Attenti a quei due

Bibi e il sultano Erdogan tornano a mostrare la volontà di recuperare solidi rapporti diplomatici a sei anni dal caso ‘Freedom Flottila’, ma tra Tel Aviv ed Ankara in realtà il feeling non è mai cessato ed adesso insieme provano a destabilizzare ulteriormente lo scacchiere siriano.

L'Intellettuale Dissidente / Esteri

Attenti a quei due

Bibi e il sultano Erdogan tornano a mostrare la volontà di recuperare solidi rapporti diplomatici a sei anni dal caso ‘Freedom Flottila’, ma tra Tel Aviv ed Ankara in realtà il feeling non è mai cessato ed adesso insieme provano a destabilizzare ulteriormente lo scacchiere siriano
di Mauro Indelicato - 9 aprile 2016


Due Stati protagonisti della destabilizzazione del medio oriente, due paesi mai nemici formalmente, mai amici ufficialmente, ma da sempre legati da una ragnatela di interessi che oggi più che mai sembrano legare in un unico filo che da Ankara e Tel Aviv. Il riferimento è a Turchia ed Israele; è il 31 maggio 2010, un periodo quindi nemmeno molto lontano, quando la flotta della ‘Freedom Flottilla’ con a bordo complessivamente più di 600 persone, tra cui 380 turchi, si appresta a consegnare agli stremati abitanti di Gaza importanti aiuti umanitari sfidando quindi il blocco navale imposto dal governo di Tel Aviv.

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