Pagina 2 di 2 PrimaPrima 12
Risultati da 11 a 19 di 19
  1. #11
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: La guerra della morale.

    Dietro i "Banana Pampers" si vede troppo Soros - Blondet & Friends



    Maurizio Blondet 6 aprile 2016 5
    Di rivelazioni e scandali ne avremo per mesi, vista la mole dei dati trafugati. Intanto, uno degli effetti dei Panama Papers – e probabilmente degli scopi per cui sono stati diffusi – lo ha definito benissimo l’ottimo blogger Nuke the Wales: è parte della “guerra che gli americani attraverso i loro servizi segreti e l’influenza su alcuni organismi sovranazionali chiave (Ocse) hanno fatto contro i così detti “paradisi fiscali” altrui; una battaglia altamente morale – come sempre – che libera dai concorrenti i paradisi fiscali che stanno impetuosamente crescendo in Usa. “Gli stati americani del Delaware, Wyoming e Nevada sono da decenni all’opera come paradisi nel segreto on-shore, si sono specializzati nella creazione di società di comodo per chiunque desidera nascondere i beni d’oltremare.”
    Venite qui a riciclare!“Il Delaware ha attuato leggi che lo rendono la miglior giurisdizione per la formazione di società. Offre la migliore protezione per chi non vuole rivelare la propria identità come beneficiario di una società e promuove elevati livelli di segreto bancario: non rivela i dettagli sui conti societari. Consente inoltre alle aziende di ri-domiciliarsi entro i propri confini, infatti questo stato ospita circa il 50% delle imprese quotate degli USA.
    “Lo scorso settembre 2015, Andrew Penney (amministratore delegato diRothschild Wealth Management & Trust, con sede a Londra, e con filiali a Milano, Zurigo e Hong Kong, gestisce circa 23 miliardi $ per 7.000 clienti) ha tenuto una conferenza in cui spiegava come si può evitare di pagare le tasse e come può aiutare i clienti a spostare le loro fortune negli USA, tenendo tutto nascosto ai rispettivi governi di provenienza”.
    Dal blog di Nuke the Wales
    L’altro vistoso tentativo dell’operazione, sporcare la reputazione di Vladimir Putin, condotta con immenso zelo dai media non solo anglo-americani, sembra abbia fatto relativamente cilecca. Qui la valutazione è di Limes, non particolarmente filo-Putin: “Putin ha due miliardi di dollari a Panama, dicevano i primi lanci d’agenzia. Qualche ora dopo erano “ambienti riconducibili a Putin” ad averli. Poi sono i suoi amici e conoscenti. Non lui o suo figlio, o suo padre o suo cognato. (…) Questa perenne necessità di dimostrare che Putin è il coacervo di ogni vizio e colpa dice molto dell’insicurezza delle nostre ragioni più che delle fragilità (pur notevoli) del suo regime”.
    Il Cremlino ha risposto (sui media niente)

    Come ha spiegato l’addetto stampa di Putin, Dmitri Peskov, era già da qualche giorno che riceveva da giornalisti esteri “richieste untuosamente gentili, in forma di domande sul presidente personalmente, oltre a tentativi di contattare la sua famiglia, di parlare dei suoi amici d’infanzia, di affari – Kovalchuk, Rotenberg [due uomini d’affari già colpiti da sanzioni americane, il primo detto ‘il banchiere personale di Putin, ndr.] di certe ditte offshore con gente d’affari che Putin non ha mai visto. Tutto questo è molto ripetitivo, con variazioni a cui seguiva un’altra ripetizione”.
    Lo ICIJ, il gigantesco Consorzio Internazionale di Giornalisti Investigativi che ha messo a punto il colossale trafugamento di dati panamensi, già nel 2013 aveva cercato di coinvolgere la moglie del vice-primo ministro,Igor Shuvalov, insieme con il milionario Gennady Timchenko in una storia di conti segreti alle Isole Vergini Britanniche. Nel 2015, lo ICIJ ha ‘rivelato’ che il suddetto Timchenko era caduto sotto sanzioni Usa in quanto cliente della banca HSBC, multata dalle autorità americane. Adesso, ha aggiunto Peskov, simultaneamente all’azione dello ICIJ, “una nota agenzia di stama internazionale sta preparando una pubblicazione basata su certe asserzioni dello Organized Crime and Corruption Reporting Project, che sono rimasticature di rapporti di Putin con uomini d’affari, di uomini d’affari che ottengono da lui contratti pubblici, di uomini d’affari che si arricchiscono a spese di Putin…”. La nota agenzia ha presentato una lista di domande a cui chiede a Putin di rispondere. Domande, Peskov ha esemplificato, del tipo: “E’ vero che il suo patrimonio ammonta a 40 miliardi di dollari? Che possiede queste villone o quei mega-yachts? Dicono inoltre che Putin mantiene un intimo rapporto con Sergei Roldugin (il violoncellista, che è anche azionista della banca Russia), rapporto che consisterebbe in una frode presidenziale. Domande che insinuano che Putin è associato in qualche modo agli affari o a certe aziende – Continuiamo a ripetere no, no, no. Adesso il Kremlino non risponde più. Ci son modi legali per difendere la dignità e l’onore del presidente”.

    Spunta la Open Society Foundation

    Abbiamo visto che Peskov cita lo Organized Crime and Corruption Reporting Project; altro nome con cui si presenta il superconsorzio di “indipendenti” giornalisti anti-corruzione, ICIJ. Il quale a sua volta è una emanazione di una ONG denominata Non-Governmental Organization Center for Public Integrity; una grossa entità “non-profit”, quella che paga i giornalisti dediti alle opere di moralizzazione, ed è finanziata dalle solite fondazioni di celebri miliardari americani, alcune delle quali note per essere succursali della Cia e/o del Partito Democratico: Ford Foundation, Rockefeller Foundation, Carnegie Endowment, e un’altra mezza dozzina di meno note. Ma soprattutto dalla Open Society Foundation le celebre fondazione di Georges Soros, e dalla Sunlight Foundation, che è sempre di Soros.
    Chi aiuta il Consortium? Anche lo USAID
    Infatti, come hanno rilevato i russi spulciando i loro archivi, questo ICIJ si è illustrato nel 1996 per una campagna demolitrice contro il giornalista (paleo)conservatore Patrick Buchanan, fortemente anti-neocon, che s’era candidato alle elezioni presidenziali, e che Soros odiava e riuscì infine a costringere al ritiro. Il Consorzio è stato anche l’arma di punta nella quasi decennale offensiva di Soros contro i fratelli Koch, miliardari ebrei come lui ma non “liberal”; in questa battaglia senza esclusione di colpi (passata alla toria come Luxembourg Papers) i giornalisti morali di Soros sono stati anche condannati per distorsione dei fatti ed altre violazioni del diritto. Similmente, a gennaio del 2015, quando Soros cominciò la sua speculazione contro il franco svizzero, i suoi “giornalisti indipendenti” si lanciarono in una inchiesta sul tema: “Come le banche svizzere riciclano il denaro sporco”. Un bell’ausilio all’attacco speculativo, che forzò la Banca Centrale elvetica a sganciare il franco dall’euro, rivalutandolo rovinosamente (scommettiamo che Soros era long sul Franco? )
    How The Swiss National Bank Almost Crushed George Soros | Zero Hedge
    Una volta intravisto lo zampino di Soros, i bersagli dei Panama Papers – oBanana Pampers, come già li descrive qualcuno – si spiegano. Per esempio, all’inizio nessun nome americano, e poi – date le domande nate nei media- ah sì, sono 441 , ma nessun politico. Per la Francia, grande campagna mediatica il maggiordomo di Jean Marie Le Pen, il tesoro del Front National. Niente invece sulle “600 ditte israeliane e i circa 850 azionisti israeliani elencati come detentori di conti offshore, fra cui la Banca Leumi e la Banca Hapoalim” (le più grosse di Sion), su cui il fisco israeliano ha aperto un’indagine.
    Il modus operandi

    I dati vengono selezionati. Lo ha ammesso Le Monde, che fa’ parte del Consorzio (stranamente né il New York Times né il Wall Street Journal sono della partita: strano davveo, una frattura in quel mondo). In un articolo dal titolo: “Perché le Monde non pubblica integralmente i dati dei Panama Papers” spiega: “2600 gigaottetti di dati personali inclusi nel database non saranno mai pubblicati, perché contengono “dati privatissimi”; come indirizzi, fotocopie di passaporti corrispondenze private, bollette della luce”. E oltretutto, “il fatto di possedere una società offshore non è in sé illegale”: bontà sua, l’organo ufficioso delGrand Orient riconosce che la globalizzazione consiste appunto nella “libera circolazione” dei capitali.
    Verranno pubblicati invece i dati delle “215 mila strutture offshore”, ossia le 215000 società, “con per ciascuna la data di creazione, di scioglimento, l’identità degli azionisti dichiarati”.
    Verranno pubblicate “a maggio dallo ICIJ”.
    Attenzione a questa frasetta: Le Monde ammette di non avere in mano i dati con cui, per esempio, ha accusato il maggiordomo (sic) di Le Pen di avere un conto alla Mossack-Fonseca, per conto del padrone. Il giornale francese dipende dallo ICIJ, che li compulsa, seleziona, e li pubblicherà “a maggio”. Quanto all’identità degli azionisti dichiarati, è un dettaglio divertente: gli azionisti dichiarati sono dei prestanome, come è ovvio in questo tipo di società. Dunque la soffiata sul maggiordomo del F N gli è stata soffiata, e il giornale l’’ha strombazzata senza aver visto la documentazione. Sicuro che poi “i dati” che saranno diffusi “a maggio” confermeranno l’accusa?
    Cosa valgono le accuse di Le Monde, senza i documenti? La risposta dell’organo del Grand Orient è molto significativa: “Per noi è importante condurre l’inchiesta (…) e interrogare le personalità messe in causa in modo da dar loro l’occasione di spiegarsi”
    Capito? E’ esattamente la stessa tattica descritta da Peskov: i giornalisti stranieri arrivano e melliflui “interrogano” Putin “per dargli l’occasione di spiegarsi: è vero che lei possiede 40 miliardi? Che è suo quel certo mega-yacht?”.
    Le Monde farà lo stesso. E’ un genere di domande esemplificato da questa: “Da quanto tempo lei ha smesso di picchiare sua moglie?”. Quando il poveretto nega: “Mai ho picchiato mia moglie!”, i giornali hanno il titolo già fatto: “Il politico X: non ho mai picchiato mia moglie”. L’articolo spiega: sì, effettivamente ha smesso, o così dice.
    E la reputazione della vittima è rovinata. Sono tecniche che noi giornalisti conosciamo bene.
    Oltretutto, visto che lo ICIJ e i suoi associati le usano con tanta dovizia, viene un sospetto: che non abbiano in mano quasi nulla di concreto. Il che è logico: hanno i nomi di persone, che non sono che dei prestanome. E la Mossack-Fonseca s’è rifiutata di validare i documenti, perché le sono stati sottratti con la frode.
    Per esempio, stringi stringi, i soli nomi russi che hanno in mano sono due (dicesi 2): il celebre violoncellista Sergei Roldughin, e il miliardario ebreo Arkadi Rotenberg. Che – dicono – sono “intimi di Putin”, quindi….Diamo a Putin l’occasione di spiegarsi. Diamo alla Famiglia Le Pen l’occasione di spiegarsi. Mica li accusiamo (non avendo le prove in mano), mica siamo scemi.
    Il resto viene a poco a poco, accuratamente selezionato dai giornalisti di Soros, mossi dal più puro moralismo. Il polverone può giovare alla candidata Hillary Clinton, braccata dall’FBI per certe sue mail dove racconta che ha invaso la Libia per rendere più sicuro Israele, e sta per perdere le elezioni presidenziali.
    La minaccia di Obama, ossia ISIS

    In queste settimane, la disinformazione Made in Usa ha raggiunto vertici di virtuosismo eccezionale. Per esempio sulla Siria: i media – anche la nostra 7 del noto Mentana – hanno esaltato la notizia seguente: i maggiorenti della setta alawita (quella della famiglia Assad) hanno chiesto ad Assad di dimettersi, per agevolare la transizione. Basta una breve verifica per apprendere che è un falso Made in Usa. Un altro sciame di “notizie” dà impressione che Obama si sia messo d’accordo con Putin sulla Siria, che i due se la intendano perfettamente sulla tregua in corso e sulla transizione. La verità è l’esatto contrario: il Pentagono ha ricominciato un nuovo addestramento di gruppi jihadisti, e li hanno riarmati con missili Usa, pagati dai sauditi e inoltrati dalla Turchia. Così rinfrancati, i jihadisti hanno violato la tregua e ripreso i combattimenti, abbattendo anche un caccia siriano e usando anche gas iprite contro una base aerea.
    le nuove armi americaneLa realtà – nascosta dai media – è che mai le reazioni fra Mosca e Washington sono state ostili come in questi giorni, mai così prossime alla guerra calda. Lo dimostra,fra gli altri, il fatto che al “Vertice sulla Sicurezza Nucleare” organizzato a fine marzo da Obama, il cui scopo sarebbe appunto far avanzare la non-proliferazione e far calare il rischio atomico, Putin s’è rifiutato di partecipare e la Russia, la seconda potenza nucleare, non è stata invitata. In questo contesto, va inteso il cosiddetto “l’allarme” di Obama alla conclusione del vertice sulla “sicurezza” sul fatto che ISIS, Al Qaeda possano dotarsi di un’arma nucleare, perché “non c’è dubbio che questi pazzi la utilizzerebbero per uccidere quanti più innocenti possibile”. A chi è chiaro che Obama (coi sauditi) ri-arma ISIS e Al Qaeda, è anche chiaro cosa significa questa previsione: è una minaccia che l’America ha diretto, specificamente, contro gli europei, gli alleati; se non si accodano alla ostilità contro Mosca, il terrorismo islamico gli farà vedere ben altri attentati, oltre quelli di Parigi e Bruxelles.

    Ma i media sono pieni di informazioni verissime sui Banana Pampers.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #12
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: La guerra della morale.


    (gnam, ma come è appetitoso il formaggino)
    Mi tocca difendere i topi in trappola che si sono andati a fidare di studi di consulenza alla moda e “così detti” consulenti indipendenti che potrebbero avere suggerito Panama come la mecca per nascondere capitali e identità.
    Siete danni collaterali.
    Oddio che quella fogna finanziaria a cielo aperto chiamata Panama, meta preferita del peggio del peggio di tutto il mondo (e non mi riferisco all’evasione fiscale, quella è il meno, anzi, essere in compagnia di onorate organizzazioni non è proprio igenico) per il riciclaggio del denaro e delle identità potesse essere “leggermente” pericolosa lo sapevano da anni anche i sassi. Ma tant’è.
    Tuttavia la vicenda Panama Papers dal dal primo giorno (e l‘ho scritto subito) è apparsa come una manovra guidata da servizi segreti peraltro in combutta con una organizzazione di giornalisti che ha precisissimi finanziatori, diciamo gente di un certo tipo. Avrete forse fatto caso al fatto che:

    1. Per ora (occhio) non sono spuntati nomi pesanti di cittadini americani, eppure Panama è li ad un tiro di schioppo
    2. Non sono usciti nomi della finanza ebrea, eppure come noto gli ebrei sono conosciuti per avere una predilezione nel maneggiare il denaro, e come tutti sanno sono onestissimi.
    3. E’ uscito immediatamente il nome di Vladimir Putin, ovvero di suoi presunti prestanome. E c’è stata una leggerissima differenza si trattamento mediatico fra il presidente Russo (con il presunto prestanome) e il premier Cameron il quale è stato coinvolto in modo diretto, sia lui che il padre.
    4. Sono usciti i nomi, e altri ne usciranno, di imprenditori, banche (soprattutto banche, avete fatto caso?) SOLO europee e asiatiche, specie cinesi.

    Ma tu guarda il caso.
    Però manca il botto finale.

    Il colpo di scena che farebbe assumere ai Panama Papers credibilità maggiore e contemporaneamente risolvere il problema principale che oggi spaventa un certo tipo di establishment e di banchieri americani: Donald Trump.
    Potrei scommettere una piccola cifretta che alla fine, il pesce grosso americano a finire, magari indirettamente, nei papelli di Panama sarà proprio lui. Specie se dovesse avvicinarsi alla Clinton nei sondaggi. Evento peraltro probabile, Hillary Clinton è talmente antipatica che secondo me gli votano Donald anche in famiglia, e quando ci sarà la campagna presidenziale vera, Trump risalirà eccome nel gradimento degli elettori.
    Gombloddismo da quattro soldi?
    Mah, vedremo, segnatevi questo post però.
    p.s. ah e a tutti quelli che “godono” nel vedere i topi in trappola di Panama voglio dire di mettersi tranquilli, uno degli obbiettivi dei Panama Papaers è quello spostare la finanza nera all’interno dei confini americani. In un mondo di inferni fiscali, il denaro si sposta verso le migliori alternative disponibili (o supposte tali), morta Panama qualcuno ne farà un’altra. Il problema semmai è alla fonte: chi crea fondi neri, lo fa sempre e solo perché è malvagio o perché si rifiuta di essere uno schiavo? Pensateci.

    Panama Papers: Scommettiamo che alla Fine esce Trump? - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #13
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,756
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,099
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: La guerra della morale.

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    ma qualcuno ha mai pensato che i "Paradisi Fiscali" (che poi "Haven" in inglese è rifugio-porto non paradiso che è "heaven" o "paradise") esistono solo perchè dall'altra parte ci sono dei veri e propri INFERNI FISCALI?
    Probabilmente in molti lo pensano, ma in pochi lo dicono. Specie se sono impegnati in politica in uno di questi "inferni".

  4. #14

  5. #15
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #16
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #17
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: La guerra della morale.

    Ma quanto è bravo il nostro Putìn!

    Media occidentali e Panama Papers. Fase 2: è un complotto di Putin!








    Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico

    La vicenda dei Panama Papers e dei presunti legami con il presidente russo Vladimir Putin, promossa da alcuni media occidentali, sembra aver cambiato rotta. Alcuni giornalisti suggeriscono ora che sia stato Putin ad orchestrare la fuga di notizie, semplicemente perché il suo nome non compare in nessuno dei file rivelati. Lo scrive RT commentando alcuni articoli statunitensi sulla vicenda.


    "Data la capacità di pirateria molto apprezzata in Russia, una speciale unità cyber del Cremlino potrebbe essere stata in grado di ottenere i documenti ", ha scritto Clifford Gaddy, che lavora presso la Brookings Institution in un articolo intitolato "Are the Russians actually behind the Panama Papers?"

    Gaddy si è detto preoccupato "dell'impatto negativo sulla stabilità occidentale" che i Panama Papers possono aver, avvertendo che potrebbero essere usati come "arma di ricatto" nelle mani della Russia.

    La teoria si è diffusa anche grazie ad alcuni media occidentali, per esempio il Washington Post che l'ha definita "non completamente assurda". "Forse ci sono i russi dietro i Panama Papers", si legge nell'articolo, che definisce Gaddy come "uno degli esperti occidentali più importanti sull'economia della Russia"

    Questo tipo di dichiarazioni occidentali, che "letteralmente cercano di dimostrare che quando Putin non è citato, questo dimostra che in qualche modo deve essere coinvolto" sono "esilaranti", ha detto a RT il giornalista e vignettista Ted Rall.

    "C'è un grande desiderio da parte di molti media americani e occidentali di cercare di sorprendere il Presidente Putin a fare qualcosa di sbagliato [...] Sembrano avere conclusioni, che vorrebbero dimostrare, e così stanno lavorando in ordine inverso al dine di provare un'evidenza che si adatti a questi risultati ", ha detto il giornalista.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #18
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #19
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,327
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: La guerra della morale.

    Il capitalismo che uccide ogni speranza - Blondet & Friends



    Maurizio Blondet 25 aprile 2016
    I suicidi negli Stati Uniti sono saliti ad un livello mai visto; in tutte le classi di età (salvo gli anziani); fra le donne specificamente la crescita è più improvvisa e rilevante. Fra gli americani di mezza età, il cui tasso di suicidi era stabile o in discesa dagli anni ’50, si nota ora una crescita sostanziale.

    Per le donne di mezza età (fra i 45 e i 64) rispetto al 1999, il balzo è stato del 64 per cento; per gli uomini della stessa classe d’età, del 43 per cento, comunque l’aumento più acuto fra gli uomini di tutte le fasce.
    Storicamente, gli uomini si tolgono la vita più che le donne; ma questa forbice si sta restringendo, il tasso di suicidi femminili crescendo più velocemente di quello maschile; anche se ad oggi, gli uomini si ammazzano 3,6 volte più delle donne. Se il numero dei vecchi che si tolgono la vita cala, è perché questa classe di età (oltre i 75) si è sempre ammazzata più di tutte le altre fasce: 38,8 per centomila nel 2014 (contro le 4 per centomila delle donne della stessa età).
    La crescita dei suicidi è così ampia e generale che ha fatto salire la media nazionale a 13 per centomila, la più alta dagli anni ’80; una crescita costante del 2% l’anno è cominciata nel 2006, il doppio rispetto ai periodi precedenti. Nel 2014 s sono uccisi 42.773 cittadini Usa, contro i 29.199 del 1999.
    La ricerca, condotta dall’Istituto Nazionale di Igiene Mentale, non indaga il rapporto fra suicidi e la crisi economica: ma è noto che nel 1932, nel profondo della grande recessione del ’29, il tasso di suicidi fu 22,1 per centomila, quasi il 70% più del tasso attuale, 13 per centomila. Abbiamo ancora molta depressione da cavalcare. La perdita del lavoro e il divorzio (tasso anch’esso in aumento) che provoca ulteriore povertà oltre l’isolamento sociale, è una evidente causa dell’aumento, specie fra i bianchi d’età lavorativa e di scarsa istruzione (i maschi soli di età media si uccidono 3,8 volte più dei loro coetanei sposati; le donne 2,8 volte più delle sposate). Ma particolarmente impressionante il numero delle ragazzine fra i 10 e i 14 anni: anche se il suicidio è raro in questa classe d’età, esso è triplicato. Erano 50 nel 1999, sono state 150 nel 2014.

    E’ il sintomo di una generale perdita di speranza, dietro cui si intravvede la perdita di prospettive future che sta imponendo alle moltitudini il sistema capitalista globale; il tradimento delle promesse che fece alle masse per averne il consenso, e che ha sedotto con le sue attrattive. Perseguita la “massima efficienza” con assoluto rigore dottrinario nel mondo intero, il risultato è questo: il capitale si è retribuito a spese del lavoro nell’Occidente (ex)sviluppato. La conseguenza di questa volontà, portata inflessibile all’estremo della sua logica, se non incontra resistenze, è ovviamente la deflazione: come sempre, come già accaduto nel 1929, quando in Usa il capitalismo finanziario raggiunse la massima efficienza. Le merci prodotte in abbondanza e a basso costo da lavoratori sottopagati (esteri e interni) restano invendute.
    Il fenomeno ha oggi dimensioni titaniche, perfino caricaturali: durante la presidenza Obama, accompagnata da strombazzamenti di una continua “ripresa” di cui le masse dovevano ringraziare la loro “flessibilità”, la ricchezza del 7 per cento degli americani già ricchi è salita del 28 per cento, mentre quella di tutti gli altri americani è calata del 4. Il 47% degli americani non dispongono i 400 dollari per far ffronte ad una visita d’urgenza a pronto soccorso.
    Commercio mondiale? Non più.

    Si potrebbe finalmente ridere dell’inganno che s’è inflitto il capitalismo, che si voluto “globale” (non ostacolato dal alcun dazio) perché, diceva, ciò avrebbe esaltato in modo prodigioso i commerci mondiali, e che oggi ha ottenuto la paralisi dei traffici. Come ha raccontato Zero Hedge, oggi si può noleggiare una gigantesca nave da trasporto di carichi secchi ad un prezzo inferiore di 2 terzi al noleggio di una Ferrari F40: poco più di 1500 dollari al giorno il cargo, contro i 5.597 dell’auto di lusso. I cargo sono troppi e inutili, nessuno li sta noleggiando. Una delle poche ditte armatrici rimaste nella Borsa di Londra, la Goldenport, ha cancellato dal registro navale 6 delle sue otto navi da carico di 56 mila tonnellate, e le vende per 1 dollaro…il prezzo di un caffè di Starbuck.
    Qualche mese fa, i servizi di intelligence militare della Russia, basati sui satelliti-spia e il Glonass, hanno reso noto che i certi giorni l’Atlantico è completamente vuoto di navi fra Usa ed Europa – a parte quelle da guerra americane. Non c’è quasi più commercio fra le due sponde dell’Occidente.
    Ciò che impedisce di ridere è che le vittime di questo auto-inganno del capitalismo siamo noi. Le masse occidentali. A cui è stato predicato: abbattete tutte le remore identitarie e morali che vi frenano nel giungere al paradiso del consumo illimitato; rigettate le sovranità nazionali (e i doveri che vi impongono), le identità di classe, gettate la religione coi suoi obblighi superstiziosi; liberatevi della famiglia che è la palla al piede verso la conquista della completa libertà sessuale; rompete tutti i tabù, diventate trasgressivi, individualisti “nomadi”, dedicatevi all’edonismo spasmodico che viene viene indicato dalla “società dello spettacolo” oltre che da “circo mediatico” che trasforma le notizie in pubblicità. In cambio avrete merci venute da tutto il mondo, e sempre gli ultimi modelli, che vi costeranno pochissimo; nei bellissimi e colossali shopping-centers dove si mangia e ci si diverte, si possono passare intere giornate, il McWorld scintillante e uguale dappertutto.
    Poi, magari, si scopre che lo smartphone Hauwei o Samsung da 600 euro lo avete pagato ‘poco’, ossia – voi italiani – con la disoccupazione giovanile ( dei vostri figli) al 44%; con i suicidi di decine di piccoli imprenditori senza sbocco commerciale; con la deindustrializzazione e la perdita d immense quote di mercato; e poi lo smart a 600 euro non è tanto a buon prezzo, se tantissimi di voi ricevono ‘salari’ da 700 o anche 500 mensili, pagati dai padroni quando vogliono, e vostro datore di lavoro vi ha messo “in regola” con i voucher, ossia con buoni Inps pensati per lavori accessori per cui vi fa lavorare 12 ore al giorno per 10 o 20 euro (un voucher, due voucher). E provatevi a denunciarlo ai sindacati, se avete il coraggio. I sindacati sono occupati a difendere i diritti degli invertiti, a combattere i medici che si rifiutano di procurar aborti, a introdurre la teoria del gender nelle scuole. Che cosa volete da loro? Avete i voucher, siete in regola. Lavoratori emersi, non del sommerso. Protestate, e perdete anche quel lavoro precario di miseria.
    Che cosa vi impedisce di riconoscere questa situazione e definirla con il vecchio nome, ossia “sfruttamento dei lavoratori”, e lanciarvi nella “lotta di classe”? Anzitutto, “pagate il Samsung in comode rate, fra due anni potete cambiarlo, avrete sempre l’ultimo modello” – e voi vi fate così un altro giro nella giostra dell’illusione, cavalcare la globalizzazione della finanza. Il giro può essere l’ultimo. Ma non avete più patria, non avete più una comunità dove si possono porre i problemi comuni; siete in concorrenza coi cinesi: ebbene, non vi piace essere “ nomadi?”; siete individui atomizzati nella “frammentazione iperbolica della società di atomi egoistici appagati soltanto dal consumo”. Vostra moglie vi ha lasciato per seguire un nuovo amore e voi, per pagare alimenti e figli, siete costretti ad abitare in auto (“ma potete avere sempre l’ultimo modello”); siete una donna che non ha maternità, la vostra libertà somiglia sempre più a una schiavitù sessuale – di cui ovviamente non vi rendete conto, perché il circo mediatico vi integra oniricamente nel mondo dei VIP, di quelli che il nomadismo cosmopolita, la trasgressione, la libertà da tutti i tabù – se la possono permettere, ossia pagare. Ma la vostra reale condizione è quella delle donne americane di mezza età. Loro l’hanno capita, voi siete ancora prigioniere del sogno-standard indotto dalla società dello spettacolo. Loro, socialmente isolate, senza mezzi, private di risorse spirituali interiori, con tutta l’educazione che impone di “sfuggire la propria croce”, perché “la sofferenza non ha senso”, stanno scegliendo la via di fuga che il Sistema lascia loro. Americani ed americane anticipano come sapete di qualche anno le tendenze, mica per niente sono cittadini della Superpotenza all’avanguardia.
    Serva e padroneNon vedete? Nell’Atlantico non vanno e vengono quasi più navi da carico; arriva invece in aereo il presidente Obama (che vi piace, è così glamour)ad odinare ai capi di governo europei: accelerate l’approvazione del TTMIP, ossia del trattato d commercio transatlantico. Ossia più forti dosi del veleno. E inoltre, ecco gli altri ordini: voglio più soldi per la NATO, accogliete più profughi (alla Merkel: “Sei dalla parte giusta della storia”, prendete esempio da El Papa), ancora più sanzioni contro la Russia, no alle frontiere. E i vostri figli, i ragazzi dei centri sociali, che fanno? Vanno a fare manifestazioni contro l’Austria al Brennero: dimostrazione perfetta di come la sinistra fa’ sempre il gioco del grande capitale , e quanto più a sinistra , tanto più entusiasticamente. Restare pure dalla parte della “libertà”, dello “anti-autoritarismo” del “No alle frontiere”, cari new-global. Date pure ragione ad Obama, al sistema americano terminale.
    Cosa ci salverà? Non voi. Forse I vulcani dell’anello di fuoco, il Big One in California. Forse le tempeste e le alluvioni che colpiscono il Texas, gli uragani e cicloni. Segni che spiamo con truce speranza, perché davvero ciò che ha fatto l’America al mondo grida vendetta al cospetto di Dio.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
Pagina 2 di 2 PrimaPrima 12

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito