diritto, ma solo dei luridi bastardi).
    10. (E poi, anche se non avete mai fatto del male fisico a una donna, davvero non avete mai approfittato del fatto che sia una donna per farle in qualche modo del male morale? Per offenderla? Per metterla in difficoltà? Per sminuirla?)
    11. Temo che gran parte dei maschi abbia paura a definirsi femminista perché teme che così facendo si senta svilito in quanto maschio. Ma il femminismo non implica alcun tipo di svilimento.
    12. In Italia il problema della disparità femminile è spaventosamente diffuso: vi basta andare in un bar o parlare coi vostri amici per capire quanto la differenza sia percepibile, se siete un minimo onesti. E la responsabilità è nostra. Già: come al solito, la responsabilità di correggere una situazione di squilibrio è della parte forte, non di quella debole: se non cominciano i maschi a rendersi conto del loro potere allora è tutto molto più difficile. Per iniziare sarebbe già importante parlarne fra amici; mettere il problema sul tavolo ed evitare di liquidarlo o, peggio, di scaricarne la responsabilità in qualche modo sulla vittima e sul genere della vittima.
    13. Il riconoscimento di tale disparità di genere — e la lotta per una sua risoluzione — ci aiuta a vedere meglio anche tutte le altre disparità che attraversano il nostro tessuto sociale: quelle fra bianchi e neri, fra italiani e stranieri, fra gay ed eterosessuali e così via.
    14. "Il femminismo è la nozione radicale che le donne sono persone." (Marie Shear).
    (27/07/15)
    questo post secondo me è un capolavoro di idiozia, perbenismo, servilismo, pregiudizi, luoghi comuni.

  4. #4
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    una cosa va detta: rispetto al femminismo degli anni 60 e 70 queste non sono per la parità dei sessi nel senso della libertà.
    Negli anni 60-70 si diceva se gli uomini sono liberi di fare sesso come e quando vogliono anche le donne devono avere la stessa libertà!
    Queste di ora sono delle moraliste allucinanti (ricordo la polemica di un manifesto del PD con una gonna svolazzante al ginocchio che diceva "cambia il vento" ci furono delle polemiche furibonde sull' "uso del corpo della donna" da parte del PD su repubblica).

    Le femministe di adesso a mio parere sono delle donne represse sessualmente che vorrebbero che i maschi fossero educati in modo da essere repressi ache essi (castrati in sostanza).
    E lo si capisce da questa frase (scritta da una scrittrice che si chiama Michela Murgia)
    ...si crede ancora che la molestia sessuale sia una manifestazione di desiderio.
    Invece è una manifestazione di potere.
    su che cosa sia molestia sessuale ci torneremo dopo, perché si chiarirà tutto quando il quadro sarà completo, ma chi non vuole aspettare i prossimi post può leggere questo:
    Ho il cazzo e non mi sento in colpa | Tagli
    secondo queste donne il desiderio non si deve mai manifestare in alcun modo: il desiderio si deve reprimere, altrimenti è una manifestazione di potere.
    Da quello che veniva fuori dal video della donna "molestata" si capisce che in realtà le molestie erano poche, definire qualsiasi cosa molestia significa appunto chiedere la totale repressione di qualsiasi contatto anche solo visivo (ma sullo "stare rape" ci torneremo)

    Allora io mi sono fatto delle domande, ad alcune delle quali ho provato a dare delle risposte
    1. Chi ha tirato fuori questa teoria
    2. Chi la porta avanti ora
    3. Chi fa seminari convegni iniziative
    4. L'analisi riguarda il passato o anche il presente?
    5. Se riguarda il passato è solo un fatto accademico o si vuole fare pagare agli uomini di adesso presunti crimini (chiamiamoli così) di uomini del passato?
    6. Se riguarda il presente come si può dimostrare l'assunto o la tesi sul sessismo?
    7. Nel caso che la dimostrazione contestualizzata della tesi sessista fosse confermata in termini di spazio luogo (succede qui o ad esempio nei paesi arabi?) e tempo (ora o in passato?) quale sarebbe lo scopo da raggiungere e attraverso quali azioni?
    8. È una azione legislativa o culturale o entrambe le cose? Si sono valutati gli effetti collaterali?
    una delle prime cose che ho scoperto è chi porta avanti questo discorso in Italia.
    Capofila di questa forma di femminismo moralista e bigotto è tale Lorella Zanardo, amica della Boldrini che le ha dato un posto in una commissione extraparlamentare. Si è candidata alle scorse europee nella Lista Tsipras (che col senno di poi sembra sembra più una accozzaglia del peggio del radical chic italiano, la feccia dei salotti buoni insomma) prendendo circa 16000 voti e classificandosi quarta nella circoscrizione centrale.
    Lei è l'autrice di un video di un bigottismo allucinante, uscito in pieno furore anti-berlusconiano doveva colpire l'immagine del Berlusconi puttaniere. Fu una manovra ovviamente appoggiata dal giornale partito Repubblica ovviamente in chiave anti cavaliere.


    Tra le altre persone coinvolte in questo genere di iniziative c'è questa scrittrice già citata Michela Murgia la quale gestisce un gruppo su FB
    https://www.facebook.com/groups/pubb...ssistaoffende/

    a queste due già citate si aggiungono altre scrittrici o autrici come questa
    https://ilnuovomondodigalatea.wordpr...-per-gli-enea/
    (leggete sto pippone e ditemi se non pensate che l'autrice abbia fatto un libro su sta cosa perché è stato scaricato da un tipo alla Enea..)

    al che mi sono posto alcune domande, una in particolare riguarda quanto davvero la nostra cultura possa essere spiegata o dimostrata semplicemente guardando le pubblicità?
    E pure se fosse queste donne non si sono accorte che da anni oramai si strumentalizza anche il corpo maschile? Chi è imbevuto di ideologia e convinzioni a priori fa sempre una scelta selettiva. Se se ne fossero accorte avrebbero capito che la pubblicità non riflette un dominio dei sessi (se c'è un sesso debole ora sembrerebbe proprio quello maschile... poi vedremo anche questo) ma bensì sembra riflettere quella che io chiamerei "la dittatura della bellezza"
    che vale per entrambi i sessi.

    Ma con calma toccheremo tutti i punti... ci vuole solo un po' di tempo per ordinare le idee

  5. #5
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    prima che mi dimentichi, a proposito dei "corpo delle donne" sono soprattutto le donne che si fanno la chirurgia plastica per cambiarlo (ultimamente anche molti uomini) va detto.
    Anche qui, come coi prodotti da supermercato, se fosse vera la tesi moralista e savonarolista portata avanti da queste scrittrici di sinistra le donne nel loro complesso non ci farebbero una bella figura. La verità molto più probabilmente è che siamo tutti schiavi della dittatura della bellezza, uomini e donne.

    la mia tesi è invece che questo gruppetto di scrittrici, appoggiate per un certo periodo da SEL e Possibile oltre che da alcuni giornali di area (ma ora piuttosto ignorate, e per fortuna) siano delle persone un po' fuori dal mondo.
    Una altra scrittrice che è anche iscritta a questo forum (e che a me sembra una brava persona anche se non condivido quasi per nulla le sue opinioni) raccontava che queste si fanno soprattutto la guerra tra loro, con una serie di dispetti e gelosie mica da ridere... si parla di femminismi di seconda e terza generazione (che includerebbe anche una cosa chiamata "transfemminismo").

    L'idea che mi sono fatto io è che per natura le donne siano molto brave a gestire situazioni di controllo di gruppi molto piccoli (per lo meno le donne alfa) ma quando la cosa inizia a scalare come dimensioni loro iniziano a combattersi tra loro in maniera feroce, non allineandosi mai, mentre gli uomini si allineano più disciplinatamente e sostengono uno solo loro continuano con invidie e gelosie che disgregano i gruppi appena questi crescono.

    Non è sempre così ma nel 95% dei casi (il 95% non è una cifra a caso introdurrò in seguito la mia teoria di rappresentazione delle distribuzioni gaussiane). Un ragionamento di questo tipo si collega alla questione evolutiva raccontata da Yuval Harari.
    La possibilità che si riuscisse a disciplinare una grande quantità di individui in modo ordinato e flessibile è ciò che ha permesso all'umanità (finora) di primeggiare sulle altre specie. La caratteristica di uniformarsi e conformarsi è più maschile che femminile. Ma anche su questo ci ritorneremo.

    a me è venuta in mente questa scena del film "la grande bellezza" (eh si siamo tutti schiavi della bellezza, infatti è bastato il titolo a fargli vincere l'Oscar)


  6. #6
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    un altro intermezzo doveroso riguarda le donne contrapposte a queste qui:

    - sono la maggioranza
    - non se ne fottono della politica
    - su cose per loro complicate vogliono delegare, possibilmente uomini, di cui in realtà si fidano di più
    - sono terrorizzate dall'idea di restare sole e non sentono di avere la forza di affrontare piccoli problemi, per questo sentono il bisogno di un uomo che prenda le decisioni per loro e che risolva le loro empasse e le loro inquietudini
    - amano lamentarsi ma non parlano sul serio, ovvero non intendono assolutamente quello che dicono quando sono nervose, si vogliono solo sfogare, i loro sfoghi non devono necessariamente portare a nulla, sono assolutamente fini a se stessi e spesso causati da semplici tempeste ormonali. L'unica cosa che temono davvero è essere abbandonate
    - loro lo sanno e non capiscono come gli uomini si possano sentire frustrati per averle prese sul serio. Più in generale non capiscono come sia possibile che gli uomini non le leggano nel pensiero: nella loro testa i loro pensieri contraddittori sono fortissimi, loro li sentono gridare dentro nel loro cervello come voci incontrollabili e urlate a tutta forza (sempre e solo nella loro testa) come possono gli uomini non sentire le urla che loro sentono nella propria scatola cranica parlando con se stesse? Gli uomini devono essere dei cretini, incapaci di capire, questa è la loro conclusione
    - stabiliscono se l'uomo sia giusto o meno per loro sulla base del fatto che abbia appunto letto nel loro pensiero (la cosa di solito avviene a culo nessuno legge davvero nel pensiero, ma non diteglielo mi raccomando a loro piace credere alle coincidenze che avvalorano le loro scelte). Cercano spesso nell'oroscopo un appiglio per dire si o no a una situazione (se lanciassero una monetina farebbero prima)
    - usano un vocabolario tutto loro, sono moltissimi termini usati a sproposito dalle donne. per esempio la parola "superficiale" per loro ha solo un significato: uomo che guarda nelle donne solo la bellezza (che tanto poi svanirà) e che pensa solo al sesso, che poi svanisce anche quello e loro pensano molto a chi si prenderà cura di loro da vecchie, questo genere di donna ama condividere sui social foto di vecchi innamorati mano nella mano
    - mentono con memoria selettiva e alterando i fatti in maniera anche brutale quando necessario. Quando per esempio si sentono abbandonate, fino a che pensano che ti possono riprendere non ti attaccano, quando sono sicure di aver perso iniziano a cercare di colpire mentendo. Qualsiasi cosa che sanno che possa ferirti, se fino a un attimo prima era assodato il contrario la situazione è ribaltata, non è mai stato così, anzi è stato l'esatto opposto. Le più squallide cominciano a dire che hanno finto orgasmi e cose così entrando nei dettagli dell'atto sessuale (al che uno dice vabbe cazzi tuoi a me che mi frega, pero poi pensa meno male che quelli materiali siamo noi uomini, alla faccia...) lo scopo è quello di colpire, di vendicarsi. La cosa più tipica è che negano di aver avuto mai interesse nei tuoi confronti (e tutto sto tempo appresso a me perché lo avresti perso?) cercando dettagli di quando una volta non si sarebbero concesse che sarebbe stato un chiaro segnale, altra cosa tipica è ricordare un numero ridotto di volte che ci sia stata intimità. Sarà successo mezza volta, così ti senti dire, ma tu ricordi bene che stavano sempre a casa tua anzi cominciava a dire come ti voleva cambiare l'arredamento della stanza e diceva che si volevano trasferire (poi ovviamente al momento di scaricare tutta la rabbia le senti dire "non ti sei accorto che non venivo tanto spesso come avrei potuto a casa tua?" e tu non ricordi esattamente quando la avresti invitata tutte queste volte, mah!). In alcuni casi le reazioni sono patetiche e fanno ridere, in altri danno fastidio perché nella loro voglia di vendetta coinvolgono altre persone sparlando e facendo casini. Il tutto senza alcuna coerenza, ma gli incoerenti sono gli uomini e soltanto gli uomini, certo. Intendiamoci le vaccate le facciamo anche noi ma difficilmente rompiamo i coglioni in questo modo o pensiamo a vendette così sottili o recitate. per loro è normale e ovviamente loro non mentono, sono solo gli uomini a farlo.
    - Se trovate una che non rompe i coglioni non vuol dire che lei sia tranquilla di suo, vuol dire che è innamorata persa e sa che se sgarra viene mollata e quindi non rompe i coglioni, questo tipo qui quando viene mollata o tradita diventa cattivissima di solito
    - quando non si arrabbia più con voi su cose per le quali ha sempre rotto i coglioni vuol dire che ha trovato un altro
    - cercano il principe azzurro, su questo dobbiamo fare un post a parte alla fine


    - i termini del loro vocabolario sono più artistici e meno tecnici degli uomini: esempio
    nel 2003 andai in vacanza con una ragazza, molto molto femminile, lamentava con me che non la capivo e mi faceva l'esempio di una altra coppia in cui lui capiva al volo lei.
    Io mi sentivo molto frustato per queste critiche, mi faceva capire che ero inadeguato come suo compagno e siccome era una bella femmina (fisicamente una bomba con delle tette e un culo stupendi) stavo incazzato come una iena. Nella fattispecie lei mi aveva detto per esempio "ma secondo te quei fiori sono veri o sono di plastica" fissando secondo me nel vuoto, io non capivo e lei mi fa "ecco lo vedi che non può funzionare? Non ci capiamo". La vendetta venne pochissimo dopo a pranzo. Tavolata con tre coppie, io questa ragazza, la coppia perfetta che lei prendeva come esempio e un'altra coppia.
    A un certo punto lei e la ragazza della coppia perfetta dicono "ma quel legno li ieri non c'era..." senza indicare di cosa parlavano.
    Anche la terza donna dice: "è vero non c'era!"
    io il maschio della "coppia perfetta" e l'altro uomo ci guardiamo stupiti scuotendo la testa, noi il "legno" lo avevamo sempre visto da quando eravamo arrivati.

    Dopo non meno di dieci minuti finalmente capimmo l'arcano perché uno di noi si alzò finalmente, fece qualche metro e andò a toccare quello che noi chiamavamo "legno"e non era quello di cui parlavano le donne. Quello di cui parlavano loro era un traliccio che stava un paio di metri più dietro in linea d'aria, di quelli per i matrimoni chitch alla "beautiful", ma senza i fiori
    a nessuno di noi uomini era venuto in mente di chiamarlo legno perché, cazzo, era una struttura non era un legno!
    era una cosa così tipo (ma senza la porticina davanti ovvero era un arco aperto con una struttura a traliccio)


    per loro quello era un legno...
    non sapevano come chiamarlo quindi per loro era un legno e basta

    e noi? Che cosa avevamo pensato?
    C'era una specie di quadro di legno attaccato alla parete una specie di bassorilievo intarsiato.
    Quello per tutti noi maschi del tavolo era un "legno". Un pezzo di legno inutile che doveva rappresentare qualcosa che forse era una scena di caccia azteca non so.
    L'altro per noi era un traliccio, una struttura in legno, una cosa con un significato al di la della materia col quale era composta.
    Il quadro invece era per noi un legno insignificante e per loro era appunto un quadro, una cosa decorativa quindi importante, in quanto decorativa, quindi non identificabile semplicemente come legno.

    Ovviamente la coppia perfetta litigò perché lei lamentava che lui non avesse capito cosa lei volesse dire e non le aveva letto nel pensiero come lei avrebbe voluto... io ridevo pensando a quello che aveva detto la mia compagna di viaggio della coppia perfetta e di come fossi io che non riuscivo a capirla...

    e queste cari miei lettori sono le donne normali, le migliori, finché ci saranno queste non ci estingueremo, quindi una volta capito come funzionano le si prende per come sono





    per chiudere a proposito delle donne normali (ci si torna casomai alla fine) queste a differenza delle femministe non vogliono affatto che l'uomo non prenda iniziativa, anzi, vogliono l'uomo che non si ferma davanti a un loro no (il che entra in diretto contrasto con l'idea di molestia presentata dalle femministe di cui sopra)

    ecco un esempio di uomo che non si ferma certo davanti a un no:




    dice una mia amica "tu hai incontrato troppe stronze" no io ho incontrato un sacco di donne, che purtroppo sono stronze ne più ne meno della media maschile ma pare che sono sempre vittime quando invece sono molto spesso delle viziate rompicoglioni. Il fatto è che non bisogna ascoltarle quando parlano, non lo sanno manco loro quello che dicono, parlano per sfogarsi mica perché quello che dicono abbia senso o connessione con la realtà fattuale.

  7. #7
    vae victis
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    L'aspetto di questo thread che più riempie il cuore di gioia è @Gianluca che tagga i troll .
    È un forum bellissimo .
    Regressista amante della pucchiacca.

  8. #8
    vae victis
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Ovviamente quando parlo di troll mi riferisco a pedro , felipe e hermes mentre bamba e kraut li conosco personalmente e garantisco sulla loro serietà .
    Regressista amante della pucchiacca.

  9. #9
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Citazione Originariamente Scritto da Gianluca Visualizza Messaggio
    Era da un po' che volevo aprire questo thread, che immagino aperto al contributo di tutti, e che ha lo scopo di raccogliere dati per verificare se quello che penso è corretto o meno.

    Io penso che nella situazione attuale, in Italia ma forse più in generale nel mondo occidentale e cosiddetto evoluto, sia molto più difficile la vita per un uomo medio che per una donna media.

    Andiamo con ordine.

    che significa vita facile o vita difficile?

    ci sono diverse interpretazioni. Noi viviamo un periodo (malgrado alcuni si lamentino) tutto sommato abbastanza prospero
    si ok ora è peggio di 10 anni fa per alcuni, ma certamente meglio di 30-40, un architetto un anno fa lamentava che il padre con lo stesso lavoro era uno ricco che poteva permettersi un sacco di cose che la gente media non poteva, e che ora invece lui aveva più o meno lo stesso stipendio e potere di acquisto di un bidello, oltre al fatto che all'epoca i laureati essendo pochi erano riveriti molto più di adesso, tipo il medico del paese era una autorità cittadina ecc. Tuttavia le comodità che aveva ora adesso quell'architetto sono infinitamente superiori a quelle che aveva il padre, è solo cambiata la sua distanza dalla massa, quindi il suo è un rosicamento che deriva dal solo fatto di non poter abusare di una posizione dominante come poteva fare il padre.

    Tuttavia si lamentava per la sua situazione relativa, sembrava irrilevante per lui che si vivesse ora di più e meglio, lui voleva una posizione di dominio e non ce l'aveva come invece era capitato al padre con lo stesso mestiere.

    Questo genere di lamenti è secondo me da stronzi e un sacco di gente è così, siamo circondati da emeriti stronzi che non fanno altro che lamentarsi in modo odioso.


    Faccio questa premessa perché la protesta di molte delle femministe attuali a me sembra una protesta e un lamento da stronze. Stronze e insopportabilmente viziate, piene di pregiudizi, spesso bigotte, prevaricatrici e misandriche. E ci tengo a precisare, per gli idiot* che leggeranno e che vorranno commentare con insulti che questa è una analisi, condivisibile o meno, ma una analisi, una opinione quindi. Una opinione che nasce da alcuni ragionamenti, che potranno essere anche confutati in tutto o in parte, ma che sono ragionamenti e non pregiudizi o luoghi comuni dati per assodati come assiomi.

    In questo thread io cercherò di raccogliere alcuni elementi di interesse da apportare a questo tema cruciale.

    Iniziamo dal principio: nella società attuale le donne sono davvero discriminate? Secondo me no, anzi la donna media ha una vita più facile dell'uomo medio. Malgrado ciò la capacità delle donne di lamentarsi raggiunge picchi inarrivabili e a tratti assolutamente insopportabilmente odiosi. Attenzione non tutte le donne, molte hanno anche motivi di lamentarsi, ma molte altre che sento lamentarsi meriterebbero di essere mandate a lavorare in miniera.

    Prima di buttarmi sulla esposizione dei temi specifici ci tengo a segnalare che questo tema da un punto di vista politico è diventato talmente radioattivo che a parte qualcuno sui social nessun partito o movimento cavalca più il femminismo o la "questione maschile" (tutta colpa degli uomini che sono cattivi e colpevoli di tutto a prescindere) nemmeno "Possibile", che pure 2-3 anni fa ne aveva fatto una battaglia chiave:



    Civati diceva:

    metteva anche il link a questa mozione:
    http://www.civati.it/portfolio-type/...ne-maschile-2/

    indovinate cosa c'è adesso?
    ERRORE 404 - NON TROVATO

    se persino gli antagonisti da salotto (no tav, no triv, no tap, no qualsiasi cosa che porti sviluppo e progresso) hanno abbandonato questa battaglia politica vuol dire che questa idea è stata sconfitta politicamente e archiviata, ogni tanto la Boldrini dice qualcosa ma nessuno la prende sul serio e si aspetta che finisca il suo mandato affinché la smetta di sciorinare banalità luoghi comuni e pregiudizi travestiti da politically correct e una bizzarra definizione di uguaglianza che interessa solo lei (come le assurde polemiche sulla semantica "la presidenta" o cose così, che per la stragrande maggioranza sia di uomini e donne non sono altro che inutili e fastidiose pippe mentali)

    qui ci vorrebbe il contributo di @pedro @Felipe K. @Hermes @Bamba de Kraut @Kraut nel caso mi dimenticassi qualcosa

    quando pippa ciwati parlava di questione maschile se ricordo bene intendeva che i maschi sono quelli "malamente" (ovvero prevaricatori,...) e quindi bisogna agire sui loro comportamenti e non sulle donne che invece, secondo il pippa, si comportano bene.

  10. #10
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    @Gianluca, vorrei risponderti ma non ho tempo di leggere queste 2000 righe, pero' credo di aver capito di cosa si sta parlando e quindi ti daro' la mia opinione de panza.

    Il femminismo non ha piu' senso di esistere da che le donne si sono definitivamente emancipate (al piu' tardi gli anni 70). Oggi serve a gente come @Druuna per farsi rinnovare il contratto alle poste o a quella gran zoccola delle risorse umane (che grazie a Dio c'ha tutti gli acciacchi del mondo, prende psicofarmaci o antidolorifici o salcazzo per tenersi in piedi e un giorno si' e uno no collassa in terra con massima gioia di tutte le persone timorate di Dio e amanti del bene, cioe' del turbocapitalismo finanziario assoluto) per bloccarmi le assunzioni con la scusa che non ho fatto il colloquio a neanche una femmina, come se non fosse lei a girarmi i CV e come se mi avesse girato solo CV di uomini (tranne un'indiana in India col diploma da infermiera e la passione per l'informatica, una buona conoscenza di Office e lo IELTS destaminchia).
    i saccenti del Dams che sparano minchiate abominevoli nelle quali il nesso di causa ed effetto viene distorto a beneficio del loro sapere di sapere

    Sostanze psicotrope ad azione psicodislettica che possono causare farmaco-dipendenza.

 

 
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